Notifiche
Cancella tutti

Strage di Bologna


Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

La strage di Bologna del 1980 e l’infondatezza della pista palestinese.
di Sandro Padula

Verso la metà di agosto, quando si è saputo che due cittadini tedeschi, Thomas Kram e Christa Frohlich, erano stati iscritti sul registro degli indagati per la strage di Bologna del 1980, alcuni vecchi depistatori si sono ubriacati a suon di champagne e, fra un bicchiere e l’altro, non hanno potuto far altro che scambiare lucciole per lanterne.
Dopo un lungo periodo di raccolta di informazioni sui due tedeschi in relazione alla pista palestinese,la Procuradi Bologna doveva iscriverli nel registro degli indagati come condizione preliminare per poter decidere, cosa che avverrà in futuro, se riscrivere o meno la vicenda del più grave crimine politico compiuto durantela Prima Repubblica.

Per questo motivo, a differenza di quanto ritiene Andrea Colombo sul settimanale “Gli Altri” del 2 settembre, non è affatto vero che “l’indagine su Thomas Kram e Christa Frohlich” renderebbe “più fragile la sentenza contro i Nar”. Se furono deboli le prove d’accusa contro i neofascisti dei Nar (e indiscutibili, preziosissime e fondamentali le prove contro i ben più pericolosi e criminali depistatori di Stato interni al Sismi), quelle contro i due tedeschi sono del tutto inesistenti.
L’iscrizione di questi ultimi sul registro degli indagati non significa di per sé chela Procuradi Bologna possieda qualcosa in più rispetto alle ipotesi fatte in questi anni sulla pista palestinese e di “sufficiente per avviare ufficialmente l’indagine”. Lo stesso Andrea Colombo sa benissimo che la pista palestinese “non è solida come hanno cercato di spacciarla i commissari di centrodestra della Mitrokhin”. Auspica, di conseguenza, che le indagini abbiano “qualcosina in più”, ad esempio a proposito di un incontro che sarebbe avvenuto nell’ottobre 1980, aBudapest, fra Carlos e i due tedeschi, ma così facendo si rivela più maldestro di quei commissari. Quella eventuale riunione non rende affatto “più corposa” la pista palestinese rispetto ad una strage di Bologna avvenuta …. due mesi prima!

Colombo non è nuovo a queste confusioni sui tempi.
Alcuni anni fa scrisse un libro in cui ipotizzava che la strage del 2 agosto 1980 sarebbe stata organizzata per far uscire subito di galera il palestinese Saleh, arrestato a Ortona nel 1979 mentre stava trasportando un missile. Colombo pensava che Saleh fosse uscito di prigione poco tempo dopo l’eccidio. Adesso, sapendo che quella sua ipotesi era del tutto falsa, cambia versione. Secondo il suo attuale approccio, la strage del 2 agosto 1980 sarebbe stata organizzata da un gruppo collegato al Fplp diretto dal dottor George Habbash e avallata da quest’ultimo allo scopo di vendicare l’arresto di Saleh. Ma pure questo movente non regge.

Il piduista e faccendiere del Sismi Francesco Pazienza, condannato con sentenza definita per depistaggi sulla strage di Bologna, in una intervista pubblicata sul quotidianoLa Repubblicadel 30 gennaio 2009 dichiarò che durante la campagna presidenziale statunitense del 1980 aveva contribuito alla vittoria di Reagan (insediatosi alla Casa Bianca il 20 gennaio 1981) perché diede ai reaganiani l’informazione secondo cui il fratello del presidente in carica Jimmy Carter aveva dei buoni rapporti con George Habbash.

In altre parole, traducendo il significato implicito delle parole di Pazienza, nell’agosto del 1980 George Habbash non era per nulla interessato a far compiere o ad avallare degli attentati in Italia perché, oltre a ai tradizionali rapporti diplomatici con il nostro paese, aveva delle buone relazioni tattiche con gli Usa di Carter.
Su questo punto non insiste neppure il deputato di Fli Enzo Raisi, cioè l’ex commissario di centrodestra della Mitrokhin che alcuni anni or sono depositò nella Procura di Bologna i documenti che stanno all’origine dell’attuale iscrizione dei due tedeschi sul registro degli indagati.

Raisi ritiene che per dimostrare la validità della pista palestinese bisognerebbe puntare solo ed esclusivamente sull’ipotesi dello “scoppio accidentale”: “loro stavano trasportando l’esplosivo, come facevano sempre, che scoppiò per caso” (intervista a Raisi del 20 agosto pubblicata su “Il Resto del Carlino”). L’unica spiegazione rimasta alla pista palestinese sarebbe quindi quella relativa allo scoppio accidentale. Questa ipotesi, d’altra parte, risulta antitetica rispetto ad ogni minima valutazione di carattere tecnico-scientifico. Vediamo perché.

La strage di Bologna del 2 agosto 1980 fu causata dalla deflagrazione di una valigia piena di circa20 chilogrammidi “Compound B”, un esplosivo di fabbricazione militare, per altro in dotazione ad istituzioni comela NATO, che non scoppia da solo o per un “incidente”.
Il “Compound B” ha bisogno di un innesco per poter scoppiare, cioè di un qualche tipo di marchingegno meccanico o elettronico per la detonazione, e di qualcuno che lo abbia inserito preventivamente. Infine, tanto per dimostrare la totale infondatezza della pista palestinese rispetto alla strage di Bologna, è necessario ricordare che nella storia della Prima Repubblica l’uso criminale del “Compound B” ha sempre avuto una precisa matrice politica reazionaria.

Come si è saputo alla fine del 1995 grazie ad una perizia ordinata dalla Procura di Pavia, il “Compound B” fu l’esplosivo che, collegato in precedenza ad un congegno meccanico da alcuni esperti dei servizi segreti militari italiani, il 27 ottobre 1962 uccise il dirigente dell’Eni Enrico Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista William Mc Hale.

In sintesi: l’arma, il movente e la matrice politica della strage di Bologna non hanno letteralmente nulla a che fare con i palestinesi.

http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/5298-la-strage-di-bologna-del-1980-e-l%E2%80%99infondatezza-della-pista-palestinese


Citazione
Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

Certo, topic condivisibile. E' che ci tocca passare la vita a smascherare i criminali traditori al soldo delle bande di delinquenti che saccheggiano la nostra povera Italia insieme alle loro menzogne. La strage di Bologna è una strage anomala. La strategia della tensione era finita. Craxi e il suo primo governo erano alle porte col consenso dei cow-boys. Non c'era motivo di un'altra strage. Ma un mese prima era successo il fatto di Ustica e i soliti traditori, per proteggere gli Israeliani autori dell'attacco al Dc9 Itavia, dicevano che l'aereo era caduto perchè a bordo era scoppiata una bomba. Per rendere credibile questa tesi non esitarono ad assassinare 80 persone a Bologna.


RispondiCitazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
 

Per rendere credibile questa tesi non esitarono ad assassinare 80 persone a Bologna.

in realtà assassinarono 85 persone e ne ferirono 200

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2012/08/02/752720-due-agosto-diretta-twitter.shtml

fotogallery del 2 agosto 1980

http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=40728#


RispondiCitazione
Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

@Helios. grazie per la precisione.


RispondiCitazione
Giancarlo54
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2622
 

Domanda da ignorante a cui sicuramente sarà già stata data risposta. Se, come qualcuno ha ventilato, la bomba è esplosa "per caso". Le perizie legali hanno dimostrato senza ombra di dubbio che le vittime furono 85 e non 86 ed in caso affermativo (85 morti), si sono fatte le opportune indagini su chi fossero gli 85 morti e se, qualcuno di loro, avesse avuto "collegamenti strani"?


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

Lo Stato italiano s'impegnò a depistare.Questa è una verità incontrovertibile e quindi c'è dentro con tutte le scarpe.
La strategia della tensione era terminata? Non so se si può limitare ad un preciso periodo storico una metodologia, può cambiare lo scenario e gli obbiettivi ma i metodi potrebbero essere gli stessi.
Sono sicuro checchè ne dica raisi che quelli di autonomia o le brigate rosse non c'entrano nulla perchè non sono stati mai stati dei bombaroli e la strage di innocenti come mezzo di lotta è riferita a quell'area è ridicola.
Si può fare tutta la dietrologia che si vuole, avanzare ipotesi su ipotesi, servizi americani,inglesi,mossad, fascisti; ammonimento e punizione internazionale, nazionale(rivolta al PC,Bologna rossa) o progetto per svolta reazionaria. Difficilmente si arriverà alla verità ma cominciamo ad eliminare illazioni infami proposte da individui sempre più ambigui.


RispondiCitazione
Eurasia
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 702
 

Giancarlo qui l'elenco delle 85 vittime con tanto di foto... data di nascita... provenienza:

http://stragi.it/index.php?pagina=vittime#plaurenti


RispondiCitazione
Stopgun
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 920
 

A me pare che l'aiuto a Regan sia stato dato creando un link tra Billy Carter e Gheddafi (Billygate); così diffondendo un'immagine artificiosamente negativa del "cane pazzo", il presidente Carter non avrebbe avuto il rinnovo quadriennale semi-automatico del mandato (elezione del Novembre 1980).
Infatti tra Billygate e October Surprise, Carter [D] rimediò una figuraccia e non fu rieletto cedendo la presidenza a Reagan [R].

In questo contesto, il 9 gennaio 1981 all'aeroporto di Ciampino, presenti il capo del SISMI gen. Santovito e Francesco Pazienza che erano di ritorno da Parigi, il gen. Pietro Musumeci -direttore dell'Ufficio Controllo e Sicurezza del SISMI- consegnava al generale Pasquale Notarnicola, capo della prima divisione del servizio, un appunto nel quale si parlava di una progettata operazione "terrore sui treni" e si prevedeva che fosse messo un ordigno su un treno.

Santovito e Pazienza tornavano da Parigi, dove avevano incontrato De Marenches.

I pezzi mancanti metteteli voi, tanto ormai il puzzle è facile da completare.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

@Giancarlo bentornato, pensavo che dopo che Albakan ti aveva liquidato con un po' troppa acidità ci avessi abbandonato.

😆

Sempre il "bravo" raisi, evidentemente accortosi che la pista palestinese perdeva acquà da tutte le parti, si è lanciato su quella della autonomia. Perchè? Perchè tra i morti di Bologna c'era un ragazzo che lui dice vicino ad autonomia operaia e costruendo un'alleanza tra il gruppo di via dei volsci e carlos.
Pifano gli risponde così:
http://insorgenze.wordpress.com/2012/08/01/strage-di-bologna-daniele-pifano-sbugiarda-il-deputato-fli-enzo-raisi-mauro-di-vittorio-non-ha-mai-fatto-parte-del-collettivo-del-policlinico-o-dei-comitati-autonomi-operai-di-via-dei-volsci/


RispondiCitazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
 

A me pare che l'aiuto a Regan sia stato dato creando un link tra Billy Carter e Gheddafi (Billygate);

ma il presidente Carter si chiamava Jimmy

http://it.wikipedia.org/wiki/Jimmy_Carter

chi è Billy?

<<<<<

Lo Stato italiano s'impegnò a depistare.Questa è una verità incontrovertibile e quindi c'è dentro con tutte le scarpe.

e vedi che lo stato c'è dentro talmente tanto che rispunta anche qui la trattativa stato-mafia....

>>>>>
La strage di Bologna del 2 agosto 1980 procurò 85 morti e oltre 200 feriti. Come ogni anno i giorni a ridosso dell'anniversario si trasformano in scontro e polemiche di rito tra le parti politiche. Ma quest'anno sembra apparire all'orizzonte una nuova pista per arrivare ai mandanti. Se nel pomeriggio l'esponente dei Nar, Giusva Fioranvanti, condannato con sentenza definitiva per la strage, continua a dirsi innocente e attacca l'associazione dei parenti delle vittime ("troppo politicizzata”, a suo dire) e Licio Gelli tira fuori l'idea che la strage sarebbe stata procurata da un mozzicone di sigaretta, in serata interviene il presidente dell'Associazione vittime della strage, Paolo Bolognesi che ai microfoni di Affaritaliani fa una rivelazione importante.

Presidente Bolognesi è una pista percorribile quella del mozzicone di sigaretta a cui fa riferimento Licio Gelli?

Quella della cicca di sigaretta è una panzana vecchia e ritrita. Un esplosivo inerte non può esplodere senza l'innesto. Tanto più può farlo esplodere una sigaretta.

Ma a distanza di anni si sono ancora tanti dubbi sui mandanti. Quali sono le strade da percorrere per arrivare ai nomi? C'è ancora speranza di arrivare a qualcosa?

Domani usciamo con un libro, Stragi e mandanti, scritto da me e Roberto Scardova di Rai 3 per dare delle indicazioni sui mandanti. Ad aprile di quest'anno abbiamo depositato alla Procura della Repubblica una corposa memoria che trae spunto dagli atti del processo di Piazza della Loggia a Brescia e Piazza Fontana a Milano. Partendo da quelle sentenze si può scoprire con maggiore facilità chi sono i mandanti della strage di Bologna. Abbiamo depositato documenti originali inediti. La strada per arrivare ai mandanti adesso è aperta e spianata.

Ma questa è una novità. Ci può fare delle anticipazioni e dare elementi per capire chi sono?

Noi tracciamo un discorso logico. I magistrati adesso possono arrivarci. Noi diamo delle indicazioni, documenti, riscontri, verbali di interrogatorio. Se faranno il loro mestiere ci arriveranno... . Quest'anno per l'anniversario della strage pubblicheremo un manifesto molto significativo. Dice che la strategia delle stragi ha impedito all'Italia di diventare una democrazia compiuta. I mandanti vanno cercate nel cuore delle istituzioni italiane. Non altrove, tra i i commessi e gli uscieri.

Chi c'è dietro?

In Italia c'è sul campo il discorso delle trattative Stato-mafia. A trattare ci sono sempre i politici in quel caso come nel nostro del 2 agosto. C'è dietro la responsabilità della Loggia Massonica P2 e dei politici che hanno avallato l'operazione strage. Analizzando con le nuove tecnologie di oggi documenti vecchi abbiamo trovato degli spunti investigativi per poter arrivare alle persone, ai depistatori e alle bande armate che si covano dietro la strage di Bologna. Le cose che riteniamo di aver scoperto le abbiamo date e le daremo ai giudici e non saremo noi a fare le indagini come è ovvio che sia.

Cosa c'è di così rilevante?

Che persone che sembravano scollegate dall'azione appaiono coinvolte nelle stragi. Sono persone che stanno dentro la massoneria, tra criminalità comune e quella organizzata, l' eversione e i servizi segreti deviati. Ci sono persone insospettabili che vengono attivate per le operazioni sporche. Gli stessi che sembravano “cani sciolti” sono invece inseriti a tutti gli effetti dentro l'eversione.

Da dove siete partiti per trovare questi riscontri?

Sono emersi fatti di questo tipo dal nuovo processo per la strage di Piazza della Loggia a Brescia. Il processo non è servito solo per Brescia ma mostra che ci sono connessioni mai considerate prima e pedine dell'eversione che si sono mosse al servizio del disegno che dicevo all'inizio: non fare diventare l'Italia una democrazia compiuta.

http://affaritaliani.libero.it/emilia-romagna/esclusivo-strage-di-bologna-nuova-pista-per-i-mandanti250712.html?refresh_ce


RispondiCitazione
Stopgun
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 920
 

Billy era il fratello di Jimmy Carter!

da Wikipedia

In late 1978 and early 1979, Billy Carter visited Libya three times with a contingent from Georgia. He eventually registered as a foreign agent of the Libyan government and received a $220,000 loan. (Edwin P. Wilson alleged that he had seen a telegram showing that Libyans paid Billy Carter two million dollars.[2]) This led to a Senate hearing over alleged influence peddling which some in the press dubbed "Billygate".[3] A Senate sub-committee was called To Investigate Activities of Individuals Representing Interests of Foreign Governments (Billy Carter-Libya Investigation). On Aug. 4, 1980, President Jimmy Carter wrote: "I am deeply concerned that Billy has received funds from Libya and that he may be under obligation to Libya. These facts will govern my relationship with Billy as long as I am president. Billy has had no influence on U.S. policy or actions concerning Libya in the past, and he will have no influence in the future."[4]


RispondiCitazione
Giancarlo54
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2622
 

"]@Giancarlo bentornato, pensavo che dopo che Albakan ti aveva liquidato con un po' troppa acidità ci avessi abbandonato[/b].

😆

Sempre il "bravo" raisi, evidentemente accortosi che la pista palestinese perdeva acquà da tutte le parti, si è lanciato su quella della autonomia. Perchè? Perchè tra i morti di Bologna c'era un ragazzo che lui dice vicino ad autonomia operaia e costruendo un'alleanza tra il gruppo di via dei volsci e carlos.
Pifano gli risponde così:
http://insorgenze.wordpress.com/2012/08/01/strage-di-bologna-daniele-pifano-sbugiarda-il-deputato-fli-enzo-raisi-mauro-di-vittorio-non-ha-mai-fatto-parte-del-collettivo-del-policlinico-o-dei-comitati-autonomi-operai-di-via-dei-volsci/

No no, nessun abbandono, sempre qui.


RispondiCitazione
antiUsrael
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1519
 

PARIGI — Carlos lo sciacallo, per la prima volta davanti a un magistrato italiano, detta la risposta in lingua francese: «La strage del 2 agosto, a Bologna, non è opera dei fascisti». Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, così come Luigi Ciavardini, i neofascisti condannati per la bomba alla stazione coi suoi 85 morti e i duecento feriti, non avrebbero nulla a che fare con la terribile esplosione al tritolo che nell’estate del 1980 sbriciolò la sala d’aspetto di seconda classe e investì il treno Ancona-Chiasso in sosta sul primo binario. Ascoltato per rogatoria dal pubblico ministero bolognese Enrico Cieri, entrato alle nove di venerdì col funzionario della Digos Marotta nell’austero Palazzo di Giustizia parigino che guarda in faccia le punte della cattedrale di Notre Dame e taglia in due la Senna, il terrorista internazionale di origini venezuelane non batte ciglio e ripete: «A mettere la bomba a Bologna non sono stati né i rivoluzionari né i fascisti…».

Allora chi è stato, insiste il magistrato aggiustandosi gli occhiali sul naso. Ma Carlos, in camicia rossa, ben sistemato nei suoi sessant’anni in arrivo il prossimo 12 ottobre, va per i fatti suoi: «Io voglio parlare davanti a una commissione ministeriale, non a un magistrato… comunque quella è roba della Cia, i servizi segreti italiani e tedeschi lo sanno bene. Il guaio è che l’Italia è una semicolonia degli Stati Uniti, ragion per cui nel vostro Paese non si possono risolvere i tanti misteri… L’Italia dal 1943 è metà pizzeria e metà bordello degli americani, per questo non si risolve nulla… e lo stesso vale per la Germania, semicolonia americana dal 1945».

Carlos, il cui vero nome è Ilich Ramirez Sanchez, detenuto nel carcere francese di Poissy e famoso per l’assalto al quartier generale dell’Opec nel 1975, spiega anche perché «non possono essere stati i neofascisti» a mettere la bomba alla stazione di Bologna. «In quegli anni — detta — il traffico di armi ed esplosivi attraverso l’Italia era cosa soltanto nostra. Col beneplacito dei servizi italiani, coi quali noi rivoluzionari trattavamo personalmente, i compagni potevano attraversare l’Italia, così come la Grecia, con tutte le armi in arrivo da Saddam Hussein. Per questo posso certamente dire che in quei giorni mai ci sarebbe potuto sfuggire un carico di T4 grande come quello fatto esplodere a Bologna. Non sarebbe sfuggito a noi e di certo non lo potevano avere in mano i neofascisti italiani. Quel tritolo viene dai militari… Tra i rivoluzionari palestinesi e l’Ori (l’Organizzazione dei rivoluzionari internazionali, quella di Carlos, ndr) — puntualizza il terrorista — i patti con i servizi segreti italiani erano chiari: in Italia traffico di armi sì, attentati no… E noi abbiamo mantenuto la parola». Quindi Carlos demolisce anche la tesi di Cossiga, quella dello scoppio accidentale dell’esplosivo in transito: «Conosco bene quel tritolo, non suda, non si muove… per farlo saltare serve per forza l’innesco».

A fianco di Carlos, portato in tutta sicurezza al primo piano del tribunale circondato dalla Gendarmeria, ci sono gli avvocati Sandro Clementi e Isabelle Coutant. Con loro l’interprete Sophie Blanco. Davanti al terrorista, a far domande, stanno seduti il giudice istruttore Yves Jannier (che ha sostituito Brughier) e il pm Cieri, l’ufficiale di collegamento italiano in Francia, Forcella, e il magistrato italiano di collegamento a Parigi, Camelieri. Prima di iniziare «lo sciacallo» li fissa negli occhi uno per uno, prende carta e penna e chiede a ognuno di loro nome e cognome. Non tutti rispondono. A un tratto il magistrato bolognese tira fuori un album fotografico e chiede a Carlos se conosce Abu Saleh Anzeh, rappresentante in Italia del Fronte popolare per la liberazione della palestina (Fplp). Sorride, «lo sciacallo».

Prima di diventare segretario a Damasco di George Abbash, Anzeh era il suo uomo delegato ai rapporti con i servizi segreti militari. «Del resto noi eravamo organizzati militarmente — spiega Carlos — per questo subito dopo lo scoppio a Bologna ho ricevuto un rapporto scritto. Noi, prima di tutti, volevamo capire cosa fosse accaduto». A inviarlo, dice ancora, è stata Magdalena Cecilia Kop, nel 1980 una semplice militante poi diventata sua moglie, oggi ripudiata perché starebbe collaborando con il Bka, la polizia politica tedesca. «Andate a chiederlo a lei cosa c’era scritto… I servizi sapevano bene che a Bologna quel giorno c’era Thomas Kram e farlo saltare in aria con la stazione sarebbe stato come mettere la firma dei palestinesi sull’eccidio… Così l’Italia si sarebbe staccata dai palestinesi e avvicinata agli israeliani. Ma Kram (già interrogato dal pm Cieri, ndr) si è salvato e l’operazione è fallita. Thomas era braccato passo passo dagli 007… In realtà era diretto a Perugia. Perché non tutti lo sanno, ma il ‘68 non è nato a Parigi, è nato a Perugia nel 1967».

fonte: www.corriere.it

____

Strage di Bologna, le verità di Carlos

Novità dalla Francia. Il Venezuelano Carlos chiede di poter parlare davanti a una Commissione parlamentare italiana. Carlos dice di voler fornire ulteriori elementi riguardanti la strage del 2 agosto dell’80, gli stessi potrebbero rivelarsi di fondamentale importanza per risalire ai nomi dei responsabili dell’ immane tragedia. Adesso non ci rimane che attendere la reazione della nostra magistratura nei confronti di qesta imbarazzante richiesta.
“Voglio raccontare la mia verità in Italia. Sono pronto a dire tutto ciò che so sull’attentato alla stazione di Bologna davanti a un magistrato italiano”. Firmato, Ilich Ramirez Sanchez, ossia ‘Carlos lo sciacallo’, il più famoso terrorista del mondo. Carlos, 61 anni, venezuelano, sta scontando l’ergastolo in Francia (per vicende francesi) ma ora chiede di parlare davanti a un tribunale italiano per dire ciò che sa sulla bomba che il 2 agosto 1980 uccise 85 persone e ne ferì più di 200.

Per quella strage sono stati condannati in via definitiva i tre neofascisti Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini. Ma per lo Sciacallo loro sono innocenti. L’ha già detto, in passato, in alcune interviste ai giornali, sostenendo che i veri colpevoli sono i servizi segreti americani e israeliani. Ora il terrorista fa un ulteriore passo avanti.

Dopo aver letto un articolo del Resto del Carlino che lo riguardava, inviatogli dal suo avvocato milanese Sandro Clementi, ha deciso di scrivere una lettera che, tramite il collega bolognese Gabriele Bordoni, è stata recapitata al nostro giornale. La missiva, scritta nel carcere di Poissy, reca la data del 15 agosto.

“Egregio signore — scrive Carlos a Clementi — ho letto l’articolo… Io riconfermo tutte le mie dichiarazioni che riguardano l’attentato alla stazione di Bologna di 30 anni fa. Ho lottato contro i veri terroristi, i terroristi di Stato, fin da quando avevo 14 anni”.

La procura di Bologna ha tuttora aperta l’inchiesta bis sulla strage per far luce sulla cosiddetta pista palestinese, indicata dalla commissione Mitrokhin (l’attentato fu una ritorsione palestinese perché l’Italia aveva arrestato Abu Saleh, il capo del Fplp in Italia).

Carlos era appunto in stretti rapporti con i palestinesi e il 2 agosto 1980 un suo uomo, Thomas Kram, era a Bologna. Il magistrato italiano Enrico Cieri, titolare dell’indagine, l’ha sentito come persona informata sui fatti nell’aprile 2009 a Poissy. Carlos gli ha spiegato: “La bomba non l’hanno messa né i rivoluzionari né i fascisti. Quella è roba della Cia e del Mossad, i servizi italiani e tedeschi lo sanno bene. L’Italia è una colonia degli Stati Uniti”. Poi, però, al momento di fornire ulteriori dettagli, si è fermato: “Voglio parlare davanti a una Commissione parlamentare in Italia”. Stop.

Adesso, però, lo Sciacallo è pronto a fare di più. Scrive: “
Voglio confermare tutte le mie dichiarazioni sull’argomento davanti a un tribunale italiano, in Italia”. Letto fra le righe, come spiegano i due avvocati, è pronto a fornire i dettagli mai detti finora. Ed è pronto a farlo non davanti a una commissione parlamentare (come pure preferirebbe), ma davanti ai magistrati. Non è finita, nel chiudere la lettera aggiunge un particolare nuovo e importante: “La mia ex moglie, Magdalena Cecilia Kopp, può confermare in un tribunale italiano le informazioni che mi ha fornito 30 anni fa su Thomas Kram e Bologna”. Dunque, l’ex moglie Kopp saprebbe molte cose. La Kopp, dopo aver tradito il terrorista, è in Germania e collabora da tempo con la giustizia tedesca, ma non con quella italiana. Cosa farà ora?

“Carlos è un inquinatore — dice l’avvocato Clementi — ma sui fatti di Bologna ha sempre avuto una posizione chiara e sono convinto che gli elementi li abbia”. Ora la parola passa ai magistrati italiani, che potrebbero chiedere l’estradizione (improbabile) o sentirlo per rogatoria, in Italia. Lo Sciacallo attende. Firmato: “Vostro nella Rivoluzione, Carlos”.

Fonte: Il resto del Carlino

------

Carlos vuole parlare

Sono più di due anni che Carlos chiede incessantemente di parlare con la magistratura italiana, per rivelare la verità sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 e anche “di altre stragi”. Ma i nostri pubblici ministeri non sembrano avere tempo per la delicata questione: saranno forse troppo impegnati negli scandali dei nostri politici!?

Carlos pronto a parlare: “Tutta la verità sulla strage del 2 agosto”

Bologna, 6 aprile 2012 - CARLOS lo Sciacallo torna a farsi vivo. E lancia un messaggio forte: «Sono pronto a dire tutto ciò che so per trovare i veri responsabili della strage del 2 agosto». Ilich Ramirez Sanchez, 62 anni, venezuelano, il terrorista più famoso del mondo, è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Poissy, a Parigi, e proprio da lì ha mandato due lettere a un avvocato bolognese, Gabriele Bordoni, per nominarlo quale difensore di fiducia ed esprimere la propria posizione sulla bomba alla stazione e non solo.Sulla strage la Procura ha da tempo aperto un fascicolo bis e, di recente, c’è stata una svolta clamorosa. Il pm Enrico Cieri ha infatti indagato i due terroristi di sinistra Christa Margot Frolich e Thomas Kram, tedeschi, entrambi ex membri del gruppo di Carlos. Si tratta della cosiddetta ‘pista palestinese’, per la quale la bomba fu la punizione dei palestinesi all’Italia che aveva violato il ‘lodo Moro’. Per la strage, va ricordato, la magistratura ha invece condannato in via definitiva i terroristi ‘neri’ Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini.
Carlos, dal canto suo, ha un’idea diversa. Per lui furono la Cia e il Mossad, ma non ha mai voluto fornire prove.

QUANDO Cieri è andato a interrogarlo, anni fa, si è fermato subito: «Voglio parlare davanti a una commissione d’inchiesta in Italia». Ora fa molti passi avanti: si dice pronto a parlare ai magistrati e a dire tutto ciò che sa, chiedendo di essere trasferito in Italia (di recente, peraltro, la giustizia francese l’ha condannato per uno dei numerosi attentati di cui è accusato).

Scrive lo Sciacallo, in inglese:

«Egregio signore, ho appena ricevuto la sua lettera del 12 marzo scorso. Vorrei aiutarla ad eliminare gli ostacoli al fine di trovare i veri responsabili dell’attacco terroristico di Bologna. Sono inoltre pronto a rilasciare dichiarazioni sotto giuramento alla magistratura italiana competente».
Non si ferma solo alla strage di Bologna, Carlos, ma promette rivelazioni su altre stragi: «Tuttavia — continua —, dovremo incontrarci qui di persona non appena possibile al fine di preparare il miglior approccio tecnico per smantellare il muro di bugie che hanno bloccato la verità degli anni di sanguinari massacri di civili innocenti avvenuti in Italia. Qui le allego una lettera in francese, designandola come mio avvocato difensore per tutte le mie faccende in Francia… per prevenire ogni conflitto che potrebbero impedire la sua difesa degli interessi della famiglia Signorelli».

Paolo Signorelli, morto nel 2010, ideologo ‘nero’ accusato e poi scagionato per la strage, era assistito proprio da Bordoni. Conclude Carlos: «Ci faccia sapere con largo anticipo la data della sua visita». Poi la firma: «Vostro nella Rivoluzione, Carlos». L’altra lettera, in francese, è la designazione ufficiale dell’avvocato bolognese.

BORDONI sta già studiando le prossime mosse: «Carlos già nel settembre 2010 mi fece arrivare un messaggio, tramite il collega Sandro Clementi, dopo aver letto un articolo del Carlino. L’intenzione mia è da tempo quella di andarlo a sentire in Francia. L’ho chiesto alla Procura, ma il pm ha ritenuto non fosse utile. Mi sono rivolto inutilmente al magistrato di collegamento italo-francese e al nostro ministero. Per questo alla fine l’unica strada era quella della nomina. Domani (oggi; ndr) tornerò dal pm e gli chiederò di andare insieme a Parigi, visto che Carlos dice di avere nuovi elementi e di volerli rivelare. In caso negativo, ci andrò io e raccoglierò le sue indicazioni». La parola, ora, passa alla Procura.

di Gilberto Dondi

Fonte: Il resto del Carlino


RispondiCitazione
terzaposizione
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 902
 

Visto che siamo in tema di stragi depistate, suggerisco d'informarsi sul più grave disastro aereo italiano, disastro caduto nell'oblio e di cui pochi conoscono la cronaca, l'incidente di Montagnalonga Palermo.Oltre ad un interessante sito è in libreria da pochi mesi " L'ultimo volo per Punta Raisi".
Su quel voloa bordo c'erano personaggi da abbattere.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
Topic starter  

PARIGI — Carlos

come si vede i neofascisti non smettono mai di depistare.


RispondiCitazione
Condividi: