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E' morto Gianni De Michelis. Quando lo intervistai e mi disse che Mani Pulite si rivelò un golpe


Davide
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Arcadia
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De Michelis inedito. Un genio assoluto. Altro che discoteche e Mani Pulite .

Il Gianni De Michelis inedito, quello che non troverete sui giornali. Una fucina assoluta di idee che ha segnato una generazione.
di Antonio Amorosi

Con Paolo Zanca, ex dirigente socialista (tra le tante cariche ricoperte anche quella di consigliere regionale in Emilia Romagna) abbiamo parlato della figura politica e umana di Gianni De Michelis, scomparso da poche ore.

“Solo i minchioni ricordano De Michelis per Mani pulite, le discoteche e i socialisti della ‘Milano da bere’. Non abbiamo idea del ruolo che ha svolto per l’Italia nel mondo e nel Mediterraneo.
Era un veneziano di altri tempi. Un Doge vero per cultura ed apertura mentale che conosceva il mondo e lo viveva. Metteva sul piatto idee in grado di dare una prospettiva all’Italia nello scacchiere internazionale, quando ancora ci si masturbava con elucubrazioni mentali. Per dirle...è stato il primo ministro degli Esteri che conosceva l’inglese fluentemente”.

Ci racconti.
“Quando ci ragionavi ti si apriva il mondo davanti. Lo trovavi in ogni angolo del pianeta a parlare di strategie. L’ho visto con nonchalance a Roma discutere con una giornalista dell'Iran prima che avvenissero le trasformazioni profonde di quel Paese, così come a ragionare con un pool di esperti, dove i più modesti erano cattedratici universitari, su cosa sarebbe accaduto all’Africa se non avessimo preso contromisure per lo sviluppo di quei territori o volare negli Stati Uniti con delegazioni di cervelloni per porre ai governi Usa questioni strategiche sul petrolio, alla pari. Approfondiva ogni particolare. Aveva una visione anni luce avanti. Nell’85 mi disse: ‘o noi sviluppiamo l’Africa in un certo modo o sarà un disastro e la gente arriverà anche a nuoto’. E’ sempre stato molto interessato a capire chi era diverso da lui.”

Cosa ha fatto per l’Italia?
“Beh, non abbiamo idea del ruolo che ha svolto per l’Italia, ad esempio nel Mediterraneo. Se noi siamo ancora in Libia lo dobbiamo ai buoni rapporti che lui aveva con Giallud, il capo delle comunità berbere, quando quei pazzi di americani e inglesi bombardarono la Libia. L’ultima immagine di persona me la ricordo lì. Dovevamo vederci ma non riuscivamo ad incrociarci. Non era più ministro ma era presidente dell’Ipalmo, un istituto finanziato dal ministero degli Esteri. A un certo punto lo vedo apparire in tv a Napoli ad un convegno organizzato dall’Ipalmo dove c’era il ministro degli Esteri di Berlusconi Frattini, lui e Giallud. I berberi si erano presi la responsabilità di cacciare definitamente Gheddafi e di accordarsi con noi”.

E che le disse De Michelis?
“Era fanciullesco. Mi disse: ‘sai con Giallud siamo amici da sempre. Con Bettino e lui andavamo a donne insieme’. Una delle cose più divertenti è stata quando nel 2011 uscivano le storie del Bunga bunga di Berlusconi e mi ricordo disse ‘hai visto? E noi eravamo i puttanieri!? Eravamo degli angioletti a confronto’. Si rideva”.

Quale era la sua forza?
“Avere una visione. Pensare il futuro. Tu governi non solo per gestire il presente ma per governare il futuro. Cosa che in questo Paese nessuno fa più da 25 anni. Ed è devastante. Una visione... quella che manca oggi a questo Paese che continua a farsi le pippe su quattro migranti, su chi chiude i porti o sul fascismo che diventa un tema d’attualità. Il fascismo tema d’attualità? Mentre il mondo sta cambiando a velocità pazzesca perché miliardi di persone cercano di cambiare la propria condizione e per una rivoluzione tecnologia in atto così imponente da fare impallidire quella che abbiamo visto finora. Siccome non hanno un c...o da dire né a destra né a sinistra ritirano fuori queste loro tare genetiche, parlando di fascismo, nazismo o comunismo. Mentre si decidono le sorti del mondo noi ci occupiamo del fascismo come tema di attualità!? Solo un mentecatto può pensarlo”.

Beh, come darle torto…
“Zingaretti cosa ha detto? Che l’Unione Sovietica ha permesso la crescita dei movimenti democratici. E’ sconfortante. Ricordo in quegli anni il movimento per la Pace fiancheggiato dai comunisti e contro i socialisti ma che era a favore dei missili sovietici in Europa. Erano anche allora per la pace eterna (ride)”.

Un’immagine secca del politico?
“L’ho impressa nella mente. Dovevamo vederci. Era un tipo molto alla mano e particolarmente socievole. Mi disse “vienimi a trovare all’isola di San Daniele a Venezia”, il vecchio lebbrosario. Arrivo e c’era un un convegno internazionale organizzato dalla fondazione Mattei con i più grandi investitori del mondo di medio e lungo termine. C’erano americani, francesi, tedeschi, inglesi, cinesi e tutti venivano a omaggiare Gianni De Michelis. Era un vulcano”.

Una mente eclettica…
“Era in prima fila a capire gli assetti geostrategici ancora prima della caduta del Muro di Berlino, nell’università a cercare di comprendere cosa pensassero gli studenti della prima Guerra del Golfo, per pura curiosità. Era frenetico. Con la stessa esuberanza e passionalità trattava gli amici o problemi complessi come la dissoluzione dell’Unione Sovietica e la firma del Trattato di Maastricht. Fu il primo in assoluto che capì cosa volesse dire Cina. Il primo che parlò all’industria italiana di cosa fosse il mercato cinese e ci portò lì”.

E dell’Italia delle tangenti che mi dice?“
Era la soglia fisiologica. De Michelis stava ad un livello di analisi tale da comprendere che quello fosse un contro effetto inevitabile. Ma nessuno di quella generazione, se non in casi davvero marginali (i furbi ci sono sempre) è stato incriminato per essersi messo dei soldi in tasca per sé o ha vissuto, dopo la politica, in mega ville o con tenori di vita altisonanti. Oggi invece c’è gente che prende tangenti da 20.000 euro, 10.000, 5.000 euro. Ma di che stiamo parlando? Di che gente parliamo? E’ diventato il taglieggiamento diffuso del ragioniere, del geometrino che deve darti il permesso. Gianni era uno degli uomini più intelligenti di una generazione di riformisti che ha cambiato questo Paese. Una classe dirigente che l’Italia non ha più. Sono addolorato. Ora voglio solo capire come andare al funerale”

http://www.affaritaliani.it/cronache/de-michelis-inedito-un-genio-assoluto-altro-che-discoteche-mani-pulite-604190.html?refresh_ce


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