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Crescita, l'Italia si ferma....


Scifraroc
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Crescita, l’Italia si ferma. Nel secondo trimestre pil al palo: +0% dopo il +0,3% dei primi tre mesi

E' la stima preliminare dell'Istat sul periodo aprile-giugno. Il ministro dell'Economia Padoan aveva detto di attendersi un progresso dello "0,1/0,2%". A settembre il governo dovrà rivedere al ribasso le previsioni per l'intero 2016. Nomsma: "Così si riduce lo spazio per una manovra espansiva in autunno"

di F. Q. | 12 agosto 2016

La crescita italiana non si è limitata a rallentare, come gli ultimi dati Istat su produzione industriale e esportazioni facevano presagire, ma si è del tutto fermata. Nel secondo trimestre, stando alla stima preliminare diffusa venerdì mattina dall’istituto di statistica, il pil corretto per gli effetti del calendario è infatti rimasto al palo: +0%. Peggio di quanto temeva il ministro dell’EconomiaPier Carlo Padoan, che il 27 luglio ha ammesso la frenata ma ha detto di attendersi un “+0,1/+0,2%”. La brusca frenata arriva dopo il risicato +0,3% dei primi tre mesi e mentre il resto della Ue rallenta ma non inchioda, mettendo a segno un +0,4% contro il +0,5% del primo trimestre, e l’Eurozona vede il pil progredire dello 0,3% a fronte del +0,6% dei primi mesi dell’anno. Bene laGermania, che ha registrato un +0,4%, sopra le attese degli analisti che si aspettavano un +0,2%, e il Regno Unito a +0,6 per cento. Ferma come Roma, invece, Parigi. Di fronte al brusco stop, il governo Renzi dovrà necessariamente tagliare le stime di crescita sull’intero 2016 contenute nel Def, che erano di un +1,2%.
“In calo il valore aggiunto dell’industria” - La variazione acquisita per quest’anno, ovvero la crescita che si registrerebbe se nei prossimi mesi ci fosse una variazione congiunturale nulla, è secondo l’Istat dello 0,6%. Nel 2015, come è noto, l’Italia è cresciuta dello 0,6% (dato corretto per gli effetti del calendario), risultato di performance decrescenti di mese in mese: +0,4% nel primo trimestre, +0,3 nel secondo, +0,2 nel terzo e +0,1 nel quarto. Tornando al dato del secondo trimestre 2016, quel +0% è “la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei comparti dell’agricoltura e dei servizi e di una diminuzione in quello dell’industria. Dal lato della domanda, vi è un lieve contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte), compensato da un apporto positivo della componente esteranetta”. Il progresso rispetto allo stesso periodo del 2015 è stato dello 0,7%.
L’analisi di Nomisma: “Confermate le difficoltà di lungo periodo dell’Italia. Si riduce lo spazio per una manovra espansiva” – “In un panorama economico internazionale che si è fatto più complicato, l’Italia conferma le sue difficoltà di lungo periodo”, commenta Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, facendo notare che preoccupa sopratutto il calo del valore aggiunto dell’industria, mentre dal lato della domanda il contributo della componente nazionale è lievemente negativo. Per l’ennesima volta, insomma, a tenere è solo la componente estera netta, favorita però soprattutto dal prezzo ancora debole dell’energia. In questo quadro, secondo il centro studi bolognese, si riduce ulteriormente lo spazio per varare una manovra espansiva in autunno e “non c’è alternativa a una politica economica nel segno delle misure strutturali e del recupero della competitività erosa da troppi anni di timidezza”.
La Germania meglio delle attese. Parigi ferma come Roma– Sempre venerdì sono stati resi noti anche i numeri sulla crescita tedesca, francese, inglese e statunitense. La performance dellaGermania tra aprile è giugno è stata del +0,4%, superiore alle attese anche se in netto calo rispetto al +0,7% del trimestre precedente. Su base annua il dato corretto rispetto all’inflazione è aumentato del 3,1%, il miglior risultato degli ultimi 5 anni. A spingere l’economia, spiega l’istituto di statistica nazionale tedesco Destatis, sono stati il saldo tra importazioni ed esportazioni, iconsumi delle famiglie e la spesa pubblica. Per contro, la debolezza degli investimenti ha influito negativamente sul dato finale.
Il Regno Unito mette a segno un +0,6% nel trimestre culminato con la Brexit - Nel trimestre che si è concluso con il referendum sulla Brexit ha fatto meglio il Regno Unito, con un +0,6%. Crescita zero, come per l’Italia, in Francia, duramente colpita dalle conseguenze degli attentati terroristici. Gli Stati Uniti hanno invece registrato un +0,3%. In termini tendenziali, cioè rispetto allo stesso periodo del 2015, si è registrato un aumento del 2,2% nel Regno Unito, dell’1,4% in Francia e dell’1,2% negli Stati Uniti.
Eurozona più lenta dell’intera Ue - Nel complesso, il pil dei Paesi Ue nel secondo trimestre è aumentato dello 0,4% contro il +0,5% dei primi tre mesi, mentre quello dell’Eurozona dello 0,3% rispetto al trimestre precedente quando il progresso era stato dello 0,6%. Rispetto allo stesso periodo del 2015, la crescita è stata dell’1,6% nell’area euro e dell’1,8% per l’Unione a 28.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/12/crescita-nel-secondo-trimestre-pil-al-palo-0-dopo-il-03-dei-primi-tre-mesi/2970912/


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annibale51
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La crescita dell' Italia sarà sempre cannibalizzata dalla Germania! C'è poco da fare, a moneta comune ed efficienza dello stato diverse le merci prodotte costano di meno in Germania piuttosto che in Italia. La Germania deve solo badare che questa condizione vada avanti più che si può, magari consentendo all' Italia di finanziarsi ancora a bassi interessi per il perpetuarsi del mantenimento del carrozzone pubblico italiano. Regole elementari di economia: gli unici che non le capiscono sono Prodi, Fazio, Ciampi, Napolitano, Letta, Renzi, ecc. ecc.


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