Salento, dal verde al nero. La denuncia di nove immigrati tunisini e senegalesi: al lavoro nei cantieri del fotovoltaico dalle 7 di mattina alle 19 di sera, domenica compresa, per appena 400 euro al mese. Con contratti rinnovati mensilmente. Dalla raccolta dei pomodori nelle campagne del foggiano al nuovo business delle energie rinnovabili nel leccese, si emerge una nuova forma di sfruttamento dei migranti
Schiavizzati e truffati: gli extracomunitari si ribellano ai soprusi denunciando in procura i loro profittatori. Accade a Lecce contro società che, attraverso un caporalato mai debellato, regolavano i flussi di forza lavoro nei cantieri traendo larghi profitti dal redditizio business delle fonti rinnovabili. Solo negli impianti del fotovoltaico, in costruzione in provincia di Lecce a partire da maggio 2010, sono stati ingaggiati e sottopagati un migliaio di immigrati. L'eldorado del nuovo millennio si chiama Puglia dove, più di ogni altra regione, proliferano su scala industriale parchi eolici e fotovoltaici. Nei dintorni di Collepasso, paesino a sud del capoluogo, sono stati investiti nel fotovoltaico la bellezza di 35 milioni di euro per la realizzazione di un cantiere. Su una somma di tale entità, erogata peraltro attraverso enti pubblici, quanti quattrini dovranno rientrare nelle casse delle società che gestiscono l'affare? Società d'oltralpe controllate da fini amministratori, praticamente invisibili, che si frantumano in piccoli rivoli di società locali subappaltate. Sullo sfondo, audaci imprenditori in rapporto con personaggi che operano nel settore creditizio elvetico. Per l'economia del posto, da questo giro vorticoso di affari, solo briciole: stranieri i grossi affaristi, materiale degli impianti prodotto all'estero, rimesse dirottate nei paesi d'origine degli immigrati. Oltre al niente delle briciole, ciascun salentino ci rimette del proprio, perché il business delle "rinnovabili" si regge su fondi che lo stato preleva dal cittadino contribuente.
L'assalto ai terreni avviene attraverso le maglie di una regolamentazione regionale, in materia di insediamenti di energie rinnovabili, che da appena un mese pare si sia infittita. Nel frattempo, imprese fameliche hanno avuto modo di arraffare vaste porzioni di territorio depauperando campagna e macchia mediterranea. I dati sono impressionanti: per produrre energia eolica nella sola Puglia la domanda è intorno a 38000 megawatt di potenza, mentre in tutto il paese è di circa 97000 megawatt; per l'energia fotovoltaica da produrre in regione si sfiora addirittura la metà di quanto se ne richieda (23000 megawatt) nel resto d'Italia. E' spiegabile allora come la forza lavoro, in Puglia, sia ritenuta merce preziosa: quale manodopera è più conveniente, sulla piazza, di quella offerta a buon mercato dalla massa di extracomunitari, magari clandestini e perciò più sfruttabili? L'affare del fotovoltaico, mediante la tratta degli immigrati, è l'aggiornamento di quello della raccolta di angurie e pomodori durante il periodo estivo. L'offerta di lavoro da parte di società con sedi a Brindisi e a Lecce, che fissavano congruamente salari e monte ore, a immigrati di colore per la costruzione di impianti fotovoltaici nelle campagne di mezzo Salento, si è rivelata l'ennesima trappola. Questo il trattamento a persone in stato di continuo bisogno: 400-500 euro (circa un terzo della paga pattuita) e in cantiere ogni giorno domenica inclusa, invece di 40 ore settimanali, dalle 7 di mattino alle 7 di sera. Se tutto andava bene. Il contratto di lavoro (si fa per dire), rinnovato mensilmente, solo per coloro che hanno tenuto chinata la testa; chi ha protestato è rimasto a casa, idem per lo sfortunato che è incappato in un infortunio sul cantiere. Compito del caporale, il trasporto con i pulmini nei campi dello sfruttamento. Spesso i mezzi di trasporto sono stati lasciati agli stessi immigrati, evitando problemi in caso di controlli sulla strada.
Stava filando liscio anche questa volta, con o senza controlli nel sommerso da parte di chi è preposto a farli. Ed ecco spuntare l'imprevisto, rappresentato da un gruppetto di immigrati peraltro con regolare permesso di soggiorno: in nove, fra tunisini e senegalesi, avviliti ma arrabbiati, hanno bussato a un avvocato penalista che li ha assistiti nello sporgere una circostanziata denuncia-querela contro le imprese che li hanno truffati. «Ma perché in procura è stato lasciato passare tanto tempo? - ci dice uno di loro - La denuncia è stata presentata dal nostro legale in ottobre, ma solo a fine gennaio risulta che sia stata depositata. Per noi è irrilevante se, della nostra denuncia, si occuperà la procura di Lecce o di Brindisi, come sentiamo dire in questi giorni. Ci interessa che le indagini non siano rallentate e portino invece a verificare, prima che i cantieri chiudano poiché già in fase di ultimazione, ciò che abbiamo denunciato». Il fascicolo in mano al magistrato si sta arricchendo di ulteriori testimonianze di decine di extracomunitari a cui si calpestano dignità e diritti. La lotta di questi alle forme di sfruttamento prodotte dal fotovoltaico selvaggio sta smuovendo poco la politica locale. Da registrare l'interrogazione parlamentare di Teresa Bellanova (Pd) rivolta al ministro del lavoro e delle politiche sociali, e quella del consigliere regionale Saverio Congedo (Pdl) al presidente Nichi Vendola in ordine a verifiche circa l'operato delle aziende coinvolte. Fra i sindacati, l'Ugl di Lecce, oltre a chiedere l'intervento della prefettura, si è schierato a tutela dei diritti dei lavoratori costituendosi parte civile nelle azioni legali intentate da ciascun extracomunitario.
Federico Cartelli
Fonte: www.ilmanifesto.it
11.02.2011
Io mi stupisco che di ciò ci si stupisca! 🙂
Cosa si credeva che il fotovoltaico perchè (forse) filosoficamente in linea con la natura fosse costruito in armonia cantando e ballando e suonando lo zufolo ?
E' una realtà economica come le altre, atta a creare profitto e soggetta a tutte le magagne come le altre, chi se ne occupa se ne strafrega della sostenibilità, ci vede solamente un introito in più generato da perbenisti borghesi.
Detto questo spiego un principio base all'autore sono sicuro che lo troverà una novità.
Se si mette dell'acqua dentro a un contenitore di metallo e poi si pone questo contenitore sopra a un fuoco, con il passare del tempo l'acqua diverrà magicamente calda! 😛
Ciao