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I cinesi di Prato che lavorano giorno e notte

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Tao
 Tao
Illustrious Member
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I cinesi di Prato che lavorano giorno e notte ormai dettano legge sul marchio made in Italy

I cinesi rifanno il marchio della moda "Made in Italy": hanno trasformato Prato in una capitale manifatturiera di fascia bassa, indebolendo la capacità dell'Italia di commercializzare i propri prodotti esclusivamente come capi d'alta gamma. E' quanto scrive il New York Times, in un reportage sul caso Prato pubblicato oggi in prima pagina e in apertura del suo sito web.
L'ampio servizio di Rachel Donadio punta i riflettori su un fenomeno che alimenta risentimento nella cittadina toscana e ha visto di recente un aumento dei controlli della polizia nelle imprese degli immigrati cinesi.

Prato «ospita oggi la più grande concentrazione di cinesi in Europa – alcuni sono legali, molti di più non lo sono», scrive il Nyt. I lavoratori cinesi «lavorano giorno e notte in 3.200 imprese fabbricando vestiti, scarpe e accessori di fascia bassa, spesso con materiali importati dalla Cina, per venderli a metà prezzo a dettaglianti di fascia bassa nel mondo intero». Ciò è stato favorito dal fatto che in Italia ci sono «istituzioni deboli e alta tolleranza per chi infrange le regole», osserva il quotidiano statunitense. Così i cinesi hanno offuscato la distinzione tra "Made in China" e "Made in Italy". Ma quello che più irrita gli italiani è che i cinesi «li battono al loro stesso gioco, l'evasione fiscale e i modi brillanti per navigare attraverso la complessa burocrazia italiana, e hanno creato un nuovo fiorente settore, anche se in gran parte sommerso, mentre molte aziende pratesi non ce la fanno».

E' l'ascesa del "pronto moda". I cinesi di Prato mandano in Cina, secondo la Banca d'Italia, 1,5 milioni di dollari al giorno, in gran parte proveniente dal settore del tessile e dell'abbigliamento. Utili di quelle dimensioni – si legge - non compaiono nelle dichiarazioni fiscali. Secondo alcuni funzionari locali, i cinesi preferiscono rimpatriare gli utili invece di investirli in loco. Le autorità – continua il quotidiano - dicono anche che la criminalità organizzata cinese e probabilmente italiana è in aumento, non solo per quanto riguarda le importazioni tessili illegali, ma anche il traffico di persone, le scommesse e il riciclaggio.

«Il resto dell'Italia guarda con attenzione» quello che succede a Prato, nota il Nyt.
Le tensioni sono aumentate: questa primavera le autorità hanno intensificato le incursioni nei laboratori che usano manodopera illegale, in giugno sono state controllate 100 aziende e arrestate 24 persone.

Il distretto di Prato sarà sull'agenda del Primo Ministro cinese Wen Jiabao, quando visiterà Roma in ottobre. Nel settore dell'abbigliamento, il numero di imprese italiane registrate a Prato si è dimezzato dal 2001 ora sono poco meno di 3.000. Duecento in meno di quelle di proprietà di cinesi. Prato, che un tempo era un importante produttore ed esportatore di tessuti, ora rappresenta il 27% delle importazioni tessili italiane dalla Cina. Su una popolazione totale di 187mila persone, Prato conta 11.500 immigrati cinesi legali, ma secondo le stime la città ha altri 25mila immigrati clandestini, in maggioranza cinesi.

Il cuore del "pronto moda" è nell'area industriale di Macrolotto, piena di grossisti cinesi. Rivenditori al dettaglio provenienti da tutta Europa riempiono i furgoni di abbigliamento "Made in Italy" per rivenderlo nel loro paese con un forte margine di guadagno. «Comprano in quantità relativamente piccole approfittando delle frontiere fluide dell'Unione europea e la maggioranza di loro evita di pagare dazi d'importazione».
Tra le imprese che lavorano a Prato il Nyt cita la Luma, fondata nel 1998, che produce "on demand": il titolare, Li Zhang said, afferma di avere esportato vestiti in 30 paesi, compresi Cina, Messico, Venezuela, Giordania e Libano. Ha venduto I suoi prodotti a Piazza Italia e a grossisti che hanno poi venduto a Zara, Mango, Top Shop e Guess.

Nel 2009, per la prima volta nel dopoguerra Prato ha eletto un sindaco di destra, Roberto Cenni. La sua campagna, nota il quotidiano, si è basata sulle paure dell'invasione cinese.
Il sindaco ha intensificato i raid verso le imprese cinesi. Nella prima metà di quest'anno, le autorità hanno fatto blitz in 154 imprese di proprietà cinese. Vari funzionari dell'ufficio immigrazione della polizia di Prato sono stato arrestati con l'accusa di avere preso tangenti in cambio di permessi di soggiorno.

Secondo Andrea Frattani, assessore al welfare della precedente amministrazione di centrosinistra, a Prato si sta assistendo a una "precisa strategia" del governo cinese di creare un punto d'appoggio economico in Europa. Alla domanda se sia così, l'ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, ha risposto di avere inviato dei consulenti a indagare e che la questione di Prato non dovrebbe avere impatto sulla cooperazione tra i due paesi.

Elysa Fazzino
Fonte: www.ilsole24ore.com
Link: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-09-13/cinesi-prato-lavorano-giorno-135451.shtml?uuid=AYOdpYPC
13.09.2010


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dana74
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confermo pienamente, basta andare nel Macrolotto, la zona industriale pratese o a Brozzi di Campi Bisenzio, potete constatare di persona camion carichi e pagamenti in busta senza fatturazione.

ps carino come ilsole ne parli perché il NYT dedica un articolo, eppure...

aggiungo che cmq non ci si può lamentare se i cinesi a prato ed ovunque in italia fabbricano ed etichettano con Made in Italy, sono le regole che autorizzano a farlo.
Se loro insediano una fabbrica qui, ne hanno diritto.

L'articolo manca di analisi critica a tutto il contesto, ovvero se il "caso Prato" si è venuto a creare è perché a livello globale i governi si sono adeguati (per forza, sennò vengono despodestati con le buone o cattive) al volere del turbocapitalismo e globalizzazione, legiferando per consentire e favorire tutto questo.

Avere "in casa" aziende che operano alla cinese, significa fare dumping, ma loro rimangono sul mercato, i pratesi a casa, fino a pignoramento per insolvenza.


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Maria Stella
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Questo giochino cinese a Prato va avanti non dal 2001, bensì ne ho avuto conoscenza e ne ho parlato con grandi sarti e piccoli produttori già negli anni tra il 75/80. I cinesi nascosti negli scantinati erano intoccabili, avevano padrini nella malavita, come racconta dicono Saviano, ma avevano anche precisi padrini politici , nel solito abbraccio che tutti unisce , in una precisa area politica che ha sempre trovato in toscana il suo humus. Tutto questo già da allora ha portato alla rovina famiglie e ditte italiane. Non dò nessuna colpa ai cinesi. Il cancro è in Italia. Chi ci racconta che il giochino cinese è dal 2001 credo o che sia disinformato o che gli faccia buon gioco non fare sapere chi e cosa è stato alla origine della distruzione di una fetta enorme del nostro artigianato nella moda , e quali interessi si annodassero con il mondo dei tessuti. In ogni caso una brutta storia di avida grettezza e di tradimento del proprio Paese e dei suoi interessi. Qualunque sia il presente di Prato, affonda le sue radici nel passato ed in errori quanto meno, se non tradimenti come credo io. Io uno sguardo a Firenze , alla Firenze ed agli interessi che lì fiorivano all'epoca, lo darei.
Se fossi un Pratese che ha visto sfuggire risorse, morire aziende , suicidarsi magari brava gente , se sono vere le eco che arrivavano a Roma, una occhiatina da quelle parti, hai visto mai fosse rimasta qualche traccia, ma è passato tanto tempo, questo è vero.L'errore è stato allora di chi non ha parlato e si è limitato a cercare di galleggiare, senza capire che bolliva in pentola:la distruzione della moda Italiana, voluta cercata, sognata. Sottarre ad un Paese una ricchezza, una lotta commerciale come tante, come quella che ci ha sottratto larghe fette di agricoltura. Lotte commerciali contro il Bel Paese? Non proprio, lotte commerciali facilitate da vermi striscianti nel bel paese , questo si, e quindi facili nell'italia ventre molle dell'europa . Anche per questo prendersela con i cinesi non ha nessun senso, ha ragione Dana, hanno trovato un varco aperto, lasciato dagli italiani per molti e complessi motivi, anche culturali,e ne hanno approfittato. Altri hanno fatto di peggio contro il Bel paese quando hanno fatto franare un intero comparto per motivi che si indovina essere abietti. Il presente, tutto quello che stiamo vivendo, trova radici ( marce ) nel nostro passato , e nemmeno hanno il buon senso di tacere!!


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grillone
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negli anni 80 i cinesi a prato erano gia un problema 😕 tutti si sono girati dall'altra parte, e questo è il risultato 😡


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Maria Stella
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erano in ballo grossi interessi e per diversi soggetti. Il minimo comune denominatore gli Italiani che hanno favorito soggetti esterni al Paese, tolta l malavita dalla quale non ti puoi aspettare senso di lealtà verso il Paese, ci sono colpevoli miserevoli, anime nere che hanno sulla coscienza la rovina di un comparto e di migliaia di famiglie di onesti lavoratori. Non tutti si sono girati dall'altra parte, ma certo non gli è andata bene, nemmeno un po' , ripeto il cancro è in italia ed è un nodo gordiano , inutile girarci intorno, solo un taglio netto senza se e senza ma ci potrebbe liberare, un nodo fatto di interessi malavitosi, politici , bancari, la poltiglia maleodorante ha sempre più o meno gli stessi ingredienti , non bisogna andare per forza al sud per trovare sta roba, ormai l'hanno capito anche i bambini e tacendolo non è che il cancro sparisce


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Maria Stella
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Per essere più chiari, se mai qualcuno avesse dubbi : si è , io credo scientemente, voluto abbattere il made in Italy, i cinesi sono stato il mezzo forse, ma la mente o comunque le responsabilità vengono da lontano dagli anni 70, fino a raggiungerr il perfezionamento più o meno negli anni 80. L'Alta moda a Roma fu messa in ginocchio, probabilmente approfittando sapientemente delle divisioni nell'ambiente in cui, come ogni dove, i colpi bassi non mancarono e la stolida cecità di alcuni, l'ignoranza inconsapevole di altri ha favorito una lotta commerciale che ha provocato disastri in migliaia e migliaia di famiglie, oltre che al Paese tutto. Non credo sarebbe tanto difficile sesi volesse fare pulizia, trovare i responsabili e capire i motivi e trovare "utente/i finale" di questa schifosa operazione fuori del Paese. Ma quelli che vorrei poter conoscere per potergli esprimere il mio disprezzo, se ancora in vita, sono quelli che godono di cittadinanza italiana, italiani sulla carta, italiani di nascita ma di testa dei senza terra.. pirati anche se definirli pirati o banditi sarebbe troppo onore. E magari son tra quelli che pontificano di moralità, di esser l'italia pulita e cretinate simili


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Anonymous
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"Le autorità – continua il quotidiano - dicono anche che la criminalità organizzata cinese e probabilmente italiana è in aumento, non solo per quanto riguarda le importazioni tessili illegali, ma anche il traffico di persone, le scommesse e il riciclaggio. "

Alla salute della lotta alla mala vita attuata dal nostro governo...


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dana74
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"Le autorità – continua il quotidiano - dicono anche che la criminalità organizzata cinese e probabilmente italiana è in aumento, non solo per quanto riguarda le importazioni tessili illegali, ma anche il traffico di persone, le scommesse e il riciclaggio. "

Alla salute della lotta alla mala vita attuata dal nostro governo...

come al solito centri sempre il punto.
Il ns governo al massimo combatte le cosche avversarie, come il PD ha le sue cosche di riferimento che in Toscana regione rossa da tempo immemore tutela.

Come Marista con pazienza ha sottolineato c'è una stragegia dietro ben più ampia del gov in carica o passato, lo sò è più facile far finta sia tutta colpa del governo ed il resto non c'entra nulla come vivessimo su Marte.


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pietroancona
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questo sistema criminale schiavistico di Prato non si sarebbe mai potuto organizzare e sviluppare in questi anni se non fosse funzionale ad interessi della imprenditoria pratese.

Chi ha venduto o ceduto centinaia o addirittura migliaia di capannoni?

Chi compra, commercia, commissione la produzione realizzata da diecine di migliaia di schiavi?

Perchè non cambia niente?


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Maria Stella
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@ Ancona

Tu si che sai fare centro! Eh già i Pratesi sono stati felicissimi di aver già negli anni 80 le banche che senza motivo apparente gli bloccavano il credito, sono stati felici di vedersi togliere dalle banche le case e i laboratori mentre guarda caso i sindacati battevano come ossessi e facevano scioperare i lavoranti a ridosso delle consegne e delle manifestazioni di Alta moda, e guarda caso, a quel punto arrivavano gli usurai e , sempre per caso, i beni andavano alla malavita oppure con aste al ribasso, grazie alle banche.. sempre alla malavita. ops1 che coincidenza buggerona, migliaia di famiglie per strada, migliaia di poveri operai che non avevano capito una mazza di niente per strada... tessuti che arrivavano in ritardo anche se pagati, scioperi, banche che senza spiegare ritiravano i fidi, rovina dell'alta moda che sarebbe schiattata del tutto se di fretta e furia non si fosse fatto qualcosa .. a Milano, quanto li hanno odiati! hanno rovinato in parte la festa a qualcuno fuori del paese. Ma continuava nel paese fiorente un altro <ramo della schifezza italiana e per farla breve, tutto fu dovuto ad un "casuale congiungimento astrale tra puttanate sindacali, puttanate delle banche, puttanate di chi doveva assicurare i tessuti, puttante dei politici che divennero sordi alle richieste del comparto.. e te credo, cominciavano a capire che non avevano davvero più potere, si era aperta la porta di casa nottetempo a poteri forti..sindacati+ banche+ alcune forze politiche+ malavita. Bingo!

Ho visto grandi sarti piangere, ho visto famiglie di artigiani piangere il lavoro di una vita, ho saputo di suicidi, di cancri fulminanti, non scherzi Pietro Ancona con quello che non sa, lasci perdere , che vorrei esser credente per potere pregare un dio che condanni al fuoco eterno certa gentaglia e poterli veder bruciare tanto il danno e tanta la sofferenza che ho visto.

Imprenditoria pratese, lei come fa a chiederci

"Chi ha venduto o ceduto centinaia o addirittura migliaia di capannoni? "

Solo chi è abituato a ricevere un comodo stipendio al 27 del mese rodendosi di invidia per color che sono capaci di "fare" di creare e non solo di strappare due lire allo Stato tenendo il sedere sulla sedia, secondo me è capace di dire una simile assurdità, non la conosco, ma insomma, non mi cada dal pero!

Come se esser costretti a vendere il frutto di generazioni che si sono sfiancate sul lavoro, sia una gioia. Ci sono stati vecchi artigiani che ci sono morti di crepacuore! storia vecchia in questo paesacci di gentina invidiosa, di parassiti e sanguisughe, stori vecchia che ha fatto si che nonostante il genio italiano, restiamo sempre al palo, perchè il brutto male, il cancro, lo abbiamo in casa!!

A Prato è stato comesso più di un crimine. Punto e basta, non sono crimini cancellabili dietro la comoda etichetta: malavita. la malavita va dove la strada gli è facile e in quel caso chi lavorava nell'ambiente ha VISTO chi , e come ha permesso che il comparto crollasse, e chisa, forse qualcuno una occhiata per lo meno per darci la storia di una scempio , affinchè la gente italiana sappia come funzionano le cose e quanto deve stare con gli occhi aperti e quanto deve chiuder le oracchie a certi pifferi che suonano sempre la stessa musica che poi lipoerta laddova stanno i nostri operai, gli artigiani, le nostre piccole e medie imprese: nella merda, sono infatti i meno pagati, i più tassati, i più usurati grazie ad un sistema bancario che va come va, i più svenduti .. dopo anni di sciopero, cortei e proclami, non mi cada dal pero, ripeto che non parlo per sentito dire. Non esiste il delitto perfetto.

I pratesi non li hanno potuti ammazzare, stanno li. Non esiste il delitto perfetto. Le cattive azioni fanno la bava, come le lumache , basta volerla seguire.. troppo comodo fare ora la voce grossa contro cinesi e malavita, troppo comodo, solo dopo che un sindaco parrebbe averci messo mano.. troppo comodo!!


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Anonymous
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questo sistema criminale schiavistico di Prato non si sarebbe mai potuto organizzare e sviluppare in questi anni se non fosse funzionale ad interessi della imprenditoria pratese.

Chi ha venduto o ceduto centinaia o addirittura migliaia di capannoni?

Chi compra, commercia, commissione la produzione realizzata da diecine di migliaia di schiavi?

Perchè non cambia niente?

eh...


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Maria Stella
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@ wiki
leggiti il libro di Saviano. con attenzione, qualcosa la spiega e molto bene Non fate i saputi dando per vere le cavolate che vi hanno raccontato fin ora, che di cavolata in cavolata , guarda dove ci hanno portato , in nessun paese d'Europa si sta male come qui, in nessun paese si è avuto un irresponsabile sacco di risorse come qui, e in nessun paese ho mai trovato cittadini tanto all'oscuro dei propri diritti e disinformati come qui, tutti a pender dalle bocche dei soliti 4 farabutti, troppi al livello di ragazzetti di strada. vendere il cervello.. ma per due lire o peggio per bambineggiare.. solo in questo paese


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Anonymous
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"Le autorità – continua il quotidiano - dicono anche che la criminalità organizzata cinese e probabilmente italiana è in aumento, non solo per quanto riguarda le importazioni tessili illegali, ma anche il traffico di persone, le scommesse e il riciclaggio. "

Alla salute della lotta alla mala vita attuata dal nostro governo...

come al solito centri sempre il punto.
Il ns governo al massimo combatte le cosche avversarie, come il PD ha le sue cosche di riferimento che in Toscana regione rossa da tempo immemore tutela.

Come Marista con pazienza ha sottolineato c'è una stragegia dietro ben più ampia del gov in carica o passato, lo sò è più facile far finta sia tutta colpa del governo ed il resto non c'entra nulla come vivessimo su Marte.

ah è vero saranno i marziani responsabili di tutto ciò, oppure sarà responsabilità dell'euro o della CE, o della sovranità monetaria...SICURAMENTE NON DEL GOVERNO CHE NON COMBATTE L' ILLEGALITÀ...io per risolvere il problema allora proporrei di iniziare subito una guerra ai suddetti marziani...eh...sarebbe l'unica conclusione logica...


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dana74
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questo sistema criminale schiavistico di Prato non si sarebbe mai potuto organizzare e sviluppare in questi anni se non fosse funzionale ad interessi della imprenditoria pratese.

Chi ha venduto o ceduto centinaia o addirittura migliaia di capannoni?

Chi compra, commercia, commissione la produzione realizzata da diecine di migliaia di schiavi?

Perchè non cambia niente?

no mi dispiace Pietro ma molti pratesi è vero che hanno venduto capannoni e macchinari ma lo hanno fatto perché erano con l'acqua alla gola con le banche

Chi compra commercia etc rivolgiti ai marchi Prada Gucci etc, i negozianti pratesi comprano anche dai cinesi ma non li rivendono tre volte il loro prezzo come i grandi marchi

Piuttosto dove sono le autorità a controllare questi capannoni di cinesi?
Che fa la guardia di finanza?
Se al bar non prendi lo scontrino vieni multato ed a Prato son decenni che chiunque può entrare in questi capannoni e vedere da solo le condizioni di lavoro.
I sindacati a Prato che fanno?
Non vedono? Quando il titolare è cinese stan zitti?

L'imprenditoria pratese non mi pare ci abbia guadagnato un gran che visto quanti chiudono i battenti, di profitti ne fanno ben pochi.


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Eurasia
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mmmmhhhh... scusate ma l'imprenditoria pratese si è arricchita con il lavoro nero... mia sorella, sposata ad un pratese, lavorava in nero, a casa propria, per uno dei maglifici più grossi di Prato. Non vi dico il caos a casa sua (vi sto parlando delgli anni '70) ... maglie sparse in ogni angolo della casa... inevitabile anche per la sottoscritta, quando insieme ai miei genitori l'andavamo a trovare, collaborare al lavoro che consisteva nell'imbustamento dei capi. Stessa storia in qualunque altro quartiere di Prato dove non era difficile trovare la casalinga che rifiniva, piegava e imbustava capi d'abbigliamento. Suvvia ... il marcio c'era già prima... e i cinesi dove c'è caos ci sguazzano. Mica sono andati in Francia o in Germania... ma in Italia... non si sono inventati proprio nulla... l'unica differenza è che a fare il lavoro nero prima c'erano le casalinghe pratesi ora invece i cinesi.


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