Coronavirus, 27 carceri in rivolta e 6 detenuti morti. Una ventina di evasi a Foggia. A San Vittore salgono sui tetti. Proteste a Palermo
Continuano le proteste nei penitenziari per la stretta ai colloqui coi familiari legata alle nuove misure per contenere il contagio. Ieri violente proteste in Emilia, Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia (dove sono stati sequestrati due agenti nel carcere di Pavia). Oggi caos anche in Puglia, a Milano e in Sicilia. Bonafede: "Condanniamo la violenza ma dobbiamo tutelare la salute di chi lavora e vive nelle carceri"
di F. Q. | 9 MARZO 2020
Continuano le proteste nelle carceri. In 27 penitenziari italiani i detenuti sono in agitazione. Molti chiedono l’amnistia, lamentando la paura del contagio del coronavirus. Altri protestano perché le misure varate dal governo per combattere l’emergenza comprendono anche una serie di restrizioni ai colloqui con i parenti. Dopo che ieri violenti rivolte si sono registrate nei penitenziari di tutta Italia, con sei detenuti morti (tre solo nel carcere di Modena), oggi in rivolta ci sono penitenziari importanti come San Vittore a Milano e Ucciardone a Palermo. La rivolta più violenta si registra a Foggia, dove molti detenuti hanno tentato l’evasione: alcuni sono stati bloccati bloccati poco dopo all’esterno dell’istituto penitenziario dalle forze dell’ordine. Una ventina invece sono riusciti a fuggire, disperdendosi nei quartieri vicini: in alcuni casi avrebbero rubato alcune automobili. La situazione sembra essere fuori controllo a Foggia, dove alcuni detenuti evasi hanno rapinato un meccanico di auto e attrezzi nella zona del Villaggio Artigiani, l’area nella quale si trova il carcere del capoluogo dauno. Non è ancora confermata l’irruzione in un supermercato del quartiere. Fatto sta che alcuni esercizi commerciali hanno chiuso mettendo fuori dall’ingresso dei cartelli di avviso ai clienti nei quali si spiega che, per motivi di sicurezza, rimangono momentaneamente chiusi. “È nostro dovere tutelare la salute di chi lavora e vive nelle carceri” e i provvedimenti presi hanno proprio “la funzione di garantire proprio la tutela della salute dei detenuti e tutti coloro che lavorano nella realtà penitenziaria”, ma “deve essere chiaro che ogni protesta attraverso la violenza è solo da condannare e non porterà ad alcun buon risultato”, dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
A Foggia detenuti evasi – Nella città a nord della Puglia alcuni carcerati si stanno arrampicando sui cancelli del perimetro del carcere. A quanto si apprende i detenuti hanno divelto un cancello della block house, la zona che li separa dalla strada. Una parte del penitenziario, dicono alcune fonti della polizia penitenziaria, è in mano ai rivoltosi. I detenuti sono sul tetto, alcuni hanno rotto le finestre, e all’ingresso della casa circondariale è stato appiccato un incendio. I carcerati gridano: “Vogliamo l’indulto e l’amnistia, non possiamo stare così con il rischio del Corinavirus. Noi viviamo peggio di voi, viviamo nell’inferno”. Nella casa circondariale attualmente ci sono 608 detenuti, numero al di sopra della capienza ottimale che sarebbe di 365. “La situazione è critica, gli assistenti che non vogliono lavorare, ci tengono chiusi 24 ore su 24. Ci trattano come animali”, ha detto un giovane detenuto che durante la protesta è rimasto ferito al capo. “Gli animali – ha commentato – vengono trattati meglio di noi”. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell’esercito. All’esterno dell’istituto ci sono i parenti di alcuni detenuti che, prima di essere allontanati, hanno cercato di far ragionare i detenuti per riportarli alla calma: “Se fate così è peggio, dovete stare tranquilli”. Un agente di polizia penitenziaria ha raccontato di “scene apocalittiche”. “Non abbiamo il potere di niente, ci sono cordoni di forze dell’ordine ma non c’è più controllo – dice – Siamo tutti qua fuori, i detenuti hanno il controllo del carcere”. In Puglia si registrano tensioni anche nella struttura penitenziaria di Lecce.
Rivolta nel carcere di Foggia: detenuti sul tetto e tentativi di evasione. Testimoni: “Scene apocalittiche”
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A Milano detenuti sul tetto – Caos anche nel carcere di San Vittore, nel centro di Milano, dove la protesta è esplosa di prima mattina: i detenuti hanno preso il terzo o il quinto raggio, distruggendo gli ambulatori. Dalla strada adiacente al carcere si vedono carta e stracci a cui è stato dato fuoco attaccati alle grate di una finestra e getti d’acqua per contenere le fiamme. Almeno una quindicina i detenuti sono saliti sul tetto, buona parte con il cappuccio della felpa alzato, o il volto nascosto da una sciarpa. “Libertà, vogliamo la libertà“, urlano, alzando le braccia al cielo, invocando la scarcerazione immediata. “La situazione qui a San Vittore è grave e sta peggiorando. C’è fuoco nelle celle, nei corridoi, esce dalle grate, si vede il fumo nero. Con il personale all’interno non è possibile comunicare, la rivolta è ancora in atto e non si sa nemmeno se ci sono feriti, non ci sono dichiarazioni attendibili”, dice Alfonso Greco, segretario regionale del Sappe Lombardia. “Sappiamo solo che la situazione è grave – ribadisce – ho 27 anni di servizio ed è la prima volta nella mia carriera che assisto ad una cosa del genere. I colleghi dentro hanno il cellulare spento, non sappiamo nemmeno come stanno. La rivolta si sta propagando e l’Amministrazione ora deve fare prevenzione in virtù di quello che sta succedendo”.
Palermo, strade bloccate – Momenti di tensione al carcere Ucciardone di Palermo, dove c’è stato anche un tentativo di evasione subito contenuto. Diversi detenuti hanno scavalcato i passeggi ma sono ancora all’interno della cinta muraria del carcere. Il carcere, che è nel centro del capoluogo siciliano, è circondato da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. Tutte le vie di accesso sono state chiuse al traffico. Carabinieri e poliziotti in tenuta antisommossa si trovano in tutta la zona per tenere sotto controllo la situazione. Presenti anche dei familiari di detenuti che gridano all’indirizzo dei loro congiunti.
A Modena tre morti – Ieri una serie di proteste erano scoppiate in numerosi penitenziari di tutta Italia. Quella più violenta nel carcere di Modena, dove tre detenuti sono morti. Allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui corpi. Le tre morti non sono direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere: due decessi sono legati all’uso di stupefacenti. Nel dettaglio uno è morto per abuso di sostanze oppioidi, l’altro di benzodiazepine, mentre il terzo è stato rinvenuto cianotico, ma non si conosce il motivo di questo stato. Oltre ai tre morti, altri detenuti sono stati portati in ospedale. Sei sono considerati più gravi, portati nei pronto soccorsi cittadini e di questi quattro sono in prognosi riservata, terapia intensiva. In tutto sono 18 i pazienti trattati, in gran parte per intossicazione. Ferite lievi anche per tre guardie e sette sanitari.
continua https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/09/coronavirus-27-carceri-in-rivolta-e-6-detenuti-morti-una-ventina-di-evasi-a-foggia-a-san-vittore-salgono-sui-tetti-proteste-a-palermo/5730183/
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Rivolta dei detenuti al carcere San Vittore a causa delle nuove misure per l emergenza coronavirus