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30 gennaio 2025, Gandhi è vivo e lotta insieme a noi.
Il 30 gennaio 1948 Mohandas Gandhi fu assassinato a New Dheli dal giornalista estremista hindu Godse con tre colpi di una pistola Beretta.
Premessa:
era da almeno due settimane che volevo scrivere alcune righe e pubblicarle oggi, in occasione dell' anniversario dell' assassinio di Mohandas Gandhi. Alcuni impegni imprevisti in questo fine gennaio mi permettono solo ora, alle 16 di giovedì 30, di mettere insieme alcune idee che avevo preparato.
Ma negli ultimi giorni il disappunto per non aver potuto scrivere con i tempi previsti è svanito subito,
quando mi sono ricordato una citazione della Gita, la scrittura sacra hindu, inserito da Gandhi nella sua autobiografia:
"Tutto sommato è meglio che ognuno svolga meglio che può il proprio dovere, anche se fallisce, invece che accollarsi compiti che non gli spettano, anche se appaiono meritevoli "
Scrivere su Gandhi è per me un grande piacere, ma avrei tradito i suoi insegnamenti se per farlo avessi trascurato il mio lavoro o persone che mi sono vicine.
Quindi solo ora insieme solo ora qualche spunto, consapevole che i tempi affrettati non aiutano la riuscita dello scritto, che sarà sistemato meglio nei prossimi giorni, ma che voglio mettere in linea subito, il 30 gennaio.
Come dice li titolo " Gandhi è vivo e lotta insieme a noi ",
vorrei accennare all'attualità dell' esempio e degli insegnamenti del Mahatma.
Pochi accenni che mi sembrano assai significativi o poco conosciuti, benché importanti.
Gandhi sulla bomba atomica, parole appropriate anche per le guerre attuali.
La prima cosa che propongo è lo stralcio, assai noto, di una sua intervista sull' arrivo degli scenari di guerra della bomba atomica.
“La morale legittimamente da trarre da quella tragedia suprema della bomba è che essa non sarà annullata da una contro bomba, così come la violenza non può essere combattuta da una controviolenza. L’umanità può uscire dalla violenza solo attraverso la nonviolenza. L’odio può essere vinto solo con l’amore”. “
Trovo il ragionamento molto efficace anche se proviamo a pensarlo come riferito alle guerre in corso, soprattutto a quella davvero atroce che si sta svolgendo in Palestina.
Con quello che sta succedendo in questi mesi in Medio Oriente si può ritenere la guerra un male necessario ?
Purtroppo si,
ragiona così il ministro italiano Salvini, che difende l' operato di Nethaniau, e ragiona così anche chi sostiene che nulla si può rimproverare ad Hamas, perché tutto quello che fa è resistenza all' aggressione israeliana, anche uccidere civili.
Molti continuano a ritenere la guerra un male necessario, Sono convinto però che oggi siano di più coloro che la pensano come Gandhi e dovremmo trovare il modo che far pesare la loro opinione.
La denuncia di Israele alla Corte Penale Internazionale ad opera del Sudafrica, il paese di Mandela che vide la nascita della nonviolenza di Gandhi.
La seconda segnalazione che faccio è relativa alla denuncia alla Corte Penale Internazionale che ha provocato in seguito il mandato di arresto per i vertici politici e militari israeliani e Hamas.
La denuncia ad Israele è arrivata inizialmente solo dal Sudafrica, il paese dove Gandhi ha inaugurato i suoi Satyagraha, le lotte nonviiolente lasciate in eredità a tutto il genere umano. Il Sudafrica è anche il paese di Mandela dove dopo una lunghissima fase di apartheid per il popolo indigeno si è arrivati ad una convivenza pacifica tra chi si era tanto odiato e combattuto.
Certo in Sudafrica sono rimasti molti problemi, come scrive Galtung nell' articolo che vi propongo, " Gandhi e Mandela, due sudafricani"
https://serenoregis.org/2015/04/17/gandhi-e-mandela-due-sudafricani-johan-galtung/
ma l' impresa compiuta sotto la guida di Mandela resta eccezionale. Soprattutto se la osserviamo confrontandola alla situazioni attuali in Ucraina e Palestina, dove i paesi che si considerano i più civili del pianeta mettono un grande impegno a fomentare l' odio contro "il nemico ".
1947 1948, Gandhi e Capitini avrebbero voluto affrontare subito i limiti della democrazia rappresentativa. Il progetto Lok Sevak Sangh di Gandhi e i Cos di Aldo Capitini.
Ma quello che mi ha stupito preparando qualche riga sull' attualità di Gandhi è la scoperta che il Mahatma e Aldo Capitini, uno all' insaputa dell' altro, negli anni 1947 e 1948 stavano pensando allo stesso problema, Come rendere migliore la democrazia rappresentativa che stava arrivando nei loro paesi, rispettivamente dopo il dominio britannico e il regime fascista.
Mohandas Gandhi, il 29 gennaio 1948, il giorno prima di morire, aveva scritto una bozza di costituzione per trasformare il partito del Congresso in una associazione al servizio del popolo, uscendo dalla politica istituzionale. Il lok Sevak Sangh.
vedi articolo
https://serenoregis.org/2010/07/15/bozza-di-costituzione-del-congress-1-m-k-gandhi/
Aldo Capitini a sua volta aveva partecipato a dicembre 1947 alla fondazione del Fronte Popolare Democratico, che si sarebbe candidato poi alle elezioni del 18 aprile 1948.
Il filosofo perugino sperava di affiancare i Cos, le assemblee popolari che aveva lanciato in alcune città soprattutto del centro Italia, ai partiti storici di sinistra, il Psiup, il nome di allora del futuro PSI, e il PCI.
I due grandi maestri della nonviolenza avevano già colto i limiti della democrazia rappresentativa,
Oggi è evidente che la democrazia formale, quando è svuotata completamente dalla partecipazione popolare, perde credibilità e da spazio a posizioni politiche antidemocratiche e reazionarie.
ma nel 1948 in India e Italia era più giustificato l' ottimismo e l' illusione,
Il percorso di India e Italia sotto questo aspetto ha delle evidenti analogie,
uscita dal colonialismo per l' India e dal fascismo per l' Italia, una costituzione molto avanzata per entrambi i paesi, decenni di governi moderati, partito del Congresso e centro-centro sinistra, e poi nel anni 2000 l' arrivo al governo in India del nazionalismo hindu con Modi e in Italia della destra " non antifascista " .
Concludo il mio, frettoloso, scritto, con un stralcio di un articolo di Aldo Capitini su Gandhi pubblicato nel volume L' Italia nonviolenta" dove il filosofo perugino raccolse alcuni suoi articoli degli anni 1947-48-49.
" L' importanza di Gandhi "
di Aldo Capitini
"..Qualcuno in Italia crede che Gandhi sia un fachiro. Qualche altro sorride alle sue stranezze, alla veste, al telaio, alla capra, ai digiuni. E non pensa che la veste è quella degli intoccabili, dei milioni e milioni di essere umani che non possono essere toccati, senza purificarsi, da Gandhi assunta deliberatamente.----
..------- ,”...Ora è innegabile che vi sono in Gandhi elementi contingenti, legati a situazioni particolari, elementi anche che sono dal nostro punto di vista, arretrati; per esempio la preferenza ruskianiana per l' artigianato e l' agricoltura. Non è qui il caso di delimitarli e , di discuterli.
Qui voglio illuminare ciò che c'è, invece, di attuale, di importante per noi, per il mondo. Badiamo che Gandhi non si presenta come il “rivelatore” di una verità assoluta da proporre ed imporre, ma come uno sperimentatore. “Racconto dei miei esperimenti con la verità” è il modesto titolo della sua autobiografia.
In ogni situazione c'è da vedere come portare avanti la forza della verità ( cioè del bene,di ciò che è veramente ).
Bisogna abolire la parola santo non bisogna glorificare i capi, ma aprire praticamente il bene ( pensiero ed azione ) trovare i modi migliori e principalissimi quelli dell' insistenza benevola, della noncollaborazione nonviolenta, dell' offerta del proprio sacrificio, e anzitutto della propria crocifissione...”
Marco Palombo
Salve Marco, grazie del post a cui aggiungo qualche commento mio rapidissimo, spero non settario...!
- Esiste un legame segreto tra Italia ed India sin da tempi antichissimi, occultato dal cristianesimo nascente nonostante le indubbie similitudini di riti e atteggiamenti morali ( ma solo in parte ). Ha alimentato la gnosi ed altri culti sotterranei anche con la mediazione della persia Mazdea e 'manichea' ed ha costituito la sede degli 'zingari' ( che sono la tribù falsamente 'persa' di Efraim ) prima che sciamassero in Europa. Li abbiamo dunque qui tra noi...oltrechè con i nuovi arrivi, molti dei quali sono indù muslim. E qui le cose si complicano assai...
- Che in Sudafrica vi sia una 'conciliazione' fra bianchi e neri è, a quanto ne so da info di prima mano, una fantasia buonista. No: i bianchi sono tenuti in una condizione di paura e odio da parte dei neri. Purtroppo è la discriminazione al rovescio.
- Gandhi, di cui esiste in italiano un interessante e 'facile' riassunto del suo pensiero della Newton Compton, era ossessionato da certi riti tantrici sulla sessualità ed è notorio il suo antifemminismo 'spinto'. Guardiamo dunque qui come altrove alle cose in una prospettiva storica e culturale oramai lontana da noi.
- Gli intoccabili esistono di fatto ancora ( non de jure ma nella percezione sociale ), le sacche di povertà estrema però si stanno riducendo: la Ahimsa, dirigendo le energie dell' uomo verso qualcosa che non fosse la lotta all' ultimo sangue, elevando dunque la mente verso lo Spirito e l'astrazione, ha permesso tutto ciò. Un tributo immenso che viene dimenticato proprio nella sua parte 'spirituale': abrogare il taglione per permettere alle energie umane di fluire verso la sede 'Dvadasanta' superiore. L'Uomo Totale si rispecchia nel suo comportamento superiore: il digrignar bestiale delle mascelle intente a divorare il suo 'competitor' lo si deve lasciare agli uomini degradati e folli dell'epoca 'Kali'.
- Dunque non è 'porgere l'altra guancia' per sottomissione o buonismi verso i carcerieri dell' umanità. E' liberare l'adesione cieca alla materia per permettere allo Spirito umano di librarsi verso la congiunzione Atman-Brahman e di qui ricavare più ampio nutrimento per l'evoluzione della società oltrechè per sfuggire alla catena delle rinascite. Uno scopo dunque sia individuale che potenzialmente collettivo, non una remissività interiore in connessione con una egoistica passività sociale in vista di un personale 'paradiso'.
- Centro del suo pensiero è anche un aspetto che farebbe davvero piacere fosse adottato anche qui da noi: l' azione non-egoistica, che sulla base della Badavad Gita significa operare senza pensare o volere o desiderare un compenso di carattere retributorio qualsivoglia.
- Devi agire per realizzare il Dharma Eterno. Perchè ? Perchè Tu sei Quello: Tat Tvam Asi. Dentro di Te è la legge Eterna del Bene.
Agire dunque e non dimorare passivi come dei saggi in attesa sulla riva del fiume della Vita, anche se qui potenzialmente si potrebbe anche inserire un elemento di 'violenza', di 'giusta causa': è vero. Ma il non far scorrere il sangue è l' imperativo morale assoluto a livello sociale mentre ad altri livelli le cose si fanno più sottili, specie nello scivaismo 'degenere' ( a mio modo di vedere le cose ). Qui entrano aspetti rituali molto complessi ed anche latamente 'pericolosi', della 'mano sinistra'.
Ciao
Questo importante scopo collettivo, che ho indicato, è stato ampliato specie nel buddismo ( religione ritenuta 'eretica' dagli induisti ) con la figura del Bodhisattva che rinuncia, o meglio pospone la sua entrata nel Nirvana a beneficio dell'elevazione delle anime di chi è rimasto quaggiù, nel tormentato mondo di 'Saha', annegati nel dolore e nelle preoccupazioni.
La rinuncia personale attraverso la ripetizione del Sacrificio del Purusa ( l'Adamo Cosmico matrice dell' uomo storico ) significa azione e volizione e coscienza aperta al 'mondo' e nel 'mondo' per favorire un ampio e duraturo superamento delle condizioni negative propugnate da 'mara', il demonio, nemico implacabile del genere umano, laddove 'avidya' e oscuramenti mentali 'fissi' succedentisi nella ruota delle incarnazioni inibiscono definitivamente ogni progresso ( attraverso l' 'armatura caratteriale' avrebbe detto il compianto W. Reich ).
Questa 'estensione' del buddismo 'primitivo' è stata particolarmente sviluppato dal Buddismo Mahayana specie in Tibet, dove aspetti tantrici e scivaiti non-dualisti hanno fecondato la nascita di una forma di pensiero 'razionale' ed insieme a ciò 'religioso' che ha portato immensi benefici spirituali alle genti arroccate intorno alle montagne dell' Himalaya: benefici spirituali ad esempio con la nascita di università monastiche in tempi e luoghi estremamente primitivi e benefici anche 'materiali', in quanto il Tibet pre invasione cinese era attore politico importante in quel contesto, diramandosi la sua voce fino alla Mongolia e oltre, purtroppo con venature egemoniche politiche.
Se il Tibet aveva una struttura sociale antiquata alla fine della II GM, nonostante gli elementi 'progressivi' presenti culturalmente, non dobbiamo dimenticare che tutta l' Asia soffriva di questo fattore: la guerra vista sotto un aspetto 'diacronico' oltre le forme politiche e la dicotomia vincitori-vinti ha contribuito con dolori inenarrabili allo sviluppo successivo di tutta quanta l'area.
Terribile ma vero: esattamente come un incendio distruttivo nel corso del tempo può favorire la nascita di forme naturali migliori e più vitali. Un rinnovamento che lasciando 'correre' il negativo alla fine lo ribalta nel positivo di una nuova 'sintesi': ma è davvero questa l' origine della 'sintesi' almeno pensata hegelianamente ?
In ogni caso è una terribile constatazione: la guerra, la violenza anticipa e velocizza il cambiamento successivo.
Questa riflessione non deve inibirci a cercare modalità di azione meno 'violente' e nel contempo utili ad eliminare quanto si oppone allo sviluppo umano, che è sia materiale sia spirituale, anche se oggi quest' ultimo termine è visto negativamente.
Perchè ? Perchè almeno qui da noi nessuna persona si impegna più nella ricerca spirituale 'pura', ovvero ricerca del superamento dei limiti propri al pensiero strettamente umano dell' hic et nunc', fattore da cui dipende tutto il resto, attraverso una ricognizione delle forme religiose.
In questo frangente molto 'kaliYuga' 'materiale' la non-violenza può assumere aspetti facilmente negativi quali la sottomissione, l'apatia, ed infine il nichilismo, malattia moderna che inibisce l'azione, qualsivoglia sia, giudicandola inutile o impossibile ( 'che ci posso fà ?' ) ma paradossalmente la 'rinuncia', non ai 'frutti dell'azione' ma all'azione stessa, se dà libero sfogo al 'male', alla fine si ribalta nel suo opposto.
Poco consolatorio se esaminiamo quanto dolore è richiesto ma molto reale nel suo risultato, almeno finora...
E qui si ritorna al tema della non-violenza nel nostro mondo sempre in bilico tra sterminio atomico e società ingiusta.
Qui:
https://x.com/DaniMayakovski/status/1885247540561399986
una lettura 'critica' di Gandhi per qualche spunto di riflessione: ma tempi, luoghi e mentalità comuni un secolo fa erano completamente differenti da oggi.
Sarebbe opportuno capirlo sempre...
Ciao Oriundo,
il primo tuo post l' avevo letto dal messaggio email che arriva e stampato ma non ero riuscito ad entrare nella discussione per risponderti,
gli altri due li vedo solo ora,
sulla importanza della nonviolenza la penso diversamente da te, e la nonviolenza non è invenzione di Gandhi ma Gandhi è la persona che l' ha lanciata e messa in pratica in larghissima scala per primo.
sulle religioni leggerò con attenzione,
la tesi di Gandhi è che tutte le religioni hanno insegnamenti positivi, e una base comune,
il Mahatma inizialmente detestava i cristiani, cattolici soprattutto, perché andavano in giro per il mondo e cercavano di far proselitismo, convertendo più persone possibile in ogni angolo del pianeta,
poi una lettura dei testi, soprattutto del Sermone della montagna, o qualcosa del genere , l' ha convinto che tutte le religioni abbiano una base comune positiva,
personalmente sono un agnostico, con educazione cattolica ma non ho più frequentato le parrocchie da quando avevo 14 anni, e solo ultimamente, avendo avuto per altre ragioni rapporti con ambienti cattolici, ho capito che , anche se non credo in alcun Dio, la mia formazione viene da lì.
metto una piccola presentazione che ho fatto il mio blog
dove credo di aver scritto chiaramente... che sulla nonviolenza ho delle certezze fortissime,
alcune delle quali ho provato ad indicare,
un ultima cosa per Oriendo a proposito del Sudafrica, oggi martedì, ho letto che Trump ha messo nel mirino anche questo paese.....per difendere i bianchi.....ovviamente perchè Musk viene da lì,
come vedi possiamo pensarla diversamente ma comunque il Sudafrica è un paese importante, non solo per le sue risorse, ma anche per la sua storia,
ed è la "ESSE" dei paesi Brics, Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica,
grazie dell' attenzione
Marcopa
Perche' il blog Elementi di nonviolenza ? Tra limiti di diversa natura e certezze fortissime
https://elementidinonviolenza.blogspot.com/2025/01/perche-il-blog-elementi-di-nonviolenza.html
Perché ho chiamato questo blog " Elementi di nonviolenza " ?
Perché potrò affrontare solo pochi aspetti della nonviolenza, per limiti di varia natura:
scarsezza di mezzi, eta', perché sono solo nel mio impegno, diplomato e con le altre conoscenze frutto esclusivamente di molte letture curiose e piccole esperienze.
Potrei continuare con i limiti ma preferisco esporre alcune certezze:
" Elementi di nonviolenza "anche perché
portare avanti pochi elementi della nonviolenza, ma in modo convinto e non superficiale, può dare ugualmente risultati positivi, anche visibili e rilevanti.
Però alla base di questo blog c'e' soprattutto la convinzione che
Le potenzialità inespresse della nonviolenza siano molto più grandi di quanto fatto finora in suo nome.
Una tesi che potrebbe essere dimostrata solo dalla storia futura e non da argomentazioni.
Voglio concludere con una convinzione relativa agli ultimi anni.
La guerra fredda ha frenato la nonviolenza mentre la caduta del muro di Berlino ha riaperto strade, Non lo abbiamo ancora capito ma le vie aperte sono tuttora percorribili.
E questa tesi vorrei spiegarla bene nel prossimo futuro.
Dall' intreccio tra i miei limiti e le mie certezze inizia quindi il percorso del blog Elementi di nonviolenza
Marco
https://elementidinonviolenza.blogspot.com/2025/01/perche-il-blog-elementi-di-nonviolenza.html
Mi è sparito il post ! Chiedo alla redazione se si può recuperare !
Che bella la descrizione del suo impegno concreto, @marcopa. Intelligente e onesta. Purtroppo ho molto poco tempo in questi giorni e vorrei condividere una riflessione più ampia, ma mi concentro solo un attimo sull'efficacia e le potenzialità dell'opposizione non violenta. Ecco, lei dice una cosa enorme affermando che la fine della guerra fredda ha "paradossalmente" cambiato il paradigma dell'opposizione non violenta. Una cosa in sé assolutamente vera ma che tuttavia meriterebbe un approfondimento molto vasto. Mi limito a dire la mia, allora, sulle potenzialità: credo che le strade "percorribili" a cui lei fa riferimento siano in effetti difficili da individuare, oggi rispetto a ieri, perché in buona sostanza viviamo tempi in cui "il futuro", il domani è una dimensione ormai resa inaccessibile. Inaccessibile non solo materialmente, ma su vari piani. Sono anni sospesi, che ci presentano una serie di questioni irrisolte e sulle quali tuttavia vige un divieto assoluto di indagine e di dibattito. Ora "il metodo" - se lo si vuole chiamare così - con il quale si percorre una via presuppone che la si voglia percorrere quella via, diretti da qualche parte. Ma oggi è la meta che viene a mancare poiché in qualche modo ci mancano le chiavi di accesso. Solo una volta individuate quelle, si potrà fare la scelta sul "come" arrivare a destinazione. In qualche modo la complessità è tale da riportare la situazione a monte rispetto al momento della scelta del metodo da adottare. Per adesso non sappiamo dove andare e il rischio di derive improvvise e decisamente violente è quanto mai alto. Forse prima dovremmo indagare su chi o cosa ci stia impedendo l'accesso al domani e poi decidere di contrastarlo.
Differisco caro Marco sulla non-violenza su di un punto essenziale: non è un valore in sé e per sè considerato, non è definibile come un 'assoluto' se rapportato ad altri 'valori'.
E' una ipotesi politica come altre, favorita in alcuni casi da circostanze che nulla hanno a che fare con l' idea stessa della 'Ahimsa' o con la sua pratica.
Questo sotto l'aspetto 'teorico', dato che nego coerentemente che esistano 'valori assoluti' di carattere prioritario su questa nostra Terra che possano essere esclusivi e totalitari in politica: chi pensa il contrario esplicitamente oggi lo dice e lo propugna come i rabbini razzisti del sionismo omicida o anche i suprematisti 'eccezionalisti' americani, la cui linea va da Obama a Trump ininterrottamente, essendo del tutto secondaria l'affiliazione partitica 'laica': è un dogmatismo che degenera rapidamente in assolutismo con le note ricadute militari.
E' dunque un valore 'religioso' la Ahimsa che non pò essere trasposta sotto l'aspetto politico come valore assoluto a patto di esser omologabile a quanti credono e pensano ed agiscono in base ad altri valori assoluti: la contrapposiszione tra 'valori' di fatto porta solo ed esclusivamente alla guerra, mentre i valori, tutti, vivono nella loro interrrelazione reciproca, nella loro 'coproduzione condizionata'.
Nella Storia questo è stato l'esito dell' 'assolutezza', a completo ed ..assoluto danno per la povera umanità, schiacciata e vilipesa da 'valori' che si sono tramutati in 'gabbie' d'acciaio e di morte. Una negazione 'determinata', si potrebbe dire...
Sotto l'aspetto religioso induista, la ahimsa è solo un mezzo che deve preludere ad una revulsione delle qualità umane 'materiali' in una più ampia costellazione spirituale: praticarla significa dare il primato al fattore 'immateriale' rispetto a quello strettamente e spesso squallidamente 'terreno', di 'forza' e di 'lotta'.
Dunque non è un valore 'politico' come siamo tentati di credere in Occidente: è un valore religioso 'preliminare' e su questa base mi vede d'accordo. Completamente ma non ne seguo le implicazioni politiche dirette.
Queste sono state tremendamente contraddittorie.
Se si guarda bene alla lotta di liberazione dell' India dal dominio britannico, dominio che aveva fatto il suo tempo lì come altrove, si vede purtroppo una cosa terribile: i milioni di morti che ha causato, le tradegie personali che ha prodotto la dislocazione di immense masse di qui o di là dall' Indo, la tremenda e perdurante scissione delle coscienze indù fra fedeltà alla Patria e l'adesione ad un' altra religione, quella muslim od anche quella Sikh. Con o senza Ahimsa l'esito è stato questo. E del resto ad ammazzare Ghandi è stato un induista proprio sulla base dei valori tradizionali, come ad assassinare indira Ghandi è stato un Sikh, religione anch'essa 'induista' e Rajiv Gandhi un fanatico Tamil...la cui religione è induista.
Mai pensare a valori assoluti. Si trasformano nella giustificazione del male per una 'giusta causa'.
Qui una rassegna terribile delle morti 'politiche' in India: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_assassinated_Indian_politicians.
Proprio nella patria della Ahimsa...
E non voglio neppure prendere in considerazione le religioni 'monoteiste'...la lista si farebbe gigantesca, dato che considerano la vittoria della propria religione un obiettivo sopra ogni cosa.
Anche la sopravvivenza dell' Umanità sulla Terra.
Riesco a vedere solo ora tutte le risposte al mio post.
L' ultima replica di oriundo l' avevo letta dalla email, non firmata e l' avevo attribuita a Sarah
leggo solo ora la replica di Sarah
"Ecco,- scrive tra le altre cose Sarah - lei dice una cosa enorme affermando che la fine della guerra fredda ha "paradossalmente" cambiato il paradigma dell'opposizione non violenta. Una cosa in sé assolutamente vera ma che tuttavia meriterebbe un approfondimento molto vasto.
Si occorrerebbe un approfondimento molto vasto, ed anch' io non ho assolutamente tempo di farlo,
però in questi giorni sto leggendo alcuni libri, presenti nelle biblioteche comunali di Roma,
sul Sudafrica e su Nehru,
ci sarebbe da scrivere una storia della nonviolenza con approcci diversi da quelli usati finora dai mille libri sulla nonviolenza.
La storia di Mandela è paradigmatica del novecento,
il Congresso sudafricano nel dopoguerra aveva ripreso la nonviolenza di Gandhi nata proprio in Sudafrica all' inizio del 1900.
Erano presenti ancora nel 1946 due associazioni indiane nel Transval e nel Natal che praticavano lotte nonviolente contro le discriminazioni nei loro confronti,
i nonviolenti indiani interagivano con l' Anc di Mandela, e Luthuli, leader Anc prima di Mandela e premio Nobel per la pace nel 1962, era un nonviolento convinto.
però Mandela nel 1960 scelse la lotta armata e ci fu un grande dibattito nell' Anc, erano gli anni della rivoluzione cubana, poco prima della vittoria degli algerini contro la Francia, e Cina e Russia aiutavano molti popoli a combattere il colonialismo,
quindi Mandela segue la corrente dominante del suo tempo,
poi negli anni '90 la fine pacifica dell' Apartheid, che non risolse tutti i problemi ma evitò un bagno di sangue.
La periodizzazione che sto vedendo in modo chiaro è questa,
la nonviolenza in crescita fino al 1948, poi la morte di Gandhi e l' inizio della guerra fredda, NONVIOLENZA
con la guerra fredda quasi ovunque si scelse di stare o da una parte, occidente, o dall' altra, Comunismo, GUERRA FREDDA
i paesi nonallineati guidati da India, Egitto erano ai margini.
Con l' 89 i giochi si sono riaperti ma la fine del comunismo reale ha visto trionfare il capitalismo peggiore, DOPO l ' 89 NUOVE POSSIBILITA'
i social forum a inizio millennio, i movimenti per il clima nel 2019, comunque si considerino, sono stati movimenti globali nonviolenti,
LA NONVIOLENZA TORNA IN CAMPO; IN MODI DIVERSI; ANCHE SBAGLIATI CON LE RIVOLUZIONI COLORATE GUIDATE DALL' OCCIDENTE,
Schema confuso da sistemare ma che in questo momento mi convince,
e che per il momento non ho visto descrivere da nessuno.
marcopa