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Putiniani d'Italia e considerazioni sull'esecutivo


sarah
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Fa discutere in questi giorni un articolo del Corriere delle Sera che indica la presenza di una sorta di dossier, frutto di attività di intelligence, che contiene i nomi di soggetti genericamente considerati “amici” della Russia di Putin. Industriali, parlamentari e “lobbisti” che starebbero favorendo il radicamento in Italia di un fronte non sufficientemente ostile a Mosca. Ci sarebbe anche un senatore con precedenti incarichi alla Farnesina.

Il polverone ha costretto le istituzioni ad una smentita pubblica in cui si nega qualsiasi tentativo di interferire con la libertà di stampa o di opinione e di raccogliere informazioni di persone “segnalate” in stile polizia segreta. Beh, allora, è tutto a posto. C’è ancora qualcosa da aggiungere? Direi di sì.

Non sarei stupita del fatto che i servizi segreti indaghino sull’eventuale attività di un paese straniero in Italia ma del fatto che la cosa diventi immediatamente uno scoop giornalistico in cui si mette in evidenza l’assoluta legittimità di un’azione di controllo centrale sulle opinioni che deviano dalla rotta principale. L’autore, vantando la natura istituzionale della propria fonte, si spinge in considerazioni inquietanti e al tempo stesso espresse con candida naturalezza. Si passa poi all’immancabile parte dedicata allo smascheramento delle fake news: la legittimità del dossieraggio poggerebbe proprio sulla “sacrosanta” necessità di smentire le bufale che rischiano di essere veicolate in Italia da soggetti compiacenti. Si ammette persino l’esistenza di una continuità tra le fake news in tema covid e le fake news in tema Ucraina pro Russia. Dunque l’uniformità dello stile comunicativo che ha caratterizzato prima il covid e poi, con straordinario tempismo, la guerra in Ucraina non è una trovata dei cosiddetti complottisti ma viene ammessa ( con una visione opposta ) dagli stessi padroni del discorso.

Non credo che l’aspetto centrale della vicenda sia l’interesse del governo per eventuali “putiniani” di casa nostra ( che peraltro fino a poco tempo fa non hanno fatto mistero delle proprie opinioni ), quanto piuttosto la spasmodica e capillare attività di controllo delle idee non allineate che ora viene sdoganata quasi come una necessità vitale per la sicurezza nazionale. Anche volendo dimenticare l’assoluta incoerenza dell’esecutivo in tema di rapporti con la Russia ( ricordiamo ancora l’operazione militare “autorizzata” nella primavera del 2020 per contrastare il covid ), non posso evitare di riflettere sui mezzi che vengono messi in campo pur di garantire la sopravvivenza del governo. Essi sono ben oltre la consuetudine.

Che cos’altro sarà allora permesso fare per non “mettere a rischio la maggioranza”? Cosa dovrebbe minacciare la sicurezza nazionale? Esprimere opinioni divergenti non significa essere agenti segreti di un paese straniero ostile, ma oggi è fin troppo facile confondersi su questa sottile differenza.

Mi piacerebbe ricordare che circa un anno fa, dalle colonne de La Stampa, un tale M. Sorci ci ricordava che il governo drago era l’ultimo possibile, non c’erano più alternative. In caso di una sua caduta ci veniva fatto presente, tra il serio e il faceto, che nulla avrebbe potuto evitare l’ascesa di una giunta militare. Dunque la fine non solo della sostanza democratica ma anche della sua apparenza. Si trattava di un elogio al governo, di una stupidaggine da spiaggia o di un avvertimento? Nonostante la mia scarsa ( a dir poco ) stima del giornale e dell’autore, tendo a credere alla terza ipotesi.

E allora tutto è lecito pur di tirare avanti, lo dicono anche i giornali. Se un tempo erano i partiti a sondare l’opinione pubblica per calibrare la propria comunicazione, ora lo fanno le stesse istituzioni senza nemmeno un preciso e definibile mandato elettorale. Quello che diciamo gli interessa, resta da vedere a che livello. Per questo vale la pena parlarne.


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cedric
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Arjdatec er SIFAR coi 157.000 dossier su politici, giornalisti, imprenditori, professori, dirigenti pubblici e privati, vescovi, parroci e pure monache, documentati dalla commissione Biolchini del 1967.

Da Wikipedia:

.....
 i dossier servivano a studiare le inclinazioni e gli interessi (al fine di poterne prevedere le mosse o gli intenti) di quelle personalità ritenute capaci di potenziale influenza sui destini e sulla quotidianità dello Stato.   La circostanza che di ciascuno degli individui analizzati venissero riportati qualità e difetti faceva parte dell'ordinaria indagine tipicamente esperita da servizi segreti; i difetti, infatti, potendo costituire oggetto di ricatto, esponevano gli interessati al rischio di condizionamenti esterni delle loro scelte, pericolo gravissimo negli ambiti della politica e delle istituzioni.
......
Da un numero iniziale di 2.000 fascicoli, si passò a 17.000 nel 1960, fino ad arrivare a 117.000 nel 1962, successivamente stimati in 157.000 dalla commissione Beolchini.
....

Almeno loro non prendevano mance dai giornali per passare qualche documento da pubblicare in prima pagina. Francamente non si sa  per chi provare più tristezza, se per il Corriere che deve alzare le entrate pubblicitarie per non chiudere o per chi deve solennemente asserire che "la mano solerte non resterà impunita". Che diamine,  ai bei tempi di Le Carrè le talpe venivano letteralmente sotterrate, altro che punite!


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sarah
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Di sicuro per il Corriere che al pari di altri "giornaloni" nazionali di cui abbiamo parlato di recente, ha ormai raggiunto a pieno titolo il livello di tabloid pur di non sprofondare nella bancarotta. E per quanto riguarda l'argomento dell'articolo, emerge secondo me l'assoluta mediocrità di questa "classe dirigente" persino nel condurre le odiose indagini alle quali questo paese non è certo nuovo. Nell'epoca a cui si riferisce lei, l'abbondante sorveglianza e lo stato di emergenza sottaciuto ma applicato de facto trovava ufficiosa giustificazione nella contesa est - ovest che ci avrebbe visti in una posizione di spicco oltre che sconfitti in guerra. Anche allora, molto probabilmente, la caduta del perenne esecutivo di larghe intese non avrebbe lasciato molte alternative all'ascesa di un vero e proprio direttorio con buona pace della costituzione e della giovane repubblica. Così ci viene detto anche se, come di regola in Italia, anche su quel periodo storico ci sono più ombre che luci. Il paragone con oggi è complesso non volendo vedere solo le analogie ma la facilità con cui la stampa mainstream accoglie la pratica del dossieraggio la dice lunga sulla totale immaturità democratica del belpaese. 


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cedric
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Pubblicato da: @sarah

la facilità con cui la stampa mainstream accoglie la pratica del dossieraggio la dice lunga sulla totale immaturità democratica del belpaese. 

Tutte le democrazie sono immature perchè sono intrinsecamente fragili. Una democrazia da a tutti la possibilità di agire per i propri interessi personali anche in contrasto con quelli generali. Una democrazia consente a tutti di contrastare, financo a farlo cadere, il governo protempore anche se legittimamente eletto. Una democrazia è perennemente in equilibrio instabile, è la sua natura.

Per contro una dittatura previene e reprime qualunque attività non in linea con chi è al governo/potere. Al popolino ignorante della classe media questo sembra cosa buona perchè in effetti elimina ogni burocrazia, impedimento e critica che rallelenti ad esempio la costruzione di una autostrada, un parco eolico o una centrale nucleare. Sempre al popolino ignorante della classe media piace che i treni arrivino in orario, che non ci siano scioperi, che i rifiuti vengano raccolti e che non ci siano cinghiali, prostitute o vagabondi sotto casa.

Tutte le democrazie occidentali (ed anche le curiose monarchie costituzionali) sono immature: ad ogni elezione si cambia linea politica e questa alternanza viene vista come sintomo di immaturità ed instabilità politica. E l'instabilità è quello che i mercati (la gigantesca sala scommesse mondiale) temono perchè fa calare i grassi profitti finanziari (l'aggio degli allibratori sulle puntate).

L'attuale capitalismo terminale detesta la democrazia e farà di tutto per evolvere verso l'aristocrazia (il governo dei migliori!) ed arrivare alla sua naturale forma di governo: la dittatura ereditaria in  forma di monarchia assoluta o di impero. E il popolino ignorante della classe media applaude perchè invece di vantarsi del titolo di commendatore potrà farsi chiamare barone e contessina quando andrà a fare la spesa.

 


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sarah
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Pubblicato da: @cedric
Pubblicato da: @sarah

la facilità con cui la stampa mainstream accoglie la pratica del dossieraggio la dice lunga sulla totale immaturità democratica del belpaese. 

T

L'attuale capitalismo terminale detesta la democrazia e farà di tutto per evolvere verso l'aristocrazia (il governo dei migliori!) ed arrivare alla sua naturale forma di governo: la dittatura ereditaria in  forma di monarchia assoluta o di impero. E il popolino ignorante della classe media applaude perchè invece di vantarsi del titolo di commendatore potrà farsi chiamare barone e contessina quando andrà a fare la spesa.

 

Forse più che aristocrazia dovremmo dire " burocrazia semi elettiva": come accade oggi in Italia ove qualunque membro del governo, indipendentemente dal colore, agisce come una sorta di funzionario al soldo pubblico per svolgere "professionalmente" il compito dell'amministrazione dello stato. Mi si dirà che è sempre stato così ma oggi assistiamo ad un livello particolare di presunzione con cui si ignora del tutto anche la minima esigenza rappresentativa. L'instabilità è poi legata ai pochi momenti elettorali nei quali i partiti devono soltanto catturare qualche emozione fugace e superficiale delle persone che garantisca loro l'immancabile presenza alle camere. Intanto poi le decisioni, quelle vere, vengono prese altrove e riguardano aspetti sempre più centrali nella vita del cittadino. In questa fragile, fragilissima repubblica l'immaturità democratica è ancor più chiara: non è forse il nostro governo uno di quelli che si è prodigato meglio di altri a fare il primo della classe nell'applicare le "regole" care ad una certa scuola politica non proprio italiana? Non siamo forse noi a dover continuamente "superare prove" per ottenere flessibilità di bilancio senza alcuna voce in capitolo sul bilancio stesso? Pur avendo una matrice comune, certe scelleratezze politiche non sono state così facili da applicare in sistemi, per così dire, più maturi; siamo forse l'unico paese al mondo ( qualcosa in Grecia ) che ha negato la sussistenza a lavoratrici in gravidanza che, per sacrosanta prudenza, hanno rifiutato il WAccino e che ancora oggi inscena ridicoli siparietti mascherati per le vie della città a 40 gradi...  E tutto questo per mostrare di avere una classe dirigente "all'altezza" dei compiti assegnati e al di sopra di milioni di cittadini non più rappresentati ( o rappresentabili ) da nessuno.


oriundo2006 hanno apprezzato
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oriundo2006
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Temo invece che, passo dopo passo, lentamente e sotto traccia, ci stiamo avviando ad un governo esplicitamente di tipo militare. I presupposti ci sono tutti e se è vera questa ipotesi, anche l'incredibile invio di armi all' Ucraina, in spregio a precise norme costituzionali e di altra natura, potrebbe costituire un precedente utile a legittimare e rafforzare il peso politico della componente militare nella vita civile della nostra nazione.

Si iniziò con i militari di pattuglia nelle città, ancora oggi presenti ma chiaramente di immagine, prima ancora c'era stata l'elevazione a quarta 'arma' dei carabinieri che sono autorizzati ( da legge apposita firmata come la precedente da D' Alema ) ad indagare su privati cittadini, probabilmente anche oltre le leggi civili e poi tutto il resto, compresi i bombardamenti su Libia e Serbia e le fallimentari e atroci imprese contro l' Islam.

Si è poi continuato nella vita 'civile' con l'estensione abnorme del controllo della corrispondenza elettronica e di altro genere, anche attraverso la NATO, oramai padrona indiscussa di quello che rimane della vita politica del Paese, 'orientandone' le scelte ( altro eufemismo ), proponendone i candidati e eliminando i personaggi scomodi ( tipo Bonanno ) ed anche diversi magistrati troppo 'curiosi', facendo sparire prove, delegittimandone l' opera in vita e sottraendo documenti in morte.

Del resto, chi mai sorveglia quello che fa la NATO o gli USA in Italia ? Nessuno, quantomeno nessuno da vivo

L'incredibile silenzio del presidente Mattarella su dossier, vita politica e inquinamento ( altro eufemismo ) delle Logge nella magistratura chiude il cerchio ed è inutile continuare su di un tema come il segreto di stato specie militare che in democrazia non dovrebbe neppure esistere se non in casi drammatici e pubblici quanto a giustificazione.

O sei con noi o sei contro di noi, diceva quel tizio...( Matteo (12,30) e Luca (11,23) con differenze ), sempre a fin di bene, s'intende.

Direi che la massima è stata ben recepita ed applicata dai nuovi crociati della NATO.

Ad ognuno il suo. Sta a voi capire.


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sarah
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@oriundo2006. Non le si può dar torto. Assolutamente. Questo rischio si sviluppa, secondo me, lungo due direttrici principali: la prima è quella che ha richiamato lei sul coinvolgimento sempre più rilevante di figure militari nella vita civile ( e anche quando è civile, la si rende incivile come nella gestione qo vid - chiamiamola così ) e la seconda è l'insistenza con la quale si ribadisce in ogni dove che non esiste alternativa all'attuale governo. Dopo aver di fatto annullato l'azione del parlamento con il pretesto dell'emergenza nazional popolare, ora si continua nel gioco ed anche la stampa di ( ex ) tradizione liberale ( corriere ) non ha remore ad affermare che l'azione dell'esecutivo non può essere ostacolata in alcun modo. Se ha fatto caso, nell'articolo, quando si parla di opposizione alle "scelte del governo" ( cito testualmente ) non vengono usati i termini usuali di opposizione, critica o dissenso ma si parla apertamente di "boicottaggio" delle stesse laddove questo non è evidentemente accaduto. Come a dire che, di questi tempi, opporsi equivale a boicottare e dunque, per logica, la risposta non sarà il confronto ma il contrasto. Forse ai lettori di questi giornaloni la differenza sembrerà trascurabile ma non è così. Nella mia riflessione ripensavo all'articolo di Sorgi che, più o meno un anno fa, ci "ricordava" che in caso di difficoltà da parte dell'esecutivo drago, non restava che la soluzione militare. Una provocazione, un avvertimento o una cavolata estiva? In ogni caso scripta manent e dobbiamo registrare che anche questo è stato detto proprio al principio di una estate, quella scorsa, che ha visto la prima esibizione violenta dei muscoli da parte della maggioranza rettile.


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