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Rifiuti Tossici e Radioattivi nel Mar Tirreno


Eshin
Famed Member
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RIFIUTI TOSSICI E RADIOATTIVI
NEL MAR TIRRENO

Bentornati nell’Alto Tirreno, santuario dei cetacei almeno sulla cartografia ufficiale. Invece del pesce ormai si pescano rifiuti pericolosi in questa “area protetta” a parole, come aveva già accertato Greenpeace con ben due rapporti scientifici (consegnati inutilmente al Governo tricolore). Così va in scena il solito copione, senza neanche il fastidio delle proteste popolari. Infatti, qualche giorno fa, 25 miglia a sud ovest dell’isola di Montecristo un peschereccio battente bandiera maltese ha tirato su dal mare sei fusti in plastica (di circa 50 litri cadauno) imbottiti e variamente assortiti di miscugli industriali. I bidoni sbarcati a Porto Santo Stefano, sono stati posti sotto sequestro dal locale Ufficio circondariale marittimo che sta curando le indagini del caso e che ha comunque accertato che i fusti non appartengono al carico (circa 40 tonnellate di cobalto, molibdeno ed altro) di quelli tossici persi in mare, al largo della Gorgona, dall’eurocargo Venezia ben 5 mesi fa, ma non ancora recuperati nonostante le vane promesse del ministro per l’Ambiente e la tutela del mare, Corrado Clini. Al momento sono in corso le analisi dell’Arpat sui campioni prelevati da tutti e sei i fusti. Dai primi rilievi effettuati anche dai Vigili del Fuoco, è emerso che la sostanza contenuta sia una soluzione a base di acido cloridrico. Si tratta dell'ennesimo ritrovamento in un’area marina “protetta” che come, tra l’altro, evidenziato da numerose interrogazioni parlamentari risulta concretamente minata da scorie letali.

Resoconto ufficiale - Alba del 17 dicembre 2011: vento forza 9/10 e onde di 10 metri. “Eurocargo Venezia” della Grimaldi Lines partita dal porto di Catania e diretta a Genova con a bordo catalizzatori esausti utilizzati per la desolforazione del petrolio provenienti dal polo petrolchimico di Priolo Gargallo di Siracusa e appartenenti ad una ditta lussemburghese; perdita di due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti (30)-(35)-38-(45) tonnellate di catalizzatore Co.Mo (cobalto-molibdeno), poi dichiarati di Cobalto-Nichel in 198 fusti metallici chiusi di 200 l ciascuno contenenti sacchi neri di plastica chiusi con nodi a mano; punto di sversamento non definito con esattezza approssimativamente in un'area di circa 45 miglia quadrate a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa labronica, profondità variabile tra i 120 e 600 metri. Dall’esame a posteriori del sistema Automatic Identification System i fusti sarebbero probabilmente in un punto ormai identificato al largo del banco di Santa Lucia, su un fondale che degrada - secondo le batimetriche delle carte ufficiali - da 400 a 500 metri. Il carico sarebbe volato in mare per una spaventosa sbandata di 34° della nave. La sua posizione è registrata fuori dal banco di Santa Lucia, oltre la Gorgona, una zona ben nota a tutti i pescatori del Tirreno. Mentre la nave «cappeggia» a velocità minima, le arriva quasi su rotta diretta di collisione una seconda nave, identificata nel ro/ro «Cragside» di 193 metri (da Genova verso sud). Per il comandante Pietro Colotto, a travolgere la Cargo Venezia è però un’onda di dieci metri in grado di determinare una rollata di 37 gradi. Un’onda il cui impatto è stato fissato alle 5.20 del 17 dicembre. Un’onda che ha attraversato la nave e l’ha scossa, inghiottendo due carichi di rifiuti tossici. Secondo alcune, insistenti, voci, l’impatto era arrivato almeno due ore prima, e già nella notte si discuteva di due semirimorchi in mare. Inutile pensare che del contenuto nessuno sapesse: il trasporto di merci pericolose è caratterizzato da una procedura particolare che comporta la descrizione di carico e di rotta, nonché un preciso monitoraggio durante il viaggio. Ma la scoperta dei 198 barili mancanti non è immediata, e arriva soltanto quando la Cargo Venezia giunge a destinazione nel porto di Genova. Il 3 gennaio, il comandante della Cargo Venezia, Pietro Colotto, è stato iscritto dal sostituto procuratore Masini nel registro degli indagati per violazione delle norme che regolano il carico e il trasporto di rifiuti speciali.

Mar Ionio, nave.

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Anonymous
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Finalmente! Lannes di questo si è sempre occupato e deve continuare ad occuparsi. Problemi reali e riscontrabili, non i fantasmi complottisti di haarp e scie varie.


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Zret
 Zret
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Ecco, decide ribbo di che si può occupare Lannes e che cosa, invece, deve omettere. Tanto so che ha in programma un nuovo articolo sulle scie tumorali per la gioia di ribbo e degli altri negazionisti dell'olocausto.


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dana74
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Ecco, decide ribbo di che si può occupare Lannes e che cosa, invece, deve omettere. Tanto so che ha in programma un nuovo articolo sulle scie tumorali per la gioia di ribbo e degli altri negazionisti dell'olocausto.

lo sa lui, autoelettosi a democratico e tollerante a stabilire in modo insindacabile chi deve occuparsi di cosa e su che basi.
Poi gli intolleranti sono gli altri.

Beh si capisce che chi non ha il senso della coerenza davanti alle prove oggettive ma agisce solo per far polemica per conto dello status quo va solo ignorato.


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