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Derivati: cronaca di un disastro annunciato

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Stodler
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Derivati: cronaca di un disastro annunciato

Un articolo de l'Espresso conferma le enormi perdite per lo Stato

3,6 miliardi nel 2015, 5 miliardi nel 2016: queste le perdite dello Stato a causa dei contratti derivati sottoscritti dal Ministero dell'Economia. Perdite che vanno ad ingrassare i pescecani della finanza internazionale. E poi si continuano a chiedere sacrifici al popolo lavoratore! Questi ultimi dati emergono da un articolo uscito su l'Espresso che potete leggere più sotto.

Ci eravamo occupati di questa enorme questione già nell'aprile scorso. Scrivevamo allora che: «Solo negli ultimi 4 anni il debito pubblico italiano è salito di 16,95 miliardi di euro per le scommesse perse sui contratti derivati compiute dal Ministero dell'Economia nelle bische del capitalismo-casinò. C'è di peggio: le perdite future sono ad oggi calcolate in 42,06 miliardi». Ora la conferma di quanto scritto.

Derivati, nel 2016 il Tesoro perderà altri 5 miliardi
di Luca Piana (l'Espresso)

Il ministro Padoan risponde a un'interrogazione dei 5 Stelle. E si scopre che le perdite dello Stato sui prodotti ad alto rischio crescono sempre più. Vanificando gli effetti positivi sui conti del "quantitative easing" della Bce

Come se non ci fosse Mario Draghi. Come se la Banca centrale europea (Bce) non avesse mai lanciato il “quantitative easing”, la massiccia manovra di sostegno all’economia dei Paesi dell’Eurozona. Come se i tassi d’interesse sul debito pubblico non fossero da tempo crollati in prossimità dello zero. È questo l’effetto paradossale che il Tesoro è costretto ad affrontare negli ultimi mesi a causa dei cosiddetti derivati sottoscritti negli anni passati con le banche internazionali, i cui contratti sono tenuti sotto stretto riserbo. In poche parole: mentre il debito pubblico costa allo Stato sempre meno in termini d’interessi, grazie agli interventi effettuati dalla Bce di Draghi, i derivati si stanno mangiando per intero o quasi i risparmi che ne dovrebbero venire, costringendo il Tesoro a un esborso crescente.

L’amara verità emerge dalla risposta che il ministero dell’Economia ha fornito il 22 dicembre a un’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle. Nel documento gli uffici di Pier Carlo Padoan hanno messo per la prima volta nero su bianco alcune cifre destinate a far discutere. Hanno reso noto che nel 2015 i derivati sono costati al Tesoro un flusso negativo in termini di interessi di 3,6 miliardi. E hanno aggiunto che nel 2016 la spesa è prevista salire a 4,1 miliardi.

Quello appena iniziato, dunque, rischia di essere un anno durissimo su questo fronte della spesa pubblica. In una precedente interrogazione, Padoan aveva infatti rivelato che, su uno dei vari derivati, esistono clausole che entro il prossimo marzo daranno alla banca che l’ha sottoscritto la possibilità di chiuderlo, facendosi liquidare dal Tesoro una cifra stimabile oggi in 849 milioni. Sommando quest’ultima voce agli altri 4,1 miliardi di interessi “normali”, dunque, nel 2016 il costo dei derivati per lo Stato rischia di sfiorare i 5 miliardi di euro.

Si tratta di numeri pesanti. Che, di fatto, vanificano buona parte dell’effetto sui conti pubblici delle misure d’emergenza della Bce. Stando ai dati Istat, da gennaio a settembre lo Stato ha speso in interessi sul debito pubblico 51,9 miliardi, rispetto ai 55,3 miliardi del 2014. Se la discesa fosse proseguita a velocità analoga fino al termine del 2015, ne verrebbe un “tesoretto” di 5,6 miliardi, di cui Padoan e il governo Renzi non possono però godere appieno. Proprio perché il costo dei derivati, strumenti che impegnano le parti a scambiarsi flussi di pagamenti che variano a seconda di come muta il mercato, sta aumentando sempre più.

RUOCCO (M5S): IL TESORO PERDE SEMPRE

«Le cifre fornite dal Tesoro confermano la nostra analisi: i derivati sono stati un affare cattivo per lo Stato e ottimo per le banche», dice Carla Ruocco, che fa parte del gruppo di deputati dei Cinque Stelle che hanno firmato le interrogazioni. Che annuncia: «Non ci fermeremo: continueremo a fare domande per capire gli aspetti che restano aperti. Perché i dati forniti, interrogazione dopo interrogazione, mostrano che con i derivati c’è qualcuno che ha sempre perso, ed è il Tesoro».

Nelle risposte arrivate il 22 dicembre dagli uffici di Padoan, in effetti, ci sono vari punti che suscitano interrogativi. Il più critico riguarda i derivati che il Tesoro chiama “di duration” e sui quali si stimano perdite per circa 33 miliardi. «Emerge sempre più che questi derivati non hanno prodotto alcun beneficio se non un impercettibile allungamento della scadenza media del debito pubblico, pari ad appena 84 giorni. Un risultato che però costa allo Stato 33 miliardi, 400 milioni per ogni giorno di allungamento, quando sarebbe bastato semplicemente emettere Btp a scadenza più lunga», dice Nicola Benini, partner della società di consulenza indipendente Ifa Consulting, a cui “l’Espresso” ha chiesto di analizzare le novità venute alla luce nell’interrogazione.

PERDUTI 520 MIL SU UNO SWAP DA 2 MLD

Un punto molto interessante riguarda due contratti chiamati “Interest rate swap” (Irs), su cui il Tesoro aveva fornito i primi elementi in una precedente interrogazione. Uno swap di questo genere è un derivato in cui, sulla base di un valore di base chiamato nozionale, il Tesoro si impegna a pagare alla banca una rata semestrale calcolata in base a un tasso fisso (tipo il 3,5 per cento), mentre la banca si impegna a versare una rata che varia in base ai tassi di mercato (ad esempio pari all'Euribor). Se l'Euribor è pari al 3,5 per cento, si fa pari e patta; se sta sotto ci guadagna la banca; se sta sopra il Tesoro. Ebbene, in una risposta a un'interrogazione di fine ottobre presentata sempre dai deputati Cinque Stelle, il ministero aveva reso noto che nel 2005 erano giunti al termine due contratti Irs con un valore nozionale di 2 miliardi di euro complessivi, su cui nell'ultimo semestre era stata pagata alla banca controparte una rata - sempre complessiva - di 91,8 milioni.

Nella nuova interrogazione, gli uffici di Padoan hanno aggiunto un nuovo dettaglio: in tutta la loro vita, dal 2005 a oggi, quei due contratti hanno generato in totale un esborso di ben 520 milioni di euro. E ancora, al momento della sottoscrizione, il Tesoro non aveva incassato alcun “upfront”, come si chiama in gergo. L'upfront è una specie di commissione iniziale che serve per compensare un derivato molto sbilanciato in favore di una delle due controparti, che versa subito all'altra una cifra che serve a rendere più equilibrato il contratto. Può essere considerato un po' come il premio che un cliente paga all'assicurazione, che in cambio si accolla il rischio di rimborsare i danni futuri, se questi si verificheranno. Ebbene, a fronte di un esborso così elevato (520 milioni), il Tesoro non ha incassato alcun upfront iniziale: il derivato era sbagliato fin dalla partenza? «Se nessun upfront è stato liquidato, come si afferma nella risposta dell'interrogazione, molto probabilmente ci deve essere stata una - o più - revisioni del contratto. Perché grazie alle nuove informazioni fornite dal Tesoro, si può senz'altro ribadire che quel contratto appariva sbilanciato fin dall'inizio, a sfavore del Tesoro», dice Benini.

PROBABILITA' DI GUADAGNARCI SOTTO 10%

Un altro punto interessante riguarda il fatto che Maria Cannata, responsabile dell'ufficio debito pubblico del Tesoro, ha sempre attribuito ai derivati sottoscritti dal suo ufficio l'obiettivo di tutelare lo Stato da un aumento dei tassi d'interesse sul debito pubblico, allungandone anche la durata finanziaria. Ma sulla base delle nuove informazioni ottenute, si può pensare che, se i tassi d'interesse fossero saliti, ci sarebbero stati dei veri vanta
ggi per le casse pubbliche? «Senza dubbio una minore discesa dei tassi o addirittura un loro rialzo avrebbero comportato minori perdite, ma ai fini delle ragioni “dichiarate” che hanno indotto alla sottoscrizione dei quei contratti, ovvero l’allungamento della “duration” (come vengono chiamate le scadenze per il rimborso del debito e per il pagamento degli interessi, ndr), ci sarebbe stato un aumento solo marginale o ininfluente della medesima», calcola l'esperto di Ifa Consulting. Secondo il quale «è importante osservare che il Tesoro avrebbe ottenuto “utili” solo al superamento di una soglia molto più elevata rispetto ai tassi di mercato vigenti all’epoca e quindi con una probabilità ben inferiore al 50 per cento.

Non disponendo del contratto è difficile essere precisi, ma una stima ragionevole di prima approssimazione – sulla base delle risposte fornite nell'interrogazione - è che i tassi avrebbero dovuto posizionarsi mediamente intorno ai 260-270 punti base rispetto a quello che viene chiamato “il tasso swap equo di mercato alla stipula”. In altre parole i tassi d'interesse avrebbero dovuto superare la soglia del 6-7 per cento circa, evento la cui probabilità all’epoca girava sotto il 10 per cento».

Ecco dunque spiegato il ragionamento accennato all'inizio da Benini, sul fatto che l'allungamento della durata del debito pubblico di 84 giorni ci sta costando una valanga di quattrini, mentre si sarebbe potuto ottenere lo stesso obiettivo senza costi aggiuntivi semplicemente emettendo Btp con scadenze più prolungate nel tempo. Sono dunque sprecati, i 33 miliardi di perdite calcolabili sugli Irs “di duration”? «Sono francamente uno sproposito. Un allungamento della duration poteva essere fatto, senza costi e di valore ben più significativo (almeno 6 mesi-1 anno) semplicemente ottimizzando il programma delle emissioni sul mercato primario (cioè con i Bpt di nuova emissione, ndr) in termini di scadenze e volumi».

Perdite miliardarie, contratti difficili da motivare, un costo che cresce nel tempo e che annulla gli effetti del “quantitative easing” di Draghi: l'impressione è che, sul fronte dei derivati di Stato, restino tanti misteri ancora da chiarire.

da l'Espresso

http://www.antimperialista.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3499italia


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spadaccinonero
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meno male che abbiamo i 5s che fanno le interrogazioni

😉


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mincuo
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Capisco che parlare di derivati qui sia come parlare del Demonio a un Frate Domenicano nel 1500.

Ma vorrei dire un paio di cose per quelli che magari leggono.
Le dico in maniera comprensibile a tutti, anche se semplicistica, perchè è una materia difficile.

1) L'Italia ha in teoria (e anche in pratica) gente competente. Io lavoro sui derivati da 30 anni e faccio appunto copertura dei rischi. Perchè a quello principalmente servono da sempre i derivati.
Non che voglia essere creduto ma per quel che mi consta a BdI sono bravi.
2) I Derivati sottoscritti non sono come una sentenza di un Tribunale.
Sono gestiti continuamente. Si rivendono, si ricomprano, si modificano, si annullano in base alle mutate aspettative QUANDO SI VUOLE.
3) Gli uffici del Ministero del Tesoro ma per la verità realmente della Banca d'Italia non sono gli ultimi arrivati in fatto di informazioni sui tassi essendo parte del Consiglio della BCE. Nè lo sono come strumenti e conoscenze.
Quindi io non sono propenso ad accettare l'ipotesi di incompetenza o ignoranza.
4) Le strategie di copertura del rischio non sono cose bizzarre o fantasiose ma sono cose altamente sofisticate e scientifiche, nè sono molto diverse da uno Stato Europeo all'altro, dato che tutti in questo caso coprono il rischio sul debito pubblico sottostante, più o meno grosso che sia, ma sempre con analoghe tipologie. (Titoli di stato a varie scadenze).
Nè è diversa la loro gestione.
5) Tutti i Paesi Europei hanno guadagnato (più di tutti la Svezia) o al massimo pareggiato (che è buono lo stesso perchè hanno pareggiato che è come non aver fatto nulla ma intanto hanno coperto il rischio, se invece fosse successo qualcosa) salvo l'Italia. Che non solo perde, ma perde tantissimo. Perde cifre inimmaginabili e vorrei dire impossibili per uno esperto in derivati.
6) L'Italia ha assunto alcune posizioni e sottoscritto alcune tipologie (per quello che sono i pissi pissi bao bao ufficiosi degli operatori) che non avevano e non hanno senso e sembravano più per far agio alla controparte (specialmente Morgan Stanley) che non per proteggere il rischio sul portafoglio del debito.
Posizioni che comunque se si rivelavano erronee potevano essere smontate, cambiate, modificate, chiuse, neutralizzate. A piacere.
Come ho spiegato i derivati si possono adattare continuamente.
7) Il Tesoro si è rifiutato di mostrare i contratti. Ma il Tesoro è un Ente Pubblico. NON PUO' RIFIUTARSI.
Questo è, a mia conoscenza, la prima volta che succede, nel silenzio generale.
Al suo posto la BdI ha fatto una sintesi di profitti/perdite e rischio esistente ma NON ha mostrato i contratti nel dettaglio. Anche Morgan Stanley si è rifiutata, ma è un suo diritto essendo una banca privata.
SOLO dai contratti si può rilevare con precisione strategie, importi nozionali, leva, durata, hedge, tipo e quantità di rischio assunto ecc...
I derivati permettono SEMPRE di stabilire e PREDETERMINARE quanto rischio e quanta perdita eventuale ci si assume. In ANTICIPO.
8 ) C'è stata la scelta in gran parte di Morgan Stanley come controparte. Non voglio malignare ma a capo dei derivati lì era stato catapultato il giovane Giacomo Draghi, figlio del più famoso Mario.

P.S. Per i più pratici. Non sono gli IRS sotto accusa. Se per porzioni di portafoglio con i tassi già scesi parecchio hanno deciso di fare degli IRS per stabilizzarli e coprirsi dal rischio di rialzo dei tassi, bene questa è stata una scelta errata ma ha un senso e nessuno ha la bacchetta magica.
Gli IRS in quel caso funzionavano (mettiamo per esempio che il tasso fosse 3%) che tutti gli aumenti eventuali dei tassi non li pagavano perchè quelli li pagava la controparte mentre tutti i ribassi eventuali invece perdevano il beneficio perchè quello lo pagavano loro alla controparte.
In poche parole avevano fissato 3% qualunque cosa succedesse sui mercati. Questo ha senso. Hanno fissato un livello che a loro sembrava buono. Poi non se la son sentita di chiuderli perchè non si aspettavano ancora ribassi ulteriori.
Ma allora mostrerebbero i contratti, se fosse solo quello. E quello comunque non genera perdite di quel tipo. Assolutamente.


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spadaccinonero
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@mincuo

io non sono un frate domenicano quindi possiamo parlarne

1
che siano competenti o no poco cambia, hanno ampiamente dimostrato di NON essere dalla nostra quindi...

2
e quindi? a me non sembra corretto che la mia Nazione si metta a "scommettere" con soldi pubblici, se a te sembra "normale" è un altro paio di maniche

3
hanno le conoscenze e allora?
in questo caso vale il punto 1

5
vincere pareggiare o perdere non fa differenza, vale il punto 2

di fatto anche tu sostieni che ci sia molta "oscurità" in questo argomento, quindi non vedo cosa ci sia di tranquillizzante nel tuo intervento, anzi


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mincuo
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Non sono "scommesse" Spadaccino. So che è difficile capire.
Sono esattamente il contrario e TUTTE le Banche Centrali gestiscono il rischio coi derivati. DA SEMPRE.
Se uno fa "scommesse" invece non gestisce il rischio, fa qualcos'altro.
Perchè?
Perchè è incompetente per esempio. Ma non sono incompetenti lì, per quel che ne so.

Cerca di riflettere su quel che scrivo perchè tanto non è che posso dire, ma qualcosa....


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
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Non sono "scommesse" Spadaccino. So che è difficile capire.
Sono esattamente il contrario e TUTTE le Banche Centrali gestiscono il rischio coi derivati. DA SEMPRE.

allora spiega,

grazie


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mincuo
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Ho già spiegato. Leggi con più attenzione.
Il rischio si copre sempre. Che sia uno che vende o compra petrolio, o che ha un'azienda o che sia un produttore, o un venditore, copre i rischi.
E lo fa coi derivati. Che sono un'enormità come volumi ogni giorno. Non per scommettere, ma ESATTAMENTE per il contrario, per non essere soggetto a scommesse.
Poi come tutte le cose si possono usare a sproposito. Anche un'automobile la puoi usare per mettere sotto la gente che passa per la strada, ma non è nata per quello scopo, nè comunemente si usa per quello scopo.

Seppur meno sofisticatamente si usano derivati a copertura di rischi da 700 anni almeno. E in taluni casi da 2000 o 3000 anni. Ci sono esempi tra i Babilonesi se ricordo bene.


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Maria Stella
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Post: 1429
 

a me sembra che davvero Mincuo abbia detto abbastanza.. e.."più non dimandare.."!!!


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spadaccinonero
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Ho già spiegato. Leggi con più attenzione.
Il rischio si copre sempre. Che sia uno che vende petrolio, che ha un'azienda o che sia un produttore, copre i rischi. E lo fa coi derivati. Che sono un'enormità come volumi ogni giorno. Non per scommettere, ma ESATTAMENTE per il contrario.
Poi come tutte le cose si possono usare a sproposito. Anche un'automobile la puoi usare per mettere sotto la gente che passa per la strada, ma non è nata per quello scopo, nè comunemente si usa per quello scopo.

Seppur meno sofisticatamente si usano derivati a copertura di rischi da 700 anni almeno. E in taluni casi da 2000 o 3000 anni. Ci sono esempi tra i Babilonesi se ricordo bene.

fin qui ci arrivo pure io, il problema è un altro

se tali prodotti vengono gestiti da persone che sono CONTRO di noi è comunque un pericolo in quanto faranno gli interessi degli istituti privati e non della Nazione

o no?


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Spadaccino se tu hai una grossa azienda che fa plastica (che si fa dal petrolio) e il petrolio a 30 dollari per te va benissimo perchè diventi molto competitivo (costa poco il petrolio ora) e non vuoi "scommettere" che vada ancora più giù a 15 dollari, col rischio però che vada a 100, cioè non fai niente e lasci che vada dove vuole, ti copri.
Se vuoi ti fissi circa 30 dollari per 1 anno, 2 anni o 3 anni....
E così sai DA OGGI che produrrai plastica con un prezzo del petrolio di 30 dollari qualunque cosa succeda in futuro, anche se andasse a 200 dollari. Sempre 30 dollari lo pagherai tu. Se andrà a 15 e ci resta perdi quel beneficio, ma a 30 tu stai benone e non vuoi correr richio che vada a 60 o 100 e per quello l'hai fatto.
Ti pare scommettere questo? O avere una certezza e coprire un rischio?

Se poi cambi idea e sei "certo" che vada giù puoi sempre chiudere, o dimezzare, o ridurre, o modificare i contratti derivati che hai fatto.
Che significa gestire attivamente.
Che non è obbligatorio, se sei già contento di 30. E' una scelta tua.
Mincuo fa quello di lavoro per le aziende. Copre i rischi e gestisce attivamente a seconda del mandato che ha.
Ora lavora poco.
Basta. Stufo.


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sankara
Honorable Member
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allora spiega,

grazie

Spadaccino, Mincuo sono anni che mostra, sulla base della sua esperienza professionale, una realtà sui derivati totalmente diversa da quella raccontata dal mainstream e dalla "controinformazione". Cercando, ne trovi svariati post di Mincuo sui derivati. Leggi ad esempio qui ed ai link riportati nel topic

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=83187&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=mincuo+derivati

andando al succo, comunque, per quello che ho capito non è che "lo Stato abbia scommesso ed abbia perso". No, al Tesoro hanno proprio voluto perdere intenzionalmente! Una truffa bella e buona! Tant'è che si rifiutano di mostrare i contratti! E comprenderai che questa è un'affermazione molto più pesante di addossare la colpa delle perdite al "capitalismo casinò", ai "biscazzieri", alle "scommesse", al "mistero derivati" e così via...


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
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@mincuo+sankara

ok, ci siamo, i derivati sono una sorta di assicurazione

però l'assicuratore è un volpone e quando questo dice al cliente di stare tranquillo sta dicendo tutt'altro...

quindi assicurazione o scommessa poco cambia, parliamo di gestione non nei nostri interessi

comunque grazie per le spiegazioni tecniche opportunamente sintetizzate

8)


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mincuo
Illustrious Member
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Post: 6059
 

Vabbè, mi arrendo. Come al solito.
Ad impossibilia nemo tenetur.

P.S.
Comunque nei contratti non c'è "il volpone." O il venditore di pentole.
E in ogni caso alla Banca d'Italia al desk derivati non sta la vecchietta o la casalinga di Voghera. E neanche alla direzione dell'Ufficio legale dalla Banca d'Italia sta il Sior Pantofola. Che io sappia.

Non sono i telefim o i reality.


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spadaccinonero
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Vabbè, mi arrendo. Come al solito.
Ad impossibilia nemo tenetur.

getti la spugna così in fretta?

io voglio capire e ti sto chiedendo, cordialmente, di spiegare

su non te la tirare come al solito

😆


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Veramente hai detto che hai capito che c'è una specie di bidonaro che vende assicurazioni farlocche o materassi alle vecchiette....
Che vuoi che ti dica....


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