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La sanità pubblica muore


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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E’ notizia di oggi, ma anche di ieri e dell’altro ieri…la sanità pubblica muore, e neanche tanto lentamente, muore sotto i tagli dei vari governi di sinistra e destra, muore per la spending review del premier Monti, muore per gli sprechi , muore perché gestita male e diretta peggio…muore perché la politica ne ha fatto terra di conquista e l’ha plasmata a sua immagine e somiglianza sino a renderla un coacervo di interessi trasversali che con l’assistenza e la salute pubblica non hanno nulla a che vedere.

Rimbalzano sui video le immagini di uno degli ospedali più importanti del sud Italia, il Cardarelli, dove per assistere i malati c’è necessità di utilizzare anche le scrivanie…i tagli dei posti letto, il blocco del turn over, il bisogno di una sempre più vasta area di persone di rivolgersi all’assistenza pubblica, per il diffondersi di patologie legate all’inquinamento e a condizioni di vita più che difficili, fanno emergere con forza le carenze di un sistema sanitario pubblico letteralmente divorato da una classe dirigente incompetente ed incapace.

La limitazione delle risorse economiche, conseguenza  anche degli spaventosi buchi di bilancio che provenivano dal pozzo senza fondo che la sanità, utilizzata da politici e faccendieri per riempirsi le tasche di milioni senza alcun controllo, costituiva, invece di colpire sprechi e corruzioni, ha finito per  rendere l’assistenza ai malati inadeguata e spesso scandalosa.

Manager posti ai vertici delle aziende sanitarie più per raccomandazioni politiche che per veri meriti e competenze, disattendendo, nei fatti, quanto previsto dal decreto legge 716/79 che stabiliva concorsi pubblici per l’assegnazione di determinate cariche, appalti di manutenzione, guardiania e pulizie sproporzionati riguardo alla qualità dei servizi resi, sprechi per “progetti” mai neanche cominciati, acquisti di macchinari lasciati a morire nei depositi…

Vittorio Russo, presidente dell’Anpo, già commissario straordinario dell’Asl Napoli 3, che ha più volte affrontato, dall’interno, le questioni che riguardano la spesa per l’assistenza sanitaria, ha più volte denunciato quelle “disfunzioni”  che hanno generato le enormi ed ingiustificate perdite e che, mai rimosse, continuano a pesare e a creare quei problemi che poi ricadono, tutti, sui cittadini.

La cifra dedicata alla sanità, benché inferiore a quella che in altri paesi viene investita, sarebbe sufficiente se dedicata esclusivamente all’assistenza sanitaria e venissero, del tutto, cancellati quegli sprechi che non sono direttamente correlati con la salute pubblica.

Gli appalti per la vigilanza, le pulizie, la manutenzione dei macchinari e l’informatizzazione del servizio sanitario fanno riferimento a contratti quasi sempre onerosi per la pubblica amministrazione e sbagliati riguardo ai reali servizi che poi vengono forniti.

Milioni di euro sono stati spesi per creare un anagrafe degli assistiti e dei dipendenti, senza che tutt’oggi ci sia alcun risultato serio e reale, così come vengono spesi milioni di euro per la vigilanza degli ospedali e per le aziende di pulizia, milioni che non finiscono di certo nelle tasche dei lavoratori, sottopagati, sfruttati e usati, spesso, come arma di ricatto nei confronti dell’ente pubblico.

Il principio di irresponsabilità amministrativa, vigente nel nostro paese,  permette che nessuno debba mai giustificare l’approvazione di contratti spropositati nel merito e nel quantum, spesso inutili per il buon svolgimento delle attività sanitarie.

Nei fatti la sanità pubblica è stata, e viene, usata come bacino di voti dalla politica e come fonte di arricchimento per industriali senza scrupoli, controllata da “baroni” della medicina che decidono carriere ed assunzioni, chi curare e chi “sfruttare”…esempi di pazienti “cavie” operati solo per interessi personali hanno riempito le cronache degli ultimi anni.

Non sono le leggi a mancare, è la volontà di ristabilire quel giusto equilibrio tra spesa e assistenza pubblica, eliminando sprechi ed ingiustizie, ridando il giusto valore al merito e cancellando raccomandazioni e collusioni, che manca a chi dice di voler guidare il nostro paese fuori dalle sacche di una crisi che proprio questa gestione dissennata della cosa pubblica ha generato.

Fonte: www.ilpasquino.net
10.05.2013


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