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Il "Mein Kampf"

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helios
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deve esser questo il topic

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=86146&highlight=mein+kampf

Se tu riuscissi a trovarla mi faresti un gran favore, perché mi interesserebbe, al di là dei tuoi attriti con lui in quel topic...


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Grazie helios!
Purtroppo, ora che posso leggere, non si entrò molto nel merito delle differenze tra le versioni del M.K. anni '30, quelle successive alla guerra e quelle successive agli anni '70, che è secondo me l'aspetto più importante da approfondire su questo libro.


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helios
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Grazie helios!
Purtroppo, ora che posso leggere, non si entrò molto nel merito delle differenze tra le versioni del M.K. anni '30, quelle successive alla guerra e quelle successive agli anni '70, che è secondo me l'aspetto più importante da approfondire su questo libro.

interessante notare il post di mincuo
@Helios
Certo che l'ho letto, e un edizione degli anni 30, non del dopoguerra.
Perchè quelle sono già diverse. E quelle dopo gli anni '70 ancora di più.

Quindi la versione gratis de IlGiornale quale versione sarà?
a)quella originale
b)quella del dopoguerra
c)dopo gli anni 70

A questo punto ho capito che basta che mettano sul mein kampf come autore Hitler che possono scrivere quello che vogliono dentro.
Qui servirebbe il testo a fronte in tedesco.Sempre che sia quello originale a questo punto.

Per quanto riguarda il Talmud sempre mincuo si informa che il libro tenuto segreto
Comunque divulgare il Talmud era punito con la pena di morte. E d'altronde sta scritto:
"Comunicare alcunchè della nostra legge ad un Gentile equivale all'eccidio di tutti gli Ebrei, poiche' se i goym sapessero quel che noi insegnamo su di loro ci avrebbero senz'altro sterminati."(Talmùd Dibre in dav. f. 37)

Qualcuno in Germania aveva letto il Talmud in quel periodo?


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Si, proprio così helios, non ci è dato sapere di che versione si tratti e lo sdegno della comunità ebraica non ci può autorizzare a pensare che l'edizione sia quella degli anni '30, presumibilmente la più scomoda ai nostri cari amichetti di Sion.

Non capisco cosa vuoi dire sul Talmùd, ma segreto o meno, divulgato o no, ho come l'impressione che questo testo abbia influenzato il mondo occidentale in modo molto radicale e che i suoi precetti nel link di hadrian siano stati applicati alla perfezione (soprattutto di recente).


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helios
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Si, proprio così helios, non ci è dato sapere di che versione si tratti e lo sdegno della comunità ebraica non ci può autorizzare a pensare che l'edizione sia quella degli anni '30, presumibilmente la più scomoda ai nostri cari amichetti di Sion.

Non capisco cosa vuoi dire sul Talmùd, ma segreto o meno, divulgato o no, ho come l'impressione che questo testo abbia influenzato il mondo occidentale in modo molto radicale e che i suoi precetti nel link di hadrian siano stati applicati alla perfezione (soprattutto di recente).

sarebbe comunque interessante sapere quali sono state le 'modifiche' apportate al MK successivamente all'originale. Perchè modificare un libro che non veniva più stampato e se sono state fatte modifiche chi le ha fatte in realtà? certamente non i tedeschi considerato che è stato ristampato solo nel dicembre 2015.

http://www.ilpost.it/2015/12/02/mein-kampf-ristampa-hitler-germania/


Comunque divulgare il Talmud era punito con la pena di morte. E d'altronde sta scritto: "Comunicare alcunchè della nostra legge ad un Gentile equivale all'eccidio di tutti gli Ebrei, poiche' se i goym sapessero quel che noi insegnamo su di loro ci avrebbero senz'altro sterminati."(Talmùd Dibre in dav. f. 37)

voglio dire siccome era punito con la pena di morte divulgare il Talmud
chi ha divulgato il talmud se gli ebrei non potevano farlo pena la morte?
"Comunicare alcunchè della nostra legge ad un Gentile equivale all'eccidio di tutti gli Ebrei,
Perchè associare la divulgazione del talmud con l'eccidio di TUTTI gi ebrei?

Considerato che nel 1897 al primo congresso sionista di Basilea,Herzl disse che aveva costituito lo stato di Israele e che entro 50 anni sarebbe sorto, ma che non poteva dirlo apertamente, si capisce che il progretto era stato perseguito. In quale maniera in pochi ne sono a conoscenza.Come pochi sono a conoscenza di quello che aveva fatto Herzl nel 1897.

Se dovessi riassumere il Congresso di Basilea in una frase – che dovrei fare attenzione a non dire pubblicamente – sarebbe questa: a Basilea ho fondato lo Stato ebraico. Se oggi dovessi uscirmene esplicitamente in questo modo come risposta riceverei solo risate. Forse in cinque anni, al massimo in 50, chiunque lo riconoscerà.

Uno Stato essenzialmente può essere fondato sulla volontà del popolo, ma anche su un potere individuale sufficientemente elevato (Lo Stato sono io – Luigi XIV). Il territorio è solo il materiale alla sua base; c’è sempre qualcosa di astratto in uno Stato, indipendentemente dal suo territorio. Anche il Vaticano esiste senza territorio, altrimenti il Papa non sarebbe un sovrano.

Io ho creato questa entità astratta – che è quindi invisibile alla maggior parte della gente – a Basilea. Infatti, con mezzi infinitesimali, ho gradualmente spinto le persone verso la mentalità di uno Stato e prodotto in loro la sensazione di essere loro stesse l’Assemblea Nazionale.
http://storiadisraele.blogspot.it/2010/08/estratti-dal-diario-di-herzl.html


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MarioG
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sarebbe comunque interessante sapere quali sono state le 'modifiche' apportate al MK successivamente all'originale. Perchè modificare un libro che non veniva più stampato e se sono state fatte modifiche chi le ha fatte in realtà?

Spero che qualcuno che ne abbia gia' letto una versione ragionevolmente 'sicura' (che vuol dire stampata prima della guerra) sia andato in edicola a comprarsi anche il Mein Kampf di Sallusti!
Se veramente ci sono delle 'sviste' (o 'correzioni') significative, potrebbe senz'altro tirarne fuori un post interessante!
Mi dispiace che chi comunque aveva un'ottima preparazione su argomenti come questo, ormai non scriva piu' su questo forum.


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reio
 reio
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dovrebbe esserci anche una versione italiana degli anni 30


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helios
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“Traduzioni assurde, note e tagli: la strana storia del Mein Kampf in Italia”
Aggiunto da Adriano Scianca il 13 giugno 2016.

L'edizione del Mein Kampf della Thule ItaliaRoma, 13 giu – E improvvisamente, nell’Italia del 2016, l’argomento politico del momento divenne… il Mein Kampf. Parliamo ovviamente del testo di Adolf Hitler, recentemente distribuito in allegato dal Giornale di Alessandro Sallusti, per il maggior scorno dei politici e dei giornalisti di sinistra. Il direttore del quotidiano ha giustificato l’operazione con la necessità della conoscenza storica. Peccato che tutte le edizioni italiane del testo hitleriano siano mal tradotte o gravemente rimaneggiate. Tutte o quasi. Il Primato Nazionale ha intervistato Marco Linguardo, animatore della Thule Italia editrice nonché uno dei ri-traduttori da zero del Mein Kampf pubblicato dalla suddetta casa editrice.

La recente iniziativa del Giornale ha suscitato diverse polemiche, cosa piuttosto insolita per l’Italia, dove in qualsiasi bancarella, ma anche nelle grandi catene – comprese quelle di sinistra – il Mein Kampf si è sempre trovato senza grande scandalo. Cosa pensa di questo “caso” editoriale e politico?

Mi rallegra trovare nella Sua stessa domanda una parziale risposta: l’aver virgolettato il termine “caso”. E vediamo perché potrebbe essere ‑ o non essere ‑ considerato tale. Se è vero che dal 1934 a oggi il Mein Kampf è sempre circolato in Italia nelle più disparate versioni, tuttavia mai fu così felicemente sponsorizzato da una testata nazionale. E già questa è una prima anomalia. Ma la seconda, e ben maggiore, è da ricercarsi nella tempistica: perché proprio ora (poiché, al di là della scadenza dei diritti detenuti dalla Baviera, il testo è già stato ampiamente pubblicato)? Certamente si potrà pensare che da parte del direttore Sallusti ci sia stata la volontà ‑ prettamente commerciale ‑ di cavalcare l’onda lunga della prima uscita in Germania del Mein Kampf dal 1945; e, giacché il “Giornale” non è un ente di beneficenza, tale ipotesi potrebbe pur sembrare accettabile. Se non fosse che tra una settimana si andrà ai ballottaggi per le Amministrative, e ciò per molti sarebbe sufficiente per spiegare lo scatenarsi del “caso”. Tuttavia, perché fornire il destro per favorire il coalizzarsi di un ringalluzzito fronte antifascista in ottica elettorale? Non avrebbe avuto molto senso, soprattutto se la catalisi è opera di un quotidiano non certamente di sinistra. E se l’ottica non fosse meramente collegata alle urne, essendo dotata, quindi, di maggior respiro? Mi spiego: potrebbe forse che si sia dato il via a una discussione sull’opportunità o meno di pubblicare certi testi per andare a colpire, indirettamente, un eterogeneo e metamorfico fronte politico concorrenziale che potrebbe rialzare il capo? L’aria che soffia in Europa non è certamente delle più confacenti a una cristallizzazione e, allora, perché non creare un “caso” per generare un po’ di caos, creando le condizioni per una sistematica repressione? «A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina». Una citazione da Giulio Andreotti che ben si adatta a un’analisi che con troppa facilità sarebbe rimossa e archiviata alla voce: complottismo.

Qual è la storia editoriale del Mein Kampf in Italia? Quali sono le principali edizioni? Quali difetti hanno, da un punto di vista filologico ed editoriale?

Una storia a dir poco travagliata. Sorvolando sui primi corteggiamenti dal 1925, data di uscita del primo volume (il secondo volume sarà di due anni dopo), fino al 1931 da parte dello N.S.D.A.P. ‑ uno dei tanti partiti che calcavano la scena politica della Germania uscita sconfitta dalla Prima guerra mondiale ‑ nei confronti del Partito nazionale fascista ‑ già saldamente al potere ‑ per far sì che venisse alla luce un’edizione italiana del libro, l’accelerazione si ebbe il 30 gennaio 1933, con l’ascesa al potere di Adolf Hitler. Il 5 marzo dello stesso anno si sarebbe dovuta tenere un’altra tornata elettorale in Germania e al Partito serviva della liquidità, che sarebbe potuta giungere anche con la vendita dei diritti all’Italia. L’acquisto ci fu e direttamente da parte del Governo italiano con il versamento di 250 mila lire (una somma ben più alta del normale tariffario per l’acquisto dei diritti di traduzione). Poi fu il turno delle modifiche del contratto, che nell’originale tedesco poneva delle clausole non accettabili dal Governo italiano (per esempio, fu eliminato il passaggio all’art. 6 che prevedeva che il traduttore non dovesse essere né di religione né di razza ebraica). Seguì quindi la ricerca della Casa editrice, con il rifiuto da parte della Mondadori (perché oberata di lavoro) e l’entusiastica accettazione da parte della Bompiani. Si era intanto giunti a settembre del 1933, quando Bompiani comunicò all’Ufficio stampa del Duce che l’edizione italiana sarebbe stata di 500 pagine ‑ e non di 1.000, come l’originale tedesco. Quando, il 15 marzo 1934, fu definitivamente stampata La mia battaglia, l’opera si presentava amputata soprattutto del primo volume. La vicenda ebbe un’ultima appendice, che riguardò la traduzione di un secondo e finale volume contenente la prima parte del libro, che nell’edizione del 1934 era stata sintetizzata. Uscì, sempre per le edizioni Bompiani, nel 1938, con il titolo La mia vita e da qui la confusione che ancora regna in Italia sul titolo che in realtà è univoco (ovvero: La mia battaglia). Tuttavia la Bompiani – che servì poi da “carta carbone” per tutte le edizioni dal 1945 a oggi (prima della nostra) – non soltanto operò tagli, ma stravolse anche interi periodi e cambiò di senso moltissimi termini. Non volendoci qui addentrare nella filologia, proporremo soltanto due esempi. Parole contro la Socialdemocrazia tedesca che diventano – nella versione Bompiani – parole contro il Socialismo (e qui ci chiediamo come si faccia – se non consapevolmente – a tradurre “Sozialdemokratie” in “Socialismo”, che in tedesco è “Sozialismus”). Oppure un termine come “Weltanschauung” che diventa “concetto mondiale” e talvolta persino “concetto internazionale”!…

Cos’ha la vostra edizione di diverso dalle principali già in commercio?

La nostra è innanzitutto una traduzione ex-novo ed è scevra da appunti critici, contenendo soltanto note esplicative, come dovrebbe accadere per qualsiasi testo che sia editato non per istruire o manipolare, bensì per far conoscere. Noi abbiamo una grande considerazione del lettore e riteniamo che sia in grado di intendere e di volere.

Si è parlato di molte traduzioni non accurate. Lei che ha ritradotto integralmente il libro, può farci qualche esempio?

Come detto si tratta di rivisitazioni e ulteriori cesure di quella già di per sé imperfetta della Bompiani. L’edizione che ha fatto più scalpore, tra tali “riproposizioni”, è stata quella integrale pubblicata dalla Kaos edizioni nel 2002. Ciò soprattutto in ragione del fatto che, a seguito di tale pubblicazione, pervenne alla Casa editrice la lettera dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma in cui si ricordava che «sulla base del diritto di occupazione degli Alleati, lo Stato libero di Baviera, quale successore legale della Casa editrice centrale del partito NSDAP, detiene i diritti di autore di Mein Kampf di Adolf Hitler». Nessuna autorizzazione quindi a ristampe integrali, ma soltanto a stralci commentati. Si è quindi proceduto pedestremente a stralciare, a commentare, a rielaborare. Un’opera di traduzione richiede, oltre al tempo, la volontà di riportare le parole dell’Autore – di qualsiasi Autore – in una diversa lingua e ciò senza scendere a patti con nessuno, tantomeno con la propria coscienza.

(a cura di Adriano Scianca)

http://www.ilprimatonaz
ionale.it/cultura/mein-kampf-italia-46266/


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mda1
 mda1
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FELTRINELLI PUO' http://www.lafeltrinelli.it/libri/giorgio-galli/mein-kampf-adolf-hitler/9788879531603

IL GIORNALE NO


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spadaccinonero
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FELTRINELLI PUO' http://www.lafeltrinelli.it/libri/giorgio-galli/mein-kampf-adolf-hitler/9788879531603

IL GIORNALE NO

chissà perché

😉


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