I fatti sono di ieri, Domenica 21 Agosto:
Piacenza, la violenza sessuale in strada del richiedente asilo: immagini forti
Siamo all'alba, intorno alle 6 di mattina, in via Scalabrini, zona semi-centrale della città emiliana. Un richiedente asilo africano, originario della Guinea, si è accanito contro una donna di nazionalità ucraina, con vari atti di violenza. Chi lo ha ripreso con lo smartphone ha poi avvertito la polizia ...
Subito la notizia viene attenzionata da vari personaggi pubblici e caricata di specifici significati; in particolare Giorgia Meloni pubblica sdegnata il video dell'aggressione, alquanto esplicito, ripreso dal testimone che ha chiamato la polizia.
Questo ha provocato la reazione sdegnata di Enrico Letta, che così si è espresso:
Faccio un appello a tutti perché tutti stiamo dentro i limiti della dignità e della decenza. Il video postato da Giorgia Meloni su uno stupro è un video indecente e indecoroso ...
Reazione che a sua volta ha suscitato lo sdegno di altri commentatori. In questa competizione a chi si sdegna di più riusciamo ad intravedere il tremendo trilemma in cui il segretario del PolCor, in evidente conflitto di narrazioni, si è venuto a trovare:
1) siccome la vittima è una donna si dovrebbe scatenare il consueto coro di lagnanze contro il maschio violento e sopraffattore, sguinzagliare le Erinni di 'nonunadimeno' contro patriarcato e virilità tossica, aggiornare la conta dei femminicidi, etc.
2) ma il carnefice non partecipa del privilegio bianco, e quindi è specie protetta; anzi, lo stupratore è bello nero, e quindi non si può proprio accusarlo, ché diventa razzismo, pregiudizio contro una minoranza storicamente oppressa, BLM, la schiavitù, il cotone, etc.
3) ma la vittima è ucraina e perciò, temporaneamente, di una specie protetta nella specie protetta perché doppiamente vittima: come profuga di guerra e come donna stuprata, e quindi si dovrebbe strillare tutto il proprio sdegno e proporre leggi liberticide contro il vile maschio italico.
Dall'esito di questa interessante querelle potremo stilare una preziosa, seppur provvisoria, gerarchia vittimologica; e capire se per ambire al terzo posto conti più non essere maschio o non essere bianco.
Io scommetto sulla seconda ipotesi.