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AH, CHE (ERA) BELLU CAFÈ, SULO A NAPULE 'O SANNO FA


mystes
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1445
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L´Afru ha dichirato che gli olandesi rubarono il caffé agli africani.

Startup sostiene che bere caffè è segno di razzismo.

Secondo l'azienda statunitense Afru, l'industria dei cereali si è sviluppata attraverso l'oppressione dei neri da parte dei bianchi.

Bere caffè è razzismo, secondo la Startup statunitense Afru.

In un articolo pubblicato sui social network, l'azienda sostiene che il consumo della bevanda "perpetua la supremazia bianca". Questo perché il modo di produzione del cereale sarebbe stato possibile solo attraverso l'oppressione dei neri da parte dei bianchi.

"Dal momento in cui i bianchi hanno crudelmente rubato il caffè dei neri e dei mulatti fino all'attuale 'Karen' che beve la sua tazza mattutina di supremazia bianca, i bianchi hanno potuto bere impunemente i frutti del nostro lavoro e della nostra cultura", si legge in un estratto della pubblicazione.

Ma non si ferma qui. La Startup americana sostiene anche che i bianchi consumerebbero cibi "insulsi, come semplice pane e formaggio, se non fosse per il furto di segreti culinari dai neri". Questo sarebbe uno dei motivi per cui i bianchi si sarebbero "appropriati della civiltà nera", secondo gli autori del testo.

"Macchina capitalista coloniale"

L'Afru afferma che il caffè è arrivato in Nord America e in Europa tra il 1650 e il 1700. Ma il chicco era già importante per la cultura nera fin dal 1400 in Etiopia. L'azienda sostiene che "dopo che i bianchi hanno bevuto il primo sorso di questa prelibatezza nera, hanno ridotto brutalmente in schiavitù le persone di colore". E avrebbero trasformato una bevanda rituale "in un altro prodotto di consumo della macchina capitalistica coloniale".

La Startup statunitense non è sola. Secondo Urnex, un produttore di attrezzature per il caffè, l'industria dei chicchi si è sviluppata grazie alla supremazia bianca. "Dopo che gli olandesi rubarono il caffè dall'Africa, gli europei costrinsero i neri e gli indigeni alla schiavitù per coltivarlo nelle terre colonizzate", spiega l'azienda.

Come soluzione, Afru sostiene il boicottaggio del caffè. A meno che il consumatore non sia etiope.

 

Breve commento: ci costringeranno a privarci della magica tazzina al bar che consumiamo tutte le mattine prima di andare al lavoro?

Consumatori di caffè, uniamoci contro un ottuso e stolto razzismo alla rovescia che minaccia le nostre sane abitudini alimentari!

 

Fonte: www.revistaoest.com

 

Questa argomento è stata modificata 1 anno fa 3 volte da mystes

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PietroGE
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 4099
 

La truffa ha bisogno di due soggetti : il truffatore e lo scemo che ci crede, e il truffatore esiste proprio perché c'è lo scemo. In questo caso lo scemo è stato creato ad arte attraverso l'ideologia dell'antirazzismo che ha rincoglionito la società occidentale.


sarah, BrunoWald e 3CENT0 hanno apprezzato
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Roberto Rey
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 26
 

Mokha porto sul Mar Rosso (Yemen) che ha dato il nome a una varietà di caffé ARABICA. 

Non mi pare che lo Yemen sia in Africa. 


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sarah
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 519
 

Aberrazioni del pensiero, farneticazioni. Un'ennesima perla nella collana dell'ideologia di tipo "woke", o come accidenti la si deve chiamare. Si tratta di una macchina inutile e senza senso, inventata per creare odio e confusione. Sembra a volte un tentativo di resuscitare una sorta di Malcolm X moderno o una black nation of islam che tentavano di riscrivere una fantasiosa versione storica di "suprematismo" culturale africano con i bianchi a giocare la parte dei poveri idioti fondamentalmente rozzi, ingenui e sottodotati. Nulla di più distante da un'onesta e forse doverosa riflessione sulle responsabilità del colonialismo e sul mancato sviluppo economico dell'Africa ma solo un'occasione di violenza. Come fanno ad attecchire, se lo faranno, simili sciocchezze? Beh, si deve intanto cercare di trasformarle in abitudini quotidiane alla moda affidandole ai ben noti influencer che ci convinceranno di fare una cosa buona, giusta, responsabile e soprattutto trendy. Ovviamente dovranno abbondare gli slogan in neolingua per pubblicizzare il tutto, meglio se pronunciati almeno una volta da un alto rappresentante delle istituzioni dopo una sfilata di quattro gatti con bandiere multicolore. Che importa alla gente se il gesto è vuoto, se non è utile a nessuno o peggio se finisce per danneggiare qualcuno? Nulla, perché si deve rigorosamente evitare la fatica di pensare e dedicarsi pigramente al "piacere" di sentirsi ben inseriti nel gruppo, approvati e alla moda. Questo è l' "occidente" che oggi dovremmo addirittura difendere? Pare di sì.


BrunoWald e PietroGE hanno apprezzato
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