10 Ottobre 2024 - 18:30
«Nel cuore della notte una squadraccia armata di spranghe di ferro ha attaccato il picchetto della pelletteria Confezione Lin Weidong a Seano». Inizia così il comunicato del sindacato Sudd Cobas, redatto per denunciare l’aggressione subita dai lavoratori del settore tessile in sciopero da domenica per protestare contro le condizioni di lavoro inaccettabili. «La prossima volta vi spariamo» avrebbero urlato gli aggressori allontanandosi, dopo avere ferito quattro persone di cui due sindacalisti, tra cui il coordinatore Luca Toscano, e due lavoratori. «Non è la prima volta» ha spiegato Sarah Caudiero, coordinatrice provinciale del sindacato, a L’Indipendente: «Di fatto, l’obiettivo» dei mandanti, che il sindacato individua nella stessa azienda, «era quello di rivolgere minacce e intimidazioni ai lavoratori, finalizzate a far finire lo sciopero con l’uso della forza». Dopo avere appreso la notizia, i lavoratori delle Acca di Seano e di altre ditte sono entrati in sciopero per tutto il turno notturno, e hanno dato vita a un corteo spontaneo nel centro di Prato. Nonostante le aggressioni, il sindacato ha comunicato che lo sciopero continuerà, e ha poi lanciato una «manifestazione contro la mafia» proprio a Seano per la prossima domenica.
L’aggressione ai lavoratori in sciopero è iniziata attorno all’1:30, nella notte tra l’8 e il 9 ottobre. Secondo quanto ci ha raccontato Cuadiero, quattro figure vestite di nero e incappucciate hanno scavalcato l’angolo di una recinzione e si sono avvicinate al gruppo di scioperanti svegli che si trovava sotto un gazebo; armati di spranghe di ferro, gli aggressori hanno iniziato a malmenare i presenti, ferendo quattro persone al punto da portarle in ospedale. Dopo un paio di minuti, alcuni dei lavoratori che dormivano in tenda si sono svegliati, e gli aggressori si sono dati alla fuga. La denuncia del sindacato è chiara: gli aggressori, descritti come italiani, erano persone assoldate dall’azienda per fare desistere i lavoratori dal continuare lo sciopero. Un vero e proprio atto di intimidazione, da cui, però, i presenti «non si sono fatti spaventare». Dopo l’aggressione, i colleghi delle Acca di Seano e di altre ditte sono entrati in sciopero e hanno dato vita a una mobilitazione spontanea a Prato in solidarietà ai lavoratori e sindacalisti aggrediti. Il sindacato, invece, ha annunciato che il picchetto di Seano continuerà e ha lanciato una manifestazione che si terrà domenica 13 ottobre.
I lavoratori in presidio erano in sciopero dalla scorsa domenica. Lo “Strike Day”, così è stato chiamato lo sciopero a oltranza indetto da Sudd Cobas, intende denunciare condizioni di lavoro inaccettabili, con turni che raggiungono le 80 ore settimanali, ben oltre il limite legale di 48 ore. La protesta si è concentrata in cinque aziende, dove, denuncia il sindacato, non vengono rispettati nemmeno i requisiti minimi di legge: i lavoratori, tra cui molti richiedenti asilo pakistani, sarebbero infatti sfruttati con turni estenuanti da 12 ore al giorno sette giorni su sette spesso in assenza di regolari contratti. Il sindacato chiede l’applicazione del contratto nazionale con lo slogan “8X5”, ovvero otto ore al giorno per cinque giorni a settimana, in difesa dei diritti fondamentali. In 3 delle 5 aziende, i colloqui sono già giunti a esito positivo, e sono stati firmati gli accordi per offrire regolare contratto ai lavoratori, riconoscendo loro dignitose condizioni lavorative. Un quarto presidio, invece, ha guadagnato un incontro, che si terrà nei prossimi giorni. Il quinto e ultimo picchetto è proprio quello dell’azienda di Seano, che non ha ancora dato risposta.
[di Dario Lucisano]
gli operai o sono altri cinesi, ma dubito, essendo pratese è più facile siano cingalesi o indiani.
E' l'"integrazione terzomondista" tanto cara ai sinistrati