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Parma, foto ricordo dopo le botte


Tao
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Parma, foto ricordo dopo le botte nuova prova shock contro i vigili

Non siamo il Ku Klux Klan: se dieci agenti su duecento hanno sbagliato pagheranno, ma non siamo tutti così

Emmanuel riesce appena a guardarla: «Mi dà fastidio rivedere questa foto». Al centro della scena c´è lui, al suo fianco il vigile Pasquale Fratantuono, oggi agli arresti domiciliari: l´agente con la mano stringe la testa di Emmanuel, ruotandola appena, in modo che il viso del giovane venga bene in foto. «Facciamoci una foto - avrebbe detto l´agente ad un collega - che questa me la devo ricordare». Se la ricorderà, l´agente. L´immagine della vergogna è stata scattata quella notte del 29 settembre nella caserma di via del Taglio a Parma. Lo studente ghanese Emmanuel Bonsu Foster, 22 anni, fu scambiato per un pusher durante una operazione antidroga al parco ex Eridania, picchiato, insultato, chiamato «scimmia», obbligato a fare flessioni, colpito con una bottiglietta d´acqua. E poi, prima di consegnargli una busta con sopra scritto "Emanuel Negro", fotografato come un trofeo. L´immagine era rimasta su un pc del comando, i vigili tentarono di cancellarla, ma i periti della procura l´hanno recuperata.

Ed ora è una prova in più per i magistrati che mercoledì, in tarda serata, hanno arrestato quattro dei dieci agenti indagati per l´aggressione: Mirko Cremonini, Pasquale Fratantuono, Ferdinando Villani, Marcello Frattini. Il pericolo, per il sostituto procuratore Roberta Licci, è che inquinino le prove e che reiterino il reato. Ieri sera l´assessore alla sicurezza urbana Costantina Monteverdi si è dimessa: «Penso che servirà a portare un po´ di serenità su un fatto dal quale mi sento completamente estraneo, ma che moralmente mi impone di prendere una decisione per il bene dell´amministrazione». Quanto ai vigili, stamani, forse per la prima volta dopo mesi di silenzio parleranno. Dalle 9 cominceranno gli interrogatori degli agenti, sia dei quattro arrestati che degli altri sei indagati (Andrea Sinisi, Graziano Cicinato, Giorgio Albertini, Marco De Blasi, Stefania Spotti e Simona Fabbri). «Anche grazie a quella foto abbiamo acquisito elementi necessari per procedere agli arresti - spiega il procuratore capo Gerardo Laguardia - le cose peggiori sono avvenute all´interno del comando: le accuse sono di arresto arbitrario, violenza privata, calunnie, falso e sequestro di persona. In più, l´aggravante di discriminazione razziale e odio etnico-razziale».

«E cos´è se non razzismo quello?» dice il padre di Emmanuel, Alex Osei, fissando l´immagine. «Io adesso vorrei giustizia per la mia famiglia, adesso la gente ci crederà. E noi vogliamo verità, non vendetta». Perché ai Bonsu, in fondo, «dispiace anche per le famiglie di quegli agenti». Non gridano alla legge del taglione, fa capire Paulina, la mamma di Emmanuel. «Vogliamo sapere come andrà a finire». Tutto il resto è già storia: il giovane ghanese sta male, non esce mai, non riesce a riprendere le lezioni. «Anche gli altri miei figli - continua Alex - non stanno vivendo bene tutta questa storia. Siamo stanchi, molto stanchi».
Talmente provati che il padre di Emmanuel sorride quando scopre di essere stato denunciato da un agente. Un vigile infatti lo ha querelato per calunnie e ingiuria, perché, secondo lui, «Alex Bonsu avrebbe chiesto in maniera agitata e preoccupata, con tanto di minacce» il perché di quell´occhio nero e dell´arresto di suo figlio. «Io ho reagito come un qualunque padre. Mi avevano detto che era caduto. Mi hanno mentito, mandato via. Ma non ci ho mai creduto, quello era un pugno, e adesso mi denunciano anche perché ho protestato?».
Il capo dei vigili, Giovanni Maria Jacobazzi, salito al comando pochi giorni dopo l´aggressione, difende Comune e Corpo dicendo «non siamo il Ku Klux Klan, sono i media a darci dei cattivi. Se 10 vigili su duecento hanno sbagliato, pagheranno. Ma non sono tutti come li dipingono, alcuni di loro fanno anche volontariato».

Giacomo Talignani
Fonnte: www.repubblica.it
16.01.2009


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