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Chiacchierone logorroico compulsivo


pietroancona
Famed Member
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Chiacchierone logorroico compulsivo.....

Questo Monti è un chiacchierone logorroico compulsivo. Non riesce a stare zitto due minuti di fila e se dovesse essere ignorato per un giorno dai massmedia sarebbe preda di una crisi di astinenza. E' un pagliaccio che si atteggia a "salvatore dell'italia" ed è riuscito a danneggiare il rapporto con la Germania sostenendo che gli italiani stanno diventando ostili ai tedeschi cosa che la Merkel ha negato facendogli fare la figura di peppe nappa. Questo funzionario delle Banche Anglosassoni ha perso la testa a causa anche di Napolitano che lo ha nominato senatore a vita, principe della real casa. Farebbero bene questi due individui a lasciare le loro cariche. Per quanto fossero detestabili Berlusconi e Tremonti questo farà molti ma molti più danni di loro. Intanto ha reso pignorabili le pensioni con l'obbligo del conto corrente. Una cosa vergognosa ed odiosa e poi ha fatto una riforma delle pensioni e del lavoro che ci mette al disotto di tutti in Europa. Questo Monti non fa altro che viaggiare per conto dei suoi "superiori" anglosassoni e l'Italia da lui "raddrizzata" fa davvero pena, molta pena!


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Pellegrino
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2635
 

Per quanto fossero detestabili Berlusconi e Tremonti questo farà molti ma molti più danni di loro.

esempio classico del "senno di poi".....


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Eurasia
Honorable Member
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Post: 702
 

Non condivido assolutamente... se siamo in mezzo ad una catastrofe non è certo colpa di Monti... Monti come i vari sindaci di Milano Napoli e soprattutto Palermo ... un esempio:

Com'è difficile fare il sindaco a Palermo
Lunedì 06 Agosto 2012 00:00 di Roberto Puglisi

Due mesi dal trionfo di Orlando. Palermo è sporca, avvilita, prostrata. Un buon motivo per dare addosso al sindaco? No. Però...

Sono trascorsi più di due mesi dalla notte del trionfo di Leoluca Orlando. La cartolina di Palermo è impietosa. L'immondizia regna sovrana. Il fuoco di Bellolampo – brucia sempre sul bruciato – ha gettato molte persone nello sconforto e nella paura ed è simbolicamente il segno di una catastrofe che alimenta il sentimento dell'ineluttabile. Sulle pietre di Mondello, nell'ordalia dell'isola pedonale, si combatte l'ultima guerra santa tra due tipi umani inconciliabili di palermitano: colui che ama le camminate e la bicicletta e vorrebbe imporre il suo credo assoluto agli altri, colui che prende a macchina pure per andare alla toilette, pudicamente detta. Le nomine del sindaco hanno procurato più di un mal di pancia, tra uomini giusti e retti forse messi nel posto sbagliato e (pochi) giovani dalla dubbia competenza. L'appartenenza, o perlomeno l'area di riferimento, ha contato e conta nella scacchiera del potere di Palazzo delle Aquile. Così è sempre stato e così sempre sarà, d'accordo. Ma allora perché immaginare rotture e tracce discontinue, se la direzione non è mai ostinata e contraria?

Insomma, dopo il grande successo del Festino, dopo una amorevole luna di miele, possiamo scrivere che lo stellone del Professore e le speranze che aveva suscitato la sua elezione siano già fiochi o spenti? La risposta è no. Salvare Palermo è un'impresa disperata e non avrebbe senso scagliarsi contro il comandante al timone, soprattutto nell'interesse collettivo. Un malato terminale non si cura con l'aspirina o col decotto della nonna. Non sarà una semplice sindacatura a favorire “l'alzati e cammina” del Lazzaro panormitano. Eppure la responsabilità – che dovrebbe essere il primo strumento nel bagaglio di un cronista – non può mai sottrarsi alla necessità di una critica. Ed è in questi termini che scriviamo al sindaco e del sindaco. Sappiamo che ci vorrà un sovrumano sforzo generale per arrivare alla meta. Sappiamo, e in tutte le salse l'abbiamo scritto che sarebbe illusorio l'auspicio dell'arrivo di un salvatore – stregone o profeta poco importa – per trarre una città decomposta fuori dalla sua bara. Tuttavia è innegabile che in giro serpeggi una crescente delusione.

E la disaffezione dei palemitani è pericolosa. Non conosciamo mezze misure tra l'altare e la polvere. Siamo sadici e masochisti. Divoriamo gli idoli che noi stessi abbiamo fabbricato: esattamente il contrario di un corretto approccio a una situazione che è eufemistico definire problematica. La critica, sì. Leoluca Orlando fin qui ha giocato moltissimo sul piano dei simboli, materia in cui si porta da vero fuoriclasse. Ha organizzato un festino che è apparso sontuoso, specialmente se commisurato alle esperienze recenti. Ha rilanciato il mito della Primavera. Si è presentato come il garante della ripresa di un periodo di splendore. E, tra abbattimento e fede, ha convinto ciò che resta di una comunità straziata e avvilita. Ora è lecito aspettarsi azioni da amministratore.

L'immondizia non sarà sconfitta con una bella parafrasi. Il bubbone della Gesip non sarà risolto rivolgendosi a Roma con toni da Masaniello. Questa capitale corrotta e contorta non sarà ricostruita con una nuova Primavera. Palermo è cambiata, ha vent'anni in più e molti soldi disponibili in meno rispetto all'era cui si riferiscono il mito e l'agiografia orlandiana. Palermo non ha nemmeno bisogno di un pensiero unico e polemico che intenda zittire ogni spazio di dissenso. Abbiamo l'esigenza opposta: riscoprire il valore delle differenze e del confronto. Solo con la dialettica e l'intelligenza di ciascuno in trincea ci salveremo. Ammesso e non concesso che la salvezza sia ancora un traguardo esigibile.

Ultima modifica: 06 Agosto ore 20:01

molto interessanti i commenti:

http://livesicilia.it/2012/08/06/come-difficile-fare-il-sindaco-a-palermo

... leggendo "Per quanto fossero detestabili Berlusconi e Tremonti questo farà molti ma molti più danni di loro"... mi sono venute in mente le parole del Poeta Nicanor Parra: "la tortura (in questo caso la mafia) non dev'essere sanguinaria, A un intellettuale, per esempio, basta nascondere gli occhiali ."


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Gattonerosso
Honorable Member Redazione
Registrato: 2 anni fa
Post: 718
 

se siamo in mezzo ad una catastrofe non è certo colpa di Monti

Invece nel caso di Monti è proprio colpa di Monti.

Perché Monti era Monti anche prima di divenire presidente del consiglio. Siccome gli uomini della finanza globale, di cui Monti è uno dei rappresentanti più organici, hanno creato questo disastro ciclopico allora che si fa? Oltre al potere finanziario si da loro anche il potere politico!

Siamo alla follia più assoluta!!!


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