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A Bersani piace l'acqua industriale


Tao
 Tao
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Liscia, gassata o «democratica»? A Bersani piace l'acqua industriale

Acquedotto pubblico, ma gestione affidata alle società di capitale modello Acea. Ora il testo sarà discusso tra gli iscritti

La proposta del Partito democratico in materia di acqua mi sembra una buona base di discussione». Il plauso della Federutility a Pierluigi Bersani arriva subito dopo la presentazione della piattaforma del Pd sul servizio idrico integrato. Nulla di nuovo, in realtà, e non sorprende l'approvazione da parte dell'associazione che riunisce i colossi dell'acqua e dell'energia. Pubblico - secondo il Pd - deve rimanere solo l'acquedotto, ovvero le reti, mentre la gestione potrà, anzi, dovrà essere affidata a chi garantisce la gestione industriale. In altre parole alle società di capitale, soprattutto quelle miste pubblico private, sul modello Acea e Acqualatina.
Il Partito democratico ha formalizzato l'idea di gestione dell'acqua - sponsorizzata dagli ecodem - con una proposta di legge che verrà discussa tra gli iscritti. Un testo in sedici articoli che in sostanza riporta la situazione a prima del decreto Ronchi, con qualche piccolo aggiustamento.

L'articolo nove entra nel merito dell'affidamento del servizio. Tre le opzioni: società a capitale interamente pubblico, società mista publico privata e società interamente privata. Nulla di nuovo, in sostanza, rispetto al modello nato nel 1994 con la legge Galli.

Anche sul tema delicato della tariffa la proposta del Pd ricalca la legge che per prima privatizzò il servizio idrico, mantenendo la remunerazione del capitale investito, ovvero quel profitto garantito per legge che i referendum del Forum vogliono abrogare. All'articolo 10 si legge che la tariffa sarà composta dai costi d'investimento, dai costi operativi e da una percentuale da stabilire di utile. L'unica novità riguarda la tutela del territorio e delle risorse idriche, con costo sempre a carico dei cittadini, attraverso le bollette. L'articolo 11 del testo tende a risolvere il problema dei gestori che non sono riusciti a creare le fognature. La questione era stata affrontata lo scorso anno dalla Consulta, che aveva stabilito come non fosse dovuto il pagamento della depurazione in quei territori senza fognature a norma. In altre parole se nella mia città ci sono fogne a cielo aperto, non ha senso pagare per un servizio inesistente. Il Pd ci mette una toppa: «La quota di tariffa riferita ai servizi di pubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi».

Il Pd, dunque, sposa in pieno il modello industriale, basato sulla gestione dell'acqua da parte delle ricchissime società multinazionali multiutility. Il modello Bersani cerca di attuire i lati più duri e spigolosi dell'ultraliberismo della legge Ronchi - che impone come unico modello la gestione privata - ma si oppone decisamente alla riforma radicale voluta da un milione e quattrocento mila cittadini. E' bene ricordare come il movimento per l'acqua pubblica - dove per pubblica si intende anche la gestione - sia cresciuto negli ultimi anni soprattutto grazie alle battaglie sul territorio contro il modello misto pubblico-privato che finora ha governato le risorse idriche. Oltre al caso eclatante di Acqualatina - dove Veolia controlla il 49% e dove siede nel cda uno dei tecnici del Pd in tema di acqua, Luigi Besson - ci sono le gestioni toscane, divise tra Acea, Suez e la stessa Veolia. La stessa situazione è presente in Calabria, con la Sorical, in Sicilia con Sicilacque (sempre Veolia), in Campania con la Gori (la romana Acea) e nel Lazio con la gestione in provincia di Frosinone e di Roma (Acea, posseduta per il 51% dal comune di Roma e oggi partecipata in buona parte dal gruppo Caltagirone). Nel nord domina l'emiliana Hera, oltre all'A2A, presente in Lombardia. Tutte società figlie di quella «gestione industriale» che tanto piace al Pd.

Andrea Palladino
Fonte: www.ilmanifesto.it
22.10.2010


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lino-rossi
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i comunisti moderati sono diventati liberisti ed i comunisti estremi sono diventati più sensibili ai diritti civili che a quelli sociali. ma dove siamo capitati?

è innegabile che la costruzione di carrozzoni è negativa; ma da qui a dire che tutto ciò che è pubblico è da buttare via ... ce ne passa.

la logica di bersani è la seguente: visto che tu non sai riparare la vettura, ti obbligo a regalarla ad una società bravissima, che sa sicuramente cosa si deve fare. tu pagherai sicuramente moooolto di più, ma avrai sempre la vettura efficientissima (forse).

io personalmente preferisco tenermela la vettura e rivolgermi al meccanico che mi pare. se non mi soddisfa lo cambio.

siamo passati dal carrozzone pubblico al carrozzone privato o privato/partitico tipo hera. bravo bersani! sei un fenomeno.


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Xeno
 Xeno
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bravo bersani! sei un fenomeno.

E' sempre stato un genio;
do you remember le liberalizzazioni nello scorso governo?


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lino-rossi
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ricordo si.
ha tolto i minimi tariffari con questo bel risultato:

Ingegneri: dal Centro Studi del CNI dati preoccupanti per le gare di progettazione

10/06/2010 - Preoccupanti i risultati emersi dal monitoraggio, realizzato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sui bandi di gara per l'affidamento dei servizi di ingegneria (progettazione, direzione dei lavori, coordinamento per la sicurezza, collaudo, misura e contabilità etc.) pubblicati nel primo trimestre 2010.
Sulla scia dei risultati del trimestre ottobre-dicembre 2009 (i bandi aggiudicati aventi ad oggetto almeno uno dei livelli di progettazione senza esecuzione di lavori, hanno visto un ribasso medio del 40 % e un ribasso massimo del 100%), nonostante il primo trimestre del 2010 abbia segnato un crescita del mercato dei bandi pubblici di progettazione (952 bandi di gara per l'affidamento di servizi di ingegneria, per un importo a base d'asta complessivo che supera di poco i 4 miliardi di euro, contro i 836 bandi per un importo complessivo di circa 2 miliardi di euro per lo stesso periodo del 2009), si sono registrati ribassi medi nell'ordine del 40% e massimi dell'80%, ma soprattutto una crescente marginalizzazione dei liberi professionisti (individuali, associati o strutturati in forma di società di professionisti) che hanno acquisito solo il 5,3% dei bandi di progettazione ed esecuzione aggiudicati nel primo trimestre 2010, mentre se si considera il valore delle aggiudicazioni tale quota per questo trimestre è pari allo 0,6%.
Continuano, dunque, le ricadute dell'effetto Bersani e della liberalizzazione dei compensi professionali, sul mercato della libera professione che è di fatto esclusa dai bandi che assegnano congiuntamente incarichi di progettazione ed esecuzione dei lavori. In termini numerici, i liberi professionisti "resistono" solo nei bandi aventi ad oggetto la progettazione e gli altri servizi di ingegneria (senza esecuzione dei lavori); nel primo trimestre 2010 essi si sono aggiudicati il 42,7% di questa tipologia di bandi, quota che scende però all'11,4% se si considera l'importo degli incarichi.
I numeri del mercato
Come rilevato dal Centro Studi del CNI, dei 952 bandi di gara per l'affidamento di servizi di ingegneria del 2010, 322 riguardano bandi in cui è richiesta almeno una delle fasi di progettazione senza l'esecuzione dei lavori (per un valore complessivo posto a base d'asta pari a circa 37milioni e mezzo di euro7); 330 prevedono anche l'esecuzione dei lavori, 29 dei quali in project financing per un importo complessivo posto a base d'asta che si aggira intorno ai 4miliardi e mezzo di euro. Degli altri 300 bandi, 61 concernono concorsi di idee o di progettazione, mentre i restanti 239 richiedono altri servizi di ingegneria quali quelli relativi a collaudo, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e in fase di esecuzione, direzione lavori, studi di fattibilità, valutazione ambientale strategica, misure e contabilità, pianificazione urbanistica, etc. L'importo complessivo posto a base d'asta per gli altri servizi di ingegneria è pari a 17milioni e 430mila euro.
I ribassi
Per quanto riguarda le gare in cui era richiesta almeno una delle fasi di progettazione senza esecuzione dei lavori, l'importo medio di aggiudicazione si aggira intorno ai 230mila euro, con un ribasso medio pari al 40%. Il 35,3% della aggiudicazioni tuttavia fa registrare aggiudicazioni con ribassi superiori al 50%, e un ribasso massimo pari all' 81%. Ribassi medi più contenuti si sono registrati per gli affidamenti attinenti alle prestazioni di pianificazione urbanistica (23,8%), di studio della fattibilità (20%) e di collaudo tecnico amministrativo (32,9%). Ribassi compresi tra il 28% e il 59% (per una media pari al 30,2%) si registrano invece per gli incarichi di coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, che come tutte le prestazioni attinenti alla sicurezza, dovrebbero essere escluse dal ribasso in fase di aggiudicazione.
Nei casi in cui il bando prevedeva lo svolgimento di tutte e tre le fasi di progettazione (preliminare, definitiva ed esecutiva) unitamente ai servizi di direzione lavori e coordinamento della sicurezza nella fase sia di progettazione che di esecuzione, il ribasso medio è stato pari al 39,5% con un picco pari al 60,5%.
I criteri di aggiudicazione, requisiti professionali e cauzioni
Nel primo trimestre del 2010 (come per il 2009) continuano a permanere alcune criticità che riguardano, in particolar modo:
• i criteri di aggiudicazione utilizzati dalle stazioni appaltanti per i bandi di progettazione;
• i requisiti professionali richiesti nei bandi che associano attività di progettazione ed esecuzione;
• l'illecita richiesta di cauzioni in capo ai professionisti che partecipano agli affidamenti degli incarichi di progettazione.
Per quanto concerne il primo punto, è ormai noto che la Stazioni Appaltanti privilegiano l'utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Una significativa quota di bandi di progettazione risulta essere aggiudicato con il criterio del prezzo più basso (27 bandi nel periodo gennaio-marzo, pari all'8,4% di quelli rilevati) o associando a tale criterio anche la valutazione del curriculum (36 bandi nel periodo gennaio-marzo, pari all'11,2% di quelli rilevati). Inoltre, anche quando il criterio di aggiudicazione è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, le stazioni appaltanti non sempre si uniformano alle indicazioni del Ministero delle Infrastrutture in base alle quali, sarebbe opportuno che "gli elementi qualitativi di valutazione delle offerte rivestano complessivamente un "peso" maggioritario rispetto all'elemento "prezzo" e all'elemento "tempo"". In realtà, in 12 bandi (9,2%), il peso degli elementi "prezzotempo" è stato superiore a quello degli elementi tecnici, mentre in altri 9 bandi (6,9%) le due componenti (qualitativa e quantitativa) si equivalgono.
In riferimento al secondo punto, con l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/2008, che ha apportato importanti modifiche al Codice degli appalti (D.Lgs. n. 163/2006), è diventato facoltativo per le stazioni appaltanti utilizzare i corrispettivi, di cui attualmente al D.M. 4 aprile 2001, per la determinazione degli importi da porre a base d'asta per gli affidamenti degli incarichi di progettazione: tale facoltà viene utilizzata solamente in un terzo dei bandi (33,9%).
Altro elemento critico concerne i requisiti richiesti ai progettisti nel caso di gare di progettazione ed esecuzione lavori. Il Dlgs n. 163/06, all'art. 53 comma 3, prevede che "quando il contratto ha per oggetto anche la progettazione, …, gli operatori economici devono possedere i requisiti prescritti per i progettisti, ovvero avvalersi di progettisti qualificati, da indicare nell'offerta, o partecipare in raggruppamento con soggetti qualificati per la progettazione. Il bando indica i requisiti richiesti per i progettisti, secondo quanto previsto dal capo IV del presente titolo (progettazione e concorsi di progettazione)".
Le maggior parte delle stazioni appaltanti continua invece a disattendere il dettato normativo. Il 46,4% dei bandi (153 bandi) ritiene sufficiente che gli operatori economici dispongano dell'attestazione SOA di progettazione ed esecuzione. Il 23,3% dei bandi (77 bandi) richiede, al contrario, che oltre all'attestazione SOA, il progettista sia in possesso comunque dei requisiti di progettazione, mentre solo in un bando tali requisiti sono richiesti a prescindere dal possesso o meno dell'attestazione di qualificazione SOA.
Per ultimo, da segnalare l'illegittima richiesta, da parte delle stazioni appaltanti, del deposito della cauzione definitiva e/o provvisoria. Con la determinazione n. 6 dell'11 luglio 2007 l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha ribadito che "la polizza per responsabilità civile disciplinata dall'art. 111 del D. Lgs
. n. 163/2006 riveste carattere esclusivo nelle procedure per l'affidamento di incarichi di progettazione" e dunque "le stazioni appaltanti non possono richiedere ai progettisti garanzie aggiuntive o difformi da quelle previste e disciplinate dal predetto articolo 111 del medesimo decreto legislativo". Nonostante l'acclarata palese illegittimità, le stazioni appaltanti continuano a richiedere ai progettisti il deposito della cauzione provvisoria (nella quasi totalità pari al 2% del prezzo base indicato nel bando) e della cauzione definitiva (pari al 10%). Nel trimestre gennaio-marzo si sono rilevati 18 bandi (5,6%), aventi ad oggetto esclusivamente servizi di ingegneria, comprendenti almeno una delle fasi di progettazione dell'opera, che richiedono ai progettisti il versamento sia della cauzione definitiva che di quella provvisoria, 16 bandi (5%) che richiedono solo la cauzione provvisoria e 6 bandi (1,9%) che richiedono solo la cauzione definitiva.

la guerra dei morti di fame. la politica di annientare il ceto medio sta procedendo alla grande.
fare idiozie nel nome del dio libero mercato e non rendersene conto non è molto edificante per un segretario di un partito come il PD.


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Anonymous
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i mitici liberi professionisti e magari ignegneri spesso altro non sono che delle corporazioni ( o caste?) ben retribuite...e che magari se possono evadono pure le tasse...le liberalizzazioni, quewlle di Bersani incluse possono avere un'utilità per il benessere sociale ...se molti ingengeri non partecipano ai bandi...probabilmente è perche non ne hanno le capacità...poi defini re gli ingengneri calsse media...beh...allora la classe sociale proletaria non dovrebbe passarsela moltoi male se gli ingegneri sono la classe media...

star qui a mitizzare il liberi professionisti e sminuire Bersani che quella volta fece delle liberalizzazioni molto utili con le sue lenzuolate ...beh...allora teniamoci le rendite parassitarie di mercato di talune caste e predichiamo la flessibilità ai dipendenti da 1000 euro al mese...alla salute del libero mercato dell' equità economico-sociale...

mo i poveracci d'Italia sono gli ingengeri e i loro ORDINI PROFESSIONALI che li proteggono dal libero mercato...specie qui in Italia poi...

Non è detto che la privatizzazione dell'acqua sia per forza un male tutto sta a vedere come verrà gestita...se verà gestita male come l'attuale gestione pubblica allora sarà certamente un male ...[/b]

Se ci sono ingegneri che hanno da lamentarsi della situazione italiana...beh allora con le loro ampie capacità intelletuali si spostino nei paesi dove è reale il liberismo economico e si premia il merito reale...e si sanziona il demerito...ma se avessero il minimo dubbio di far parte di un sistema di nepotismo o familismo amorale o rendita parassitaria...beh allora sconsiglierei loro caldamente di recarsi nei paesi di libero mercato reale, nonostate la loro probabile loquacità...ne uscirebbero con le ossa rotte...


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lino-rossi
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quindi i tedeschi, che prima hanno tolto i minimi tariffari e poi, vedendo i risultati disastrosi, li hanno ripristinati, sono dei pirla?

da come hai trattato l'argomento sembrerebbe che vivi nell'Italia di 40 anni fa. nel frattempo alcune cosucce sono cambiate. non te ne sei accorto?

in definitiva tutte le spinte tese a difendere gli interessi di questa o quella categoria, inserita nell'economia reale, sono negative, tranne quella quella dei rentiers?


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Anonymous
Illustrious Member
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quindi i tedeschi, che prima hanno tolto i minimi tariffari e poi, vedendo i risultati disastrosi, li hanno ripristinati, sono dei pirla?

da come hai trattato l'argomento sembrerebbe che vivi nell'Italia di 40 anni fa. nel frattempo alcune cosucce sono cambiate. non te ne sei accorto?

in definitiva tutte le spinte tese a difendere gli interessi di questa o quella categoria, inserita nell'economia reale, sono negative, tranne quella quella dei rentiers?

apetta chi percepisce un salario o uno stipendio di poco più di 1000 euro al mese per te sarebbe un rentier ???


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Anonymous
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non mi si venga a dire che qui in Italia sono i liberi professionisti a soffrire... protetti strettamente come sono dalle loro corporazioni o ordini professionali che dir si voglia...per cortesia...se la libera concorrenza non la può affrontare un libero professionista ( spesso evasore di tasse...) chi la dovrebbe affrontare l'operaio da 1000 euro al mese ??

Lascia stare che qui in Italia per i liberi professionisti è cambiato molto poco...la Germania è tutto un'altro paese rispetto all'Italia...in Germania è molto meno diffusa la catwegoria di lavoratori dipendenti resi straccioni dalla massima comapetizione e flessibilità del loro mercato del lavoro...io prima di pensare a taluni liberi professionisti magari evasori di tasse penserei ai lavoratori dipendenti che le tasse le pagano fino all'ultimo centesimo da sempre...anche con l'introduzione dell'euro non esclderei per nulla che i liberi professionisti abbiano partecipato alle speculazioni sui prezzi...avrebbero in tal modo dato un bel contributo al benessere sociale...tal da meritarsi la "compassione" del popolo itlaiano...poverini...


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