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Perchè risale Berlusconi ?


pietroancona
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L'arena di Santoro e Travaglio ha rilanciato alla grande Silvio Berlusconi. C'è chi calcola che abbia avuto dieci milioni di escoltatori e che da ieri ad oggi le quotazioni del Pdl siano cresciute dal 2 al 5 per cento collocandosi attorno al 23 per cento. In effetti il suo partito appare ringalluzzito e pienamente rientrato nel campo delle tre formazioni che si contendono il voto dell'elettorato moderato e di destra maggioritario nel Paese: pdl, pd e Monti.

Ma la ragione vera della risalita di Berlusconi è un'altra e senza questa la trasmissione di Santoro non gli avrebbe arrecato alcun beneficio: è che la Monti e Bersani sono caini assai più caini di lui ed appaiono rigidamente ancorati ad una Europa sempre più percepita come l'Europa che ha precipitato l'Italia nella crisi sociale più sconvolgente della sua storia. L'europeismo di Berlusconi (che non ha il coraggio di uscire allo scoperto e dichiararsi apertamente antieuropeista) viene percepito come più "autonomo" di quello di Monti e di Bersani che hanno applicato rigidamente misure come la riforma della pensione, la legge fornero, il fiscal compact. Ma questa basta a farla percepire dalla parte degli italiani e non di Bruxelles. La stessa dichiarazione di Bersani di ieri relativa ai conti dello Stato che teme non siano in ordine e che Monti abbia messo della polvere sotto il tappeto viene percepita come inquietante: tutte le grandi torchiature dei contribuenti italiani sono partite dallo allarme di conti in disordine. Lo stesso Monti gridava all'inizio del suo sciagurato anno di governo che l'Italia era sull'orlo del baratro e dopo di questo sono giunte le misure di lacrime e sangue. Ora si ha motivo di pensare che Bersani che si pavoneggia e fa l'uomo di Stato perchè i sondaggi lo danno vincente abbia in mente di ingraziarsi i banchieri e gli eurocrati europei con una nuova staffilata fiscale dal disgraziato popolo italiano.

Ieri Bersani si è riunito in seduta "segreta" con Vendola ed hanno convenuto che Vendola deve cessare di fare la sinistra e di attaccare Monti perchè il governo si farà con Monti e se Vendola insiste nella sua linea è fuori. Vendola non ha insistito e subito ha rassicurato il suo padrino mandando segnali distensivi verso il professore.

Spero sempre nel miracolo della elezione di cento deputati comunisti da mandare in Parlamento a scompaginare e scongiurare il tristissimo destino che attende l'Italia con la vittoria dei tre contendenti Berlusconi, Monti, Bersani. Probabilmente finiranno con il vincere tutti e tre e questa sarà la disgrazia peggiore che capiterà all'Italia.

Aiutiamoci votando la lista Rivoluzione Civile-Ingroia.

Pietro Ancona
12.10.2013


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vimana2
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Ma ingroia nn era stato intercettato che voleva farsi ristruttare la casa da una ditta di un noto mafioso?


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pietroancona
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Ma ingroia nn era stato intercettato che voleva farsi ristruttare la casa da una ditta di un noto mafioso?

NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!


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vimana2
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nuvolenelcielo
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ingroia mentre era magistrato e indagava... si presentava a manifestazioni politiche nazionali e saliva sul palco a inveire contro le riforme del governo berlusconi, questo la dice tutta...

piuttosto voto un condannato, che un magistrato che usa il suo potere di magistrato, mentre fa il magistrato, per fare politica...


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pietroancona
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ingroia mentre era magistrato e indagava... si presentava a manifestazioni politiche nazionali e saliva sul palco a inveire contro le riforme del governo berlusconi, questo la dice tutta...

piuttosto voto un condannato, che un magistrato che usa il suo potere di magistrato, mentre fa il magistrato, per fare politica...

sbagli di grosso. Ingroia fa apostolato sociale capeggiando una lista di sinistra che lo espone all'odio di tutto l'establiscement .


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vimana2
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ingroia mentre era magistrato e indagava... si presentava a manifestazioni politiche nazionali e saliva sul palco a inveire contro le riforme del governo berlusconi, questo la dice tutta...

piuttosto voto un condannato, che un magistrato che usa il suo potere di magistrato, mentre fa il magistrato, per fare politica...

sbagli di grosso. Ingroia fa apostolato sociale capeggiando una lista di sinistra che lo espone all'odio di tutto l'establiscement .

Il link che ho postato però nn lo smentisci.


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Italiano
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Ma ingroia nn era stato intercettato che voleva farsi ristruttare la casa da una ditta di un noto mafioso?

Da non dimenticare il caso del suo collaboratore, il maresciallo Ciuro.

http://palermo.blogsicilia.it/talpe-dda-la-cassazione-conferma-la-condanna-di-un-maresciallo/12813/

Da non dimenticare anche la polemica nata dalla rivelazione delle vacanze di marco travaglio con questo maresciallo ciuro.

Sarei però interessato a sapere quanti mafiosi ha mai fatto arrestare o condannare Ingroia. Che gode di larghissima stampa favorevole.
Sarei curioso di sapere se questa stampa favorevole è dovuta a meriti conquistati "sul campo", o a qualcos'altro.

Non mi pare che la procura di Palermo ha sconfitto la mafia o ha inferto un colpo mortale alla mafia, o che ci siano stati maxiprocessi come quelli istruiti da Falcone e Borsellino.
Ma magari mi sono distratto e mi sono perso qualcosa di importante.


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Italiano
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Travaglio puro e Ciuro

di Filippo Facci

9 ottobre 2008

Se ne sono accorti in pochi, ma il caso Ciuro-Travaglio è quasi passato per televisione. Quasi.

Su Raitre, venerdì scorso, è andato in onda il docufilm «Doppio gioco» diretto da Salvo Palazzolo, dove si narrava dello lo scandalo dei rimborsi d’oro alle cliniche siciliane; in pratica si ricostruiva che alcune talpe della Procura di Palermo avevano fatto appunto un doppio gioco stando dalla parte della mafia, ed eccole qua: Giorgio Riolo, carabiniere del Ros, e Giuseppe (Pippo) Ciuro, maresciallo della Finanza in servizio alla Direzione Distrettuale Antimafia.

E’ quel Ciuro che nell’estate 2003 passò le vacanze con Marco Travaglio e famiglia in un villino del residence Golden Hill ad Altavilla, e che, per farla breve, anche durante quella vacanza stava commettendo il reato di favoreggiamento ad associazione mafiosa a vantaggio di Michele Aiello, mafioso, uomo chiave dell’indagine sui rimborsi d’oro alle cliniche e braccio destro del boss Provenzano: trattasi di «Fatti commessi in Palermo ed altrove fino al mese di ottobre 2003».

Ciuro fu arrestato circa due mesi dopo la vacanza con Travaglio, il 5 novembre 2003. Il maresciallo sarà definito «figura estremamente compromessa col sistema criminale» prima di essere condannato dalla corte d’Appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento.

Il documentario di venerdì ha ricostruito tutto quanto (Travaglio a parte) compresa un’intercettazione tra l’ex maresciallo e una segretaria della Procura; non c’era, dunque, l’intercettazione tra Ciuro e Travaglio citata nel maggio scorso dal vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo.

La versione di Travaglio, ricordiamo, fu riportata su Repubblica del giorno dopo: «Ho conosciuto il maresciallo Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino. Il primo anno trascorsi due settimane nell’albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L’anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di cuscini».

E qui entra in scena Gabriele Mastellarini, giornalista che nei giorni scorsi, a furia di ricorsi, ha praticamente costretto il sottosegretario Gianni Letta a nominare una commissione per l’accesso ai documenti per cui è decaduto il segreto di Stato. Nel giugno scorso, Mastellarini rivelò sul suo blog personale tutta una serie di circostanze decisamente sgradite a Travaglio (dati ignorati e omessi ad Annozero, particolari di condanne da lui subite) che sfociarono in una serie di insulti di Travaglio a Mastellarini, via sms, peraltro pubblicati. Ma coincisero anche con la fine delle sue collaborazioni con l’Espresso: circostanza che Mastellarini, a torto o a ragione, di lì in poi collegò a Travaglio. Da qui un’attenzione molto speciale, sul suo blog, a lui dedicata.

Il documentario su Pippo Ciuro, Mastellarini, se l’è visto tutto, e c’è voluta voglia. Ma c’è voluta sicuramente più voglia per andarsi a rileggere il libro di Marco Travaglio e Saverio Lodato «Intoccabili, Bur Rizzoli 2005», così da verificare come il caso Ciuro veniva trattato. Il suo curriculum è condensato in due righe: per dire che fu «in servizio con Falcone» e che ha lavorato all’antimafia «con il Pm Ingroia che l’ha impiegato nell’ultima fase delle indagini su Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest». Travaglio sarà stato senz’altro ben informato, vantando egli un rapporto di frequentazione personale con Ingroia. Sempre nel libro «Intoccabili , Travaglio si spinge poi a dire che «I due marescialli (Ciuro e Riolo, ndr) sono talpine. Manca la talpona». Non solo. Ci sono feroci critiche a Piero Grasso, il procuratore che ha sostituito Giancarlo Caselli a Palermo: «Assodato il ruolo di talpe di Ciuro e Riolo, perché gli inquirenti li hanno lasciati circolare indisturbati per mesi negli uffici della Procura?». E poi: «Perché non si sono informati subito i pm più vicini a Ciuro per limitare i danni che le sue soffiate potevano arrecare alle loro indagini?». Il pm più vicino a Ciuro era Ingroia, e i quesiti parrebbero quasi posti da lui. Invece sono posti da Travaglio: che è legatissimo a Ingroia. Dulcis in fundo: il procuratore Pietro Grasso scriverà al Corriere della Sera accusando Travaglio e Lodato di fare «disinformazione scientificamente organizzata». E’ tutto nero su bianco.

E si prosegue. Travaglio, sempre nel libro «Intoccabili», parla di Totò Cuffaro e scrive che «Il governatore conosceva Ciuro», ma a quanto pare non era il solo. Al citato residence Golden Hill, in quella vacanza del 2003, c’era Travaglio, c’era Ciuro, c’era Ingroia e «si stava insieme, si giocava a tennis e si facevano lunghe chiacchiere a bordo piscina», come ha raccontato al Corriere della Sera lo stesso Ciuro il 15 maggio scorso. Il cui ruolo, sempre sullo stesso libro, è sminuito da Travaglio ancora una volta: «Ciuro si limitò a qualche intrusione nel computer della Procura e a qualche millanteria per farsi bello con il ricco imprenditore. Il grosso lo fece Totò».

Insomma, il moralizzatore Travaglio non maltratta gli amici o ex amici. Anche perché nel libro «L’odore dei soldi», pubblicato nel 2001 da Travaglio ed Elio Veltri, veniva enfatizzata per pagine e pagine un’indagine sulle fortune di Berlusconi e sullo sbarco di Mediaset in Sicilia. L’indagine, ovvio, era di Pippo Ciuro. Tutte queste cose il documentario «Doppio gioco» non le ha raccontate. Sicuramente non l’ha fatto Travaglio.

(Il Riformista, 9 ottobre)

http://www.macchianera.net/2008/10/09/travaglio-puro-e-ciuro/


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pietroancona
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Travaglio puro e Ciuro

di Filippo Facci

9 ottobre 2008

Se ne sono accorti in pochi, ma il caso Ciuro-Travaglio è quasi passato per televisione. Quasi.

Su Raitre, venerdì scorso, è andato in onda il docufilm «Doppio gioco» diretto da Salvo Palazzolo, dove si narrava dello lo scandalo dei rimborsi d’oro alle cliniche siciliane; in pratica si ricostruiva che alcune talpe della Procura di Palermo avevano fatto appunto un doppio gioco stando dalla parte della mafia, ed eccole qua: Giorgio Riolo, carabiniere del Ros, e Giuseppe (Pippo) Ciuro, maresciallo della Finanza in servizio alla Direzione Distrettuale Antimafia.

E’ quel Ciuro che nell’estate 2003 passò le vacanze con Marco Travaglio e famiglia in un villino del residence Golden Hill ad Altavilla, e che, per farla breve, anche durante quella vacanza stava commettendo il reato di favoreggiamento ad associazione mafiosa a vantaggio di Michele Aiello, mafioso, uomo chiave dell’indagine sui rimborsi d’oro alle cliniche e braccio destro del boss Provenzano: trattasi di «Fatti commessi in Palermo ed altrove fino al mese di ottobre 2003».

Ciuro fu arrestato circa due mesi dopo la vacanza con Travaglio, il 5 novembre 2003. Il maresciallo sarà definito «figura estremamente compromessa col sistema criminale» prima di essere condannato dalla corte d’Appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento.

Il documentario di venerdì ha ricostruito tutto quanto (Travaglio a parte) compresa un’intercettazione tra l’ex maresciallo e una segretaria della Procura; non c’era, dunque, l’intercettazione tra Ciuro e Travaglio citata nel maggio scorso dal vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo.

La versione di Travaglio, ricordiamo, fu riportata su Repubblica del giorno dopo: «Ho conosciuto il maresciallo Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino. Il primo anno trascorsi due settimane nell’albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L’anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di cuscini».

E qui entra in scena Gabriele Mastellarini, giornalista che nei giorni scorsi, a furia di ricorsi, ha praticamente costretto il sottosegretario Gianni Letta a nominare una commissione per l’accesso ai documenti per cui è decaduto il segreto di Stato. Nel giugno scorso, Mastellarini rivelò sul suo blog personale tutta una serie di circostanze decisamente sgradite a Travaglio (dati ignorati e omessi ad Annozero, particolari di condanne da lui subite) che sfociarono in una serie di insulti di Travaglio a Mastellarini, via sms, peraltro pubblicati. Ma coincisero anche con la fine delle sue collaborazioni con l’Espresso: circostanza che Mastellarini, a torto o a ragione, di lì in poi collegò a Travaglio. Da qui un’attenzione molto speciale, sul suo blog, a lui dedicata.

Il documentario su Pippo Ciuro, Mastellarini, se l’è visto tutto, e c’è voluta voglia. Ma c’è voluta sicuramente più voglia per andarsi a rileggere il libro di Marco Travaglio e Saverio Lodato «Intoccabili, Bur Rizzoli 2005», così da verificare come il caso Ciuro veniva trattato. Il suo curriculum è condensato in due righe: per dire che fu «in servizio con Falcone» e che ha lavorato all’antimafia «con il Pm Ingroia che l’ha impiegato nell’ultima fase delle indagini su Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest». Travaglio sarà stato senz’altro ben informato, vantando egli un rapporto di frequentazione personale con Ingroia. Sempre nel libro «Intoccabili , Travaglio si spinge poi a dire che «I due marescialli (Ciuro e Riolo, ndr) sono talpine. Manca la talpona». Non solo. Ci sono feroci critiche a Piero Grasso, il procuratore che ha sostituito Giancarlo Caselli a Palermo: «Assodato il ruolo di talpe di Ciuro e Riolo, perché gli inquirenti li hanno lasciati circolare indisturbati per mesi negli uffici della Procura?». E poi: «Perché non si sono informati subito i pm più vicini a Ciuro per limitare i danni che le sue soffiate potevano arrecare alle loro indagini?». Il pm più vicino a Ciuro era Ingroia, e i quesiti parrebbero quasi posti da lui. Invece sono posti da Travaglio: che è legatissimo a Ingroia. Dulcis in fundo: il procuratore Pietro Grasso scriverà al Corriere della Sera accusando Travaglio e Lodato di fare «disinformazione scientificamente organizzata». E’ tutto nero su bianco.

E si prosegue. Travaglio, sempre nel libro «Intoccabili», parla di Totò Cuffaro e scrive che «Il governatore conosceva Ciuro», ma a quanto pare non era il solo. Al citato residence Golden Hill, in quella vacanza del 2003, c’era Travaglio, c’era Ciuro, c’era Ingroia e «si stava insieme, si giocava a tennis e si facevano lunghe chiacchiere a bordo piscina», come ha raccontato al Corriere della Sera lo stesso Ciuro il 15 maggio scorso. Il cui ruolo, sempre sullo stesso libro, è sminuito da Travaglio ancora una volta: «Ciuro si limitò a qualche intrusione nel computer della Procura e a qualche millanteria per farsi bello con il ricco imprenditore. Il grosso lo fece Totò».

Insomma, il moralizzatore Travaglio non maltratta gli amici o ex amici. Anche perché nel libro «L’odore dei soldi», pubblicato nel 2001 da Travaglio ed Elio Veltri, veniva enfatizzata per pagine e pagine un’indagine sulle fortune di Berlusconi e sullo sbarco di Mediaset in Sicilia. L’indagine, ovvio, era di Pippo Ciuro. Tutte queste cose il documentario «Doppio gioco» non le ha raccontate. Sicuramente non l’ha fatto Travaglio.

(Il Riformista, 9 ottobre)

http://www.macchianera.net/2008/10/09/travaglio-puro-e-ciuro/

MACCHINA DEL FANGO

Basta vedere da chi sono firmati gli articoli. Sono inattendibili.


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vimana2
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Puoi replicare al link che ho messo io?


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Italiano
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MACCHINA DEL FANGO

Basta vedere da chi sono firmati gli articoli. Sono inattendibili.

Cosa ha scritto di sbagliato, o di falso, Facci?


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vimana2
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Travaglio puro e Ciuro

di Filippo Facci

9 ottobre 2008

Se ne sono accorti in pochi, ma il caso Ciuro-Travaglio è quasi passato per televisione. Quasi.

Su Raitre, venerdì scorso, è andato in onda il docufilm «Doppio gioco» diretto da Salvo Palazzolo, dove si narrava dello lo scandalo dei rimborsi d’oro alle cliniche siciliane; in pratica si ricostruiva che alcune talpe della Procura di Palermo avevano fatto appunto un doppio gioco stando dalla parte della mafia, ed eccole qua: Giorgio Riolo, carabiniere del Ros, e Giuseppe (Pippo) Ciuro, maresciallo della Finanza in servizio alla Direzione Distrettuale Antimafia.

E’ quel Ciuro che nell’estate 2003 passò le vacanze con Marco Travaglio e famiglia in un villino del residence Golden Hill ad Altavilla, e che, per farla breve, anche durante quella vacanza stava commettendo il reato di favoreggiamento ad associazione mafiosa a vantaggio di Michele Aiello, mafioso, uomo chiave dell’indagine sui rimborsi d’oro alle cliniche e braccio destro del boss Provenzano: trattasi di «Fatti commessi in Palermo ed altrove fino al mese di ottobre 2003».

Ciuro fu arrestato circa due mesi dopo la vacanza con Travaglio, il 5 novembre 2003. Il maresciallo sarà definito «figura estremamente compromessa col sistema criminale» prima di essere condannato dalla corte d’Appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento.

Il documentario di venerdì ha ricostruito tutto quanto (Travaglio a parte) compresa un’intercettazione tra l’ex maresciallo e una segretaria della Procura; non c’era, dunque, l’intercettazione tra Ciuro e Travaglio citata nel maggio scorso dal vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo.

La versione di Travaglio, ricordiamo, fu riportata su Repubblica del giorno dopo: «Ho conosciuto il maresciallo Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino. Il primo anno trascorsi due settimane nell’albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L’anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di cuscini».

E qui entra in scena Gabriele Mastellarini, giornalista che nei giorni scorsi, a furia di ricorsi, ha praticamente costretto il sottosegretario Gianni Letta a nominare una commissione per l’accesso ai documenti per cui è decaduto il segreto di Stato. Nel giugno scorso, Mastellarini rivelò sul suo blog personale tutta una serie di circostanze decisamente sgradite a Travaglio (dati ignorati e omessi ad Annozero, particolari di condanne da lui subite) che sfociarono in una serie di insulti di Travaglio a Mastellarini, via sms, peraltro pubblicati. Ma coincisero anche con la fine delle sue collaborazioni con l’Espresso: circostanza che Mastellarini, a torto o a ragione, di lì in poi collegò a Travaglio. Da qui un’attenzione molto speciale, sul suo blog, a lui dedicata.

Il documentario su Pippo Ciuro, Mastellarini, se l’è visto tutto, e c’è voluta voglia. Ma c’è voluta sicuramente più voglia per andarsi a rileggere il libro di Marco Travaglio e Saverio Lodato «Intoccabili, Bur Rizzoli 2005», così da verificare come il caso Ciuro veniva trattato. Il suo curriculum è condensato in due righe: per dire che fu «in servizio con Falcone» e che ha lavorato all’antimafia «con il Pm Ingroia che l’ha impiegato nell’ultima fase delle indagini su Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest». Travaglio sarà stato senz’altro ben informato, vantando egli un rapporto di frequentazione personale con Ingroia. Sempre nel libro «Intoccabili , Travaglio si spinge poi a dire che «I due marescialli (Ciuro e Riolo, ndr) sono talpine. Manca la talpona». Non solo. Ci sono feroci critiche a Piero Grasso, il procuratore che ha sostituito Giancarlo Caselli a Palermo: «Assodato il ruolo di talpe di Ciuro e Riolo, perché gli inquirenti li hanno lasciati circolare indisturbati per mesi negli uffici della Procura?». E poi: «Perché non si sono informati subito i pm più vicini a Ciuro per limitare i danni che le sue soffiate potevano arrecare alle loro indagini?». Il pm più vicino a Ciuro era Ingroia, e i quesiti parrebbero quasi posti da lui. Invece sono posti da Travaglio: che è legatissimo a Ingroia. Dulcis in fundo: il procuratore Pietro Grasso scriverà al Corriere della Sera accusando Travaglio e Lodato di fare «disinformazione scientificamente organizzata». E’ tutto nero su bianco.

E si prosegue. Travaglio, sempre nel libro «Intoccabili», parla di Totò Cuffaro e scrive che «Il governatore conosceva Ciuro», ma a quanto pare non era il solo. Al citato residence Golden Hill, in quella vacanza del 2003, c’era Travaglio, c’era Ciuro, c’era Ingroia e «si stava insieme, si giocava a tennis e si facevano lunghe chiacchiere a bordo piscina», come ha raccontato al Corriere della Sera lo stesso Ciuro il 15 maggio scorso. Il cui ruolo, sempre sullo stesso libro, è sminuito da Travaglio ancora una volta: «Ciuro si limitò a qualche intrusione nel computer della Procura e a qualche millanteria per farsi bello con il ricco imprenditore. Il grosso lo fece Totò».

Insomma, il moralizzatore Travaglio non maltratta gli amici o ex amici. Anche perché nel libro «L’odore dei soldi», pubblicato nel 2001 da Travaglio ed Elio Veltri, veniva enfatizzata per pagine e pagine un’indagine sulle fortune di Berlusconi e sullo sbarco di Mediaset in Sicilia. L’indagine, ovvio, era di Pippo Ciuro. Tutte queste cose il documentario «Doppio gioco» non le ha raccontate. Sicuramente non l’ha fatto Travaglio.

(Il Riformista, 9 ottobre)

http://www.macchianera.net/2008/10/09/travaglio-puro-e-ciuro/

MACCHINA DEL FANGO

Basta vedere da chi sono firmati gli articoli. Sono inattendibili.

Ti ricordo inoltre che lo slogan " la macchina del fango " è del sionista e massone Saviano......ti ripeto, replica al mio link, in qualche modo, agli altri link hai risposto.


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