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Il presidente della Camera presenta il rapporto "Le donne nelle istituzioni" e dice: superare le discriminazioni di genere è un obbiettivo da raggiungere in fretta.
"L' Italia non può continuare a permettersi ulteriori ritardi nell' obiettivo di raggiungere l' effettiva parità di diritti tra i generi". Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento in occasione della presentazione, alla Camera, del rapporto ' Le donne nelle Istituzioni', redatto dalle professoresse Marina Calloni e Lorella Cedroni. Rispetto alla parità di diritti tra uomini e donne, Fini ha sottolineato come l' Italia sconti "un divario rispetto alla media europea; un divario che aumenta anche tra il Nord e Sud d' Italia" e come "la maggiore responsabilità di questa carenza nella rappresentatività istituzionale - e non solo - delle donne sia di quella politica che non sempre è stata all' altezza di questa sfida". "Rispetto al passato molti traguardi sono stati raggiunti - ha detto il presidente della Camera - : ma- è bene sottolinearlo - in virtù di molte difficili battaglie, non certo per la lungimiranza della politica e della sua classe dirigente in massima parte - ieri come oggi - di genere maschile".
"Eppure - rileva il presidente della Camera - le statistiche dimostrano che: le donne riescono meglio negli studi, si laureano prima e con voti superiori rispetto agli uomini. Ma, considerando lo stipendio come uno dei parametri di valutazione delle pari opportunità, le donne manager guadagnano circa il 12 per cento in meno rispetto ai loro colleghi. E un dato ancora più sconfortante - sottolinea Fini - , è legato alla maternità: tre donne manager su quattro non hanno figli. Per le donne lavoratrici, la situazione non è certo migliore, anzi in certi settori produttivi peggiora vistosamente. È forse il caso di chiedersi quanto ciò dipenda da una scelta volontaria oppure se si tratti di una scelta indotta da un contesto sociale poco orientato alla valorizzazione delle donne". Quali sono oggi le nuove frontiere per superare la discriminazione di genere e promuovere la pari opportunità? Secondo il presidnete della Camera "la qualità della vita per molte madri lavoratrici: flessibilità dei tempi di lavoro, reinserimento nel mercato del lavoro post maternità, forte potenziamento degli asili nido in tutte le sue forme pubbliche, associative e private; l' introduzione del quoziente familiare". E poi, prosegue Fini "lotta sempre più serrata a ogni forma di violenza contro le donne potenziando l' azione di prevenzione culturale, adottando misure di contrasto preventivo", come la legge sullo stalking che "rappresenta di certo una bella pagina di civiltà" o come il disegno di legge sulla presenza di genere nelle società quotate per valorizzare "la capacità decisionale femminile nei governi degli enti locali e regionali, nelle aziende pubbliche e private". Non bisogna dimenticare, ha aggiunto il presidente Fini che "la libertà più autentica della donna passa comunque sempre attraverso il rispetto in primo luogo della sua dignità e della sua complessità".
(7 marzo 2011)
Le veline di partito valle a postare da un'altra parte.
E poi, prosegue Fini "lotta sempre più serrata a ogni forma di violenza contro le donne potenziando l' azione di prevenzione culturale, adottando misure di contrasto preventivo", come la legge sullo stalking che "rappresenta di certo una bella pagina di civiltà" [...]
Belle parole, ma se alle buone intenzioni del legislatore (che di fatto rende ricattabili ex fidanzati, mariti, provoloni... questo il vero potere della legge antiappostamento predatorio) non segue la certezza della pena i vari Delfino continueranno impunemente a sbuzzare le "tòse".
@futurolibero (o futuro & libertà?)
Mi sembra che ultimamente siano più discriminati gli uomini....almeno in politica, se vogliono fare carriera, devono prima andare a Casablanca eppoi fare le escort...
La guerra dei sessi è sempre stata come la guerra dei poveri, la guerra tra destra e sinistra, ecc.
Ogni tanto però, se c'è una bella occasione (tipo la festa delle donne), tirare fuori un "bel discorso" può essere d'effetto.