Ecco fatto, Umberto Eco ci è ricascato...
Erano gli anni in cui Internet andava a pedali, ed erano sbarcati questi Soloni prezzolati dalle grandi aziende per occupare i portali che si sarebbero rivelati una delle più tragiche bolle finanziarie italiane. Vagavano anche i primi furbacchioni che ti mandavano mail tipo: aiutami a trovare... e ti chiedevano le frasi stupide dal medico, le battute da bar, i manifesti taroccati della campagna elettorale di Berlusconi, salvo poi trovartele in libreria con tanto di copyright a favore del bellimbusto. Alla Luttazzi e la sua palestra-Feltrinelli, per intenderci, o ai campionissimi per antonomasia, quel Gino e Michele con le formiche e Umberto Eco e Bartezzaghi con Sfiga all’Ok Corral, una serie di variazioni su vari temi, dai film ai proverbi, ecc. (una sintesi la trovate qui: http://www.eseresi.it/scherzi_giochi/gioco_titoli.htm )
Poi vennero i copioni, quelli veri. Gian Antonio Stella su due suoi libri mette due piccolissime cose mie, un peccato veniale, perdonabilissimo, visto che i danè li ha fatti col suo talento. Peccato grave invece quello di avermi scritto che lui non ne sapeva niente perchè non naviga sul Web, roba da far diventare rossi i fogli dei suoi libri perchè si vede lontano un kilometro il lavoro di ricerca fatto magari da qualche suo schiavetto...
Ci andarono giù pesante invece Sgarbi con una dispensa Fabbri sul Botticelli, Chris Anderson Il direttore di Wired che faceva copia/incolla da Wikipedia per scrivere il suo ultimo libro “Free“, Galimberti che copiò dalla sua allieva Sessa per il suo “Ospite inquietante” nonchè un saggio su Heidegger, Saramago e Augias scoperti proprio da quell’Internet che volevano gabbare.
Sembrava che dopo questi polveroni la cosa si acquietasse (salvo il recentissimo Luttazzi) quando eccoti che questa settimana se ne torna Umberto Eco sul luogo del delitto e promuove un nuovo libro in uscita sempre per Enaudi con una serie di rovesciamenti di luoghi comuni divertenti ma rubacchiati da un blogger, certo AIFb, prefazione di Bartezzaghi. a dimostrazione che cambia il mezzo ma i ladruncoli del Web non muoiono mai...
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/una-volta-qui-era-tutta-citta/2130631
ALDO VINCENT
http://www.facebook.com/aldo.vincent
ma quanto sarà sprovveduto l'Umberto, quello di quella nobile setta detta la rosa rossa, quella che lascia una bella scia di sangue..
http://paolofranceschetti.blogspot.com/2010/06/il-nome-della-rosa-e-i-misteri-della.html
Ho corretto Garimberti in Galimberti. Comunque Galimberti è un grande, indipendentemente da alcune polemiche.
Vorrei far riferimento a quello che forse verrà ricordato come il più grande scrittore del XX secolo, Jorge Luis Borges, che si spinge a sostenere il plagio illimitato, l'uso delle citazione esteso al massimo grado, fino ad appropriarsi dell'opera di un precursore.
Uno studioso di Borges si interroga:
se assumiamo con Borges che "ogni scrittore crea i suoi precursori", come è possibile commettere un plagio?
www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv020204.pdf
Gia', Galimberti, come mai non ci sono mai sue considerazioni su CDC?
Sul web si trovano anche sue intervista radiofoniche, difficilmente l'allieva Sessa gli stava suggerendo all'orecchio.
Anzi, perche' non mettere anche uno scritto della stessa Sessa?
Da quel che ho capito di Eco, e' uno pieno di precursori. Cosa sarebbe Eco senza lasciargli consultare i precursori? Siano essi su carta antica o sul web.
Anche in campo scientifico si trovano quasi sempre dei precursori, a volte addirittura inconsapevoli.
Succede perfino di trovare dei precursori un po' strani, in quanto contemporanei. Per dirne una che tutti dovrebbero sapere ma di cui in realta' ben pochi sono a conoscenza: la famosa teoria della relativita' ristretta venne pubblicata ufficialmente si' nel 1905. Ma furono in due a pubblicarla: uno, lo sappiamo tutti, era il futuro amante per due giorni della Marilyn. JFK? No, Einstein! L'altro era il forse piu' geniale, sicuramente piu' eclettico Poincare'. Troppo vecchio per divenire in seguito amante della Marilyn.
Concludo citando altri due famosi casi di plagio:
- il capitano del Titanic non fece che copiare le gesta di un capitano cartaceo che aveva affondato un bastimento di nome Titanic
- l'Apollo-11. Siamo schietti. E' una gran scopiazzata da Jules Verne, con qualche piccola modifica tecnica per adeguarsi ai tempi.
Buona estate, possibilmente al fresco.
Post-moderno, Eco postumo di sé stesso.
Calma ragazzi,
non spostiamo il baricentro del discorso.
Sono certo che è colpa mia e del fatto che da un po' di tempo scrivo Roma e la gente capisce Toma. Colpa mia certamente.
Guaraldi ha messo in giro il mio ultimo libro sulla comunicazione: QUESTO NON E' UN LIBRO Il McLuhan spiegato 40 anni dopo. Dentro c'è tutto il McLuhan, e cosa dovrebbe farmi, impiccarmi? Lui stesso, nel suo GALASSIA GUTEMBERG avrà scritto una dozzina di pagine, tutto il resto sono pezzi di letteratura con cui lui dimostra le sue teorie. Cosa dovrebbero fargli?
E cosa dovrebbero fare a tutti noi i Fenici di cui usiamo ogni giorno i caratteri fonetici?
La questione, se mi permettete, è un'altra.
Qui c'è un luogo letterario (oddio letterario è una parola grossa ma specificare meglio è complesso, chiamiamolo così) che viene considerato fino a prova contraria PUBBLICO DOMINIO, un campo cioè che sta tra l'auditivo della parola e il visivo della stampa dove le cose che si scrivono si linkano, si copiano si archiviano e questo per il bene di tutti e soprattutto del mezzo.
Qui si discute di furbacchioni che passano come ladruncoli ma che sono ladroni, che prendono gratis dal Web e lo trasportano su carta dove qualche secolo fa la Corona Inglese si inventò il Copyright per trarre profitto anche dal pensiero umano e non solo ci guadagnano sopra, ma addirittura mandano lettere di diffida perchè quando la parola dal Web passa all’editore poi il proprietario letterario non sei più tu.
Gli esempi si sprecano, cito solo un tal Bernardini dche mandò in giro mail dicendo oh che bei tarocchi dei manifesti di Berlusconi in campagna elettorale. Perchè non li aggreghiamo tutti in un solo blog. Detto fatto, ma dopo qualche tempo ricevetti (suppongo ricevemmo tutti) una lettera di Murgia editore che ci diceva che poichè i tarocchi erano diventati un libro, non potevamo più usare le immagini. Ma se questi tarocchi sono (anche) miei? Non importa, perchè ora sono sotto proprietà letteraria.
Questa cosa è andata avanti per un pezzo, e si è troncata solamente quando autori che avevano pubblicato su carta e quindi sul Web, si accorsero che Sgarbi, Augias, Garimberti e Saramago gli avevano fottuto pezzi del loro lavoro. Fino a quel momento non era successo nulla e tutti si erano precipitati in questa miniera a cielo aperto che è il Web a prendere a piene mani per poi pubblicare.
Umberto Eco, uno dei primi intellettuali a pagamento –insieme a Riotta, Bartezzaghi, Colombo ecc. – fu uno dei primi ad approdare sul Web con un Blog, spillando fior di quattrini alle grandi aziende che volevano occupare il Web attraverso i portali. Non contento fu uno dei primi a rubare dal Web per portare su Einaudi (di cui è consulente letterario, cioè sceglie i titoli) il suo Sfiga all’OK Corral.
Ora ci riprova, stesse modalità stessi furti. Per un semiologo di fama come lui, la cosa non mi è affatto simpatica.
E l’ho fatto notare.
Punto.
ALDO VINCENT