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L’ITALIA CHE NON C’È


mystes
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
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L´Impero Romano sotto Diocleziano

 

È l’Italia che non c’è, non l’Europa.

L’Europa è esistita ed esiste perché c’è stato l’Impero Romano con la sua propaggine bizantina e medievale. E anche se l’Impero Romano non c´é più ci ha lasciato in eredità un continente civilizzato, dove i galli sono diventati francesi fratelli dei latini, i germani sono diventati tedeschi e i latini italiani, gli slavi continuano a stare al di là dei confini orientali, dove li aveva fermati Diocleziano. L’Europa di oggi è solo l’Europa di Bruxelles, ossia l’Europa dei mercanti, una entità spuria e problematica che avrebbe fatto venire i brividi ad un Ezra Pound e a un Antonio Salandra.

Quindi finiamola di parlare di un’Europa unita che non c’è, la semplice ed unica emissione di una moneta demominata Euro non fa di un continente antico un’Europa, ci vuol ben altro, Giulio Cesare ebbe bisogno di numerose guerre elencate nel De Bello Gallico e meravigliosamente descritte in tutte le sue grandi opere letterarie e Marco Aurelio per mantenere unito quel continente disegnato dalla mente prodigiosa dell´uomo più divino del mondo, ebbe bisogno di mandare le sue legioni oltre il Danubio (al mio segnale scatenate l´inferno) ( ) .

È vero che Metternich, quel sornione austriaco che non sapeva niente né di storia né di geografia, aveva definito ingiustamente l´Italia una “espressione geografica” ma lo fece perché gli italiani non avevano ancora ingaggiato nella squadra da mandare ai mondiali un capo-cannoniere come Peppino Garibaldi. Quando Peppino entrò in campo, le cose cambiarono, e Metternich, che era anatomicamente stitico, quando seppe quel che era successo a Marsala, se la fece addosso. È così che andò la storia, ma i nostri agiografi la scrissero in maniera enfatica per farla mandare a memoria ai ragazzi delle scuole medie, tradizionalmente svogliati e pasticcioni.

Adesso, io non voglio piangermi addosso nel vedere l’Italia di oggi, con la Meloni, o con Salvini, o Conte, o Lo Turco e compagnia cantando (non fa differenza, sono tutte creature uscite da un mortal seno), l’Italia ha perso una guerra mondiale terribile, la più sanguinosa e feroce che a memoria d’uomo si ricordi ed è già un miracolo che stia in piedi e con tutte le costole unite. Quanti secoli dovranno passare per scrollarsi di dosso l´umiliante trattato di pace firmato a Cassibile, la fuga indecente di Sua Maestà Vittorio Emanuele dalla capitale (fine ingloriosa di una gloriosa monarchia) e il capoccione del duce impiccato con la testa all´in giù in piazzale Loreto?

Qualcuno mi dirà per stornare il discorso dalla storia del passato e riportarlo sui binari del presente: e come la mettiamo con le ondate di immigrati clandestini che sbarcano sulle coste della Calabria e della Sicilia?

Ma ragazzi, stiamo scherzando, non avete studiato, vi hanno dato cinque meno in storia: non è una novità, non vi ricordate che sulle coste di Punta Stilo Campanella aveva avvistato il terribile pirata musulmano Amurath che doveva aiutarlo a cacciare gli spagnoli dal Regno di Napoli? ( https://www.amazon.it/dp/1088950876 )Ed a Napoli i napoletani, intelligentissimi e burloni, parlavano un dialetto spagnolesco per prendere in giro gli spagnoli che erano spacconi e arroganti. Campanella quando fu trasferito a Napoli dovette adattarsi, infatti alcune delle sue poesie scritte a Castel dell´Ovo sembrano avere l´accento iberico. Gli spagnoli sono così anche oggi, ma sono a casa loro e a Madrid possono fare quello che vogliono, anche ad andare alle corridas de toreros.

Questa è l’Italia, coi suoi burloni, coi suoi dialetti, con le sue straordinarie tradizioni frutto di una sapienza millenaria sorta nella magica Magna Graecia del VI^ Secolo, proseguita con gli svevi e i normanni, cullata e fiorita nella magica Etruria della Cittá del Fiore da dove ha trasmesso luce, dottrina, costumi al mondo intero.

Altro che Europa!

 

 

 

 

 

Questa argomento è stata modificata 12 mesi fa da mystes

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Luca VFR
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 118
 

Sorry ma Klemens von Metternich era tutt'altro che stupido. Poi che da noi, per ovvi motivi, l'abbiam dipinto come tale ci sta tutta, ma era uno statista cosa che in itgalia, e non solo, manca ormai da oltre mezzo secolo.

Ah! e come ogni statista che si rispetti e che sia degno di tale nome, ha fatto gli interessi del suo paese.


sarah e BrunoWald hanno apprezzato
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BrunoWald
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 425
 

Senonché, Peppino Garibaldi fu ingaggiato da casa Rothschild e dalla massoneria inglese, mica dagli italiani. E quando sbarcò a Marsala coi suoi mercenari, Metternich era già morto da un anno, e ritirato a vita privata da dodici.


sarah hanno apprezzato
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sarah
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 521
 

"Obbedisco", e l'eroica missione del capo cannoniere si concluse dando inizio, di fatto, ad una "questione meridionale" mai risolta. Viene facilmente da credere che nei piani di coloro che favorirono l'azione dei garibaldini non vi fosse affatto l'interesse della "nazione" o del "territorio italiano" ( per dirla come Metternich ), ancora disunito persino nella lingua, ma progetti geopolitici forse non meno punitivi di quelli immaginati al Congresso di Vienna. Da parte sua, l'entità geopolitica asburgica era ormai condannata, per una serie di ragioni, e destinata a soccombere. Anche il destino dei quei territori non fu poi particolarmente prospero e felice. In un bel documento storico che potrei anche sforzarmi di ritrovare ( risale ai bei tempi del cartaceo ) si possono leggere alcune testimonianze dirette raccolte durante il periodo di disfacimento dell'impero austro-ungarico e le immagini che ricorrono di più sono quelle delle deteriorate condizioni di vita e soprattutto dell'esplosione dell'odio: gli austriaci tornano ad essere i "superiori" mentre più a sud e più ad est vivono gli "spo..rchi slavi". Popoli slavi che occuperanno un ruolo sempre più marginale in Europa prima di cadere definitivamente sotto l'influenza comunista. So di dire cose apparentemente antipatiche e non si tratta, credetemi, di livore contro gli italiani miei compatrioti. Nella riflessione qui sopra si riportano anche altri fatti assolutamente veri e che ci rendono onore ma la frase "E' l'Italia che non c'è" sembra essere scritta al posto giusto e al momento giusto.


BrunoWald e oriundo2006 hanno apprezzato
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