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Tutti i big della tecnologia che flirtano con Davide Casaleggio


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Tutti i big della tecnologia che flirtano con Davide Casaleggio
L'azienda chiave per il Movimento 5 Stelle è una realtà di piccole dimensioni.
Ma nonostante questo trova partnership di peso ed è spesso affiancata ai giganti tech.
Nuova frontiera delle lobby?

di Susanna Turco

L’azienda è in perdita , ma (per fortuna sua) ha sponsor di peso gigantesco. L’altro giorno a Milano la Casaleggio Associati - mente informatica su cui 
si poggia il Movimento 5 stelle - ha celebrato un convegno sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel business tra aziende: un’innovazione che a detta del suo presidente, Davide Casaleggio, ha un «impatto dirompente» e sta portando «a una nuova rivoluzione industriale che sarà molto più veloce e pervasiva». Bene. Main sponsor dell’iniziativa: la Microsoft.

Un gigante, al confronto della piccola società milanese. E non l’unico a danzarle nei pressi. In aprile, alla kermesse di Ivrea in onore di Casaleggio senior aveva parlato l’amministratore delegato di Google Italia Fabio Vaccarono. In maggio, Davide Casaleggio s’era seduto accanto ai grandi (Microsoft, Ibm, Airbnb) per l’Internet day organizzato dall’agenzia Agi, proprietà di Eni. In giugno, al convegno dei giovani industriali a Rapallo, da ospite d’onore il giovane Davide aveva avuto il privilegio di parlare prima dei colossi là presenti (Facebook, Huawei, Microsoft, Ibm), dovendosi poi assentare.

Nel complesso un pulviscolare trattamento di grande attenzione e guanti bianchi che, almeno all’apparenza, suona curioso viste le dispari dimensioni dei Golia e del David. Ancor più se si pensa che parliamo di un’impresa che da tre anni presenta bilanci in rosso (l’ultimo, di 48 mila euro) e in tre anni ha subito una brusca riduzione dei ricavi: dai 2 milioni di euro nel 2013, ai 974 mila nel 2016. I nuovi orizzonti di lobby e politica passano di qui?

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2017/11/23/news/tutti-i-big-della-tecnologia-che-flirtano-con-davide-casaleggio-1.314597?ref=RHRR-BE

Ps: Cliccate sul link... sennò ci arrestano


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Ecco la web tax all’italiana, presentato l’emendamento: introiti stimati fino a un miliardo di Nicola Lillo

È stato presentato un nuovo emendamento alla manovra per introdurre la web tax all’italiana. Una misura che nei primi anni può portare un gettito «tra i 100 e i 200 milioni di euro. A regime gli introiti potranno arrivare a un miliardo». Il presidente della commissione Industria del Senato, Massimo Mucchetti, illustrando il suo emendamento che introduce l’imposta sulle transazione digitali, «parla di una cifra non enorme, ma nemmeno trascurabile». La somma sarebbe frutto di una cedolare al 6 per cento sui ricavi per tutte le aziende. Per evitare però la doppia imposizione su quelle residenti - e colpire di conseguenza solo i colossi del web - viene introdotta per chi ha la stabile organizzazione una detrazione dell’imposta versata.

La web tax punta a tassare i ricavi digitali prodotti in Italia dalle aziende cosiddette Over the top, e cioè i colossi come Google e Facebook. Queste due aziende, ad esempio - come riporta la relazione all’emendamento - hanno eluso imposte per 550 milioni nel triennio 2013-2015. L’emendamento è in sostanza una rielaborazione del disegno di legge presentato da Mucchetti lo scorso anno. Ora però è stato presentato come emendamento alla manovra e con un’aliquota più bassa: «C’è la speranza ragionevole che il governo lo sostenga», spiega il senatore Pd. Sul testo infatti hanno lavorato anche i tecnici del ministero dell’Economia. Nei prossimi giorni verrà sottoposto al voto della commissione Bilancio.

Secondo il senatore l’emendamento si basa su tre pilastri. Il primo è un’azione di monitoraggio da parte dell’Agenzia delle entrate. Il secondo punto, conseguente al primo, è l’accertamento della stabile organizzazione, che verrà fatto proprio dall’Agenzia delle entrate attraverso due soglie: una è quella di 1.500 transazioni, l’altra di 1,5 milioni di ricavi in sei mesi. Se le soglie dovessero essere superate, l’azienda sarà convocata per accertare la sua posizione. Il terzo punto invece è proprio la tassa sui ricavi.

«Questa formulazione protegge in modo totale le imprese italiane», spiega Mucchetti rispondendo alle critiche di chi parla di doppia imposizione. E’ stato infatti introdotto il credito di imposta per le imprese che pagano già le tasse in Italia. Il credito di imposta può essere usato per diminuire l’importo del versamento dell’Ires o dell’Irap.

http://www.lastampa.it/2017/11/23/economia/ecco-la-web-tax-allitaliana-presentato-lemendamento-introiti-stimati-fino-a-un-miliardo-nIvbcDfCpri2tvTwKKIGFP/pagina.html


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Fake news, chi è Andrea Stroppa: l’ex hacker consulente di Renzi. «Così sono finito sul New York Times»

Ha 23 anni, esperto di cybersecurity, racconta: «Ho scoperto che i siti pro Lega e M5S che diffondono le bufale hanno lo stesso codice Google, un’unica targa»

Stroppa, ci spiega come è andata?
«Matteo Renzi si è chiesto se anche in Italia ci sarebbero problemi simili a quelli emersi in altri paesi durante le elezioni (ad esempio in Francia con l’intrusione digitale di organizzazioni vicine a Putin a sostegno della Le Pen, ndr). Così ho scritto un lungo report e gliel’ho consegnato. Parte di questo documento è arrivato al Nyt, che dopo aver verificato l’attendibilità delle mie informazioni ha pubblicato un articolo per spiegare che allo stesso codice Google adsense e analytics appartenevano il sito ufficiale di Matteo Salvini e alcuni siti pro M5S. Grazie a questi codici si può tracciare il profilo di chi clicca su certi contenuti, ma soprattutto si riescono ad incassare i soldi, derivanti da tutti questi clic, Bizzarro, no?».

Per l’Italia, in base al suo report, c’è quindi una minaccia fuori dai confini nazionali?
«Non ho nessuna prova di interferenze dall’estero. Per me sono gruppi nostrani, sufficientemente abili da non avere bisogno di aiuti esterni».

La Casaleggio associati che ruolo ha in questa partita?
«Non lo so. Però sono contento che Luigi Di Maio abbia detto che bisogna fare chiarezza. Attendiamo».

http://www.corriere.it/politica/17_novembre_26/fake-news-andrea-stroppa-ex-hacker-consulente-renzi-ecco-come-sono-finito-nyt-m5s-lega-c3eb1436-d2c7-11e7-913f-5fffae015d00.shtml


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comedonchisciotte
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Il Partito Defunto di Renzi cerca in tutti i modi di buttare fango sull'avversario. Eppure mi viene da ridere nel vedere che Google assegna (in modo evidentemente manipolabile) gli stessi codici a M5S e Lega e il NYT prende questi codici come un dato di fatto (il tutto passando per un ex-hacker). Un po' come se nel libro "Pinocchio" di Collodi il Gatto e la Volpe si ritrovassero d'accordo nel dare la colpa a Pinocchio. Proprio una notizia sorprendente.


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Ma che cavolo dici?
Hai una vaga idea di cosa siano e come funzionino Google adsense e Google analytics? https://www.google.it/adsense/start/ , https://www.google.it/intl/it/analytics/

Un altro overconfidentii vulgaris.

"Il 70 per cento degli italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta, ma non capisce). Hanno perduto la funzione del comprendere, e spesso – quasi sempre - non se ne rendono nemmeno conto.”


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Il M5S vuole cancellare la web tax (24 Dic 2013)

"La maggioranza di governo mira ad introdurre nel nostro Ordinamento la Web Tax, una sorta di regime fiscale speciale per l'acquisto di alcuni dei servizi commercializzati e forniti online. In particolare i servizi in questione sono quelli di carattere promozionale. La norma imporrebbe agli acquirenti italiani di acquistarli esclusivamente da società che dispongano di una partita iva italiana. Le Internet company straniere che vendono pubblicità e visibilità online saranno obbligate ad aprire partita iva italiana e accettare pagamenti solo tramite bonifico bancario o postale per poter lavorare nei nostri confini. A rimetterci, però, rischiano di essere proprio le nostre imprese che potrebbero rimanere tagliate fuori dal flusso pubblicitario globale. Una previsione di legge incompatibile con l'ordinamento comunitario e con forti dubbi di legittimità costituzionale. Il M5S ha proposto la cancellazione del citato emendamento." Lello Ciampolillo, M5S Senato.

Commenti:

Vorrei farvi notare una cosa che non tutti sanno. Sono italiano, libero professionista con partita iva e su quello che mi arriva dagli annunci Google ci pago le tasse. Tra i vari siti, ho in gestione un sito di giochi online, non casino/slot/azzardo ma un classico sito di giochi in flash. Essendo una tipologia di siti molto cercata, ci sono moltissimi siti che operano in Italia, ma che sono in mano a società estere. Questo significa che quello che loro guadagnano in Italia, grazie agli annunci cliccati da italiani, se ne va a finire all'estero. Per capire a chi appartiene un sito basta utilizzare un sito “Whois” e digitare l'url. Prendendo i primi 20 siti su Google con la parola giochi abbiamo:

1) gioco.it,Olanda
2) flashgames.it,Italia
3) zulu-giochi.it,Olanda
4) microgiochi.com,Spagna
5) giochixl.it,Olanda
6) giochi.it,stessi proprietari di gioco.it, quindi Olanda
7) paginainizio.com,Canada
8) giochigratisonline.it,Italia
9) yahoo.com,USA
10) girlsgogames.it,stessi proprietari di gioco.it e giochi.it,quindi Olanda
11) disney.it,Italia
12) giochiperragazze.com,Spagna
13) giochi.com,Italia
14) giochi-gratis.eu,proprietà nascosta
15) 1001giochi.it,Germania/Olanda
16) giochi.virgilio.it,Italia
17) giochionline.org,USA
18) giochi123.net,USA
19) giochimatti.it,Olanda
20) zaza-giochi-gratis-online.softonic.it, Spagna

Solo 5 siti su 20 sono italiani, gli altri sono in mano a società straniere. Sarebbe come se l'Italia fosse una colonia. Hanno introiti dall'Italia, ma i guadagni se ne vanno tutti all'estero. Pensateci bene prima di definire la Web Tax incompatibile con l'ordinamento comunitario. Magari quella che è stata studiata lo è, ma bisogna tener conto che ci sono grossi gruppi che operano non solo in Italia, ma in tutto il mondo che hanno monopolizzato certi settori e che guarda caso, risiedono in paesi come l'Olanda, dove il regime di tassazione è molto basso.

http://www.beppegrillo.it/2013/12/il_m5s_vuole_cancellare_la_web_tax.html


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La follia della webtax del pd 16 Dic 2013

"Fanucci del pd è il padre dell'emendamento "web tax" fatto passare col solito colpo di mano in Commissione Bilancio alla Camera. Con Governo (giustamente) ed M5S contrari. La "web tax" produrrà svantaggi e nessun benefico per l’economia italiana, le imprese, i consumatori e finanche le casse dell’erario. I promotori dell’iniziativa si appellano al principio secondo il quale è giusto che per i servizi venduti in Italia, le tasse siano pagate in Italia. Mettiamola così: facciamo che sono un produttore di vino che esporta il bene in un'altro paese comunitario. Secondo voi dovrei pagare le tasse in Italia o nel Paese dove vendo? Beni e servizi digitali non possono essere trattati diversamente dal vino. Chiunque dotato di buonsenso, risponderebbe che è corretto pagare le tasse del bene/servizio nel paese dove lo produco. Perchè? Perchè se vendo il vino in 10 paesi differenti, secondo il pd devo pagare le tasse in 10 paesi differenti. La necessità secondo Fanucci di legare i contenuti digitali e pubblicitari che girano sul web alle aziende che hanno partita IVA in Italia, produrrebbe come effetto la marginalizzazione dell'Italia dall'economia digitale. Perchè Google dovrebbe far girare il suo motore di ricerca in Italia se questo significa per loro pagare più tasse? Semplicemente deciderà di non investire in Italia." Terzo Nick

http://www.beppegrillo.it/2013/12/la_follia_della_webtax_del_pd.html


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“Un tweet. Tanto bastò nel 2013 a Matteo Renzi per cancellare la webtax, in quei giorni in discussione in Parlamento per la prima volta.”

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2017/05/22/news/la-web-tax-ottiene-il-primo-via-libera-ecco-che-cosa-e-e-perche-e-diversa-da-quella-del-2013-1.302332

Caso Web-tax, Grillo vs De Benedetti: “Ignorante digitale, difende sciocchezza

“De Benedetti, il vero mentore del pdexmenoelle, è uscito allo scoperto per difendere la Web-tax che sarebbe più opportuno chiamare De Benedetti-tax in quanto favorisce sfacciatamente e contro il diritto europeo la sua società di pubblicità, la Manzoni srl”. Grillo definisce De Benedetti il “vero avversario da battere”. De Benedetti, scrive Grillo, è “tessera numero uno del pdexmenoelle, vero elettore del burattino Renzie e lobbista a tempo pieno in Parlamento grazie al pdexmenoelle e ai suoi giornali”. “L’avversario da abbattere, se proprio vuole, è lei, caro ingegnere, perchè la legge è disegnata su misura per i suoi interessi”, dice. “Stupisce invece che lei – dice il leader M5S rivolgendosi all’ingegnere – dopo autorevoli pareri italiani e stranieri, cerchi ancora di difendere una sciocchezza come la Web-tax. Lei, non si offenda, ma è un ignorante digitale”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/28/caso-web-tax-grillo-vs-de-benedetti-ignorante-digitale-difende-una-sciocchezza/826696/


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Via libera alla web-tax: i giganti di internet potranno accordarsi col fisco (22 maggio 2017)

"Approvato in Commissione Bilancio un emendamento bipartisan. Boccia (Pd), primo firmatario: possibile gettito da un miliardo di euro l’anno. Una tassa provvisoria in attesa dell’Ocse e del G7.

“Primo via libera del Parlamento italiano, con il parere favorevole del governo, ed un voto bipartisan, alla tassa “provvisoria” sui giganti del web. In attesa di definire un piano strutturale per la tassazione dei loro profitti nell’ambito dell’Ocse e del G7, l’Italia anticipa i tempi e propone alle multinazionali dell’economia digitale un accordo con il fisco sulle future tasse da pagare. E uno sconto sulle sanzioni per quelle non versate finora.

Lo prevede l’emendamento approvato ieri dalla Commissione Bilancio della Camera, proposto dal Pd Francesco Boccia, e appoggiato da Ap e Mdp nella maggioranza, ma anche da FI, Di, FdI, Si, Possibile, Cor, all’opposizione, e sul quale si sono astenuti i deputati della Lega, del M5S e di Sc-Ala.

I giganti del web di solito stabiliscono la sede sociale in paesi a fiscalità previlegiata, dove pagano le tasse anche per gli affari conclusi, online, in altre zone del mondo. Il fisco italiano, però, sta avendo successo nel contestare loro una “stabile organizzazione” nel nostro paese, e dunque il pagamento delle imposte sugli affari conclusi in Italia. Come ha fatto con Google, con uno schema che la proposta Boccia rende strutturale.”

http://www.corriere.it/economia/17_maggio_23/web-tax-primo-passo-camera-accordi-col-fisco-o-verifiche-ba0ca86a-3f26-11e7-a386-529fb6dcf067.shtml


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cdcuser
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Nat;236577 wrote: Fake news, chi è Andrea Stroppa: l’ex hacker consulente di Renzi. «Così sono finito sul New York Times»

Ha 23 anni, esperto di cybersecurity, racconta: «Ho scoperto che i siti pro Lega e M5S che diffondono le bufale hanno lo stesso codice Google, un’unica targa»

Stroppa, ci spiega come è andata?
«Matteo Renzi si è chiesto se anche in Italia ci sarebbero problemi simili a quelli emersi in altri paesi durante le elezioni (ad esempio in Francia con l’intrusione digitale di organizzazioni vicine a Putin a sostegno della Le Pen, ndr). Così ho scritto un lungo report e gliel’ho consegnato. Parte di questo documento è arrivato al Nyt, che dopo aver verificato l’attendibilità delle mie informazioni ha pubblicato un articolo per spiegare che allo stesso codice Google adsense e analytics appartenevano il sito ufficiale di Matteo Salvini e alcuni siti pro M5S. Grazie a questi codici si può tracciare il profilo di chi clicca su certi contenuti, ma soprattutto si riescono ad incassare i soldi, derivanti da tutti questi clic, Bizzarro, no?».

Per l’Italia, in base al suo report, c’è quindi una minaccia fuori dai confini nazionali?
«Non ho nessuna prova di interferenze dall’estero. Per me sono gruppi nostrani, sufficientemente abili da non avere bisogno di aiuti esterni».

La Casaleggio associati che ruolo ha in questa partita?
«Non lo so. Però sono contento che Luigi Di Maio abbia detto che bisogna fare chiarezza. Attendiamo».

http://www.corriere.it/politica/17_novembre_26/fake-news-andrea-stroppa-ex-hacker-consulente-renzi-ecco-come-sono-finito-nyt-m5s-lega-c3eb1436-d2c7-11e7-913f-5fffae015d00.shtml

@Nat

senza entrare nel merito di questa "guerra" tra imbroglioni, però sarei curioso di leggerlo questo "report", ma questo Andrea Stroppa è un imbonitore creato ad arte, si dichiara esperto di cyber-security ma nella community dei veri specialisti nel campo non lo conosce nessuno, non esistono pubblicazioni scientifiche serie, ricerche, exploit, di raduni hacker, niente, eppure ha una visibilità che fa porre delle domande, guarda che biografia: http://www.huffingtonpost.it/author/andrea-stroppa/


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cdcuser;236588 wrote: si dichiara esperto di cyber-security

Non mi risulta.

“Romano, classe 1994 e un curriculum da fare invidia a chiunque. A soli 23 anni Andrea Stroppa è tra gli esperti di cyber sicurezza più quotati in Italia. Anche se lui minimizza: "Non credo di essere un esperto - ha scritto in un post fiume su Facebook - ma credo di saperne qualcosa in tema di cyber security". Arruolato giovanissimo nelle file di Anonymous Italia, è lui l'autore del report svelato qualche giorno fa dal 'New York Times' nel quale si dimostra come la pagina ufficiale di 'Noi con Salvini' condivida gli stessi codici Google con siti di disinformazione e con una pagina non ufficiale di propaganda del Movimento 5 Stelle. Ricercatore di Ghost Data e consulente di Matteo Renzi sulla cyber security, Stroppa fa parte di un team di ricercatori che lavorano tra Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. […]”

Marco Travaglio l'ha definito "uno smanettone di 23 anni che da minorenne faceva l'hacker per Anonymous Italia durante gli attacchi ai siti di Polizia, Carabinieri, governo, Viminale, Guardia costiere e al blog di Grillo".

"[...] Da parte sua, Stroppa non ha esitato e ieri ha voluto replicare a Travaglio, indirizzandogli un lungo post su Facebook. "Caro direttore Travaglio, sì ho fatto parte di Anonymous. Avevo 17 anni, ho fatto degli errori, ho commesso dei reati e ne ho risposto di fronte la legge - si legge nel post - di fronte un tribunale, quello dei minorenni. Ho ottenuto il perdono giudiziale e ho ricominciato la mia vita facendo volontariato, costruendo la mia carriera con un lavoro lungo e appassionato. Nessuna scorciatoia, mi hanno proposto libri e interviste 'sull'hacker di Anonymous', potevo prendere la strada della notorietà, ho scelto quella del sacrificio". […]

"Non ne ho mai parlato pubblicamente, non per vergogna, ma perché io penso che dei miei errori sia stato corretto rispondere di fronte la legge, non di fronte a lei, a voi - prosegue Stroppa -. Come forse saprà, i minori sono tutelati dalla legge sulla privacy e tutto quello che riguarda i loro processi non devono diventare di dominio pubblico. Lo sono diventati, prima con il libro di Belpietro 'I segreti di Renzi', poi con un articolo di Fittipaldi su 'L'Espresso' e ancora oggi sul suo giornale. Io non contesto 'i guai giudiziari' e guardi, non contesto in questa sede, nemmeno il fatto di aver violato nuovamente la mia privacy, ma contesto le falsità. Non ho mai attaccato i siti di Polizia, Carabinieri, governo, Viminale e il blog di Grillo come lei scrive. E nemmeno il sito di D’Alema come ha scritto Fittipaldi. Sono andato di fronte il tribunale a rispondere alla legge italiana, per altri fatti. E questo come può intuire si chiama diffamazione".

http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2017/11/27/chi-andrea-stroppa-hacker-consulente-renzi_99jEm1MU1VCVl3ENRoxetK.html

“Tutti membri di Anonymous Italia, che secondo le indagini della polizia postale hanno attaccato per settimane siti della polizia di stato, dei carabinieri, del governo, del ministero dell’Interno, oltre ai siti di leader politici come Beppe Grillo e Massimo D’Alema. Stroppa, che allora non era ancora maggiorenne, ha partecipato direttamente alle azioni contro il sito di un sindacato della polizia penitenziaria, della Guardia costiera, della Banca di Imola e della Luiss.”

http://espresso.repubblica.it/palazzo/2016/10/11/news/e-carrai-assume-l-hacker-del-gruppo-anonymous-che-violo-i-siti-di-grillo-e-d-alema-1.285642

"All’ambiente PD Stroppa si è avvicinato grazie a Marco Carrai, facendo da capo del reparto ricerca e sviluppo di una società di consulenza, la Cys4, di cui il fedelissimo di Renzi era socio. Oggi il giovane è consigliere del World Economic Forum e Ceo di una società, la Ghost Data, che si occupa di protezione cyber ed intelligenza artificiale, fondata nel 2017 assieme al socio Pavel Lev, un altro giovane web developer con un passato nel mondo dell’advertising con Instafame social, oggi senior developer dell’Instagram Stories Data Base (ISDB).

Prima di divenire cacciatore di bufale sul web, all’età di sedici anni, un giovanissimo Stroppa – come rivelato da l’Espresso – era stato arruolato come hacker in Anonymous Italia, partecipando di persona ad attacchi cyber contro la Luiss, la Banca di Imola e un sindacato di polizia penitenziaria:

“Ho avuto un processo e un condono giudiziario, oggi per la legge sono un cittadino incensurato” risponde infastidito dalla kermesse di Firenze, “la notizia uscì illegalmente da un tribunale, perché ero minorenne e non avevo mai pubblicizzato i documenti, però magari adesso faccio un po’ di querele per scoprire i responsabili”.

http://formiche.net/2017/11/26/813947/

Comunque Stroppa non è l’unico investigatore dell’impossibile.

"Vi spiego come è cambiata la Casaleggio Associati"

Parla David Puente, blogger, esperto informatico ed ex dipendente della società, tra i primi a svelare gli attacchi hacker alla piattaforma Rousseau e al blog di Beppe Grillo.
http://www.ilfoglio.it/tecnologia/2017/08/07/news/vi-spiego-come-e-cambiata-la-casaleggio-associati-147772/

"Non solo Rousseau, R0gue_0 ha bucato anche BeppeGrillo.it e Il Blog delle Stelle"
https://www.davidpuente.it/blog/2017/08/06/solo-rousseau-r0gue_0-ha-bucato-anche-beppegrillo-it/

Leggi: “L’inchiesta del New York Times e qualcosa in più di David Puente
https://www.davidpuente.it/blog/2017/11/27/il-24-novembre-2017/

Magari ci sono delle responsabilità politiche ma è comunque praticamente impossibile trovare il mandante. Sono stati bravi, niente da dire. Bisognerebbe commissionare un’indagine agli “esperti” del settore:

“Casaleggio Associati offre servizi di consulenza strategica per la presenza in Rete in base alle esigenze e al settore di riferimento dei propri clienti, con l’obiettivo di indirizzare le aziende nelle scelte in ambito digitale e nella definizione degli obiettivi misurabili in termini di ritorno economico.”

https://www.casaleggio.it/azienda/

Dopo essersi occupati di Di Pietro (IdV) potrebbero occuparsi anche di Salvini. Non ci sarebbe niente di male. Anche se producono dati, informazioni, consigli e previsioni ai policy makers, loro non sono un think thank governativo di stampo statunitense. La Casaleggio Associati continua ad ammucchiare perdite ma non è un’istituzione (no profit) filo governativa.

“Types:

Think tanks vary by ideological perspectives, sources of funding, topical emphasis and prospective consumers.[7] Some think tanks, such as The Heritage Foundation, which promotes conservative principles, and the Center for American Progress, a progressive organization, are more partisan in purpose. Others, including the Tellus Institute, which emphasizes social and environmental topics, are more issue-oriented groups. Funding sources and the consumers intended also define the workings of think tanks. Some receive direct government assistance, while others rely on private individual or corporate donors. This will invariably affect the degree of academic freedom within each policy institute and to whom or what the institution feels beholden. Funding may also represent who or what the institution wants to influence; in the United States, for example, "Some donors want to influence votes in Congress or shape public opinion, others want to position themselves or the experts they fund for future government jobs, while others want to push specific areas of research or education."[7] […]

Several authors have indicated a number of different methods of describing policy institutes in a way that takes into account regional and national variations. For example:[11]
• Independent civil society think tanks established as non-profit organisations—ideologically identifiable or not;[12]
• Policy research institutes affiliated with a university;
• Governmentally created or state sponsored think tanks;
Corporate created or business affiliated think tanks;[13]
Political party think tanks and legacy or personal think tanks;
• Global (or regional) think tanks (with some of the above).

Alternatively, one could use some of the following criteria:

• Size and focus: e.g., large and diversified, large and specialized, small and specialized;[14]
• Evolution of stage of development: e.g., first (small), second (small to large but more complex projects), and third (larger and policy influence) stages;[13]
• Strategy, including: Funding sources (individuals, corporations, foundations, donors/governments, endowments, sales/events).[14] and business model (independent research, contract work, advocacy);[15][16][17][18][19] The balance between research, consultancy, and advocacy; The source of their arguments: Ideology, values or interests; applied, empirical or synthesis research; or theoretical or academic research (Stephen Yeo); The manner in which the research agenda is developed—by senior members of the think tank or by individual researchers, or by the think tank of their funders;[20] Their influencing approaches and tactics (many researchers but an interesting one comes from Abelson[21]) and the time horizon for their strategies: long term and short term mobilisation;[14][17] Their various audiences of the think tanks (audiences as consumers and public -this merits another blog; soon) (again, many authors, but Zufeng[22] provides a good framework for China); and Affiliation, which refers to the issue of independence (or autonomy) but also includes think tanks with formal and informal links to political parties, interest groups and other political players.[23]”

https://en.wikipedia.org/wiki/Think_tank

<>

http://www.repubblica.it/politica/2017/09/25/news/di_maio_milano_codice_di_comportamento-176470518/

"Di Maio si è quindi rivolto agli attivisti, sollecitando i contributi dal basso. Sia di supporto, ma anche economici. “Voi sarete i protagonisti come sempre, ognuno con il suo gruppo. Insieme a me ci sarà anche Alessandro Di Battista in pole position, assieme ai nostri portavoce di tutta Italia. Siamo una squadra formidabile. La campagna avrà dei costi che sosterremo grazie al contributo libero di tutti i cittadini che vorranno darci una mano. Vi ricordo che il Movimento 5 stelle ha rifiutato 42 milioni di finanziamenti pubblici e ha restituito milioni di euro derivanti dal taglio degli stipendi da parlamentari. Noi pensiamo che la politica la finanziano liberamente i cittadini”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/27/m5s-di-maio-lancia-campagna-elettorale-e-fundarising-dopo-lo-tsunami-ecco-i-100-giorni-di-rally-tour-e-parte-dal-nord/4005184/


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