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Italia: espulso per le sue idee


marzian
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
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Topic starter  

Bouriqui Bouchta vive in Italia da più di dieci anni.
A Torino ha moglie, figli e un'attività commerciale
molto ben avviata. Per diversi anni è stato a capo di
una delle moschee cittadine portando sulle sue spalle
il peso della rappresentanza di una larga parte della
comunità religiosa araba di Porta Palazzo e di Torino.
Negli ultimi due anni il suo impegno nella difesa dei
diritti dei migranti, ed in particolare del suo gruppo
di origine, la comunità magrebina, lo ha spinto a dare
vita ad un'associazione il cui scopo principale è
proprio quello di aumentare il livello di
considerazione e di rispetto di cui la comunità
magrebina gode nella nostra città. Il suo impegno si è
sempre svolto alla luce del sole, lo abbiamo
incontrato in piazza a manifestare per la pace, lo
abbiamo ascoltato intervenire nei dibattiti con forza
e senso della misura. Allo scoppio della guerra contro
l'Iraq, ai giornalisti che lo intervistavano e poi in
televisione, ha ripetuto quello che cento milioni di
persone pensavano e dicevano negli stessi giorni: che
la guerra era ingiusta, che gli Stati Uniti stavano
invadendo e bombardando un paese che non aveva
dichiarato guerra a nessuno causando migliaia di
vittime innocenti, e che pertanto dovevano tornarsene
a casa alla svelta. Bouchta queste cose le ha dette
anche in moschea e veniva ascoltato, perché è un uomo
rispettato la cui opinione ha un peso, specialmente a
Porta Palazzo. Bouchta è un leader politico, oltre che
una guida religiosa, e anche per questo è molto
ascoltato.
Forse per lo stesso motivo questa mattina, le forze
dell'ordine lo hanno prelevato dalla sua abitazione e
lo hanno portato via senza dare alcuna spiegazione
alla moglie e ai figli. Le agenzie dicono che sarebbe
già stato rimpatriato in Marocco, lui che è un
cittadino con la carta di soggiorno e che spera di
ottenere, tra non molto tempo, la cittadinanza
ufficiale. Non è in alcun modo accettabile che una
persona a cui non è mai stato contestato alcun reato e
che per di più possiede tutti i titoli di legge per
soggiornare e lavorare nel nostro paese, venga
rispedita al paese di origine. Non è in alcun modo
possibile che ciò accada in un paese democratico, ma
ciò è invece assai tipico di un paese autoritario,
dove la libertà di espressione non è garantita dalla
legge, dove i diritti fondamentali degli individui
sono messi in discussione. A prescindere dalle
motivazioni che il Ministero dell'Interno vorrà
addurre quali giustificazioni di un'iniziativa tanto
sconsiderata, esprimiamo la più ferma condanna per
quanto accaduto. Siamo vicini alla famiglia di Bouchta
in questo momento di grave difficoltà ed invitiamo
tutti ad unirsi in una forte iniziativa di condanna e
di mobilitazione affinché il provvedimento venga
annullato nel tempo più breve possibile.
All'amministrazione di Torino e al sindaco Chiamparino
chiediamo di prendere posizione contro l'iniziativa
del Ministro Pisanu, per dimostrare che la tregua
olimpica che si vuole costruire non passa attraverso
la repressione del dissenso ovunque esso si manifesti:
dai centri sociali all'antifascismo, dalle lotte per
la difesa dell'ambiente a quelle per i diritti dei
migranti.

Torino, 6 settembre 2005
Gruppo Migranti Torino Social Forum


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