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Unità d’Italia 150 anni fa? No, imperialismo della borghesia


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Unità d’Italia 150 anni fa? No, imperialismo della borghesia piemontese

Il Piemonte, che era lo Stato più indebitato d’Europa, si salvò dalla bancarotta disponendo alla fine dell’unificazione del “suo” debito pubblico con gli abitanti dei territori conquistati. Al Sud fu applicato un aumento di oltre il 32% delle imposte, mentre gli fu attribuito meno del 24% della ricchezza “italiana”. Furono venduti ai liberali, a prezzi irrisori, tutti i beni privati dei Borbone e gli stabilimenti pubblici civili e militari delle Due Sicilie. Tutte le spese per la “liberazione” e dei lavori pubblici (affidati alle speculazioni delle imprese lombardo-piemontesi) furono addebitate alle regioni “liberate”. Nel gennaio Del 1862 furono abolite le tariffe protezionistiche per effetto delle pressioni della borghesia agraria del Piemonte e della Lombardia. Queste disposizioni dettero il colpo di grazia alle industrie dell’ex Reame provocando il definitivo fallimento degli opifici tessili di Sora, di Napoli, di Otranto, di Taranto, di Gallipoli e del famosissimo complesso di S. Leucio, i cui telai furono portati qualche anno dopo a Valdagno, dove fu creata la prima fabbrica tessile nel Veneto. Vennero smantellate, tra le altre attività minori, le cartiere di Sulmona e le ferriere di Mongiana, i cui macchinari furono trasferiti in Lombardia. Furono costrette a chiudere anche le fabbriche per la produzione del lino e della canapa di Catania. La disoccupazione diventò un fenomeno di massa e incominciarono le prime emigrazioni verso il nord Italia e verso l’estero, l’inizio di una vera e propria diaspora. L’anno 1862 si chiuse con una relazione alla Camera di Torino sulla situazione nell’ex Regno delle Due Sicilie con i dati ufficiali di 15.665 fucilati, 1.740 imprigionati, 960 uccisi in combattimento. Gli scontri a fuoco di una certa consistenza nell’anno furono 574. Le forze piemontesi di occupazione risultarono costituite da 18 reggimenti di fanteria, 51 “quarti” battaglioni di altri reggimenti, 22 battaglioni bersaglieri, 8 reggimenti di cavalleria, 4 reggimenti di artiglieria. Nei territori dell’ex regno delle Due Sicilie si contavano circa 400 bande di “briganti”, comandate per la maggior parte da ex militari borbonici.
(dati tratti da; http://www.eleaml.org/sud/briganti/pulizia_etnica.html di Antonio Pagano)

Fonte: http://aurorainrete.org
Link: http://aurorainrete.org/wp/http:/aurorainrete.org/wp/archives/843#more-843
11.09.2010


Citazione
Pellegrino
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2635
 

Ricordiamocene quando sentiamo parlare di "liberalizzazioni" e di "no al protezionismo".....


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