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«Scimmia», e lo uccidono di botte

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Tao
 Tao
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Razzismo. L’aggressione a Fermo. Vittima un nigeriano che si trovava con la moglie. Gli aggressori vicini al tifo di destra

Chimiary piange nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Fermo. I medici le hanno appena detto che suo marito è in coma irreversibile e che nel giro di poche ore i macchinari verranno staccati perché non c’è più nulla da fare. Lui si chiama Emmanuel, nigeriano di 36 anni, e martedì pomeriggio è stato massacrato di botte a Fermo all’imbocco di via Veneto, a due passi dal Seminario. Stavano passando di lì, Emmanuel e Chimiary, per andare a prendere una crema per proteggersi dal sole, e hanno incrociato due uomini seduti su una panchina. Uno ha alzato lo sguardo e, dopo aver guardato la donna, ha detto: «Scimmia», sghignazzando e dando di gomito all’amico seduto di fianco. Emmanuel si è avvicinato, la situazione è degenerata, il nigeriano è stato prima colpito alla testa con un palo della segnaletica stradale e poi ha continuato a prendere calci e pugni quando era ormai inerte, forse addirittura già in coma. Gli aggressori – ancora a piede libero – sono stati riconosciuti come vicini agli ambienti fascistoidi che ruotano intorno alla curva della Fermana. A.M., quello che avrebbe colpito Emmanuel con il cartello stradale, ha un Daspo che da quattro anni gli vieta di entrare allo stadio. Le indagini sono ancora in corso e dopo la morte del 36enne il reato da aggressione per gli iqnurenti è diventato omicidio.

Storia di ordinario razzismo dalla provincia cronica e crudele: mentre Emmanuel era ancora in coma ha cominciato a discutere se il fatto debba per forza essere catalogato come «crimine d’odio» o se si sia trattato di una «semplice rissa».

Anche l’amministrazione comunale, per ora, aspetta l’esito dell’inchiesta e il sindaco Paolo Calcinaro, pur condannando «il germe del razzismo», invita tutte le parti «ad abbassare i toni» perché «quanto accaduto crea un gravissimo danno alla comunità fermana».

Don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco non ha paura a schierarsi: «Mi costituirò parte civile come presidente della Fondazione Caritas in Veritate alla quale i due erano stati affidati. Noi comunque non invochiamo vendetta: chi ha commesso l’aggressione ha sì rovinato la vita del ragazzo e della sua compagna, ma anche la propria e quella della propria famiglia. L’odio porta solo odio».

La paura è che tutto diventi ancora più complicato di quanto già non sia adesso. Su 124 rifugiati, 19 sono di nazionalità nigeriana, tutti sconvolti per quanto accaduto, quasi increduli di fronte a un’esplosione di violenza inaudita ma certo non inaspettata: «piccola città, bastardo posto», qui la presenza di migranti fa discutere (tanto) ogni estate, quando con la bella stagione ricominciano anche gli sbarchi e si attivano le associazioni che si occupano di accoglienza, con i rifugiati che vengono alloggiati qua e là per la provincia. Fastidio, chiacchiere, occhiate ora intimorite e ora minacciose. Poi arriva l’episodio violento. Poi si dimentica. Poi si ricomincia. Qualche giorno fa, appena quaranta chilometri più a sud, a San Benedetto del Tronto, due bengalesi sono stati aggrediti perché non conoscevano la parola del Vangelo.

Emmanuel e Chimiary erano cattolici, scappati dalla Nigeria, hanno attraversato il Niger, la Libia e il Mediterraneo prima di essere mandati a Fermo in attesa che la loro richiesta di asilo venisse esaminata. Lei durante il tragitto aveva perso il bambino che portava in grembo. Lo scorso gennaio la coppia aveva deciso di sposarsi, cosa che formalmente non era possibile vista l’assenza di documenti. Don Vinicio aveva deciso di procedere comunque: cerimonia messa in piedi nella chiesa di San Marco alle Paludi: «Ho fatto fare loro una promessa di matrimonio – racconta il sacerdote -, ho utilizzato un rito medievale che consente questa formula e poi abbiamo festeggiato tutti insieme». Sposi irregolari perché l’amore non sempre ha bisogno di una burocrazia.

Era il tentativo di costruire una vita normale, a migliaia di chilometri da casa certo, ma almeno con la prospettiva di potercela fare, un giorno magari neanche troppo lontano. Emmanuel sarà sepolto al cimitero di Capodarco, sempre per intercessione della fondazione di don Albanesi. A Chimiary è stato invece chiesto il consenso per la donazione degli organi di suo marito. Difficile: senza documenti non si può fare neanche quello.

Mario Di Vito
Fonte: www.ilmanifesto.info
6.07.2016


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Credevo fosse un articolo di "Famiglia Cristiana" ed invece è de "il manifesto", in effetti non ne sono rimasta meravigliata perché li ritengo alla pari. 😈


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Giancarlo54
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Razzismo. L’aggressione a Fermo. Vittima un nigeriano che si trovava con la moglie. Gli aggressori vicini al tifo di destra

Chimiary piange nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Fermo. I medici le hanno appena detto che suo marito è in coma irreversibile e che nel giro di poche ore i macchinari verranno staccati perché non c’è più nulla da fare. Lui si chiama Emmanuel, nigeriano di 36 anni, e martedì pomeriggio è stato massacrato di botte a Fermo all’imbocco di via Veneto, a due passi dal Seminario. Stavano passando di lì, Emmanuel e Chimiary, per andare a prendere una crema per proteggersi dal sole, e hanno incrociato due uomini seduti su una panchina. Uno ha alzato lo sguardo e, dopo aver guardato la donna, ha detto: «Scimmia», sghignazzando e dando di gomito all’amico seduto di fianco. Emmanuel si è avvicinato, la situazione è degenerata, il nigeriano è stato prima colpito alla testa con un palo della segnaletica stradale e poi ha continuato a prendere calci e pugni quando era ormai inerte, forse addirittura già in coma. Gli aggressori – ancora a piede libero – sono stati riconosciuti come vicini agli ambienti fascistoidi che ruotano intorno alla curva della Fermana. A.M., quello che avrebbe colpito Emmanuel con il cartello stradale, ha un Daspo che da quattro anni gli vieta di entrare allo stadio. Le indagini sono ancora in corso e dopo la morte del 36enne il reato da aggressione per gli iqnurenti è diventato omicidio.

Storia di ordinario razzismo dalla provincia cronica e crudele: mentre Emmanuel era ancora in coma ha cominciato a discutere se il fatto debba per forza essere catalogato come «crimine d’odio» o se si sia trattato di una «semplice rissa».

Anche l’amministrazione comunale, per ora, aspetta l’esito dell’inchiesta e il sindaco Paolo Calcinaro, pur condannando «il germe del razzismo», invita tutte le parti «ad abbassare i toni» perché «quanto accaduto crea un gravissimo danno alla comunità fermana».

Don Vinicio Albanesi della Comunità di Capodarco non ha paura a schierarsi: «Mi costituirò parte civile come presidente della Fondazione Caritas in Veritate alla quale i due erano stati affidati. Noi comunque non invochiamo vendetta: chi ha commesso l’aggressione ha sì rovinato la vita del ragazzo e della sua compagna, ma anche la propria e quella della propria famiglia. L’odio porta solo odio».

La paura è che tutto diventi ancora più complicato di quanto già non sia adesso. Su 124 rifugiati, 19 sono di nazionalità nigeriana, tutti sconvolti per quanto accaduto, quasi increduli di fronte a un’esplosione di violenza inaudita ma certo non inaspettata: «piccola città, bastardo posto», qui la presenza di migranti fa discutere (tanto) ogni estate, quando con la bella stagione ricominciano anche gli sbarchi e si attivano le associazioni che si occupano di accoglienza, con i rifugiati che vengono alloggiati qua e là per la provincia. Fastidio, chiacchiere, occhiate ora intimorite e ora minacciose. Poi arriva l’episodio violento. Poi si dimentica. Poi si ricomincia. Qualche giorno fa, appena quaranta chilometri più a sud, a San Benedetto del Tronto, due bengalesi sono stati aggrediti perché non conoscevano la parola del Vangelo.

Emmanuel e Chimiary erano cattolici, scappati dalla Nigeria, hanno attraversato il Niger, la Libia e il Mediterraneo prima di essere mandati a Fermo in attesa che la loro richiesta di asilo venisse esaminata. Lei durante il tragitto aveva perso il bambino che portava in grembo. Lo scorso gennaio la coppia aveva deciso di sposarsi, cosa che formalmente non era possibile vista l’assenza di documenti. Don Vinicio aveva deciso di procedere comunque: cerimonia messa in piedi nella chiesa di San Marco alle Paludi: «Ho fatto fare loro una promessa di matrimonio – racconta il sacerdote -, ho utilizzato un rito medievale che consente questa formula e poi abbiamo festeggiato tutti insieme». Sposi irregolari perché l’amore non sempre ha bisogno di una burocrazia.

Era il tentativo di costruire una vita normale, a migliaia di chilometri da casa certo, ma almeno con la prospettiva di potercela fare, un giorno magari neanche troppo lontano. Emmanuel sarà sepolto al cimitero di Capodarco, sempre per intercessione della fondazione di don Albanesi. A Chimiary è stato invece chiesto il consenso per la donazione degli organi di suo marito. Difficile: senza documenti non si può fare neanche quello.

Mario Di Vito
Fonte: www.ilmanifesto.info
6.07.2016

Storia di ordinario razzismo. 😯

L'Italia è infatti preda di squadroni della morte associati al KKK e non percorsa da decine di migliaia di fancazzisti mantenuti. Come dico da anni il razzismo è una invenzione degli antirazzisti, non solo ma se manca (il razzismo), gli antirazzisti fan di tutto per crearlo.

PS: nel caso che ci interessa, se fossi stato presente, avrei afferrato un pezzo di legno e lo avrei dato sul groppone dei due deficienti italioti.


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helios
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perche è una storia che non mi convince?

Stavano passando di lì, Emmanuel e Chimiary, per andare a prendere una crema per proteggersi dal sole, e hanno incrociato due uomini seduti su una panchina. Uno ha alzato lo sguardo e, dopo aver guardato la donna, ha detto: «Scimmia», sghignazzando e dando di gomito all’amico seduto di fianco. Emmanuel si è avvicinato, la situazione è degenerata, il nigeriano è stato prima colpito alla testa con un palo della segnaletica stradale e poi ha continuato a prendere calci e pugni quando era ormai inerte, forse addirittura già in coma.

Perche mai due di colore fossero andati a prendersi una crema solare a Fermo a nel contempo abbiano incrociato degli uomini SEDUTI sulla panchina che non avevano altro da fare che guardare la donna e schernirla con simili titoli è un mistero.
Se qualcuno ha notato il tutto e poi lo racconta non si capisce perchè non è intervenuto prima che qualcuno afferrasse il palo della segnaletica per colpire la vittima.
Qui si stanno descrivendo due italiani che non hanno un ca... da fare dalla mattina alla sera e che guardano anche le donne schernendole.
Non si sa che cosa facesse la vittima e nemmeno la moglie e non si sa nemmeno perchè il tutto è degenerato.
Il fatto che sia stata schernita una donna e che il marito si sia messo a difenderla è un conto ma passare alle mani è un altro. Non credo che se si fosse limitato con insulti verbali sarebbero arrivati alle mani.

Qui ci stanno raccontando frottole in cui qualcuno ci ha anche rimesso la vita.
Se fosse morto un italiano se la sarebbe voluta avrebbero detto tutti. Se fosse morto un islamico era perchè era cattivo quindi se lo meritava.
Siccome è morto un povero nero allora in Italia ci sono bestie.

Questo ancora prima di sapere esattamente come si sono svolti i fatti.

Emmanuel e Chimiary erano cattolici, scappati dalla Nigeria, hanno attraversato il Niger, la Libia e il Mediterraneo prima di essere mandati a Fermo in attesa che la loro richiesta di asilo venisse esaminata

perchè non dire chiaro e tondo che erano clandestini e che per ottenere la richiesta di asilo occorrono in Italia anni? Per cui come si mantenevano in Italia i due?

Lo scorso gennaio la coppia aveva deciso di sposarsi, cosa che formalmente non era possibile vista l’assenza di documenti

visto? erano clandestini vale a dire che non avevano documenti ma erano cattolici.

Dobbiamo aggiungere altro?

Don Vinicio aveva deciso di procedere comunque: cerimonia messa in piedi nella chiesa di San Marco alle Paludi: «Ho fatto fare loro una promessa di matrimonio – racconta il sacerdote -, ho utilizzato un rito medievale che consente questa formula e poi abbiamo festeggiato tutti insieme».

benventuti nell'Italia del medioevo con riti cattolici medioevali.

Il nuovo che avanza.

Emmanuel sarà sepolto al cimitero di Capodarco, sempre per intercessione della fondazione di don Albanesi. A Chimiary è stato invece chiesto il consenso per la donazione degli organi di suo marito. Difficile: senza documenti non si può fare neanche quello.

qui ribadiscono che i documenti non li avevano, ma dire che erano clandestini nemmeno il manifesto ce la fa.

Pertanto la vittima clandestina con moglie clandestina che andava a comprarsi la crema solare se rimaneva zitta di fronte anche ad insulti (che non si sa nemmeno quali siano stati in realtà) sarebbe ancora vivo.

Ma tanto vale far apparire gli italiani bestie comunque siano andate le cose.

Il che di fronte a tutti i clandestini che ci sono in Italia che vivono qui da anni con i soldi degli italiani è dire una bestialità.

Ma il manifesto tace anche su questo.


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helios
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Non contento il parroco soffia sul fuoco, oltretutto senza alcuna prova:

Fermo, nigeriano muore dopo aggressione ultrà. Il parroco: «Stesso giro di bombe in chiese»

È morto Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, finito in coma dopo essere stato picchiato da un ultrà della Fermana che ieri aveva aggredito, prima verbalmente parlando di «scimmie africane», poi strattonandola, la sua compagna di 24 anni, nel centro di Fermo. Oggi don Vinicio Albanesi, che dava accoglienza ai due migranti nel seminario vescovile,e che dopo la morte dell'immigrato ha ricevuto una telefonata di solidarietà da Matteo Renzi, parla di una «provocazione a freddo» proveniente dallo stesso «giro delle bombe davanti alle chiese di Fermo».

Sono state quattro le chiese della Diocesi prese di mira da ignoti attentatori che hanno piazzato ordigni esplosivi artigianali tra febbraio e maggio scorsi. I parroci sono tutti impegnati nel sociale e nell'assistenza a emarginati, tossicodipendenti e migranti. La dinamica dell'aggressione di ieri non è ancora chiara: secondo una prima ricostruzione, il 36enne avrebbe reagito impadronendosi di un paletto staccabile della segnaletica stradale con cui avrebbe colpito il tifoso, un 35enne italiano già noto alle forze di polizia e sottoposto a Daspo, facendolo cadere a terra. Rialzatosi, quest'ultimo lo avrebbe raggiunto con un pugno al viso, facendolo stramazzare: nella caduta Emmanuel ha battuto la testa e sarebbe poi stato colpito ancora.

L'italiano è stato denunciato e al momento è a piede libero, un amico che era con lui è entrato nell'inchiesta invece come testimone. Emmanuel e la sua compagna erano stati accolti dalla Fondazione Caritas in veritate, guidata da don Vinicio, lo scorso novembre. Erano in fuga dalla Nigeria, dove avevano perso tutti i loro familiari in uno degli attacchi alle chiese cristiane da parte di Boko Haram e per arrivare in Italia avevano superato altre violenze in Libia. Una traversata che era costata la vita al bimbo che lei portava in grembo, ma che li aveva portati a sperare di un futuro migliore. A gennaio don Vinicio li aveva uniti informalmente, per mancanza di documenti, in matrimonio nella chiesa di San Marco alle Paludi.

Ed è stato proprio don Albanesi oggi a chiamare in causa, per l'aggressione, «lo stesso giro delle bombe davanti alle chiese», o quanto meno lo stesso clima culturale: «credono - ha detto il sacerdote - di appartenere alla razza ariana». Don Vinicio ha cointestato anche la ricostruzione dei fatti, sulla scorta del racconto della moglie di Emmanuel, che ha riportato escoriazioni guaribili in 5 giorni, e annunciato che si costituirà parte civile, in quanto presidente della Fondazione Caritas in veritate, che ha accolto 124 profughi, di cui 19 nigeriani. Un episodio che non ha precedenti nella città, dove gli stranieri sono numerosi e ben integrati e dove i richiedenti asilo vengono chiamati a raccontare le loro storie nelle scuole e nei raduni scout. «Il gravissimo episodio di Fermo - ha commentato il deputato del Pd Edoardo Patriarca - è l'ennesimo di una serie di atti di intolleranza che hanno colpito quel territorio. Non possiamo permettere che ci sia un clima di odio».

Khalid Chaouki(Pd) chiede che venga fatta chiarezza. «Non dobbiamo mai fare l'errore di sottovalutare il razzismo strisciante - aggiunge - risultato anche di un clima di odio favorito da chi, in cerca di facili consensi, fa leva sulle paure e le angosce dei cittadini per costruire ad arte uno scenario di terrore e paura dell'altro». Il sindaco Paolo Calcinaro confessa di sentirsi «sprofondato in un incubo», dopo avere celebrato la fine del Ramadan con la locale comunità islamica. Dolore, sgomento e solidarietà vengono espressi dalla Cgil e dall'Anpi. Per questa sera è in programma una veglia di preghiera con una fiaccolata davanti al seminario.
Mercoledì 6 Luglio 2016 - Ultimo aggiornamento: 07-07-2016 10:18

http://ilmessaggero.it/marche/fermo_bombe_chiesa_nigeriano_picchiato_ultra-1840528.html


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alecale
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sembra fosse la prima notizia di apertura di tg e giornali .... mentre dell appoggio dell' Italia agli inglesi e americani nelle guerra in iraq niente ....
Italia è complice !!! ma ssssshhh zitti tutti come si chiamava ? hu operazione antica babilonia . secondo me quel nero lo avranno ammazzato apposta o forse è ancora vivo .


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InvernoMuto
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sembra fosse la prima notizia di apertura di tg e giornali .... mentre dell appoggio dell' Italia agli inglesi e americani nelle guerra in iraq niente ....
Italia è complice !!! ma ssssshhh zitti tutti come si chiamava ? hu operazione antica babilonia . secondo me quel nero lo avranno ammazzato apposta o forse è ancora vivo .

O magari non è mai esistito! O magari nemmeno Fermo esiste!
Che prove abbiamo che questa fantomatica Fermo esista? Io non ci sono mai stato. C'è nelle cartine geografiche? Un grande artificio architettato da secoli ai nostri danni.
E se qualcuno dice che Fermo esiste è un disinformatore.


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Giancarlo54
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http://www.nextquotidiano.it/amedeo-mancini-lestremista-destra-ucciso-emmanuel-chidi-namdi/

la faccenda, forse, non sarebbe così chiara come alfano ed il prete sembrerebbero prospettare


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helios
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http://www.nextquotidiano.it/amedeo-mancini-lestremista-destra-ucciso-emmanuel-chidi-namdi/

la faccenda, forse, non sarebbe così chiara come alfano ed il prete sembrerebbero prospettare

non è nemmeno chiaro come mai due clandestini senza documenti sono ancora qui in Italia. Nessuno ce la fa a dire che erano due clandestini?
Chi sono i due nigeriani (se arrivavano dalla Nigeria) che cosa facevano nel loro stato? Nessuno lo sa, prete compreso e nemmeno Alfano lo sa.,quello non sa mai niente del resto.

Non è nemmeno chiaro che non sapendo le generalità dei due si incolpi subito un italiano di aver massacrato un nero quando le testimonianze parlando di tutt'altro.

Mancini (l'aggressore) dice che aveva visto i due guardare all'interno delle auto (altro che comprare la crema solare) e temendo che volessero effettuare qualche furto ha insultato i due nel tentativo di farli desistere da quel proposito.

A questo punto il nigeriano ha afferrato un paletto stradale e lo ha scagliato contro Mancini facendolo cadere a terra. Mancini si è rialzato e ha sferrato un pugno contro il nigeriano che cadendo a terra ha sbattuto la testa.

Ora bisogna appurare cosa stavano facendo i due nigeriani in quel momento e magari scriverlo piuttosto che scrivere scemenze tipo la crema solare.

Malgrado le testimonianze tutti a dire cose che non hanno nulla a che fare con la vicenda.

Meglio postare questa testimonianza prima che sparisca dalla rete:

Racconta Pisana Bacchetti, la quale ha già reso la sua testimonianza agli inquirenti, che sarebbe stato invece aggredito – per cinque minuti – dalla coppia di nigeriani.

Purtroppo ho assistito alla scena ed ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare il pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con il palo di un segnale stradale. Ero presente e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subito, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano.Per quattro o cinque minuti è stato attaccato simultaneamente dal giovane di colore e da sua moglie. Lui (Emmanuel ndr) addirittura lo ha colpito con un segnale stradale facendolo cadere a terra e poi ha continuato a picchiarlo.Quando ho visto quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore.Casualmente sono giunti sul posto gli agenti della polizia municipale, perché nel frattempo, la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione. Diventa facile parlare di razzismo, ma dovevate esserci per capire la furia dell’aggressione ai danni di quel fermano.

Quindi la tragedia è cominciata quando Mancini ha insultato i due che guardavano dentro le auto in pieno giorno nel tentativo di fare qualche furto.
Probabilmenre era anche un gruppo organizzato se la donna è riuscita a radunare 15 nigeriani in poco tempo per arrivare in aiuto.

Gli agenti della polizia municipale arrivati casualmente hanno disinnescato una vera guerriglia che si stava formando. Quindi mi pare che quella sia stata una azione punitiva nei confronti di UN italiano con due nigeriani e altri 15 che intervenivano.

Non mi pare sia una cosa tanto leggera che bisogna lasciar perdere checchè ne dica il prete e quelli che versano i soldi al prete per tenere i clandestini quando dovrebbero essere rimandati a casa subito.


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Giancarlo54
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La parola "clandestino" non è politically correct, adesso si dice migranti (o profughi magari contando sul fatto che la gente non sa il significato della parola), ripeto la faccenda è oscura anche se tutti, o quasi tutti, i giornalai italioti hanno già deciso come sia andata. Alfano (il ministro...........postino) ha già fatto avere alla compagna dell'ucciso lo status di rifugiato.


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helios
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La parola "clandestino" non è politically correct, adesso si dice migranti (o profughi magari contando sul fatto che la gente non sa il significato della parola), ripeto la faccenda è oscura anche se tutti, o quasi tutti, i giornalai italioti hanno già deciso come sia andata. Alfano (il ministro...........postino) ha già fatto avere alla compagna dell'ucciso lo status di rifugiato.

Ma Mancini ha gia un avvocato che sta dicendo che le cose non sono andate cosi.

Per cui Alfano puo dare lo status di rifugiato anche al cane di casa che non ha alcuna importanza. I clandestini rimangono tali e se qualcuno entra in Italia senza documenti è automaticamente clandestino.

Lo status di rifugiato senza alcun documento e senza un nome come lo si può dare?
Alfano probabilmente non sa nulla, d'altra parte lui non sa mai niente.


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PietroGE
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La storia di per se è un triste caso di gente che invece di insultare la donna di colore avrebbero dovuto farsi i fatti loro e, se avevano qualcosa da dire contro l'invasione dei migranti, dovevano protestare contro chi li fa entrare.

Il caso psico- patologico è invece l'ondata di reazioni politiche che ha suscitato. Scomparsi i 10 italiani torturati a morte a Dacca, minuto di silenzio al Comune di Roma, razzismo contro gli autoctoni perché l'aggravante di razzismo non vale quando la vittima è bianca europea. E che dire dei "cattivi maestri del razzista"? Che magari osano anche presentarsi alle elezioni?
Qualcuno ha il coraggio di dire che il nigeriano non aveva nessun diritto ad essere in Italia perché non lo perseguitava nessuno a casa sua?

Il famoso cane di Pavlov cominciava a salivare ogni volta che sentiva suonare la campanella. La reazione era automatica, condizionata dall'allenamento. Per i nostrani l'allenamento dura dalla seconda guerra mondiale. Figuriamoci le reazioni.


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Matt-e-Tatty
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Comunque,indipendentemente da come sono andate davvero le cose ( mi convince poco sia il racconto della nigeriana che quello della supertestimone) i due non fuggivano da Boko, è una bugia. Appartengono ad una etnia che vive nel Biafra ( Regione in cui per certo Boko non entra e non è mai entrato, per altro militarizzatissima per via dei pozzi), di sicuro è gente che non ha requisiti da profugo e che ha mentito per ottenere il permesso.

Quanto alla dinamica, visto che c'è un morto,dalla autopsia verrà fuori che tipo di colpi ha subito e di conseguenza chi ha mentito, l'omicida o la moglie del defunto.


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Frigo
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Oggi sono usciti gli articoli del Resto del Carlino che hanno chiarito la vicenda:
- la perizia legale dice che Mancini è stato aggredito con il palo della segnaletica
- la moglie nigeriana ha mentito rispetto al punto precedente, che sarebbe stato il Mancini a usare il palo contro di loro.
- una foto ritrae il nigeriano in piedi accanto alla moglie al momento dell'arrivo della Polizia Municipale (chiamata dalla testimone, racconto confermato da altri quattro)
- il nigeriano cade quindi all'indietro (per il colpo ricevuto in precedenza? Non ha naso o mandibola rotta. Per il caldo, la tensione?) battendo il capo sul marciapiede.
Mancini andrebbe scarcerato subito e la moglie nigeriana sanzionata per falsa testimonianza. I giornalisti che hanno raccontato il falso deferiti alla commissione disciplinare dell'ordine.


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MarioG
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Su 124 rifugiati, 19 sono di nazionalità nigeriana, tutti sconvolti per quanto accaduto, quasi increduli di fronte a un’esplosione di violenza inaudita ma certo non inaspettata: «piccola città, bastardo posto»

Di fronte a questa esplosione di stupidita'/falsita' si va ben oltre l'incredulita'.
Adesso che non potete piu' fingere di ignorare gli esiti dell'autopsia e le testimonianze, che farete li' al manifesto? Vi seppellirete sotto 2 metri di terra?
Temo di no:

"Poi si dimentica. Poi si ricomincia"

Qui ha ragione Vito-del-manifesto


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