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1 maggio: sindacati e lavoratori


pietroancona
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1° MAGGIO: SINDACATI E LAVORATORI

Ultimo sgarbo ai lavoratori il giorno del 1° maggio: molte città italiane, in gran parte con sindaci pd, hanno concesso ai commercianti di aprire i negozi, in nome dell'interesse della categoria ma anche dei consumatori, una entità che viene evocata per contrapporla ai lavoratori. Una scelta che non corrisponde neppure alla volontà della popolazione. Un sondaggio di "Repubblica" dà l'81% di
contrari!
Lo sgarbo viene fatto ai dipendenti dei negozi, in stragrande maggioranza donne, notoriamente
sfruttate con bassissimi salari e condizioni quasi proibitive di lavoro. I sindacati hanno indetto scioperi di protesta ma la forza dei dipendenti è minima, quasi inesistente specialmente nelle piccolissime aziende.
L'apertura dei negozi avvia un percorso che potrebbe portare alla soppressione della festività. I nostri liberisti hanno come faro ideologico gli USA: qui dove è nato nel lontanissimo 1886 la Festa del lavoro per rivendicare il diritto alle otto ore ed anche per ricordare i martiri di Chicago, il 1° maggio è normale giorno lavorativo. Anche nella Cina del totalitarismo postcomunista e liberista la festività è stata di fatto abolita. In entrambi i casi la scelta è ideologica: sopprimendo il 1° maggio si disconosce oltre un secolo di storia del movimento operaio stroncato in USA dalle fucilate degli sceriffi e della Pinkerton (madre della Blackwater oggi impegnata con centinaia di migliaia di killers nelle imprese coloniali) e dalle impiccagioni ed in Cina dall'avvento di un regime ipercapitalistico che distrugge diritti e dignità. Molti lavoratori cinesi sono talmente vessati da dover scegliere la rivolta o il suicidio per sfuggire all'inferno della loro condizione.
Le più importanti manifestazioni del 1° Maggio in Italia sono unitarie. Epifani, Bonanni ed Angeletti parleranno dallo stesso palco a Rosarno. Di che cosa parleranno? La Cisl e l'UIL praticano la politica degli accordi separati con padronato e governo: hanno approvato l'allegato lavoro della 1167 difendendolo financo dalle osservazioni del Capo dello Stato, hanno firmato il rinnovo del contratto separato dei metalmeccanici, hanno dato vita ad una fondamentale riforma della contrattazione che quasi annichilisce e comunque mette su un binario morto il contratto collettivo nazionale di lavoro. La CGIL si è opposta e continua ad opporsi e lotta contro l'isolamento fomentato da Sacconi che vuole "complicità tra sindacati ed imprese", ma è in grandi difficoltà che la paralizzano. E' assediata
dal PD al quale fanno riferimento la stragrande maggioranza dei quadri dirigenti funzionari a tempo pieno dell'organizzazione. Il PD ha presentato un disegno di legge per l'introduzione in Italia del Contratto Unico di Ingresso che di fatto abolisce l'art.18 e fa del precariato la forma principale di
occupazione. Inoltre la CGIL ha lasciato cadere le sue obiezioni sulla legge Biagi, non rivendica dalle aziende miglioramenti salariali, dichiara di aborrire la scala mobile, non si oppone alle privatizzazioni, si è disimpegnata dalla lotta per la pace, non difende con la fermezza necessaria il welfare.
Insomma, a parte la difesa spesso anacronistica e di pura rimessa dagli attacchi più brutali e sfacciati
della destra, la politica sindacale e sociale della CGIL è sempre più ristretta ed incanalata nell'alveo della "concertazione". Una concertazione che da tempo non è più tale dal momento che si
limita a registrare l'agenda dettata dalla Confindustria. E' dal 1993 che tutte le trattative triangolari sindacati-padronato-governo si risolvono in diminuzione di diritti e di potere dei lavoratori. Una delle anomalie del nostro Paese è appunto questa: ad ogni trattativa con il padronato o il governo i lavoratori escono con una riduzione di quello che avevano!
In queste condizioni, l'unità sindacale che fu un grande valore ai tempi di Lama, Storti e Vanni e motore di una eccezionale stagione di lotta per le riforme alla quale parteciparono milioni e milioni di lavoratori ed intere popolazioni, oggi è diventato un disvalore. Stare insieme a Cisl e UIL ha un solo significato: fare del sindacato uno strumento con il quale il padronato e la destra politica infliggono dure sconfitte ai lavoratori ed accrescono la loro subalternità.
Ieri sera Anno Zero ha offerto uno spaccato della lotta sociale di straordinaria intensità. I bravi ed intelligenti cassiintegrati dell'Asinara, con grande saggezza e garbo, hanno costretto Bersani a mostrare la sua lontananza dalle loro lotte. A domanda hanno risposto che debbono la loro resistenza a se stessi ed alle loro famiglie. I lavoratori della Scala di Milano venivano mostrati mentre una ingiustificata repressione poliziesca conteneva la loro protesta contro la distruzione dei teatri e della cultura italiana, lavoratrici mostravano tutto il loro smarrimento per la fatica di vivere diventata angosciante. Il disagio esistenziale di milioni e milioni di persone che vivono di lavoro non ha trovato un punto di contrasto nel sindacato italiano. La solitudine dei lavoratori è immensa ed i tanti suicidi ne sono la conseguenza. Sindacato e PD parlano una lingua e sono distanti dalla gente. L'altra anomalia italiana è quella di avere potenti confederazioni sindacali, forti di oltre dieci milioni di iscritti che però sono preda di processi inarrestabili di impoverimento e di perdita di peso sociale. Le Confederazioni sono diventate delle ricche conglomerate di servizi, spesso unite attraverso gli enti bilaterali alle organizzazioni del padronato con le quali hanno dato vita ad una estesa burocrazia a cui si applicano i marchingegni della legge Biagi. I lavoratori sono al limite della sopravvivenza.
Se continua così gli interessi dei lavoratori e quelli delle confederazioni diventeranno sempre più diversi. I sindacati rischiano di diventare un peso ed addirittura di sottrarre diritti fino ad oggi garantiti
dalle leggi. La privatizzazione del diritto del lavoro che ha una tappa importante nel trappolone dell'arbitrato varato ieri dalla Camera andrà avanti e produrrà altre limitazioni del diritto e delle libertà.
Quando finisce la libertà nel lavoro finisce dappertutto.
Ma la secolare storia della CGIL non può concludersi con una scelta simile a quella che costrinse nel 1911 Di Vittorio ad andarsene e dare vita all'USI. La tradizione riformista di Di Vittorio, Santi, Foa, Lama non può sfociare nel sindacalismo subalterno al padronato e collaborazionista. La CGIL è popolata da milioni di lavoratori che hanno una storia sociale che ha fatto grande e civile l'Italia. La CGIL deve recuperare la sua anima perduta nell'ipocrisia dei riti unitari e nell'involuzione da sindacato di lotta e di movimento ad erogatore di servizi. La sua base militante non ha mai perduto questa anima!
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it

http://it.notizie.yahoo.com/7/20100429/tts-ne-di-destra-ne-di-sinistra-la-festa-c8abaed_1.html
http://www.rassegna.it/articoli/2010/04/29/61815/primo-maggio-da-rosarno-al-concertone


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Albertino
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la colpa di tutto questo è solo nostra. è sempre e solo nostra. se nessun "consumatore" (termine per me orrendo) entrasse in quei negozi, la prossima volta resterebbero chiusi.


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Maria Stella
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Bello, si vede che non sapete come i commercianti corrono dietro ai pagamenti, manifestazioni queste che servono solo ai sindacati per misurare la loro forza, sfruttate le commesse? onestamente non so se è sempre vero, ci sono contratti che lo Stato ed i sindacati hanno sempre trovato anche troppo ben pagati, ai miei tempi il contrato del commercio fu peggiorato con l'aiuto della CGL, guadagnavano troppo.. infatti era il tempo in cui sis tavano organizzando per i supermercati rossi... già la trattativa ando' cosi', ma non gli bastava ed allora ecco la Coop. infatti le Coop pagano molto meno del commerciante e con la scusa che sono coop, e che i lavoratori partecipano ( col cavolo ) fanno i turni per essere ammessi al privilegio di lavorare, e se il capetto o la kapò ti "prende in puzza.. per un bel periodo stai a casa, che vuol dire che non ti pagano.. una cosa morale, giusta e figa in salsa rossa.
Quanto ai sindacati , comincino a pagare i loro dipendenti, e versargli i contributi e a non tenerli precari a vita, dopo forse li si potrebbe anche ascoltare. La piazza serve a loro per o
i giochini di potere,infatti dopo decenni di finte lotte, i nostri lavoratori piazzaioli sono i meno pagati in europa, i nostri sindacalisti sono i più ricchi, parola degli albergatori dei grandi alberghi ticinesi. Che dire, molti di questi signori sindacalisti dandy, alla fine dovrebbero andare, che so, un annetto in un bel laogai? Ce li vedrei bene ed i lavoratori dovrebbero cominciare ad aprire gli occhi, a crescere e a smetterla di farsi servire da gente che non sa cosa è il lavoro, gente che ha contibuito fattivamente a portarci fin qui. Per favore, non aprite bocca su cose di cui , credo e spero, non sapete un tubo. Perchè se sapete edopo scrivete un post come questo, siete da laogai, anche voi


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Albertino
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non so se il tuo commento era rivolto a me, credo di no, perchè non avrebbe molto senso rispetto a quello che ho scritto. concordo comunque sulla inutilità dei sindacati strutturati in questa maniera. il sindacato ormai è diventato un' azienda privata erogatrice di servizi, a cui interessa solo avere un bilancio in attivo, per poter permettere la sostenibilità della struttura e soprattutto dei lauti stipendi dei dirigenti.saluti.


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Maria Stella
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infatti il commento non era rivolto a te, ma se mai allo scrittore del post
ciao


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radisol
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Il problema è che rispetto a questi problemi non fanno nulla - o quasi - nemmeno i sindacati/istituzione.

A Rosarno sarebbero dovuti andare il giorno dopo la rivolta disperata dei migranti-schiavi e non aspettare il 1 Maggio ....

Quanto al concertone, non credo sia possibile ironizzare su centinaia di migliaia di giovani che stanno anche 15 ore in piedi ad ascoltare un qualcosa - rispetto ad altri anni - di più profondamente "impegnato" e senza grandissimi nomi di richiamo ... di questi tempi una cosa del genere già mi sembra un miracolo da apprezzare ....

Però mi domando pure cosa c’entrino le bellissime canzoni di Enzo Del Re sul "rifiuto della fatica", le gags antiautoritarie ed antileghiste di Bennato, l’inno al Vietnam liberato del 1975 di Claudio Lolli o l’Internazionale in salsa sudista di Capossela ... con la linea collaborazionista di Cisl e Uil o con quella appena più problematica ma balbettante ed inconcludente nei fatti della Cgil ....


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marcoda
Eminent Member
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basta leggersi il piano di rinascita democratica..
abbiamo visto a Marzo una manifestazioni di elettori del Pd che mostravano il numero di tessera di vari politici della destra. Ci vorrebbe un'altra manifestazione che facesse proprio vedere ill testo del Piano e le leggi che o stanno attuando, giusto per rinfrescare la memoria agli italiani.

La CGIL non è MAI NOMINATA. Si parla di Consigli di Fabbrica, libertà di lavoro, dividere i sindacati e unirli con gli autonomi, rovesciare l'attuale trimurtì (vuol dire la maggioranza che la cgil aveva all'epoca??), abolire un sindacato che fa politica, sostituirlo con una libera associazione di lavoratori e riportarlo a interlocutore del fenomeno produttivo.

Più avanti, di imporre l'adesione preventiva in caso di sciopero, limitarlo alle sole cause economiche (a destra si criticano sempre gli scioperi politici)

E a de stra, Sacconi davanti a Napolitano ha detto: <<liberare>>. Non è chiaro cosa sia questa libertà di lavoro, ma assomiglia tanto a cancellar e i vecchi diritti. E i termini sono esattamente quelli del piano..

<<OBIETTIVI
1) Nell'ordine vanno indicati:
a) i partiti politici democratici, dal PSI al PRI, dal PSDI alla DC ed al PLI (con riserva di verificare la Destra Nazionale);
b) la stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia per i quotidiani; e, per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia cristiana. La RAI-TV non va dimenticata.

[ pagina]
c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;>>

[..]

<<3>>


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marcoda
Eminent Member
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3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari dell'UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi in una libera confederazione, oppure, senza toccare gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederali allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti.
Gli scopi reali da ottenere sono:
a) restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto;
b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.
Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo è da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi.


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