Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare, ha scatenato polemiche con una dichiarazione provocatoria sui social. Commentando il nuovo slogan coniato da Elon Musk “M.E.G.A – Make Europe Great Again“, Rizzo ha ironizzato sulla possibilità di adattare lo slogan alla realtà italiana, suggerendo che l’unica parola efficace per il nostro Paese sarebbe “F.I.G.A – Fai l’Italia Grande Ancora”. Il commento, volutamente provocatorio, ha rapidamente attirato l’attenzione, dividendo l’opinione pubblica tra chi ha colto l’ironia e chi lo ha ritenuto un’espressione fuori luogo per un leader politico.
Nell’ironia della provocazione si inserisce il richiamo alla manifestazione che si terrà sabato 8 febbraio a Roma, in Piazza Santi Apostoli, per lo scioglimento dell’Unione Europea. Marco Rizzo ha parlato ai microfoni di Lavori In Corso dei motivi che spingono a manifestare contro l’UE: “L’Unione Europea è come l’OMS. Un tempo si pensava che l’Organizzazione Mondiale della Sanità fosse un’istituzione dedicata esclusivamente al bene dei popoli e alla tutela della salute globale, un po’ come la Chiesa Cattolica per i credenti. Tuttavia, abbiamo scoperto che la realtà è ben diversa: l’OMS non agisce sempre nell’interesse collettivo, poiché ha tra i suoi principali finanziatori soggetti privati, tra cui Bill Gates, che può essere considerato un vero e proprio “azionista di maggioranza”.
Di conseguenza, molte delle decisioni prese dall’OMS sembrano rispondere più agli interessi di chi la finanzia che a quelli dei cittadini. Per questo motivo, sarebbe più opportuno smantellarla e ricostruirla su basi nuove, escludendo il finanziamento da parte di privati, grandi gruppi farmaceutici o filantropi progressisti come Gates, e restituendola al controllo degli Stati, con regole chiare e trasparenti sulle sue funzioni.
L’Unione Europea segue la stessa logica. È governata dalla Banca Centrale Europea, un’istituzione che nessuno ha eletto, e dal Fondo Monetario Internazionale, entrambi enti che operano con dinamiche poco trasparenti. L’obiettivo sembra essere quello di depredare le classi medie, schiacciare i lavoratori e sottrarre potere ai popoli e alle nazioni. Per questo motivo, un’Unione Europea strutturata in questo modo non può funzionare e dovrebbe essere sciolta“.
https://www.radioradio.it/2025/02/rizzo-unione-europea-oms-mega-elon-musk/
lo avrei messo prima dell'evento di Rizzo, ma non ricordavo la data e pensavo ci fosse tempo
Protesta dei trattori a Roma, presidio a Piazza Irnerio
8 Febbraio 2025 - 17:06
Sono arrivati a Roma i 23 trattori partiti questa mattina da Torrimpietra che hanno così ufficialmente avviato la manifestazione, che ha raggiunto Piazza Irnerio. Il corteo è composto da una delegazione di mezzi da Lazio, Emilia Romagna e Toscana ed è guidata da Salvatore Fais, socio fondatore di Agricoltori italiani. La protesta è arrivata nella Capitale per assenza di risposte da parte delle istituzioni: «Da un anno non è cambiato niente, stanno facendo i progetti all’estero», ha commentato Fais ai giornalisti sul posto. Sui trattori sono stati osservati anche striscioni con scritto «sua santità mi aspetta», riferito al Papa, e «ci volevate schiavi, ci trovate ribelli, difesa dell’agricoltura italiana». https://www.lindipendente.online/2025/02/08/protesta-dei-trattori-a-roma-presidio-a-piazza-irnerio/
questa manifestazione accade in Serbia, dove i tentacoli di Soros più e più volte tentano di sbarazzarsi di quel filorusso di Vuceciv ....chissà se soffiano sulla rabbia popolare...
caspita in Italia per la strage del ponte Morandi sono stati tutti premiati, benetton inclusi...eh si vede quando una democrazia è "evoluta"
Blocchi, occupazioni e scioperi: la protesta degli studenti serbi non si ferma
Dopo oltre tre mesi e i primi risultati ottenuti, le proteste per il disastro della stazione ferroviaria di Novi Sad, in Serbia, non accennano a fermarsi. I manifestanti hanno già ottenuto le dimissioni del primo ministro Vučević e del sindaco della stessa cittadina, ma un gran numero di persone, guidate da giovani e studenti, continua a invadere le strade di tutta la nazione, paralizzando il Paese. Le proteste degli studenti hanno raggiunto tutte le fasce della popolazione, generando un movimento composito e variegato che sta colpendo dritto al bersaglio i punti più critici del Paese. Le richieste sono molteplici, ma muovono da alcuni punti fermi: la pubblicazione di tutti i documenti relativi ai lavori della stazione ferroviaria, l’archiviazione delle accuse contro i manifestanti arrestati nel corso degli ultimi mesi, un aumento dei finanziamenti pubblici all’istruzione, l’individuazione e l’incriminazione dei responsabili dell’incidente e la fine della corruzione.
Le rivolte popolari serbe hanno preso il via dopo che, lo scorso novembre, è crollata una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad, uccidendo 15 persone (tra cui un bambino di 6 anni) e ferendone gravemente altre due. Quella vicenda, considerata il simbolo più tangibile della corruzione e dell’incuria che permeerebbero le istituzioni serbe, ha acceso la miccia di una protesta popolare senza precedenti. Da allora, il movimento sociale del Paese non si è fermato. Una delle ultime e più significative manifestazioni si è tenuta tra sabato 1 e domenica 2 febbraio, a tre mesi dalla tragedia, nella stessa Novi Sad. In quell’occasione, decine di migliaia di manifestanti hanno marciato verso la cittadina dalla capitale Belgrado, occupando per 24 ore tre ponti sul Danubio e paralizzando la circolazione. In generale, quella del blocco drastico delle infrastrutture critiche sembra essere una delle azioni dimostrative che il movimento mette più spesso in pratica. Precedentemente, il 27 gennaio, c’era stata la più simbolica delle interruzioni stradali, che aveva colpito nel cuore un incrocio dello svincolo autostradale Autokomanda, a Belgrado. Il nodo attaccato funge da punto di intersezione tra le strade del centro della città e collega la capitale al resto del Paese.
Un’altra pratica portata avanti è quella dell’occupazione delle sedi universitarie, tanto che dall’inizio della protesta, ne sono state occupate più di sessanta. A prendere le redini della protesta, dopo tutto, sono stati proprio gli studenti, creando sin da subito un movimento dal basso che è al tempo stesso, sostengono i manifestanti, strutturato e privo di verticismi di sorta. Gli studenti, di preciso, sono organizzati in plenum, sorte di consigli di facoltà che decidono come organizzare le manifestazioni e, nel frattempo, portare avanti in maniera alternativa le lezioni universitarie, ferme da settimane. I manifestanti rivendicano la struttura orizzontale dei plenum, privi di rappresentanti e leader, e piuttosto organizzati in assemblee in cui tutti i partecipanti hanno il diritto di esprimere la propria opinione. Generalmente, durante le azioni dimostrative, viene messo in piedi un servizio d’ordine, e vengono individuate aree destinate alla preparazione del cibo, alle tende e ai servizi igienici. Proprio questa decentralizzazione, ritengono gli studenti, sarebbe alla base dell’ampia adesione alle manifestazioni da parte del resto della popolazione. In generale, il supporto che sta arrivando dai lavoratori è ampio e variegato: molti docenti si sono uniti alla causa, scioperando insieme agli studenti, e anche gli avvocati hanno lanciato una sospensione dei lavori per un mese; secondo alcune testimonianze, gli abitanti locali sembrano abitualmente unirsi alle proteste sia in forma attiva che fornendo supporto, ad esempio portando cibo nelle aree ristoro.
I manifestanti, di preciso, accusano il governo di corruzione e di mancata trasparenza e chiedono che vengano individuati e processati i responsabili del crollo della tettoia. A tal proposito, la facoltà di ingegneria ha contribuito a fornire alle autorità le richieste di rilascio della documentazione sull’incidente, avanzando richieste specifiche sui documenti tecnici che mancherebbero all’appello. Per ora, il presidente Vučić ha rilasciato solo parte della documentazione relativa alla stazione e all’incidente. Gli studenti, inoltre, chiedono un aumento della spesa per l’istruzione del 20%, le dimissioni del sindaco di Novi Sad e del primo ministro, e il rilascio dei manifestanti incarcerati. Di questi ultimi, i primi due obiettivi sono stati raggiunti; per quanto riguarda il rilascio dei manifestanti, Vučić ha effettivamente dato la grazia a 13 persone coinvolte nelle proteste novembrine, ma non è chiaro quante siano ancora detenute.
In generale, la risposta del governo alle manifestazioni è duplice: da una parte c’è un parziale accoglimento delle istanze degli studenti, dall’altro un tentativo di discredito del movimento e di lanciare contro-iniziative per dimostrare che il governo gode ancora di un solido sostegno. Vučić, di preciso, sta cercando di convincere la popolazione che le proteste sono orchestrate dall’estero: “Tutto ciò che stanno facendo è un tentativo di rivoluzione colorata. E su questo non ci sono dubbi. Le manifestazioni vengono portate avanti grazie a ingerenze straniere, provenienti da diversi Paesi occidentali”, ha dichiarato ospite presso l’emittente Happy TV. Vučić non è stato esplicito nei propri riferimenti e non ha puntato il dito contro nessuno di preciso. L’Unione Europea, tuttavia, sta venendo accusata dai manifestanti e dai loro sostenitori per quella che in molti ritengono una sua ingiustificata assenza. Per ora, infatti, l’UE pare essersi limitata a sollecitare le autorità serbe a condurre un’indagine sugli episodi di violenza contro i manifestanti, esortando a evitare qualsiasi forma di repressione. Il «silenzio» dell’UE è stato oggetto di critiche da parte di diverse personalità serbe, che hanno inviato una lettera alle istituzioni comunitarie in cui chiedono loro di riconoscere le ragioni delle manifestazioni.
[di Dario Lucisano]