La macchina del fango colpisce ancora.
Daverio: «L'arte non è roba per un Iran di ex pecorai»
«Arretrati». «Impiccatori». «Contadini del 1400». Gli iraniani visti da Daverio. «Coprire le statue è una gaffe», dice a L43. «Ma non tutto l'islam è così».
di Gabriele Lippi
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28 Gennaio 2016
Chi ha chiuso in gabbia la Venere capitolina?
Il governo cerca il responsabile della copertura delle statue nude durante la visita del presidente iraniano Hassan Rohani, mentre persino a Teheran l'Italia viene presa in giro con fotomontaggi ironici.
L'episodio capitato il 26 gennaio a Roma da molti è stato visto come uno sfregio alla storia dell'arte.
Ma per Philippe Daverio è soltanto una «gaffe», un tentativo goffo di «mettere a suo agio un cliente».
«PAESE ARRETRATO». Il problema, secondo il critico d'arte intervistato da Lettera43.it, è che Rohani «rappresenta un Paese molto arretrato rispetto a noi» e «non è neanche corretto inserirlo nel mondo nostro, che non gli appartiene».
Con una punta di sarcasmo, Daverio sembra accodarsi alle voci di chi ha rinfacciato all'Iran il mancato rispetto dei diritti umani: «Questa è gente che sarebbe in teoria da processo di Norimberga, secondo i nostri parametri. Ma siccome sono clienti va bene, noi siamo una nazione di commercianti e un commerciante deve essere aperto. Però non dobbiamo farli entrare in casa».
REGNO DELLE IMPICCAGIONI. Perché l'Iran avrà pure cambiato faccia, ma resta un Paese che «ha impiccato una quantità incredibile di persone in un tempo molto breve» e Rohani sarà pure «un po' meno sanguinario» rispetto ad Ahmadinejad, ma «non è certo incline ad abbandonare le impiccagioni».
DOMANDA. È stato un errore portare Rohani ai Musei capitolini?
RISPOSTA. Aveva fatto molto meglio Berlusconi a ospitare Gheddafi facendogli costruire una tenda. Non c'entrano niente col nostro mondo, non sono mica civili. Sono degli assassini.
D. Quindi non era il caso di ospitare il presidente di uno Stato che non rispetta i diritti umani?
R. Noi dobbiamo guardare a loro con attenzione perché sono clienti, ma pensare di assimilarli ai nostri parametri è una pura illusione.
D. Rohani però rappresenta la corrente riformista in Iran.
R. Sì, ma i riformisti c'erano anche nei nazisti. Sembra morbido nei confronti del predecessore Mahmud Ahmadinejad, che era una sorta di esaltato puro, ma è sempre uno di loro. Gente molto lontana da noi. E non parlo dell'islam, sia chiaro.
D. No?
R. L'islam ci è vicino, soprattutto quello persiano è stato di un'apertura incredibile otto secoli fa. Hanno fatto le prime università del mondo. Ma questi non hanno niente a che vedere con quella tradizione, sono ex pecorai con una cultura da ex pecorai.
D. Ma nei musei iraniani non ci sono statue di nudi del periodo ellenistico?
R. Ce n'erano, di molto importanti, in gran parte le hanno distrutte.
D. E noi per compiacere un ospite, o un cliente come l'ha definito lei, mortifichiamo la storia dell'arte italiana?
R. No, abbiamo fatto una gaffe perché il cliente va messo a suo agio. A quel punto era molto meglio metterlo in un garage con delle Ferrari o delle Maserati. Gli piacciono di più. L'unica cosa che possiamo fare con loro è comprare petrolio e vendere utilità autostradali e automobili.
D. Non pensa sia stato più osceno coprire le statue? Qualcuno ha ironizzato dicendo che sembravano bagni chimici.
R. Ma non dovevamo proprio farlo entrare in Campidoglio. Ci si poteva ricevere l'ultimo scià di Persia Reza Pahlavi, che era una persona evoluta. Questi non sono evoluti, sono come alcuni nostri contadini di quattro secoli fa.
D. Come mai questo paragone?
R. L'Egira è del VI secolo, quindi loro non sono nel 2000, sono nel 1400. Sono come nostri contadini del 1400. Nessun principe rinascimentale avrebbe fatto entrare dei contadini in casa sua.
D. Beh, prima della Rivoluzione di Khomeini l'Iran era un paese islamico, ma laico.
R. Non facciamo confusione tra l'islam e il fatto che uno possa essere persiano, beduino o evoluto. L'islam è una religione complessa, degna di grandissimo rispetto, che si declina in modo diverso dai murid del Senegal, che sono estremamente aperti, ad alcune sette rigorose e arretrate che hanno comportamenti diversi. Ma questo non c'entra niente col Profeta o con il libro del Profeta, c'entra con la loro arretratezza sociale e culturale.
D. Insomma, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio.
R. Non esiste un'unica cultura islamica come non esiste un'unica cultura cristiana. Ci sono gli evoluti e i bacchettoni, da noi come da loro, gli avanzati e gli arretrati.
D. E l'Iran è un Paese arretrato?
R. Anche tecnologicamente: non sanno fare i computer, non sanno fare le automobili. Il 'barbone' (Rohani, ndr) ha girato un po', è stato in America, ma non è cambiato molto. Sostanzialmente sono gente che impicca tutti i giorni delle persone per mettersi di buon appetito. Non hanno niente a che vedere con noi, non è nemmeno detto che una trasfusione di sangue tra noi e loro potrebbe funzionare.
D. Franceschini ha parlato di scelta incomprensibile. Ed è stata avviata un'inchiesta interna. Ma non è grave che il governo non ne sapesse niente?
R. È grave che il governo non sappia con che cosa sta governando. Queste gaffe qua con Andreotti non succedevano. La nuova Democrazia cristiana che abbiamo in Italia oggi è meno efficace della vecchia.
D. Si parla tra l'altro di statue di altissimo valore: Ercole, Eros, la Venere capitolina, la Venere esquilina. Un valore artistico inestimabile.
R. Sì sì. Non è roba per loro. Non sono preparati a queste cose qua, ci vorranno secoli ancora.
D. Qualcuno però ha detto che Rohani non si sarebbe scandalizzato se avesse visto quelle statue.
R. Il problema diplomatico, attenzione, non è quello che vede Rohani. Il problema è che le televisioni locali avrebbero ripreso ciò che vedeva lui e le immagini sarebbero state riprese dalle tivù locali loro. Il problema si creava per lui a casa sua.
D. Si poteva risolvere diversamente?
R. Guardi cosa hanno fatto i francesi: siccome Hollande non rinuncia a bere vino, al posto della cena hanno fatto una colazione.
D. A proposito di Francia, anche Valls ci ha presi in giro. Ai giornalisti italiani ha detto: «Ma che avete combinato voi italiani?»
R. Sì, ma non siamo noi, sono i nostri governi. Noi non c'entriamo più di tanto con i nostri governi. Quello attuale, poi, sta imparando il mestiere. Probabilmente Renzi resterà al potere per 20 anni, vedrà che fra 15 anni andrà meglio.
D. Fin dove è lecito spingersi nel nome del rispetto dell'ospite? Lei ha citato il non bere vino. Forse quello è lecito.
R. Quello è alla base dell'educazione. Se io invito un musulmano a colazione da me non gli offro il prosciutto di Praga. Poi sarà lui, nel caso, a dirmi che gli piace e lo vuole. E se proprio non posso fare a meno di bere mi faccio un gin tonic, così quello non vede l'alcol. Un minimo di protocollo va rispettato.
http://www.lettera43.it/cultura/daverio-l-arte-non-e-roba-per-un-iran-di-ex-pecorai_43675232100.htm
Ma secondo voi, quanto puo' essere "evoluto" un Daverio?
Ma secondo voi, quanto puo' essere "evoluto" un Daverio?
"Evoluto" poco, "pagato" molto. Notare che questa, diciamo, intervista compare su un giornalino elettronico a forte impronta pidiota-renziana. Anche questo vorrà pur dire qualcosa...
Qua ci sono anche esperti di perone con doppio passaporto... non mi stupirebbe, la faccia da culo ce l'ha.
Ma secondo voi, quanto puo' essere "evoluto" un Daverio?
Su che scala?
mettessero per iscritto il peto di un tarlo del pioppo, sarebbe piu' leggibile ed interessante nonché più condivisibile