Mentana Condicio – Vietati in TV, liberi sul Web (prrrrrt)
Alcune volte sembra impossibile che capoccioni pensanti come quelli che abitano ai piani alti della Società, quelli che guardano i bilanci - per esempio del Corriere - e decidono di tagliare redattori, giornalisti, maestranze per riportare a casa profitti senza guardare magari la qualità del prodotto, cioè dell'informazione, che invece davanti a problemi risolvibili con due lire, decidano di buttare vagonate di soldi dalla finestra del giornale.
Prendiamo questa vaccata del bavaglio all'informazione televisiva che vorrebbe costringere al silenzio i programmi d'approfondimento per non disturbare il Manovratore (capiscimi ammè...), certo che c'è una soluzione. Certo che fatta la legge trovato l'inganno, certo che la scappatoia è la controinformazione che cammina a passi felpati ma inesorabili sul Web, ma tentare di portarci Mentana, un elemento decotto da un altro mezzo, quello televisivo, per farlo risorgere in un nuovo media, è folle oltrechè costoso.
Possibile che non siano bastate le sperienze disastrose di Colombo, Umberto Eco, Riotta e altri strapagati anchormen di altre specialità mediatiche che sono sprofondati nell' indifferenza della Rete? Si dirà che erano tempi da pionieri e che quelli furono folli tentativi di occupare nuovi territori, ma adesso? Possibile che nella redazione del Corriere non ci fosse una bel faccino tipo la Jacomella che facesse una cosa nuova, folle, fuori dagli schemi, imprevedibile, spiritosa, insomma una cosa da Web? Troppo? Mettetela on line con Severgini. Ve la ricordate quando andò on line qualche mese fa? E se li avete visti, non vi sembravano una coppia da Web, per giunta gratis?
Oppure, possibile che non sia passata l'idea a nessuno di usare una struttura già presente nel Web con il proprio video, col proprio linguaggio, con la conoscenza del mezzo, a cui fare una proposta per mettere una bella etichetta Corriere della Sera, risparmiare un pacco di soldi e magari dare ossigeno ad una strutturina che vive del sacrificio dei propri videoredattori?
Hanno voglia a cantarsela e a suonarsela affidando ad aldo Grasso un'articolessa con cui ci si loda e ci si imbroda. Adesso, con la sentenza Liberitutti che rimette le cose a posto, hai voglia a pompare quello scoppiato di Mentana (riferito al Web, per carità non mi permetterei mai di mettere in dubbio le doti giornalistiche di cotanto direttore) il risultato sarà il trascinarsi di questo esperimento per poche settimane, far mugugnare la redazione, buttare un pacco di soldi e rimanere con la tiratura di sempre. Cioè in calo.
ALDO VINCENT
http://aldoelestorietese.dilucide.com
vi propongo questo articolo:
TARCONDICIO
di Annalena Benini per "il Foglio"
perchè secondo me va a fare il paio con quello che scrissi io:
Ingobbirsi davanti allo schermo del computer, arrossarsi gli occhi per guardare lo scontro Andrea Ronchi-Luigi Zanda non è il massimo dell'eccitazione, nemmeno quando Enrico Mentana tira fuori qualche sua famosa battuta: "Più che par condicio questa è bar condicio" e ride per primo.
La politica web è molto noiosa: manca il divano, manca il telecomando dopo aver cenato, manca lo spirito da talk show, manca il tifo. Si sa che i siti internet di informazione hanno il crollo di accessi nel fine settimana e dopo le sei del pomeriggio, quando gli uffici cominciano a chiudere: informarsi, commentare e indignarsi durante il cazzeggio lavorativo va bene, ma sedersi in due davanti a un computer, la sera, o tenerselo sulle ginocchia per vedere insieme l'intervista ad Antonio Di Pietro o ad Augusto Minzolini, mettendola a tutto schermo, non è umanamente immaginabile.
Su Internet ci si diverte, ci si insulta, si spettegola, si finge di essere molto concentrati in qualche importante ricerca d'archivio e intanto si chatta con quello dell'altro ufficio, si cerca il proprio nome su Google, si guardano video ma che durino pochi minuti (di politica, al massimo le liti su YouTube, quelle con molti insulti: "Si vergogni", "Stia zitto, servo", oppure Simona Ventura che cade dai tacchi mentre presenta "L'isola dei famosi", o anche "We are the world for Polverini", cantata da Michael Jackson, Bruce Springsteen e gli altri).
Incollarsi a quell'eternità di tribune politiche on line non è purtroppo possibile, con cinque persone, sempre le stesse, a fare il pubblico stralunato: a un certo punto hanno inquadrato un tizio che sbadigliava mentre Giovanni Floris spiegava la sua idea di libertà sotto attacco, poi mentre finalmente si battibecca un po' il video si blocca, bisogna riavviare tutto, ripartire da capo.
Il Web è il luogo della confusione, della mancanza di regole, degli sputi: infilarci dentro una specie di servizio pubblico con conduttore super televisivo, il re dei conduttori televisivi, gentile, sorridente e in giacca e cravatta e serissimi giornalisti per le domande scomode, è troppo perfetto: manca il pathos, ma alle tre del pomeriggio per appassionarsi servono le cannonate.
La sala dove si svolge "Mentana condicio" su corriere.it, poi, è piena di arazzi, stucchi, quadri, statue, sembra che da un momento all'altro debba spuntare Alberto Angela dicendo: "Salve, siamo qui fra le Piramidi" o qualcosa del genere. Internet ha salvato la democrazia, ma rischia di diventare, in questo periodo elettorale, la cosa seria e barbosa che non ha mai chiesto di essere. Quindi si spera che si possa tornare presto ad annoiarsi coi talk show in tivù, più adatta a venir tradita la sera tardi con i video su Internet.
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