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La fabbrica caserma di Marchionne e Marcegaglia


pietroancona
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LA FABBRICA-CASERMA

Ma quanta brava e saggia gente è scesa in campo per chiedere alla Fiom di recedere dal suo atteggiamento di diniego, di essere "responsabile", di accettare le condizioni poste da Marchionne e già sottoscritte dai sindacati governativi e filopadronali, insomma di firmare! Al coro manca soltanto Berlusconi e poi ci sono tutti: ieri il Presidente della Camera, oggi il Presidente del Senato, il segretario dei PD Bersani, l'On.le Casini, il folto e scodinzolante partito Fiat del PD con la Sereni, Chiapparino e tanti, tantissimi altri. E meno male che tra la Fiat ed il Pdl non è corso mai buon sangue!
Nessuno che dica una sola parola di critica, che avanzi una qualche riserva sulle pretese cinesi della Fiat, che abbia un qualche dubbio su richieste che riguardano diritti fondamentali e individuali come il diritto di sciopero ed alla salute. Non una parola. Non si ha il coraggio di dire che la resistenza della Fiom è sbagliata, estremista, immotivata. Ma si tenta di colpevolizzarla mettendo l'accento su un trasferimento della Fiat in Polonia o in Serbia. Insomma, se La Fiat va via la colpa sarà della Fiom...e si perderanno per sempre quindicimila posti di lavoro!
Si cerca di fomentare l'odio della gente contro chi difende i diritti. E' accaduto in una azienda del Nord in cui operai terrorizzati dalla minaccia di non avere un lavoro hanno attaccato la Fiom ed hanno chiesto di essere schiavizzati. Questo triste e doloroso esempio del degrado in cui è stata portata l'Italia viene agitato contro quanti continuano a difendere diritti. Ma che andate cercando! Lasciateci guadagnare il pane!
Ma torniamo al coro dei finti pacieri.
Tanta brava e volenterosa gente non l'ho vista quando Marchionne, sfottendo gli operai di Termini Imerese, disse che non poteva attaccare Termini al Nord Italia, che era troppo lontano e che non se ne parlava nemmeno di salvare l'impianto scaricando sui lavoratori e sulla Regione Sicilia le responsabilità di una conduzione logistica ed industriale assurda e costosissima sostenuta forse per ragioni che ci sono imperscrutabili e che riguardano le relazioni riservate della Fiat..
Ichino, alza l'ingegno e si chiede quale argomento "forte" può aggiungere al pressing contro la Fiom.
L'ha trovato! Ha detto che l'accordo proposto da Marchionne se accettato aiuterà gli investimenti stranieri in Italia.....Insomma, se gli investitori esteri si rendono conto che l'Italia è una specie di Cina in Europa accorreranno giulivi a mettere qui le loro fabbriche e fabbrichette! Ecco perchè bisogna accettare di subire il licenziamento in caso di sciopero e di lavorare non solo 13 ore su 24 ma anche mettendo le undici ore a disposizione dell'azienda...
Ho letto il documento approvato all'unanimità dal Comitato Centrale della Fiom. Debbo dire che non mi è piaciuto. Non mi è piaciuta l'accettazione di tutta la parte economica della proposta Fiat a cominciare dai 18 turni settimanali e dall'aumento dello straordinario. Bisognerebbe riflettere sulle condizioni di stress dei lavoratori di Melfi per comprendere quanto è ingiusto chiedere una intensificazione massacrante della prestazione. Non mi è piaciuta la disponibilità alla collaborazione per reprimere il fenomeno dell'assenteismo. Se il ritmo della prestazione diventerà allucinante assai di più di oggi avremo un aumento delle assenze dal lavoro. La gente è fatta di carne ed ossa. Il sistema nervoso dei lavoratori viene sottoposto a pressioni inaudite. Vorrei che gli illustri pennivendoli che oggi si prodigano a dire quanta è sbagliata la resistenza operaia provassero a lavorare una settimana in un reparto Fiat e constatare sulla propria pelle che cosa sono le ultime invenzioni dei cronometristi dell'azienda.... Sarebbe istruttiva un'inchiesta parlamentare sulla salute degli operai di Melfi.
Il documento Fiom non poteva non respingere la sospensione dei diritti costituzionali e la trasformazione del contratto di lavoro in un insieme di obbligazioni da eseguire pena il licenziamento.
Ma oggi, l'obiettivo della Fiat e del padronato non è più soltanto nella deregulation dal contratto nazionale ma nella trasformazione del regime della azienda con una fortissima accentuazione della sottomissione gerarchica dei dipendenti. Si vuole passare alla fabbrica-caserma. Si vuole la trasformazione del sindacato in servizi dell'ufficio risorse umane con compiti di monitoraggio (spionaggio) della mano d'opera e di isolamento delle "teste calde" delle zone di resistenza. Questo avviene già da qualche parte ma ora si vorrebbe la sua piena legittimazione pubblica, alla luce del sole. Tutti debbono sapere che in Italia comanda il management dei padroni....
La Marcegaglia ha avuto parole molto dure e sprezzanti verso la Fiom e quanto resta della resistenza operaia. Si è lasciata andare in affermazioni offensive, pesanti che Epifani ha sbagliato a non rintuzzare e rinviare al mittente.
Sbaglia e continua a sbagliare come quando non ha rintuzzato il "fannulloni" di Brunetta ai dipendenti statali. Epifani ha fatto oggi una dichiarazione in cui di fatto prende le distanze dalla Fiom che tratta con molta freddezza come se si trattasse di organizzazione "altra" non confederata nella CGIL e profondamente connessa alla sua storia ed alla sua cultura. Anche Epifani è nel coro dei benpensanti che richiamano all'ordine ed alla disciplina i reprobi della Fiom. Infatti, Sacconi che quanto può sputa veleno sulla CGIL e ne teorizza l'isolamento, gli rivolge parole di comprensione e di esortazione all'azione. Succederà come è già successo per i lavoratori Alitalia. Dall'accordo con Merchionne usciremo con le ossa rotte, con una condizione nelle fabbriche che sarà fuori dallo spirito e dalla lettera della Costituzione. L'Italia è il paradiso della borghesia parassitaria, dell'oligarchia politica privilegiata e l'inferno per chiunque faccia un lavoro dipendente. Ma l'establishment industriale politico sindacale uscirà molto coeso e rafforzato. Confindustria, Governo, Cgil, Cisl, Uil e quanti li contornano saranno ancora più uniti nello sforzo di traghettare la borghesia italiana fuori dalla crisi, lasciando a terra e sacrificando i lavoratori dipendenti e quella che fu una democrazia costituzionale.
Quanti si affannano giustamente a denunziare la legge-bavaglio dovrebbero sapere che la libertà è una ed indivisibile e passa anche e sopratutto nei luoghi di lavoro. Senza libertà nei luoghi di lavoro tutte le altre libertà diventano di parte.
Pietro Ancona
http://medioevosociale-pietro.blogspot.com/
www.spazioamico.it
.


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Truman
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Da leggere anche l'ottimo commento di Robecchi:

Pomigliano: gli operai doneranno alla Fiat le figlie adolescenti


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RobertoG
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Dalla Fiat un ricatto mafioso

di Paolo Ferrero

La vicenda di Pomigliano non è questione sindacale ma politica. Rappresenta la principale battaglia oggi in corso nel paese. Il dictat della Fiat di derogare dal contratto nazionale e dalle leggi della Repubblica rappresenta è il principale attacco politico alla Costituzione repubblicana. Berlusconi propone la manomissione dell’articolo 41 e Marchionne la pratica. Di fronte a questo scontro tutta la destra appoggia ovviamente la Fiat in nome della fine del conflitto di classe. Vergognosamente il PD dice che la Fiat esagera ma che il ricatto va accettato.
In questo breve riassunto è contenuta la fotografia sullo scontro politico nel paese. Dov’è quel centro sinistra che giustamente si indigna per le nefandezze di Berlusconi? Dove sono i direttori dei quotidiani che giustamente protestano contro le leggi bavaglio? Dove sono i liberali che gridano al golpe quotidianamente: in silenzio. Perché noi oggi in Italia abbiamo una opposizione liberale che difende la Costituzione formale senza difendere la Costituzione reale, senza difendere le basi materiali su cui si regge il compromesso costituzionale. Abbiamo una opposizione liberale per cui la democrazia si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche, degli uffici, dei supermercati. E’ una opposizione liberale contrapposta a Berlusconi ma subalterna ai poteri forti del paese: a Confindustria come alle banche.
Noi riteniamo che questo ricatto di tipo mafioso non sia accettabile. Se il ricatto passa a Pomigliano è evidente che passerà anche negli altri stabilimenti Fiat e poi in tutti i luoghi di lavoro. Se il rispetto della legge e del diritto di sciopero possono essere aggirati attraverso il ricatto non esistono più. Per questo l’accordo di Pomigliano va rifiutato e non può essere sottoposto a referendum. Nessun cittadino può essere chiamato a votare sul rispetto della Costituzione, tanto più in presenza di un ricatto di tipo mafioso.
Siamo contro il ricatto della Fiat perché difendiamo i diritti dei lavoratori dentro questa globalizzazione neoliberista, progettata proprio per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Siamo contro questo ricatto perché difendiamo la democrazia in Italia. E’ del tutto evidente che se non ci si oppone al ricatto della Fiat diventa assai difficile spiegare ai lavoratori italiani l’importanza di difendere la costituzione. Per questo diciamo forte e chiaro che la difesa della democrazia deve essere tutt’uno con la difesa dei diritti dei lavoratori e appoggiamo la FIOM nella sua battaglia che è la nostra battaglia. Rompiamo il muro di silenzio costruito attorno a questa vicenda e denunciamo nel paese il ricatto mafioso della Fiat e del governo.

http://www.paoloferrero.it/blog/


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la conclusione di Pietro Ancona è completamente condivisibile !


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Tetris1917
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buon articolo di Pietro Ancona. Inutile dilungarsi in analisi, perche' quella fatta da Gallino giorni addietro su "repubblica", la considero la piu' lucida. Comunque, quello che sta mancando al proprio scopo storico, e' la classe lavoratrice (intendo proletariato), mentre quella borghese (MERCEgaglia - merchionne...), sa bene dove picchiare e come ottenere quello che vuole (profitti). Diciamocelo chiaramante: un operaio di oggi (come coscienza di classe) e' un infante alle prime armi. Ecco perche' a pomigliano si e' gia' perso, e il resto d'italia insieme a loro.


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Tetris1917
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mi sembra di notare che tutte le riforme a scapito dei diritti del lavoro ( e non solo degli operai...) siano state fatte in periodo estivo magari infilandole in altre leggi con le quali avevano poco a che spartire...ma si sà che in estate agli italiani piace dormire , riposare e sognare...( speriamo che non siano incubi...).


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