I conti dei Comuni
«Le aliquote Imu aumenteranno
La seconda rata sarà più cara»
I sindaci: mancheranno 2,5 miliardi di gettito
rispetto alla vecchia Ici
ROMA - Nessuna tassa è bella. Ma se ce n'è una che nasce male, con proprio tutte le caratteristiche per farsi odiare, è la nuova Imu. I sindaci, che sono pronti a manifestare in piazza a Venezia il 24 maggio, non hanno dubbi. L'Imu, dicono, è una tassa che non ha niente a che vedere con la finanza locale, visto che serve solo per ridurre il deficit, mentre ai Comuni rischiano di arrivare addirittura 2,5 miliardi in meno rispetto a quanto incassavano con la vecchia Ici. Oltre che poco trasparente, insistono i sindaci, l'Imu è pure una tassa ingiusta, perché colpirà più duramente i Comuni che fin qui hanno fatto i salti mortali per tenere bassa l'Ici o quelli che applicavano delle agevolazioni, che ora dovrebbero essere finanziate una seconda volta. E, soprattutto, sarà una tassa salatissima per i cittadini.
Secondo i calcoli che saranno presentati oggi a Frascati dall'Ifel, l'istituto di ricerca dell'Anci, l'Associazione dei Comuni italiani, le stime di gettito del governo sono esagerate: mancherebbero all'appello almeno 2,2 miliardi di euro. Così, per centrare l'obiettivo di bilancio e rimanere sul sentiero che porterà all'agognato pareggio nel 2013, nel corso dell'estate potrebbe esserci la necessità di alzare le aliquote. Un altro uno per mille in più sia sulla prima casa che sugli altri immobili. A meno di non produrre un buco nel bilancio pubblico di 8-900 milioni di euro, ed un nuovo taglio alle risorse dei sindaci, sul 2012, di 1,3 miliardi. Che si aggiungerebbe a quello di 2,5 stabilito dal salva Italia e a quello di 1,4 miliardi deciso ad agosto del 2011 dal governo Berlusconi. Senza contare i 7,9 miliardi di risparmi imposti dalle manovre degli anni scorsi.
Una situazione che i sindaci ritengono insostenibile.
I meccanismi «perversi» dell'Imu, insieme al cordone sempre più stretto del Patto di Stabilità, stanno strangolando la finanza locale. Se ancora si può parlare di finanza "locale": i Comuni con l'Imu avranno 2,4 miliardi in più rispetto all'Ici 2010, ma subiranno un taglio dei trasferimenti e del fondo di riequilibrio di 5 miliardi di euro. Così, sottolinea lo studio dell'Ifel, lo Stato incassa 13 miliardi in più, e i sindaci perdono quasi il 30% del gettito garantito dalla vecchia Ici. Per cui, se vorranno avere le stesse risorse di prima, dovranno alzare le aliquote dell'Imu. I cittadini, insomma, dovranno pagare più tasse per ottenere gli stessi servizi. Tasse che saranno, per giunta, tanto più alte rispetto al passato, quanto in passato erano più basse rispetto alla media. In un Comune che aveva l'aliquota Ici al 4 per mille i cittadini pagheranno tre volte tanto, mentre in un municipio che l'aveva al 7 per mille l'aumento sarà molto più contenuto (e in entrambi i casi le risorse a disposizione del Comune restano identiche). E siccome la perequazione «perversa» garantisce ai Comuni il gettito attuale, a prescindere dal regime preesistente dell'Ici, saranno ancor più penalizzati i sindaci che adottavano regimi di agevolazione per gli affitti, o le fasce deboli. Per reinserirli, ora, il Comune dovrà trovare una nuova copertura. In pratica, se li finanzierà due volte.
Finita qui? Magari. C'è sempre il problema del gettito, che secondo l'Ifel non sarebbe sufficiente a garantire i risultati attesi sul fronte della finanza pubblica. Le stime dell'Economia sono fondate sui dati catastali, quelle dell'Ifel sono proiezioni sulle basi imponibili Ici (le stesse dell'Imu) fatte dopo 1.200 sondaggi presso i municipi. E divergono un bel po'. Quelle del governo sono in media del 15% più alte di quelle dei Comuni. In regioni come Toscana, Emilia Romagna, Marche e Liguria le stime del Mef superano quelle dei Comuni del 20%, ma ci sono regioni come la Basilicata, la Sardegna e il Molise, dove addirittura succede il contrario. Consapevole del rischio, il governo ha già messo in cantiere una verifica del gettito sulla base dell'acconto Imu di giugno. Secondo l'Ifel si rischia di avere un minor gettito dall'imposta tra 1,9 e 2,5 miliardi di euro. Fossero 2,2 miliardi, peserebbero per 400 milioni sui Comuni e 800 sullo Stato, e per recuperare il buco, servirebbe un aumento delle aliquote Imu piuttosto forte. L'un per mille in più sulle aliquote base, che passerebbero dallo 0,4 allo 0,5% per l'abitazione principale e dallo 0,76 allo 0,86% per tutti gli altri immobili.
siamo certi che il Pd e la parte sana del paese lotteranno affinché tali aliquote saranno progressive a mo di patrimoniale...
fidiamoci...
ed ancora
si capisce, la linea di principio che condividono è RUBARE QUANTI PIU' SOLDI POSSIBILE in completo e totale ABUSO DI POTERE
Roma- Spunta la tassa su cani e gatti. Una proposta in dirittura d’arrivo in commissione Affari Sociali della Camera prevede che i Comuni possano istituire una tariffa per i proprietari di cani e gatti per finanziare iniziative contro il randagismo.
Il sottosegretario Polillo ha detto di condividere «in linea di principio».
«I comuni - si legge nel testo della proposta di legge - possono deliberare, con proprio regolamento, l’istituzione di una tariffa comunale al cui pagamento sono tenuti i proprietari di cani e gatti e destinata al finanziamento di iniziative di prevenzione e contrasto del randagismo». La commissione ha completato l’esame del provvedimento e ora il testo è alle altre commissioni competenti per i pareri e dunque potrebbe presto approdare in Aula.
Durante l’iter è stato anche approvato un emendamento dell’Idv che esonera dalla tassa «i cittadini che hanno adottato un cane o un gatto in una struttura comunale». Il provvedimento (“Norme in materia di animali d’affezione e di prevenzione del randagismo e tutela dell’incolumità pubblica) aveva iniziato il suo iter nell’aprile 2009 a partire da una proposta di legge di due deputate del Pdl, Jole Santelli e Fiorella Rubino Ceccacci.
L’esame è stato completato lo scorso 6 marzo. È composto di 39 articoli e prevede, tra l’altro, la creazione di un’anagrafe degli animali d’affezione, l’obbligo di segnalare se si trova un animale ferito al servizio veterinario pubblico che deve prontamente intervenire o ancora i cimiteri per gli animali d’affezione.
I Comuni sono tenuti a una serie di compiti per la prevenzione e il contrasto del randagismo tra cui «incentivi per l’adozione degli animali, prestazioni medico-veterinarie di base erogate da medici veterinari liberi professionisti in regime di convenzione con i comuni, piani di controllo delle nascite con sterilizzazioni». Ed è a questi fini che l’amministrazione comunale può istituire la `nuova´ tassa. Sul provvedimento la commissione Finanze ha chiesto una relazione tecnica del governo per le coperture.
In commissione, secondo quanto riportano i bollettini parlamentari, ieri il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, ha detto di «concordare in linea di principio con l’istituzione di una nuova tassa sugli animali domestici». «Tra le tasse introdotte dal governo Monti - ha commentato la Lega con Claudio D’Amico - manca solo quella sull’aria...».
Leggi l'articolo completo: Tassa comunale su cani e gatti| italia| Il SecoloXIX
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2012/05/18/APLxGjXC-tassa_comunale_gatti.shtml#axzz1vEAFNotf
o è una tassa o un'agevolazione..si decidano e poi questi fondi per la lotta al randagismo sono solo nella fantasia di sti qua