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Draghi e il circo equestre


PietroGE
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Ieri ho ascoltato il discorso di Draghi al Senato. Mi ha colpito subito il tono urlato, nervoso e duro ma ancora di più la sostanza. Dunque lui voleva un patto di governo come se si fosse appena votato e fosse stato appena eletto primo ministro. Ha presentato un programma che era in sostanza quello del Pd (ecco perché Letta era contento il giorno prima) : tasse sulla casa con il nuovo catasto, nessun accenno all'invasione dei migranti che ormai arrivano a 1000 al giorno, solo vaghi accenni ad una diminuzione delle tasse, attacco ai 5S per il super bonus e revisione del RdC.

Ha dimenticato che le elezioni sono tra 5 mesi e che la campagna elettorale è praticamente già cominciata? Ha dimenticato che se uno vuole un governo di salvezza nazionale non può mettersi d'accordo con un solo partito e bastonare gli altri? Ovviamente NO
Draghi secondo me, con il suo discorso ha messo la basi per la sue dimissioni spingendo gli altri : centro destra e 5S a non votargli la fiducia. Ha ottenuto in sostanza quello che voleva : era stufo di fare il politico e il mediatore tra i partiti, voleva lasciare prima di essere cucinato a fuoco lento nella campagna elettorale continua di questo Paese, con l'ondata di consenso (organizzato!) di molte parti della società civile in modo da dare a coloro che ne erediteranno il programma, cioè il Pd e i centristi, un vento in poppa iniziale.

Il circo equestre è in generale la politica italiana e in particolare i 5S, ridotti ad essere la ruota di scorta del Pd alle prossime elezioni insieme ai cespugli centristi. Hanno sfiduciato il governo (mantenendo però i loro ministri) per un inceneritore, l'opposizione al quale è diventata la testimonianza più chiara della loro incompetenza, e poi hanno detto che loro non volevano sfiduciare il governo ma solo il decreto sul quale però il governo aveva messo la fiducia.

Draghi secondo me ha fiutato l'aria o ha ottenuto qualche assicurazione che può ottenere  un posto in EU o ritornare alla BCE (visto che la Lagarde non ci capisce niente) oppure sostituire Stoltenberg alla guida della NATO. Vedremo.


Bertozzi hanno apprezzato
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Petrus
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Pubblicato da: @pietroge

...Draghi secondo me ha fiutato l'aria...

Non puo essere un caso che minuti dopo le sue dimissioni la BCE abbia annunciato il rialzo dei tassi.

In una economia disastrata come quella italiana questo rialzo significa fallimenti ad un rateo mai visto fino ad ora, ergo disoccupazione, proteste e chissa cos'altro.

Gli han sicuramente detto che il tappo stava saltando, ed e' sceso giu dal barcone appena in tempo, secondo me.


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PietroGE
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Draghi ha sicuramente tenuto in conto l'approssimarsi di una crisi economica  che non sarebbe stato in grado di gestire e che avrebbe distrutto la sua immagine di 'uomo del fare' . Non era in grado di prendere decisioni di tipo strettamente politico perché quel tipo di governo non glielo permetteva e dopo tutto lui non ne era neanche capace. La gente crede che si possa 'amministrare', dandolo in mano all'uomo della provvidenza di turno, un Paese senza governarlo, cioè senza una linea politica e strategica legittimata dal consenso popolare. Beh, questo non è possibile e lo dimostrano i fallimenti dei governi tecnici italiani.

La UE non è preoccupata per un possibile avvicinamento alla Russia del probabile nuovo governo di centro destra, sanno che i pochi nella Lega che sono favorevoli all'amicizia con Putin non andranno da nessuna parte. Quello che li preoccupa piuttosto è l'atteggiamento che un governo di centro destra potrebbe tenere  sui  temi con sono i pilastri della politica europea : l'austerità monetaria, l'apertura dei mercati e l'immigrazione. Inutile dire che la UE (insieme al Pd) si attende un 'aiutino' da parte della magistratura italiana, notoriamente braccio armato della sinistra, nel senso di indagini all'ultimo momento su 'derive fasciste' della Meloni e 'razzismi' vari.


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GioCo
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Pubblicato da: @pietroge

Ieri ho ascoltato il discorso di Draghi al Senato. Mi ha colpito subito il tono urlato, nervoso e duro ma ancora di più la sostanza. Dunque lui voleva un patto di governo come se si fosse appena votato e fosse stato appena eletto primo ministro. Ha presentato un programma che era in sostanza quello del Pd (ecco perché Letta era contento il giorno prima) : tasse sulla casa con il nuovo catasto, nessun accenno all'invasione dei migranti che ormai arrivano a 1000 al giorno, solo vaghi accenni ad una diminuzione delle tasse, attacco ai 5S per il super bonus e revisione del RdC.

Ha dimenticato che le elezioni sono tra 5 mesi e che la campagna elettorale è praticamente già cominciata? Ha dimenticato che se uno vuole un governo di salvezza nazionale non può mettersi d'accordo con un solo partito e bastonare gli altri? Ovviamente NO
Draghi secondo me, con il suo discorso ha messo la basi per la sue dimissioni spingendo gli altri : centro destra e 5S a non votargli la fiducia. Ha ottenuto in sostanza quello che voleva : era stufo di fare il politico e il mediatore tra i partiti, voleva lasciare prima di essere cucinato a fuoco lento nella campagna elettorale continua di questo Paese, con l'ondata di consenso (organizzato!) di molte parti della società civile in modo da dare a coloro che ne erediteranno il programma, cioè il Pd e i centristi, un vento in poppa iniziale.

Il circo equestre è in generale la politica italiana e in particolare i 5S, ridotti ad essere la ruota di scorta del Pd alle prossime elezioni insieme ai cespugli centristi. Hanno sfiduciato il governo (mantenendo però i loro ministri) per un inceneritore, l'opposizione al quale è diventata la testimonianza più chiara della loro incompetenza, e poi hanno detto che loro non volevano sfiduciare il governo ma solo il decreto sul quale però il governo aveva messo la fiducia.

Draghi secondo me ha fiutato l'aria o ha ottenuto qualche assicurazione che può ottenere  un posto in EU o ritornare alla BCE (visto che la Lagarde non ci capisce niente) oppure sostituire Stoltenberg alla guida della NATO. Vedremo.

Secondo me (ma questo è solo per come la penso) a guardare il teatrino della politica nostrana si capisce poco o nulla di quel che sta succedendo.

Il primo problema riguarda la crisi eclesiastica che non è secondaria, perché non è solo la piazza che diserta i comizi del papa, riguardano le contestazioni interne che lacerano da mesi la chiesa e che sono da spennellare sullo scenario internazionale e tutto questo ha un peso politico enorme, perché la chiesa è sempre stata "garante" della stabilità internazionale, proprio in virtù della sua "mafiosa" presenza ovunque e comunque. E' il garante dell'Impero occidentale, non solo spirituale. La perdita di credibilità cattolica (e di conseguenza la "presa" sulle province, in particolare cinese e russa) è epocale e non accenna affatto a diminuire, al punto da far accennare a Francesco di "possibile abbandono", poi prontamente rimangiato (per ovvi motivi). Quel fallimento è un fallimento gesuita di politica estera e questo suona malissimo a troppe orecchie importanti. Poi abbiamo l'ammissione di Blair che il Mondo monopolare (uni è tecnicamente sbagliato) a guida anglo-sionista del patto atlantico ha di fatto perso la sua occasione storica di rimanere "in sella".

Quella è la voce "politica" dell'altra zampa, l'altra colonna del patto molochiano, quella econocentrica. I sionisti stanno perdendo e perdono ovunque in via abbastanza sostanziale. Tra tutti basta osservare le spaventose perdite dell'ultimo semestre registrate dal più grande fondo di gestione mondiale, Balck Rock. Le loro politiche sono state basate tutte sull'idea che le economie emergenti potessero in qualche modo rimanere "sotto controllo". Bene, nemmeno quelle regionali come Turchia e Iran sono sotto controllo e adesso iniziano a scalpitare anche le petromonarchie che hanno capito bene come l'era atlantista sia giunta al termine. Come la Turchia e in generale "la mentalità araba" sono sempre stati molto abili a tenere i piedi in mille scarpe.

Tuttavia questi aspetti impallidiscono davanti all'evidentissima perdita di potere della economia speculativa davanti a quella reale. Fino a ieri (ad esempio) la guida del prezzo del greggio e del gas era nel Mondo stabilita "dai mercati". Cioé da operazioni speculative come i future. Adesso è ancora così ma per lo più in occidente, perché sempre di più quella politica sta transitando in mani russe che di fatto si ritrovano non solo con un monopolio sostanziale di carburanti fossili e terre rare che possono decidere quando a chi e a che prezzo fornirle, ma anche con la possibilità politica di decidedere chi potrà continuare o meno in futuro a fare economia industriale. Ma peggio, la massa di tutte le materie prime obbligatorie per la transizione sia ecologica che digitale decisa da tempo, per esempio per quanto riguarda la conquista dello spazio e i nuovi armamenti, due cosine a caso, dipende esattamente dal controllo di quelle fonti di energia e materia prima. Che evidentissimamente non è in mano anglo-sionista e NATO.

Se questo non bastasse sul terreno abbiamo l'altro fallimento epocale, forse quello che sta guidando tutti gli altri. Fino a ieri abbiamo avuto di fatto una talassocrazia, perché tale era l'econocentrismo a guida catto-giudaica. Vigeva su tutti la legge del mare. Ma con la via della seta torna a diventare di primo piano il controllo della terra ferma. Questo significa tecnicamente che non è possibile un futuro monocratico di un solo ente politico che gestisce il Mondo senza talassocrazia. Non è mai successo e non potrà succedere nemmeno in futuro. Perché l'asse della gestione dello scambio mercantile torna verso "piste" di ferro (treni) e i territori che attraversano che non sono mai "neutrali". Per ciò ci vogliono accordi internazionali anche molto complessi e la collaborazione attiva dei governi interessati, senza i quali è impossibile transitare. Che significa (di nuovo) tecnicamente che è obbligatoria una organzzazione multipolare, inconcepibile per st'accidente di occidente. Non si è proprio strutturato per una tale politica globale.

Quindi abbiamo il confronto tra due mentalità. Una "per la via della terra ferma" e per la regionalizzazione della politica internazionale e l'altra per il mantenimento e il rafforzamento della talassocrazia ad oggi uscente. La rappresentazione plastica del fallimento talassocratico è la perdita del controllo del Mar Nero "che non dovevamo perdere a nessun costo".

Noi come Italia siamo sulla carta molto provinciali, ma nella sostanza siamo uno dei poli del contendere del Mondo. Nel senso che siamo al centro di una delle due mentalità dominanti. Impossibile per ciò che il fallimento non si rifletta poi direttamente sulla politica nostrana che rimane provinciale e chiusa nell'aspetto esteriore, nel modo in cui si presenta, rimanendo per ciò illeggibile ai più, ma nella sostanza segue pedissequamente la politica internazionale e non potrebbe essere diverso da così. Draghi è il rappresentante simbolico di tutto il carico di fallimenti appena descritti, non può semplicemente restare al suo posto perché tutte le premesse con cui è arrivato (quelle principali per lo meno) sono venute meno. Adesso per affrontare il futuro uno come lui è l'ultima persona adatta. Nel senso che era venuto per smantellare una certa idea di politica, di economia e di stile di vita medio e ci troviamo adesso in una situazione ambigua in cui non c'è quella possibilità se non per aspetti minori e ogni insistenza non fa che accelerare il processo in corso di perdita di potere globalista. E' come se Moloch fosse in preda a un emorragia inarrestabile "autoinflitta" e non ci sono per ora cure all'orizzonte.

Prevedo quindi un periodo caotico abbastanza lungo in cui come ho già detto molte volte a profittare saranno al solito quelle forze che (sole tra tutte) hanno prosperato all'ombra di un potere molochiano ora fuori controllo permettendogli di prolungare la sua sopravvienza oltre i tempi massimi. Sto parlando della mafiocrazia che trarrà beneficio dalla situazione caotica occidentale e principalmente prospererà in tutti i territori a "guida residua occidentale". Ad esempio, il commercio di armi che sta facendo la criminalità organzzata in ucraina, profittando della grande disponibilità a prezzi stracciati alla fonte e dell'assenza pressoché totale di controlli. Nella mafiocrazia di solito domina poi l'immobilismo politico o incapacità sostanziale di agire o di "fare la differenza" sul piano internazionale, cioè si faranno dichiarazioni di intenti roboanti e continue per ottenere il parto del topolino (bene che vada).

Internamente questo si rifletterà con un caos politico di cui ora vediamo solo la premessa e in cui permarrà una specie di "tutti contro tutti" o se preferite "rissà all'ok corral" in stile western vecchia maniera "stai sereno Letta". Un polverone come non se ne è mai visti per coprire l'impossibile. Inevitabilmente gli sgomitatori di ogni risma e razza faranno e disferanno ogni cosa in ogni dove, ma nella sostanza saranno parole e incapacità di gestione governativa con costante proliferazione incontrollata delle situazioni criminose.

Tipo incendi a Roma per esempio. Qualcuno la chiama "micraggine", cioè quella strana e ossessiva concentrazione surrealista verso il dettaglio di politica locale (tipo "in Sicilia il problema è il traffico e le banane" alla Benigni) che serve a tenere l'attenzione occupata mentre le cose importanti accadono sulla testa della gente.


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PietroGE
Famed Member
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-Stai sopravalutando l'importanza e l'influenza della chiesa cattolica nel mondo. Proprio perché le chiese cattoliche si svuotano e non si riesce, per l'opposizione della curia, a fare una riforma di un clero che negli ultimo anni ha minato con la sua condotta la credibilità della chiesa cattolica, la capacità del Papa di incidere nel mondo in generale e nella politica mondiale in particolare sta crollando e forse è già stata definitivamente annullata.

-Sono d'accordo invece con la perdita di potere della finanza internazionale. Sembravano dover dominare il mondo, dettar legge ai governi e alle nazioni, quando dalle parti dei Paesi, emergenti nel senso di potenza e influenza generale nel mondo, gli si è fatto capire che in ultima analisi 'il potere nasce dalla canna del fucile' come si diceva qualche decennio fa. E non mi riferisco solo alla Russia.

- L'occidente, da questa presa del potere della politica nei confronti dell'economia globalizzata è stato colto 'con la mutande abbassate', come di dice in gergo. Eppure a guardar bene l'economia sotto l'influenza della politica nazionale di espansione era una caratteristica dei Paesi asiatici sin dagli anni '80. Tutti cercavano di proteggere il proprio mercato nazionale dall'influsso di merce straniera e nello stesso tempo cercavano, sfruttando il WTO, (e l'idiozia dei mercati senza dazi tipica dell'Europa) di conquistare i mercati esteri, cioè europei e americani, tenendo artificialmente basso il cambio con il dollaro.

-Draghi, anche per ragioni anagrafiche, non credo che potrà avere una qualche influenza, a meno che non lo rimettano a guidare la BCE o a sostituire  Stoltenberg alla NATO. 

Per quanto riguarda la mafiocrazia, è giusto notare la corruzione dilagante in Ucraina, non dimentichiamo però che nel 'Bel Paese' l'industria più grande per fatturato (e quindi per profitti visto che non paga le tasse) e manodopera è la criminalità organizzata, la quale rifornisce di cocaina l'intero continente europeo. Se fosse possibile  io metterei una telecamera in ogni cabina elettorale per vedere quanta gente fotografa la scheda e quindi si vende il voto alla mafia. Così, tanto per sapere quanta gente poi in ultima analisi supporta la mafiocrazia.

 


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GioCo
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Pubblicato da: @pietroge

-Stai sopravalutando l'importanza e l'influenza della chiesa cattolica nel mondo [...]

Non se consideri la questione dal punto di vista storico e culturale. Cioè dal punto di vista di una certa mentalità, quella che tutt'ora di fatto domina.

La chiesa è stata veramente molto brava a tenere un basso profilo. Ma in trasparenza non è difficile se si scava un poco capire che la sua influenza è decisiva. Lo stesso Draghi è espressione diretta di quel potere. Prendi ad esempio la questione della cinesina che fu presa a schiaffi dal papa a inizio pandemia. Sotto c'era la questione delle nomine dei vescovi cinesi che ora sono fatte solo su approvazione del partito cinese, unico caso non solo nel Mondo ma nella storia. I vescovi sono una sorta di "mano armata", una garanzia di un certo tipo di potere (pensa a come la chiesa fu garante della fuga dei gerarchi nazisti come lo fu della "rivoluzione" alla Pancho Villa) e ovviamente il segno del suo dominio. Come ai tempi di Roma era la guarnigione. Non una presenza militare che fa la differenza, ma più un segno di una presenza che funziona da avamposto che regolamenta la colonia in modo molto "velato".

Ripeto, è un modello di potere che di fatto a dominato fino a ieri e che poggia su alcuni pilastri che sono venuti meno di fatto. Questa mentalità è talmente efficace e pervasiva che la viviamo senza rendercene conto. Ma la sua fine ci permetterà di rendercene conto meglio in futuro.


oriundo2006 hanno apprezzato
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