I partiti gatekeeper son finiti, caduta la maschera pure di sta pagliaccia, economia a picco e morti da siero si impennano. Cosa c'è di meglio che rispolverare la vecchia strategia della tensione?
“Stato sotto attacco”. Meloni chiede unità contro gli anarchici: basta dividerci, minaccia reale
“Il mio è un appello che faccio trasversalmente ed è quello di non dividerci di fronte a una cosa del genere”. Giorgia Meloni non nasconde i timori per le ultime azione degli anarchici e, nel corso della conferenza stampa a Berlino dopo l’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha risposto ad una domanda sul caso di Alfredo Cospito e le dichiarazioni del sottosegretario Andrea Delmastro: “Noi abbiamo in questo momento un problema che mi pare che molti stiano sottovalutando. C’è lo Stato italiano oggetto di attacchi da parte degli anarchici, in Italia e nelle sue sedi all’estero, con l’obiettivo di abolire uno strumento che noi reputiamo efficace. È lo stesso obiettivo della mafia. Di fronte a una minaccia crescente penso che tutti dovremmo ragionare su un livello più alto, senza dividerci. Oggi c’è una minaccia reale e vorrei richiamare tutti alla responsabilità. L’appello a me stessa e a tutti è quello a non dividerci davanti ad una minaccia reale, il richiamo vale per tutti”.
MELONI INCONTRA SCHOLZ: LA GERMANIA VINCE LA PARTITA DEGLI AIUTI DI STATO
Dopo l’Algeria e la Libia, proseguono i viaggi all’estero di Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio ha incontrato questa volta il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Se le precedenti uscite erano legate al propagandato Piano Mattei tuttora da definire, l’incontro di Berlino è avvenuto nell’ottica della “cooperazione e sinergia” tra due Paesi fortemente interconnessi economicamente.
Sono state queste le parole utilizzate dai due principali rappresentanti politici di Italia e Germania nell’incontro istituzionale ma, al di là delle frasi di facciata e delle immancabili dichiarazioni in difesa dell’Ucraina, bastava notare i rari sorrisi dei due protagonisti, insieme in conferenza, per capire che Roma e Berlino hanno visioni opposte sull’economia dell’Unione europea.
L’Inflation reduction act
Tutto deriva dal piano industriale messo a punto dagli Stati Uniti. L’Inflation Reduction Act varato da Joe Biden impiega oltre 350 miliardi di dollari da investire su clima, transizione ecologica e salute. Il piano verde calato dall’alto crea però un grosso divario con l’Europa, perché premia le aziende che investono negli Stati Uniti, spingendole ad abbandonare i Paesi dell’Unione.
La strategia europea per contrastare il piano americano prevede in ogni caso una sconfitta. Non solo per l’Unione europea che, di fronte alle decisione statunitensi, è comunque destinata a piegarsi, ma anche per l’Italia, perché il piano di contrasto europeo mostra le note divisioni tra Stati membri che alla fine sfavoriscono Roma.
Visioni opposte, risultato prevedibile
Da un lato, Giorgia Meloni chiede un nuovo debito comune. Dall’altro, Olaf Scholz non ci sente e mira all’allentamento delle regole degli aiuti di Stato. Quest’ultima è la strada prevista anche da Ursula von der Leyen, che favorisce la Germania, dato che Berlino ha più risorse da mettere sul piatto, mentre l’Italia non ha grandi margini di bilancio. Le regole potrebbero non essere però allentate del tutto, visto che oltre all’Italia si oppongono molti altri Paesi.
A meno di una inversione a u, comunque, il finale del prossimo Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio sembra già chiaro, con gli obiettivi di Paesi come Germania, Olanda, Francia che vengono in parte soddisfatti e alla faccia della cooperazione e unità citata ripetutamente dai rappresentanti europei.
Nella politica economica ci sono vincitori e vassalli che perdono di più o di meno e l’Italia potrebbe portare a casa un po’ di flessibilità sul Pnrr e sul RePowerEu, il prossimo piano ecologico europeo pensato come una risposta a quello statunitense, con 300 miliardi di euro complessivi, di cui 225 rappresenterebbero prestiti.
Migranti e Ucraina
Un’altra questione al centro delle discussioni tra Meloni e Scholz era quella relativa ai migranti. Anche su questo tema sono state pronunciate le solite frasi che si appellano all’unità e a un sistema comune nell’Unione europea. Gli Stati membri, però, continuano ad andare in ordine sparso.
La svolta potrebbe essere rappresentata dai rimpatri, parola pronunciata in modo più insistente nelle ultime settimane, che vedono l’Italia nuovamente coinvolta negli sbarchi dei migranti.
Su un punto, invece, le idee di Meloni e Scholz coincidono totalmente: ovviamente, sul sostegno all’Ucraina. I due hanno fatto sapere che i rifornimenti a Zelensky continueranno “fino a quando è necessario”. Tradotto: fino a quando lo decidono gli Stati Uniti. Il prossimo viaggio annunciato da Giorgia Meloni sarà proprio a Kiev: il presidente del Consiglio ha dichiarato che ci andrà “entro il 24 febbraio”.
Dana a chi dobbiamo credere? A chi dice che la Meloni è una furbetta perché si inventa il pericolo anarchico oppure al fatto che abbiamo un governo di centro-destra eletto democraticamente per la prima volta da una decina d'anni fa a questa parte e che si sta muovendo nel fare delle cosette lì al centro del mediterraneo e in Africa, che riguardano la sovranità energetica? Giusto per fare un esempio...
Cosa facciamo? Giochiamo a fare gli svegli che non si fanno illudere da nessun centro-destra o sinistra, dinnanzi a queste evidenze? E dinnanzi a questo attacco concentrico al governo che man mano prende sempre più la forma di una SOROSATA colorata??
Crediamo che basta un appoggino all'Ucraina (di facciata, perché di CONCRETO non c'è NULLA) per inficiare la credibilità di un governo che finalmente dopo una decina d'anni sembra muoversi per la strada giusta??
Crediamo che basti un Berlusconi e un La Russa per rendere pagliaccesco un governo e una classe dirigente? O le ciociarate raccontate da qualche livoroso 'antifascista' sulla Meloni per farci concludere che siamo nella stessa merda di sempre? Non ci metterei la mano sul fuoco, anche se pare illusorio, ingenuo, babbeo! Vi capisco, ma non è così...
Come ho spiegato a qualcuno bisogna unire i tasselli, perché almeno dal 1933 in poi questa gentaglia è stata sempre mandata dai Soliti a far casini per dividere e per destabilizzare interi paesi.
Ho l'impressione anch'io che il caso dell'anarchico sia gonfiato ad arte per destabilizzare l'esecutivo o per lo meno per creare un elemento di ricatto onde alzare il prezzo in certi ambiti di negoziazione internazionale. Con questa nuova "spada di Damocle" sarà forse concessa ancor meno cautela sull'invio di armi, ancor meno potere decisionale in campo energetico ecc. Le questioni le conosciamo ( e le conoscono anche dalle parti di Roma). Non assolvo con questo il governo dalle sue responsabilità, proprio ora che si dimostra più che mai prono di fronte all'agenda politica dominante e tanto zelante nell'applicarne i precetti. Lo spettacolo è già ben poco edificante ma forse non basta e occorre provvedere a un nuovo freno. Ed ecco il caso "coso" anarchico. È anche plausibile che una riedizione dell'armamentario della strategia della tensione con annessa retorica dello stato sotto attacco sia funzionale al controllo del crescente caos sociale però, a pensarci bene, le due cose possono benissimo coesistere e non escludersi a vicenda.