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Ma i loro giornali li pagheremo ancora


oldhunter
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MA I LORO GIORNALI LI PAGHEREMO ANCORA

di Furio Stella
http://www.effervescienza.com/

“Basta finanziamenti pubblici ai partiti”, annuncia Letta. Ma dall’Unità alla Padania i contributi all’editoria politica non si toccano: solo nell’ultimo anno elargiti 17,9 milioni, anche a chi non vende manco una copia!

Basta soldi pubblici ai partiti. L’ha detto il governo Letta, e tanto basta. Ma se qualcuno pensa davvero che la magneria sia finita, si sbaglia. Non solo per i meccanismi del finanziamento, tutt’altro che chiari, ma soprattutto per il sommerso che si nasconde tra le sue pieghe. Piglia per esempio i giornali di partito, quelli che s’imbertano ogni anno un bella pacca di milioni pubblici, cioè delle nostre tasche: uno dice, be’, chiuderanno i bocchettoni dei finanziamenti anche a quelli, no? E invece manco per il cavolo. Lì sono e lì restano. Continueremo a pagarli noi, come abbiamo fatto con l’ultima “rata” del 2011 che è costata agli italiani 17,9 milioni, su un totale di 80 milioni di finanziamenti all’editoria che il governo di Mariolino Monti aveva provveduto a sforbiciare di un terzo rispetto ai 120 del 2010. E che, secondo il decreto Salva Italia, dovrebbero estinguersi completamente dal 2014 (ma ci crediamo poco).

Ora, perché uno che ha un partito e vuole farsi un giornale debba prendere i soldi dalle tasche dei contribuenti anziché dalle sue, come fanno un’infinità di giornali, di imprenditori e di soggetti sociali di questo mondo, non si capisce bene, specie in tempi in cui l’editoria ha perso da tempo la funzione (o l’alibi?) di rappresentare una “libertà democratica”. Ma la cosa più divertente è che i soldi presi non hanno il benché minimo rapporto con il numero delle copie vendute. Nessunissimo. Tant’è che molti giornali di partito a libro paga degli italiani non li conosce nessuno. Manco gli edicolanti. Senza bisogno di ricordare casi pietosi passati alle cronache come quello del Campanile di Clemente Mastella e degli ex UDEUR, vi dicono niente nomi di testate come Democrazia Cristiana, Terra (Verdi) o Europa (ex Margherita) che pure è l’attuale organo del Partito Democratico? Temiamo di no. Eppure per il 2011, nonostante il primo abbia preso soltanto spiccioli (199 mila euro), Terra ha incassato dallo Stato 1,5 milioni ed Europa addirittura 2,3. Cioè poco più di quanto non abbia preso Liberazione, il giornale di Rifondazione Comunista (2 milioni). Ma meno della Padania, il giornale della Lega Nord in crisi patocca nonostante i 2,6 milioni incassati per l’anno 2011; e meno ancora de L’Unità (ex Pci e DS: oggi ha solo quote del PD) che di tutti giornali di partito è quello che prende più di tutti, 3,7 milioni anche nel 2011, nonostante il flop alle edicole gli abbia fatto perdere negli ultimi dieci anni qualcosa come due lettori su tre. L’Unità vende oggi poco più di 20 mila copie, e dunque il suo costo al contribuente si può calcolare facilmente. Di sicuro, nel rapporto soldi incassati-copie vendute, si tratta di una cifra molto minore rispetto ai 3,60 euro a copia del Secolo d’Italia, l’organo di AN che oggi ha chiuso l’edizione cartacea ed è passato solo all’on-line, beneficato nel 2011 da 1,7 milioni a fronte delle appena tremila copie vendute.

Tranquilli: ne beccheranno ancora, alla faccia dei proclami.

Link alla fonte: http://www.stampalibera.com/?p=69660

18 dicembre 2013


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