San Babila, corteo anti-sgomberi
Mancano i vigili, traffico in tilt
La protesta dei quartieri, assenti gli agenti della Polizia locale, impegnati in assemblea. Lancio di uova contro il rappresentante di Palazzo Marino
di Andrea Galli
Dal Lorenteggio a Quarto Oggiaro, dal Corvetto al Niguarda: rappresentati i quartieri milanesi dell’emergenza case popolari. Alle 17.30 di giovedì 4 dicembre i cittadini, i comitati e alcune delle realtà antagoniste si sono dati appuntamento a San Babila per un presidio che si è poi trasformato in corteo per il centro cittadino diretto al Teatro alla Scala. Oltre trecento le persone che si sono ritrovate per l’iniziativa, tra di loro anche una delegazione della Banda degli Ottoni. Obiettivo della manifestazione, alla quale hanno aderito anche Slai Cobas, l’Unione inquilini, il Comitato abitanti di San Siro e il Coordinamento di Zona 4, è ribadire la ferma opposizione alla «politica degli sgomberi» e alla «militarizzazione» delle periferie.
Traffico in tilt
Durante la manifestazione erano assenti gli agenti della Polizia locale, impegnati nell’assemblea per ratificare la tregua raggiunta con il Comune sugli stipendi e gli straordinari. L’assoluta mancanza di un presidio dei vigili urbani ha letteralmente mandato in tilt il traffico. Lunghe code di auto, accompagnate da proteste, hanno caratterizzato la protesta contro l’emergenza case popolari. Il corteo ha raggiunto poi Palazzo Marino.
Uova contro Limonta
Il presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo e il responsabile per le Relazioni con la città di Palazzo Marino, Paolo Limonta, sono scesi in piazza Scala: ai manifestanti dei comitati per la casa è stato proposto di formare una delegazione per un incontro in Comune. Dal gruppo dei manifestanti è partito un lancio di uova diretto contro Limonta.
Situazione tesa
Nei quartieri popolari c’è grande fermento e non mancano le tensioni, spesso alimentate sia da circoli anarchici sia dai centri sociali che cercano di «usare» e cavalcare la protesta. A Milano sono 22 mila le famiglie in lista di attesa per un alloggio dell’Aler mentre sono quasi 10 mila gli appartamenti sfitti ma non ancora assegnati. Il tutto a fronte di un boom delle occupazioni: dal gennaio 2013 a oggi ce ne sono state 1.300. I manifestanti puntano il dito sia contro l’Aler sia contro il Comune, a loro dire «colpevoli» di non avere arginato il degrado ma anzi di averlo favorito.
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Giovedì 04 Dicembre 2014
Milano: contestazione a Grasso e assedio al Consiglio Comunale
Ancora una volta, nell'arco di poche settimane, oltre un migliaio di persone sono scese in piazza a Milano contro sfratti e sgomberi, per il diritto all'abitare. Comitati e abitanti dai vari quartieri popolari si sono riversati nelle strada del centro per rivendicare con forza che le soluzioni all'emergenza abitativa ci sono e sono quelle che da mesi rivendicano i comitati.
Il corteo, partito da piazza San Babila, è arrivato davanti Palazzo Marino, nel cuore della città, assediando il consiglio comunale che era in corso all'interno. A difesa del palazzo un centinaio di agenti in assetto anti-sommossa.
Dalla piazza si chiedeva a gran voce che in consiglio comunale arrivasse il documento dei quartieri come soluzione all'emergenza casa. Infatti quello che i comitati chiedono è una sanatoria per quanti occupano per necessità, l'assegnazione delle oltre 10.000 case vuote e il blocco immediato di sfratti e sgomberi.
Dopo oltre un'ora di assedio dal corteo è partito un lancio di uova in direzione del palazzo e del presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, e del delegato del sindaco alle periferie, Paolo Limonta.
Non si ferma, quindi, la mobilitazione contro i 200 sfratti annunciati che sembrano essersi impantanati dinanzi alla resistenza popolare dei quartieri interessati. Il prossimo importante appuntamento è per domenica 7 dicembre per la prima della Scala. Un'altra giornata che vedrà i comitati e gli abitanti dei quartieri popolari riprendersi il centro della città.
In mattinata, invece, alla Statale gli studenti e le studentesse del Collettivo Universitario The Take hanno contestato la presenza a sorpresa del presidente Grasso all'inaugurazione dell''anno accademico. Una presenza ritenuta inaccettabile soprattutto il giorno seguente all'approvazione del Jobs Act al Senato.
Subito dopo studenti e precari hanno occupato la sede legale della Manpower, una delle principali agenzie di lavoro a termine e interinale che ha in appalto “lotti” di posti di lavoro gratuito per Expò 2015.