BOLOGNA - E' iniziato stamattina lo sgombero dello stabile in via Oberdan occupato dal Cua il 26 ottobre. E dopo ore sono scoppiati gli scontri tra gli attivisti, che hanno cercato di passare nella strada bloccata, e la polizia. Poi l'annuncio di un corteo oggi pomeriggio alle ore 18. Mentre sono rimasti sul tetto dello stabile tre attivisti gli altri sono usciti E dicono: "Non abbiamo più una casa, dove andremo a dormire?".

 
L'operazione di sgombero è cominciata stamattina. La strada è stata bloccata all'altezza di piazza San Martino, dove si è presentato un gruppo del collettivo universitario autonomo: "Esprimiamo solidarietà agli occupanti". Alcuni attivisti che erano nello stabile sono saliti sul tetto. Il palazzo che era stato occupato è Casa Felicini Giovannini, un intero stabile di tre piani in pieno centro inutilizzato da decenni, di comproprietà università e un privato. Messo all'asta con un prezzo base di un milione e 300 mila euro non ha trovato al momento acquirenti.

 

Foto Gianluca Perticoni - Eikon studio
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Il dirigente della polizia ferito. Foto Gianluca Perticoni - Eikon studio
Il dirigente della polizia ferito. Foto Gianluca Perticoni - Eikon studio 

 

 
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Foto Gianluca Perticoni - Eikon Studio
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Sin dalla mattina le forze dell'ordine hanno bloccato l'accesso di via Oberdan da via Rizzoli. In via San Nicolò è sttao messo anche il divieto di transito a piedi. Dopo alcune ore quattro occupanti hanno lasciato il palazzo. Sono rimasti in tre sul tetto. All'arrivo di un'ambulanza, chiamata dagli stessi manifestanti sostenendo che uno degli occupanti stava male, gli attivisti hanno tentato di superare il cordone di sicurezza all'altezza di piazza San Martino. Momenti di tensione, spinte e urla. Poi la situazione si è calmata. Per il Cua questo è "uno sgombero firmato dall'Università", coinvolta nella proprietà dell'immobile, "uno sgombero agito contro chi non trova casa in questa città, uno sgombero che mostra il vero volto del rettorato dell'Unibo: sordo e indigesto alle istanze sociali. Noi da qui non ce ne andiamo! Via i manganelli e spazio alla politica".

 

Foto Gianluca Perticoni - Eikon Studio
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Lo scontro con la polizia

La tensione è tornata a salire intorno a mezzogiorno. Il gruppo ha poi tentato di passare in via Goito all'altezza di via Albiroli, una strada laterale. E lì è partito lo scontro dove è rimasto ferito un dirigente della polizia.

 

Foto Gianluca Perticoni - Eikon studio
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Il questore: "Non c'erano margini per trattare"

"Noi stiamo eseguendo unprovvedimento dell'autorità giudiziaria, quindi la Procura ha emesso un sequestro preventivo e a noi il dovere, l'obbligo di eseguire. Quindi non c'erano margini di poter trattare almeno su quell'immobile. E loro lo sanno". Lo ha detto il questore Isabella Fusiello, in merito allo sgombero. Sul dirigente del servizio di ordine pubblico ferito al naso durante gli scontri il quetsore ha aggiunto: "Sta andando in ospedale a farsi refertare e visitare, ecco tutto qua ma nulla di particolarmente grave".

Prefetto: "Situazione sotto controllo"

"La situazione è sotto controllo e al contempo in evoluzione. Risulta che ci sia stato qualche piccolo tafferuglio, ma naturalmente sono cose che fanno parte dell'attività delle forze di polizia, che comunque stanno gestendo molto bene la situazione, quindi credo che a breve anche questa sarà risolta". Sono le parole del prefetto Attilio Visconti sullo sgombero. "Poi c'è in programma una manifestazione dei collettivi oggi, insomma un po' una ripresa di un fermento, di agitazione - ha aggiunto - probabilmente dovuta a troppi mesi di silenzio, per via del Covid, e anche alla situazione economica che ovviamente incide e incide pesantemente sulle famiglie. Sull'azione anche delle famiglie nei confronti dei figli, di chi ha studenti fuori casa sono cose pesanti che si risentono".

Per Visconti "l'importante è capire le ragioni e cercare di intervenire anche su quelle. Perché è vero che bisogna agire sempre nella legalità e i giovani devono rispettare la legge e la legalità, però bisogna anche da parte nostra mettere in campo tutto quello che è la nostra esperienza di più anziani, per capire a tutti i livelli le vere e profonde ragioni che poi spingono a queste cose e tentare in ogni modo di intervenire. Quindi una doppia azione che naturalmente deve sempre partire dalla legalità avanti a tutto, ma il confronto è importante".

L'occupante: "Non so dove dormire"

"Questa notte in via Oberdan 16 eravamo in 7, tutti noi non abbiamo un posto dove andare a dormire". Così un 21enne di Trento venuto a Bologna per studiare al Dams, subito dopo essere stato sgomberato dalle forze dell'ordine. Fuori dall'immobile - dove sono ancora asserragliati sul tetto 3 studenti - zaino e coperte in spalla, racconta di essere "da mesi alla ricerca di una stanza in affitto", ma di non riuscire a trovarla. "Quando la polizia è entrata questa mattina ci hanno fatto mettere le mani sopra la testa, ci hanno perquisiti e sequestrato documenti e cellulari, poi ci hanno fatto molte domande sul perché eravamo lì e come eravamo entrati in contatto con l'occupazione. Una ragazza è stata costretta a fare i suoi bisogni con la porta aperta".

Quindi, racconta ancora,  "non ho mai partecipato a un'occupazione, questa è per me la prima volta, lo faccio perché non ho un posto dove andare a dormire e a Bologna i prezzi delle case in affitto sono folli. Una volta ho trovato una stanza a un prezzo ragionevole, ho chiamato il giorno dopo che è uscito l'annuncio, ma la proprietaria mi ha detto che aveva già ricevuto 300 richieste. Ora cercherò ospitalità da un amico".
 

Nuova occupazione in via Filippo Re: "Base rossa studentesca"

Intanto il gruppo "Cambiare Rotta" ha occupato un'aula universitaria in via Filippo Re. "Questa mattina, nella giornata nazionale dello studente, mentre l'università porta avanti la repressione, un nuovo spazio viene aperto: 'Base rossa studentesca'. Ad ogni occupazione ne seguirà un'altra".  "Base rossa studentesca", scrivono gli attivisti, sarà la base di costruzione della lotta verso lo sciopero generale che scuoterà il paese questo dicembre. A fianco dei lavoratori, saremo in sciopero il 2 dicembre e alla manifestazione a Roma il 3 dicembre. Questo nuovo spazio sarà quindi a disposizione di tutti gli studenti per organizzarsi, per rafforzare un proprio pensiero critico e sperimentare metodi e logiche fuori da questo modello di università".  "Da Bologna, come è stato già fatto dai nostri compagni a Roma con l’occupazione della Sapienza - continuano - lanciamo un segnale anche all’insediamento del nuovo governo Meloni: le università saranno luogo di conflitto e organizzazione degli studenti, perché nessuno ci rappresenta, da chi sta al governo fino a chi fa la finta opposizione in parlamento".