Bagnai che deve lottare contro gli utili idioti dell'inutile flat tax

L'argomento del prezzo del petrolio è stato usato da cottarelli contro Borghi e quest'ultimo lo ha quantomeno squalificato dal momento che il petrolio stava nell'anno fiscale in cui è stata intodotta la flat tax ad un prezzo uguale se non inferiore all'anno precedente in cui vigeva il sistema ad aliquote (ci sono le tabelle in giro sul web e lo scontro fra loro due anche!) ed il gettito aumentò del 25%, così ha detto Borghi.
Resta vero che lo aveva sputazzato ma non ne farei una questione nazionale, se è una cazzata (la flat tax!) mostrerà i suoi limiti, penso che non ostacolerà i piani per un rilancio keyinesiano della spesa pubblica e dei consumi interni ( certo, se restasse l'unica misura economica messa in campo da questo governo!...) non mi sembra un frullato di discarica peggiore di quelli che ci siamo bevuti fino ad oggi, e collettivamente parlando, senza fiatare.
Poi se vogliamo parlare di rivoluzione io mi ritiro in disparte... non è un tema che mi appassioni, mi bastano i fu manchu bolognesi!

@olmo

Leggiti lo studio del FMI che ho linkato sennò è inutile
Quanto a Borghi e Cottarelli si sono dimostrati due mezze seghe
Cottarelli perché pecione, non era il petrolio il motivo ma l'aumento dei salari
Borghi perché si è rivelato un arruffone che messo alle strette si è arroccato sulla questione do prezzo del petrolio che Cottarelli aveva dato solo in senso indicativo

Comunque il problema è che la flat va solo a favore della classe medio alta e di quelle superiori
Se non fanno qualcosa per i salariati la situazione precipiterà infatti già i lavoratori RyanAir hanno annunciato lo sciopero
Forse è anche meglio che vada cosí non lo so, ma se si volesse una strada che sia razionale e non conflittuale esisterebbe

DesEsseintes
Che si debba, in soldoni, passare dal paradigma "liberista" in cui le cose costano sempre meno a quello "post-keynesiano" in cui i lavoratori vanno pagati meglio ed il "giusto", a partire proprio dalle classi medio-basse, mi pare che il duo lo abbia ripetuto fino allo sfinimento, se saranno in grado di realizzarlo lo scopriremo, se hanno mentito si vedrà anch'esso presto, nel giro di pochi mesi.

@olmo

Abbi pazienza ma il giusto è la “giusta mercede” a cui corrisponde nella vendita “il giusto prezzo” di Tommaso D'Aquino, magari sarebbe il momento di andare oltre il medioevo, che dici?
Quello che sta per succedere è un cambio di paradigma molto più profondo della semplice “equità” e Bagnai forse lo ha capito, Borghi certamente no.
Riguarderà il concetto di profitto e di proprietà.
In altre parole: “ciò che è giusto” è un concetto che resta paternalistico ossia dipende da una autorità che non si mette in discussione, in un sistema che è quello e quello deve rimanere.
La crisi che stiamo affrontando invece è il travaglio della transizione a un nuovo sistema in cui il lavoro ritrova e implementa una sua autonoma forza contrattuale, senza dover più sperare nel buon cuore o nel buon senso di qualche padrone.

Intanto come fact checking di quello che sto dicendo (e che dico da anni) la Corea dopo aver innalzato i salari del 16% diminuisce per legge le ore di lavoro con pene severissime per i datori che non obbediscono.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/08/corea-del-sud-il-parlamento-vara-la-riduzione-dellorario-di-lavoro-da-68-a-52-ore-alla-settimana/4211863/

Non ho nulla da obiettare se non il fatto che l'agire della Corea si muove, per quel che ho letto, nel solco di una giustizia sociale decisamente paternalistica come tu l'hai descritta qua sopra (l'autorità del governo che impone la sua volontà sulle scelte economiche, il bene collettivo prima del bene di una parte, l'autorità del parlamento che non può essere messa in discussione da egoismi particolari, ecc)
Certi archetipi sociali hanno origini ben più antiche del medioevo!
Per il resto seguiamo gli sviluppi!

@olmo

Effettivamente in Corea è un provvedimento di carattere paternalista.
L'ho segnalato però perché va nella stessa direzione indicata da Pasquale Tridico, professore di economia a Roma 3 vicino ai 5*, ossia diminuire le ore di lavoro mantenendo lo stesso salario.
Forse può essere interpretato come il segnale di una tendenza in via di affermazione, almeno me lo auguro.

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Beh, passare da 68 ore, a 52, è come dire che sì, ti fuciliamo lo stesso, ma con un plotone di soli otto uomini!

Giusto, dovevano rimanere a 68...

Che pazienza...

Non far finta di non capire.
Che un Paese nel 2018 abbia ancora orari simili, è una assurdità.
Da noi sono 40 ore, in Francia 36.
Già 52 ore sono tantissime, pensa a 68!

Tizio8020;238714 wrote: Non far finta di non capire.
Che un Paese nel 2018 abbia ancora orari simili, è una assurdità.
Da noi sono 40 ore, in Francia 36.
Già 52 ore sono tantissime, pensa a 68!

una domanda: è vero che in germania le ore di lavoro sono scese addirittura a 26?