Notifiche
Cancella tutti

Il ritorno della povertà


jamesly
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30
Topic starter  

I dati Istat usciti oggi evidenziano una pericolosa deriva ormai palese da anni. Le nostre società occidentali si stanno sfaldando sotto il peso insostenibile di disuguaglianze scandalose e non giustificate dal merito. A partire (almeno) dagli anni Ottanta, l’ascensore sociale si è semplicemente bloccato e la frattura tra “basso” e “alto” sta diventando un enorme fossato.

I numeri sono spaventosi nella loro crudezza: oltre 4,5 milioni di persone versano in condizioni di povertà assoluta, intendendo con essa quella condizione in cui non si riesce ad accedere con continuità a beni e servizi essenziali (cibo, vestiti, farmaci). La povertà, una parola antica che torna di moda, aggredisce in particolare le famiglie numerose, gli stranieri e – ciliegina su una triste “torta” – i giovani e i minorenni.

La politica, sia nazionale che europea, è all’angolo: quasi dieci anni di crisi hanno eroso le basi del consenso, larghe fasce della popolazione sono attratte dall’apatia, dalla rassegnazione e dalla rabbia nera. Dopo anni di proclami, di promesse mirabolanti e sterili inviti all’ottimismo, tutto ciò che gli italiani e gli europei possono vedere è un paesaggio di stagnazione economica ed esistenziale.

Senza una radicale svolta politica, le masse di neo-diseredati prima o poi saranno costrette a una forma di ribellione elettorale, come è accaduto recentemente nel Regno Unito (dove gran parte dei ceti “popolari” si sono schierati per un no al “sistema” e di conseguenza all’Unione Europea). Il disincanto potrebbe generare una rivolta non solo contro i decadenti sistemi politici nazionali, ma anche contro gli attuali assetti economici (che favoriscono quasi esclusivamente i possessori di ricchezze).

Questa è la posta in gioco: i politici devono tornare a parlare un linguaggio di verità dopo anni di marketing pubblicitario. Solo con la politica potremo uscire dal tragico imbuto in cui ci siamo cacciati.

Fonte: http://equilibrioinstabile.myblog.it/2016/07/14/leditoriale-pentola-pressione/

14.07.2016


Citazione
spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

cito

"Senza una radicale svolta politica"

ovvero?

illuminaci


RispondiCitazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
 

Quindi se la politica parla un linguggio i verita allora noi non diventiamo poveri.

Sarebbe che se ci dicono che ci hanno fregati per tanti anni ci ritroviamo ricchi?

Ops, vedo ora il nome del blog...
equilibrioinstabile ... Ah ecco 😕


RispondiCitazione
cedric
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1697
 

Su quei numeri io farei una bella tara della metà e forse anche più: meno della metà saranno effettivamente indigenti, anziani con la pensione sociale di 500 euro e ragazzi pagati coi voucer, ma i restanti sono sicuramente evasori fiscali, gentaglia che lavora senza fare ricevute e fatture, parassiti che intestano tutto a figli, mogli, amanti e mafiosi (sud, centro e nord pari sono) che usano i prestanome. Poi ci sono pure preti e monache "simil-poveri" come i famosi "sigilli" che hanno fatto secco l'economo del san raffaele.

Ci metto dentro anche metà degli artigiani, tre quarti dei commercianti, le puttane, i pensionati che prestano denaro a strozzo, tutti i mafiosi e i camorristi ovviamente nullatenenti, le badanti e le colf pagate in nero e via dicendo.

Ovviamente gli "assegni di accompano" non fanno reddito così come alcune (non tutte) prestazioni assistenziali di sostegno al reddito: se non si superano gli 8.000 euro annui si è in zona tax-free e non si pagano tasse: chissà se le hanno messe in conto o no. Allo stesso modo la prima casa non produce reddito; quella conta o no nella povertà?

Se quei numeri (il 10% della popolazione) fossero veri ci sarebbe la gente in piazza (come in francia per la loi travail) coi forconi (da noi chi manifestava coi forconi aveva la jaguar) e manco scelba sarebbe in grado di fermare l'assalto in massa ai supermercati:


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

Su quei numeri io farei una bella tara della metà e forse anche più: meno della metà saranno effettivamente indigenti, anziani con la pensione sociale di 500 euro e ragazzi pagati coi voucer, ma i restanti sono sicuramente evasori fiscali, gentaglia che lavora senza fare ricevute e fatture, parassiti che intestano tutto a figli, mogli, amanti e mafiosi (sud, centro e nord pari sono) che usano i prestanome. Poi ci sono pure preti e monache "simil-poveri" come i famosi "sigilli" che hanno fatto secco l'economo del san raffaele.

Ci metto dentro anche metà degli artigiani, tre quarti dei commercianti, le puttane, i pensionati che prestano denaro a strozzo, tutti i mafiosi e i camorristi ovviamente nullatenenti, le badanti e le colf pagate in nero e via dicendo.

Ovviamente gli "assegni di accompano" non fanno reddito così come alcune (non tutte) prestazioni assistenziali di sostegno al reddito: se non si superano gli 8.000 euro annui si è in zona tax-free e non si pagano tasse: chissà se le hanno messe in conto o no. Allo stesso modo la prima casa non produce reddito; quella conta o no nella povertà?

Se quei numeri (il 10% della popolazione) fossero veri ci sarebbe la gente in piazza (come in francia per la loi travail) coi forconi (da noi chi manifestava coi forconi aveva la jaguar) e manco scelba sarebbe in grado di fermare l'assalto in massa ai supermercati:

L'articolo di sui siamo coda patisce di un peccato originale, e cioè parla di povertà anziché di iniqua distribuzione di ricchezza.
Sono gggiovani!!!! 😆 😆 😆
Infatti se fossero vissuti nell'immediatezza del dopo IIWW avrebbero potuto toccare con mano la povertà, oggi tuttalpiù ci si può riferire a ristrettezza economica, che è altra cosa.

Ho riportato il commento di cedric che non condivido minimamente perché lascia intravedere che il suo autore non detiene la minima conoscenza della realtà sociale in cui vive. Potrei opinarlo punto per punto ma ne stigmatizzo uno su tutti: la prima cosa.
Sostiene che quest'ultima non produca reddito e ciò è specchio che non conosce la funzionalità del catasto e relativi parametri, infatti per questo registro la prima casa è in potenza uguale a qualsiasi altro immobile.
Solo delle menti perniciose come quelle dei nostri (sic!) politici può contrabbandare un simile concetto. Che reddito produce un immobile di cui non si riscuote l'affitto per morosità del conduttore? Anzi è finanziariamente solo una perdita netta, non mancato introito, perché in quell'immobile ci devo pagare l'IMU e l'IRPEF, quindi oltre il danno, la beffa.
Senza tener conto dell'ISEE che naturalmente è sempre considerato in potenza e quindi le mie eventuali azioni della banca Popolare di Vicenza sono calcolate a 60€ cadauna e non a dieci centesimi come è l'attuale valore di mercato.
Mi consigli cedric (forse le teorie di Eulero?) come dovrei compilare la mia denuncia dei redditi che a parole ne conosce una pagina più del libro.
😈


RispondiCitazione
cedric
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1697
 

Ho riportato il commento di cedric ..... Potrei opinarlo punto per punto ma ne stigmatizzo uno su tutti: la prima cosa.
Sostiene che quest'ultima non produca reddito e ciò è specchio che non conosce la funzionalità del catasto e relativi parametri, infatti per questo registro la prima casa è in potenza uguale a qualsiasi altro immobile.

Mi rendo conto che quando si parla di evasori fiscali, gentaglia che come i mafiosi intesta i propri beni a parenti e prestanomi si tocca un nervo scoperto.

Riconosco la mia imprecisione parlando della prima casa: ovviamente come tutti gli immobili essa ha una sua "rendita catastale" ed avrei dovuto dire più correttamente che "la prima casa non produce un reddito imponibile" visto che non ci si pagano tasse "patrimoniali" IRPEF, IMU e TASI. Sono esclusi i i castelli(!), le ville e gli immobili signorili (A1,A8,A9) ma penso che ciò non faccia testo.

La prima casa è invece soggetta alla TARI che non è una "tassa patriminiale" ma un corrispettivo per la gestione dei rifiuti (potenzialmente) prodotti. La TARI è diventata "tributo" esclusivamente per "stangare penalmente" chi non la paga, se fosse stata semplicemente una bolletta (come per la luce ed il gas) nessuno l'avrebbe pagata visto che non è possibile interrompere il servizio "non prendendo i rifiuti di chi non paga.

Nella denuncia dei redditi la prima casa viene prima inserita nel reddito e poi dedotta dal reddito stesso (la bizantinità di ciò serve a calcolare il patrimonio ICEE di rigo E137): non ci si paga nulla di IRPEF.

Ovviamente il mafioso e l'evasore totale che intesta tutti i propri immobili ai prestanome NON ha giuridicamente alcuna proprietà, non produce redditi e quindi è "invisibile al fisco": ne vedo a centinaia in farmacia. Si riconoscono a vista perchè sono quelli che non forniscono il codice fiscale per lo scontrino per detrarlo dalle tasse, inutile dire che le sciure di tale genia hanno la borsetta di gucci ed i tamarri brizzolati un bel suv in doppia fila.

Il senso del mio post era chiaro: metà dei "presunti poveri" sono evasori fiscali, mentre l'altra metà vive effettivamente in condizioni critiche: due milioni e mezzo di emarginati che vivono di pane ed acqua sono una realtà indegna.


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3719
 

cedric, le divisioni dei redditi della popolazione può accomodarseli come vuole, la realtà è un'altra cosa.
Lei porta esempi mirati e ciò è pernicioso, io mi riferisco alla generalità, considerare solo le eccezioni non è indice di onestà intellettuale.
L'esempio della TARI lo ritengo di una volgarità unica oltre che anti-pedagogica, perché? Tassa squisitamente comunista.
Insegna forse a non produrre rifiuti se è basata sulla superficie dell'immobile e non sul numero delle persone che ci vivono?
Quali sarebbero poi i servizi indivisibili a cui si riferisce e che non siano già ampiamente finanziati da altre imposte?
Un esempio su tutti: l'illuminazione pubblica rischiara la mia area o serve per la sicurezza dei viandanti? 😈

Ho più volte scritto che negli anni '60 si pagava solamente l'IGE che era il 3,3% del reddito e non tutte le attuali imposizioni, probabilmente eravamo ancora dei baluba e vivevamo come fossimo nella giungla, adesso che siamo progrediti è tutta un'altra cosa. 😈 😈 😈


RispondiCitazione
Condividi: