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Il Financial Times stronca Silvio e tutta l’Italia

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Anonymous
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pubblicato il 13 dicembre 2010 alle 15:28 dallo stesso autore - torna alla home
Alla vigilia del voto alla Camera, l’autorevole quotidiano economico londinese fa un bilancio sull’esperienza di governo berlusconiana. Il risultato è una sonora bocciatura su tutta la linea

Qualche anno fa fu L’Economist a fare una fatale previsione prima delle elezioni. Berlusconi era “Unfit to lead” (inadatto alla guida) del nostro paese. Previsione puntualmente verificatasi. Oggi, è l’altro grande quotidiano della City, il Financial Times, a segnare una sorta di necrologio del governo. Una bocciatura su tutta la linea, a cominciare dal versante economico, con una impressionante minuzia di dettagli. A Londra, appare evidente, indipendentemente da come andrà il voto di domani alla Camera, come Berlusconi politicamente non abbia più nulla da dare all’Italia.

SIAMO AL CAPOLINEA – Italia: prova di forza romana, così si intitola l’articolo del Financial Times pubblicato oggi, una dura requisitoria contro il governo Berlusconi, la sua incapacità di tirare fuori dalle secche un paese che, rispetto a due anni fa, cresce meno, è più indebitato ed è meno competitivo. Un Paese che ripiega su se stesso, mentre chi lo guida appare interessato solo ai suoi affari. “Silvio Berlusconi dice che non guarda più i giornali. Lui, magnate dei media in Italia diventato primo ministro, preferisce alleviare lo stress dell’alto incarico con feste a cui partecipano le belle donne, piuttosto che leggere del “prematuro” necrologio politico” del suo governo. “Questa settimana, però, sarà in lotta per garantire che quei necrologi non si avverino. Lunedì (oggi per chi legge) si troverà davanti alle due camere del Parlamento a difendere il suo operato alla vigilia del voto di fiducia che potrebbe far cadere il suo ristretto esecutivo di centro-destra ormai appesantito dagli scandali. Anche se nessuno – probabilmente neanche il 74enne premier – sa quanto tempo resterà ancora in carica, si ha la sensazione palpabile che l’era del berlusconismo si sta avvicinando alla sua fine, proprio quando l’Italia rischia di essere trascinata nel centro della crisi del debito dell’Euro zona”. In particolare, annota FT “La prospettiva del crollo di un governo” potrebbe avere ripercussioni sulla instabile finanza del Paese in un momento di grave tensione nei mercati”. Alcuni temono che l’Italia – finora ai margini della crisi che affligge i paesi più piccoli come l’Irlanda e la Grecia – potrebbe improvvisamente trovarsi in prima linea”.

ATTACCATO ALLA POLTRONA – “Con questo in mente, la difesa di Berlusconi è che solo lui possa farsi garante della stabilità e tenere a bada i mercati. Un argomento che i suoi rivali avversano in pubblico (mentre privatamente ammettono che l’opposizione non è ancora pronta per le elezioni). Ironia della sorte: la crisi innescata dalla Unione Europea con la crisi dell’Irlanda potrebbe ancora salvarlo, anche se verserebbe in uno stato di estrema debolezza. Sulla carta, a seguito delle recenti defezione nel suo Popolo delle Libertà, il primo ministro non può più contare su una maggioranza nella camera bassa. Domani è previsto “un voto di fiducia”, un voto inquinato, secondo “le accuse dell’opposizione – e negate dal governo – che i deputati più dubbiosi e vacillanti siano stati corteggiati con promesse di posti di lavoro e di denaro. Ma agli italiani resta una triste certezza – annota FT – la morsa del debito pubblico al 120% sul prodotto interno lordo – 1.800 miliardi di euro (2.380 miliardi di dollari) – più del debito di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna messe insieme“. Situazione che graverà per il futuro (chiunque governi) e che costerà tagli ed austerità di bilancio. Allo stesso tempo gli italiani – spiega FT – se guardano al 2000, vedranno come questo decennio è andato perso nella stagnazione, altro che il “miracolo economico” e la “rivoluzione liberale” che Berlusconi ha promesso fin dai suoi primi passi sulla scena politica nel 1994, come l’imprenditore coraggioso ed impolitico che avrebbe arrestato il declino nazionale " .

I NUMERI DEL FALLIMENTO DI MR. B - Sommando gli ultimi 10 anni – conferma il Financial Times – di cui quasi otto sono stati oggetto di coalizioni a guida Berlusconi, Giuseppe Roma del Censis, un noto “think-tank” italiano, dice che l’incertezza e il “basso sviluppo” hanno portato ad una mancanza di dinamismo. Mentre l’economia tedesca è cresciuta complessivamente del 5 per cento negli ultimi dieci anni, il Regno Unito del 13 per cento e la Spagna del 20%, l’Italia ha gestito una crescita di un mero 1,4 per cento, rileva il Censis. ”I punti deboli dell’Italia sono la crescita bassa ed il debito”, ha sostenuto Mario Draghi, il Governatore della Banca d’Italia e critico moderato del governo di Berlusconi. “Per il rilancio della crescita, c’è bisogno di riforme strutturali per aumentare la concorrenza nel settore dei servizi, per migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione e per migliorare l’istruzione. È necessario combattere l’evasione fiscale e ridurre le tasse, e c’è bisogno di una migliore giustizia civile”, ha detto Draghi al Financial Times in un’intervista rilasciata a Londra. La stagnazione economica è stata aggravata da molti record negativi segnati proprio sotto il governo di Silvio Berlusconi. Un paese che non ha fatto liberalizzazioni (mentre Berlusconi diceva di esserne paladino), alimentando disaffezione nel mondo degli affari. L’Italia, secondo la Banca Mondiale, è tra i peggiori paesi per le facilitazioni alle imprese, tanto da non risultare in quel 85 per cento dei paesi che hanno migliorato il loro rating, negli ultimi cinque anni. Quando Berlusconi ha vinto nel 2001, l’Italia era classificata 32a nell’indice mondiale sulla libertà economica redatta dalla Heritage Foundation. Nel 2010 è passata al 74° posto. “La libertà economica complessiva è frenata dalla inefficace gestione delle finanze pubbliche, dalla notevole corruzione e da una pressione fiscale elevata,” rileva il rapporto. L’analista Anthony Kim, vede negli anni caratterizzati da Berlusconi “solo sporadiche riforme cosmetiche”. Anni segnati dal “Conflitto di interesse con il magnate dei media che ha fatto politica solo per proteggere se stesso e i suoi soci”. Mentre gli italiani si impoverivano Berlusconi “ha condiviso la loro sorte”. Per Forbes Berlusconi nel 2001 era il 29° uomo più ricco del pianeta con un patrimonio netto di 10,3 miliardi di dollari. Quest’anno è scivolato al 74° con “soli” 9 miliardi”.

LASCIA UN’ITALIA PEGGIORE – Il Professor Christopher Duggan della Reading University nel Regno Unito, afferma che “Berlusconi – con la sua caduta – si lascerà alle spalle una Italia con “più incertezza politica e morale”, una situazione peggiore di quando entrò al governo per la prima volta nel 1994, in mezzo al crollo del sistema che aveva governato da dopo la Seconda guerra mondiale tra gli scandali di corruzione per il finanziamento dei partiti”. ”Invece di trovare l’occasione per ripudiare il sistema di valori che avevano sostenuto la Prima Repubblica, gli italiani – con Berlusconi – si sono bloccati sui suoi aspetti peggiori: l’esaltazione del privato rispetto agli interessi pubblici, un debole senso dello stato, il clientelismo e la corruzione” sostiene Duggan. “L’Italia ha perso la sua bussola politica”. Gli italiani oggi sono confusi ed arrabbiati con una élite percepita come luogo di tutela dei propri interessi in primo luogo, basta vedere i tentativi di Berlusconi di approvare leggi che avrebbero annullato o rinviato due cause in cui è accusato di corruzione e frode. Egli nega le accuse, accusando a sua volte i magistrati di essere politicamente di parte e di minare la sua capacità di governare. ”Tutti noi nel 1994 sapevamo chi era Berlusconi e conos
cevamo il problema del conflitto di interessi. Eravamo in un certo modo, tutti complici, quando entrò in gioco”, ammette Pier Ferdinando Casini, leader del partito centrista Udc e ex alleato che ha rotto con il primo ministro nel 2008. “Abbiamo sperato che i suoi difetti diminuissero ma invece si sono moltiplicati. Tuttavia, Casini sostiene che sarebbe “follia” tenere le elezioni in un momento di crisi europea, e propone invece un governo di unità nazionale per prendere decisioni economiche impopolari”. “Berlusconi rifiuta questa opzione – conferma FT - insistendo sul fatto che, se avesse perso in parlamento o addirittura se vincesse solo con un margine stretto, avrebbe chiamato a Giorgio Napolitano, il capo dello Stato, per porre le basi per le elezioni nella prossima primavera, due anni prima del previsto”. In realtà, “Pochi credono che le elezioni siano il modo giusto per risolvere la crisi. Con l’opposizione, il Partito Democratico, lacerato da conflitti, i sondaggi delle intenzioni di voto mostrano che Berlusconi assieme all’alleato di destra della Lega Nord, prenderebbe poco più del 40%. Che sarebbe però sufficiente secondo il sistema elettorale, profondamente impopolare, ad ottenere una maggioranza alla camera bassa, ma probabilmente non nella camera alta (il Senato). Il risultato sarebbe un altro governo debole e il rinvio di qualsiasi riforma fondamentale”.

UN FUTURO A TINTE FOSCHE, ANZI NERE – Lo show-down è cominciato, spiega FT con la rottura tra Berlusconi e Gianfranco Fini, quest’ultimo presentato ai lettori d’oltremanica (e del resto del continente) come “un neo-fascista trasformato in centrista la cui lunga alleanza con Berlusconi si è disintegrata con acrimonia nel mese di luglio”. Nonostante l’incertezza, i mercati del debito e le agenzie internazionali di rating appaiono relativamente ottimiste sulla capacità dell’Italia di sfuggire al contagio della zona euro. La loro fede è appuntata sulle politiche prudenti di Giulio Tremonti, ministro delle finanze e uno dei vari contendenti che potrebbero sostituire Berlusconi, se gli eventi dovessero costringerlo a dimettersi. Sebbene lo spread tra i titoli italiani a 10 anni e i loro equivalenti tedeschi si stanno allargando ai massimi livelli, i rendimenti sui titoli italiani rimangono al di sotto della media degli ultimi dieci anni“, anche se nell’ultima asta, i btp solo saliti ai livelli del 2008 superando la soglia psicologica del 2%. Nessuna banca nazionale è andata in fallimento nella recessione 2008-09. Mentre il debito pubblico sul PIL è il più alto della zona euro, il debito delle famiglie in Italia è meno della metà di quella della Spagna e del Portogallo. Fitch, un’agenzia di rating ha recentemente riaffermato per l’Italia un solido AA-grading, sostiene che, a differenza di alcuni suoi partner europei, Roma non ha avuto bisogno di ricorrere a “qualsiasi importante incentivo fiscale” negli ultimi tre anni, né “socializzare le perdite nel settore privato”. Ha giudicato robuste le banche, grazie alla loro grande base di raccolta di retail. L’incertezza politica sarebbe una preoccupazione, se minacciasse il risanamento finanziario – qualcosa che Fitch non si aspetta. Ogni indebolimento dell’impegno per la lotta all’evasione fiscale – che dovrebbe fornire circa un terzo dei previsti 25 miliardi di Euro per la riduzione del disavanzo entro il 2012 – sarebbe un fallimento al fine di stabilizzare la spesa e mettere “sotto pressione il rating”. Lotta all’evasione, come sappiamo, molto “virtuale” visto che questa continua a crescere. Infatti, lo stesso FT ammette che “la previsione di Tremonti appare molto ottimistica”.

E SE BERLUSCONI SI SALVA? – Cosa potrebbe giocare a vantaggio di Berlusconi? Si chiede FT. “Lui è al suo meglio quando recita la parte della vittima nelle campagne elettorali”, ammette l’onorevole Casini. Ma l’ex alleato del primo ministro respinge l’argomento secondo cui egli sarebbe insostituibile per l’Italia durante la tempesta della zona euro. “I cimiteri sono pieni di uomini indispensabili”, dice. Delusi da Berlusconi appaiono anche gli imprenditori. Lo vedevano come uno di loro, mentre adesso anche loro ammettono che ha curato innanzitutto i suoi interessi. Sergio Marchionne, amministratore del gruppo Fiat-Chrysler, ha recentemente espresso pubblicamente il suo punto di vista molto critico con Berlusconi. ”È un motivo di imbarazzo andare in giro per il mondo e spiegare cosa sta succedendo in questo paese”, ha detto Marchionne, un canadese-italiano che sta cercando di far passare il tipo di riforme del lavoro che il signor Berlusconi ha promesso, ma non è riuscito a fare”. Altri tuttavia gli restano fedeli, considerano i suoi scandali solo gossip e poi apprezzano il suo humor. Giulio Tremonti, ministro delle Finanze di Berlusconi, resta altamente considerato tra le élite aziendali, dopo aver guidato l’Italia in modo relativamente sereno attraverso la crisi economica. Altri ancora sottolineano che con Berlusconi, c’è stata una maggiore stabilità politica rispetto a qualsiasi altro momento dopo la seconda guerra mondiale. Ma la frustrazione per i conflitti d’interesse del primo ministro, e la sua incapacità di attuare una più ampia riforma economica, è molto diffusa. Dopo mesi di paralisi politica, Diego Della Valle, uno degli imprenditori del lusso di maggior successo, ha recentemente espresso la sua delusione per l’intera classe politica. Un senso di privazione dei diritti civili è evidente anche nella piccola comunità di donne nel mondo degli affari. Mentre Berlusconi ha messo veline in Parlamento, l’Italia è sprofondata al 74° posto, il peggiore in Europa, in termini di parità nei luoghi di lavoro. Troppo per FT, per dare una nuova chance al “vecchio leader settantaquattrenne”.

http://www.giornalettismo.com/archives/103522/finacial-times-stronca-berlusconi/


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dana74
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o mammamia, non piacciamo a Zio Sam....quanto mi dispiace....
come se Mr B avesse fatto chissà che per contrastare gli Usa, giusto l'accordo con la Russia, ma agli americani che cazzo gliene frega se gli italiani dovessero pagare di più il gas per scaldarsi i fondelli perché il gas lo dobbiamo comprare dagli usa?

Sicuramente zio sam è solo in apprensione per il futuro, la salute ed il benessere degli italiani, solo questo spinge il financial times a muovere critiche..

purtroppo anche se non ci piace, stiamo assomigliando agli yankees ogni giorno di più


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Anonymous
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o mammamia, non piacciamo a Zio Sam....quanto mi dispiace....
come se Mr B avesse fatto chissà che per contrastare gli Usa, giusto l'accordo con la Russia, ma agli americani che cazzo gliene frega se gli italiani dovessero pagare di più il gas per scaldarsi i fondelli perché il gas lo dobbiamo comprare dagli usa?

Sicuramente zio sam è solo in apprensione per il futuro, la salute ed il benessere degli italiani, solo questo spinge il financial times a muovere critiche..

purtroppo anche se non ci piace, stiamo assomigliando agli yankees ogni giorno di più

eccerto quello della condotta di gas russa sarà uno dei soliti affaroni del Berlusca sulle spalle...ops pardon...a vantaggio ( con tutta evidenza ????) degli Italiani... garantito al limone...un po' come il milione di posti di lavoro e le grandi opere...oltre al miracolo italiano ovviamente...èh ma noi italiani siamo cattolici...a noi ci piace credere nei miracoli...( o nei barbatrucchi ?)


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Truman
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stiamo assomigliando agli yankees ogni giorno di più

Non è del tutto vero. A volte siamo davanti a loro nella corsa frenetica verso lo sfacelo (sullo stile dei lemming). Ad esempio mi pare che il consumo di telefonia cellulare sia maggiore da noi. Passiamo il tempo a telefonare e non vediamo più il mondo.


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Pellegrino
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"La Voce Del Padrone"


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Anonymous
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"La Voce Del Padrone"

...del padrone di Arcore ?


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grilmi
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Forse il financial time, quotidiano britannico, dimentica che il regno unito sta in questo momento operando scelte peggiori e drastici riguardo al taglio della "cultura" italiano, le tasse universitarie sono decuplicate negli ultimi dieci anni tanto che oggi un ragazzo spende circa 11000 sterline l anno per frequentare l universita accollandosi un mutuo che probabilmente non riuscira a pagare viste le scarse opportunita di lavoro e che comunque pesera sul suo bilancio(alla faccia del diritto allo studio), quindi posso tranquillamente dire che non accetto come italiano critiche da una nazione basata sul terziario che sta cercando faticosamente di tenere la testa fuori dalla cacca esattamente come tutti gli altri paesi dell occidente, tagliando ovunque, e facendo ovviamente incazzare la gente..che ogni giornale si preoccupi per se..


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Anonymous
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penso che se in Italia ci sono evidenti disfunzioni di governo...un giornale internazionale abbia tutto il diritto ad evidenziarlo e criticarlo...si tratta di democrazia...


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anacrona
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Sono dell'idea che di tutti i paesi del mondo gli unici ai quali non andiamo a genio siano proprio quelli che ci additano di continuo coi loro media superpartes ... chissà perchè in Cina hanno preso a modello il Diritto Romano per la revisione dei loro codici e non quello Anglosassone ...


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Truman
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Sono dell'idea che di tutti i paesi del mondo gli unici ai quali non andiamo a genio siano proprio quelli che ci additano di continuo coi loro media superpartes ... chissà perchè in Cina hanno preso a modello il Diritto Romano per la revisione dei loro codici e non quello Anglosassone ...

Il commento non mi dispiace. Però ho una certa stima del diritto anglosassone, che tende a codificare poco ed a basarsi su principi generali. E il Diritto Romano, secondo me andrebbe chiamato Diritto bizantino, visto che è a Bisanzio (Constantinopoli, Istanbul) che nascono i codici di tale diritto.


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Pellegrino
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penso che se in Italia ci sono evidenti disfunzioni di governo...un giornale internazionale abbia tutto il diritto ad evidenziarlo e criticarlo...si tratta di democrazia...

Si tratta di Colonialismo!


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Anonymous
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penso che se in Italia ci sono evidenti disfunzioni di governo...un giornale internazionale abbia tutto il diritto ad evidenziarlo e criticarlo...si tratta di democrazia...

Si tratta di Colonialismo!

beh direi che colonialismo è ben'altra cosa...per esempio mancata sovrranità dello Stato ( vedi il combattere le guerre degli usa direttamente o indirettamente o permettere che gli USA si intromettessero concretamente nella vita politica del Paese con evidenti usurpazioni della reale sovranità nazionale vedi Ustica o imposizione da parte degli Stati uniti fino agli anni 1990 di escludere che i partiti di sinistra partecipassero ai governi...e lì da certi destrorsi si è sentito ben poco protestare...) ...non critica all'incapacità anche evidente dell'oligarchia politicante di governo...poi a me fa ridere sin dall'inizio che l' UK riesca a fare del colonialismo sull'Italia...quando ha già parecchie magagne di suo da curare e quindi una scarsa influenza internazionale...la critica all'oligarchia politicante nostrana è invece la benvenuta quando come in questo caso non sia vera e propria intromissione nella sovranità nazionale...ma come si fa a parlare di sovranità nazionale quando si è in presenza di uno Stato "Leviatano" come quello attuale quì la nazione è presa in modo per lo meno critico...e allora chi se ne infischia della sovranità dello Stato Leviatano e tiranno che quando si tratta di farsi usurpare la sovranità per entrare a combattere le guerre degli USA è sempre in prima fila, spendendo i soldi del contribuente ?

É evidente che parlare di colonialismo in questo specifico caso è eccessivo...l'Italia ha sofferto e soffre ben'altri e concreti colonialismi rispetto ad una critica giornalistica...escluderei con buona probabilità che si possa parlare di colonialismo in questo caso...


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Pellegrino
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wiki, apprezzo il tuo riferimento a Massimo D'Alema e alla guerra in Iugoslavia ed al periodo in cui il Partito Comunista, pur esterno al governo aveva una rilevanza cruciale nella politica estera.
😉


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Anonymous
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guarda in Jugoslavia pur essendo i social democratici di D'Alema ( e forse social democratico sarebbe già un complimento...) intervenuti a dare appoggio esterno alle guerre USA in Jugoslavia...in quell'occasione specifica si deve aver speso una cifra anche modesta perche non si è trattato nel periodo di guerra vera e propria di un'intervento diretto degli italiani fuori dai confini...più specificamente mi riferivo alla favolosa guerra in Iraq dei 2 migliori amici Berlusconi e Bush oltre a quella in Afghanistan che sta proseguendo anche attualmente, con grande entusiasmo del "grande condottiero", alle spese dei cittadini...eh questo si che è un bel segno di indipendenza dal neo colonialismo degli USA...ogni volta che intraprendono un guerra gli USA il governo gli manda le nostre forze armate pagate dai cittadini a combattere al fianco o al posto degli USA stessi...l'attuale governo del fare(??) è proprio un fulgido esempio di indipendenza dal colonialismo...si si 😯


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Pellegrino
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già, la guerra in Iraq e tutte le altre querre imperiali dalle quali i governi "de sinistra" si sono sempre rifiutati di partecipare....

sui sottili "distinguo" per difendere D'Alema stendiamo un velo di desolazione.


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