M5s. C'era una volta la Rai "fogna". Adesso il capo del Movimento è tra i tre protagonisti delle serate speciali prima delle elezioni in barba alla par condicio. E caccia l'ultimo consigliere regionale emiliano
La Rai è una fogna, i giornalisti del Tg1 sono servi e devono stare attenti, Bruno Vespa è il conduttore più fazioso che c’è. Questo (e molto altro) diceva Beppe Grillo, che lunedì 19 maggio, all’inizio cioè dell’ultima settimana di campagna elettorale per le europee, si accomoderà sulla poltrona di Porta a Porta. Di fronte a lui Vespa e il direttore del Tg1 Orfeo, in una puntata che non potrà andare in onda in diretta in prima serata perché la commissione di vigilanza parlamentare è risucita a dire che sarebbe stata una violazione eccessiva della par condicio. L’intenzione di Vespa, già vincitore del «microfono di legno» assegnato dal Movimento 5 Stelle, era quella di ritagliare tre puntate speciali su Grillo, Renzi e Berlusconi nell’orario di massimo ascolto. Ha dovuto spostarle alla seconda serata, e dovrà trovare uno spazio per gli altri partiti che però, anticipa, «sarà ragionevolmente proporzionato alla forza parlamentare dei singoli soggetti».
L’originario «consiglio» ai militanti di non partecipare ai talk-show doveva diventare un «divieto», si è trasformato invece nel suo contrario. Da tempo, e così oggi, pomeriggio domenicale, prima Rai tre poi Rai uno ospiteranno i deputati grillini Di Battista e Di Maio. Poi toccherà a Grillo tornare negli studi televisivi Rai, dopo essere comparso a settembre in un sit in a viale Mazzini che protestava contro la dirigenza della tv di stato. Allora fu ricevuto dal direttore generale Gubitosi, assieme al presidente della commissione parlamentare di vigilanza che è il grillino Fico. Stavolta a protestare contro la violazione della par condicio saranno gli altri, Verdi e lista Tsipras in testa.
Nel frattempo Grillo ieri è tornato per un comizio a Bologna, città nella quale nel 2007 con il primo V-day cominciò la sua avventura politica. Allora — ma l’evento era stato lungamente preparato — erano in 40mila, ieri un paio di migliaia. E proprio in Emilia Romagna, tra le culle del movimento grillino sin dal tempo dei primi meet-up, il Movimento 5 Stelle continua a incontrare difficoltà. Tant’è che anche il consigliere M5S regionale «residuo» (il primo, Giovanni Favia, è stato espulso da tempo), Andrea Defranceschi, è finito fuori dal movimento. «Sospeso», spiega il blog — anche se per il deputato Di Battista è stato «sbattuto fuori». La Corte dei Conti lo ha trattato non diversamente dagli altri consiglieri regionali finiti nei guai per l’uso disinvolto dei fondi pubblici, e gli ha chiesto il rimborso di 22mila euro usati per pagare due collaboratori. Defranceschi ha detto di poter spiegare tutto, ha annunciato ricorso al Tar, ma non si è fatto vedere al comizio bolognese. Dove Grillolo ha accusato di aver «commesso una sciocchezza», ma comunque «un illecito e non un reato penale» e dunque «se è innocente ce lo riprenderemo». Intanto nessun problema ad avere sul palco Marco Affronte, uno dei collaboratori del gruppo regionale emiliano pagato con i fondi che Defranceschi deve restituire. È il candidato capolista del Movimento 5 Stelle nel Nord Est.
Domenico Cirillo
Fonre: www.ilmanifesto.it
10.05.2014
Ma smettetela, gauchistes au caviar!
Ma smettetela, gauchistes au caviar!
smettetela cosa? E' vero o non è vero che fino a due settimane fa Grillo ne diceva di tutti i colori sulla RAI, e adesso ha smesso, guarda caso, quando fa il suo ingresso nel salotto "buono" di Vespa?
Che articolo imbecille!
Ma smettetela, gauchistes au caviar!
smettetela cosa? E' vero o non è vero che fino a due settimane fa Grillo ne diceva di tutti i colori sulla RAI, e adesso ha smesso, guarda caso, quando fa il suo ingresso nel salotto "buono" di Vespa?
capire che cosa sti dicendo Grillo è una impresa non da poco, ma dire tutto e il contrario di tutto non è da tutti
Grillo ha mentito. Per mesi il comico ha ripetuto che gli attivisti non dovevano partecipare ai talk show. Lo ha scritto anche sul suo blog il 31 ottobre 2012, nel post intitolato “Il talk show ti uccide, digli di smettere”, che ha portato poi all’espulsione di Federica Salsi e Giovanni Favia accusati di aver partecipato a trasmissioni televisive. Lo aveva scritto con chiarezza anche nel post pubblicato l’8 maggio 2012: “Se il MoVimento 5 Stelle avesse scelto la televisione per affermarsi, oggi sarebbe allo zero qualcosa per cento. Partecipare ai talk show fa perdere voti e credibilità non solo ai presenti, ma all’intero MoVimento. Nei talk show il dibattito avviene con conduttori di lungo corso e con le mummie solidificate dei partiti. C’è l’omologazione con il passato. Che senso ha confrontarsi con Veltroni o con Gasparri in prima serata? Più che spiegarlo e ribadirlo non posso fare. Comunque chi partecipa ai talk show deve sapere che d’ora in poi farà una scelta di campo”. Infine, durante lo Tsunami tour, aveva precisato: “Non ho detto di non andare tv, ma di non andare nei talk show”.
Invece Grillo nel 2011 aveva detto agli attivisti del M5S – pubblicamente e proprio in compagnia di Giovanni Favia – di andare nei talk show. Nel video (sotto) che ho rintracciato su You Tube, pubblicato il 23 marzo 2011, il comico genovese al minuto 2.36 dice: “Quindi vi porteranno nei talk show. Andateci decisi. Quindi, belle cose dette. Quando vi fanno delle domande scorrette, voi parlate alla gente che è a casa. Quattro parole, benissimo. S’impara”. Poi prosegue elogiando Valentino Tavolazzi, l’altro esponente del M5S poi espulso: “Voi avete qua uno dei più grandi city manager che ci sono oggi in Italia, che è Tavolazzi. Se avete problemi di interpretare un bilancio, di vedere cosa c’è, è il massimo esperto che c’è oggi”.
Nei giorni scorsi Grillo aveva poi annunciato con un video su Facebook di voler tornare in tv, su Sky, ma ha cambiato idee nelle ultime ore. Nel suo video su Facebook diceva: “Sono in televisione. La facciamo, la facciamo l’ultima settimana su Sky. Comunque la televisione non è più il mezzo. Chi va in televisione perde voti. Chi va in televisione si gioca il proprio futuro. Non pensiate che andare in televisione sia il mezzo per essere eletti e prendere voti. E’ esattamente il contrario. Io lo faccio perché me l’avete talmente menato, ma talmenbte menato, che devo andarci”.
Molti attivisti del M5S si sono chiesti: se dunque la tv non è più il mezzo, perché Grillo ora ci va? Se fa perdere voti, perché annuncia di ritornarci a pochi giorni dalle elezioni? E se chi va in televisione si gioca il proprio futuro, perché ora lui espone a questo rischio il Movimento 5 Stelle? Sono forse queste contraddizioni circolate in Rete che hanno fatto poi decidere a Grillo di non andare più su Sky?
Lo stesso giorno in cui il comico annunciava il ritorno in tv, Giancarlo Cancelleri, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Sicilia, pubblicava proprio su Facebook lo spot dei grillini intitolato: “Spegni la tv, accendi la testa” e l’incoerenza si è resa subito evidente. La verità è che siamo di fronte a una scelta “opportunista”, ha dichiato Federica Salsi a Repubblica Tv, evidenziando poi che “Grillo cambia spesso idea”.
Dunque Grillo dice e si contraddice, e forse cambia le regole in corsa mettendo alla porta gli attivisti del M5S che alzano la testa ed esprimono la propria opinione, come nel caso di Favia e Salsi. E’ un metodo che non approvo, come ho scritto in questo post. Ed è evidente quindi che, dopo le elezioni politiche del 2013, trascorsi alcuni mesi per smaltire l’euforia della vittoria dei grillini, ritornerà il problema della democrazia interna, nel tentativo di gestire un centinaio di parlamentari con un metodo verticistico, dove uno vale più degli altri.
17 febbraio 2013
Sono stati gli stessi attivisti 5stelle a chiedere a gran voce una maggiore presenza sui media tradizionali. Grillo era inizialmente contrario.