Se oggi andate sulla rete, o leggete un giornale, o accendete la televisione, troverete una grande abbuffata di celebrazioni del grande magistrato Paolo Borsellino di cui oggi ricorre l’anniversario della morte.
UNA MORTE PREMATURA DECRETATA DALLA MAFIA.
Che grande paese che è l’Italia, molto grande e premuroso nella celebrazione dei morti, specialmente se caduti per mano assassina, molto piccolo e negligente nella difesa dei vivi, rappresentanti probi e incorruttibili dello Stato.
La mafia era stata sradicata dal fascismo. È tornata al seguito degli americani, ed ha prosperato nel regime di vassallaggio atlantista in cui siamo vissuti negli ultimi ottant'anni. Per essere più chiari: la mafia non è un'organizzazione criminale autonoma che si contrappone allo stato, avvalendosi eventualmente della complicità di politici e funzionari corrotti. La mafia è parte integrante del sistema. Ma cosa s'intende concretamente con questo termine abusato, "il sistema"? Stiamo parlando di un sistema criminale integrato (come lo chiama Chris Barlati nel suo libro, Dis-servizi riservati, che ho potuto scaricare grazie a @oriundo2006 e che consiglio a tutti) formato da finanza, massoneria, crimine organizzato, servizi segreti, magistratura, politica, mass media ecc.
https://forum.comedonchisciotte.org/spazio-aperto/alcune-inchieste-di-frontiera/#post-367363
Ed è così praticamente in tutto il mondo: quelli che un tempo erano "stati", oggi sono sistemi criminali integrati, perché questa era la naturale e inevitabile evoluzione imposta dalla natura stessa del capitalismo. Il sistema-italia dipende dall'occupante americano, per cui la morte di Borsellino, come quella di Falcone, non è stata decretata dalla mafia, ma dal deep state americano (o come minimo autorizzata), ed eseguita dallo stato profondo (= sistema criminale integrato) locale, probilmente dai servizi segreti.
PS: che la mafia fosse stata sradicata dal fascismo è un fatto, e un fatto di capitale importanza, perché dimostra che il fascismo creò, o almeno tentò di creare, un vero Stato (bello o brutto, buono o cattivo, ognuno è libero di pensarla come vuole): checché ne dicano i suoi detrattori. E fu appunto per questo che il sistema criminale integrato delle cosiddette democrazie occidentali, che già allora aveva proiezione globale, non poteva tollerare la sua esistenza: non si poteva permettere a nessuno stato autentico, retto da una volontà politica sovrana, di intralciare il sistema mafio-massonico della finanza globale, e fu la guerra.
Ciò non significa che si debba necessariamente esaltare il fascismo, o avallare acriticamente ogni sua politica: significa che bisognerebbe saper leggere i fatti, e valutarli obiettivamente, senza lasciarsi intossicare dalla propaganda.
Gli italiani non hanno ancora capito nulla di tutto ciò (ai tedeschi non faccio una colpa, visto il trattamento ricevuto...), e di conseguenza non hanno alcuna opportunità di salvarsi dal destino che li attende.
Caro @BrunoWald, mi stimoli una riflessione.
Nè io nè te abbiamo vissuto il periodo del fascismo. Possiamo conoscere quelle dinamiche, quel periodo, solo attraverso fonti "esterne". Documenti, interviste, interventi più o meno ufficiali, dichiarazioni, libri, articoli, testimonianze e quant'altro. Possiamo leggere e ascoltare di tutto, cercare infine di farci una opinione, una visione d'insieme.
Ma purtroppo non abbiamo vissuto quel periodo.
Non possiamo conoscere quelle dinamiche fino in fondo, non possiamo "sentirle". Già è difficile comprendere la realtà che ci circonda avendo a disposizione il grado di "maturità", di "sviluppo cognitivo" di tutti coloro che abbiamo intorno, questo aspetto, che possiamo percepire, è estremamente importante, direi quasi fondamentale.
Voglio dire, oggi ci accorgiamo d'essere immersi in una narrazione, la notiamo comprendere ogni aspetto del sociale, ogni aspetto! Questo perché la stiamo vivendo sulla nostra pelle, e perché, grazie al cielo, siamo abbastanza intelligenti e sgamati.
Oggi osserviamo il passato, ma non possiamo sapere quanto di quel passato fosse narrazione.
C'è la concreta possibilità che la narrazione in cui ci troviamo a vivere e che ingloba ogni aspetto del sociale abbia radici ben più profonde di quel che pensiamo.
Spero di essermi spiegato.
Vero. Sottoscrivo quasi tutto, e in particolare il passaggio finale, che ritengo importantissimo:
C'è la concreta possibilità che la narrazione in cui ci troviamo a vivere e che ingloba ogni aspetto del sociale abbia radici ben più profonde di quel che pensiamo.
In teoria, praticamente tutto quello che crediamo di sapere potrebbe essere parte di una narrazione ingannevole, e noi stessi trovarci nella condizione dei prigionieri della caverna platonica molto più di quanto saremmo disposti ad ammettere. Il ché renderebbe ridicoli i nostri battibecchi storico-ideologici, né più né meno dei bisticci dei bambini nel giardino d'infanzia.
L'unica cosa di cui abbiamo cognizione diretta è la ridotta sfera sociale di cui siamo personalmente partecipi e testimoni (e anche qui intervengono le distorsioni prodotte dalla soggettività individuale). Tutto il resto, per quel che ne sappiamo, potrebbe essere inventato, o manipolato in modo da risultare fuorviante. La cronologia storica che ci hanno insegnato a scuola potrebbe essere falsa. Interi eventi potrebbero essere stati inventati, con tanto di falsi documenti, mentre altri eventi importanti potrebbero essere stati cancellati dalla memoria storica. Basti pensare ai testi religiosi come la Bibbia, che sono il prodotto di continui rimaneggiamenti a partire da testi originali ambigui e di origine ignota.
La maggior parte delle persone viventi non ha vissuto personalmente il periodo del fascismo, e deve basarsi su testimonianze la cui affidabilità è articolo di fede. Io ho parlato con testimoni di quell'epoca, che me l'hanno descritta in un certo modo, mentre altri loro coetanei ne hanno fornito una descrizione del tutto diversa. In definitiva, ognuno si forma un'opinione in base alle proprie personalissime inclinazioni e pregiudizi, ed io non sfuggo certo alla regola. Va detto però che da tempo ho iniziato a riconsiderare a fondo la questione delle società umane, giungendo alla conclusione che potrebbero avere ragione gli anarchici: qualsiasi stato, qualsiasi governo sono un male in sé, e non certo un male minore.
Ma non voglio divagare oltre e arrivo al punto che sollevi. La narrazione dominante sul periodo fascista è palesemente tendenziosa, e in parte contraddittoria. E poiché i Padroni del Discorso, che impongono tale narrazione, costituiscono ai miei occhi la quintessenza della malvagità e dell'infamia, ne deduco che dopotutto il fascismo non doveva essere poi così malaccio, se questi figli di p... gli danno addosso così rabbiosamente.
Mia opinione: se paragoniamo il Ventennio non all'epoca in cui siamo cresciuti, ma alle società europee sue contemporanee, e facciamo le debite proporzioni, direi che fu un'epoca di gran lunga migliore dell'attuale. Detto altrimenti: credo che se avessimo vinto la guerra non vivremmo certo in un sistema perfetto, ma staremmo meglio di come stiamo nel sistema attuale, sotto tutti i punti di vista.
Affermo quanto sopra senza alcuna pretesa dogmatica, cosciente che tutte le informazioni su cui mi baso nell'esprimere un giudizio potrebbero essere ingannevoli. E tuttavia, se fosse vero che la bieca dittatura fascista sradicò la mafia, e che quest'ultima ci fu riportata dai Liberatori e ha prosperato nella Repubblica Democratica nata dalla Resistenza, direi che si tratta di un argomento piuttosto decisivo, per chiunque voglia trarne le conclusioni del caso.
Forse Bruno ne abbiamo già parlato, comunque, se te lo dico è perché penso tu possa capirmi, in più, non mi sento giudicato, parlo a cuor leggero, tanta roba, quindi:
Secondo mia modesta opinione la narrazione attuale, che, per inciso, ribadiamo, è inganno su tutti i fronti, è figlia del secolo scorso. Così la avverto io.
Filo di continuità robustissimo tra 1900 e giorni nostri.
Infatti siamo qui a ragionare di eventi tanto significativi che vengono proprio da quel periodo.
Allora, secondo me quegli eventi sono stati creati ad hoc.
Non lo dico così per dire, giusto per fare dietrologia spicciola o complottismo da quattro soldi.
La forma mentis dell'uomo contemporaneo, immersa completamente nell'inganno, nasce, deve nascere, da qualcosa di artificiale, di creato, costruito apposta.
Quanto segue son certo di avertelo già detto: gli USA, per come vengono comunemente considerati, sia dal mainstream che dal mainstream II, sono la quintessenza dell'inganno.
In ultimo, non abbiamo perso la guerra, nessuno ci ha liberato o colonizzato, è narrazione, utile a creare i pensieri che ci frullano in testa, e che ci tengono impigliati alla narrazione stessa.
Credo che prendere in considerazione questa prospettiva possa essere utile a sciogliere qualche legaccino, donare un po' di sollievo.
PS l'anarchia mi è sempre stata simpatica, fin dalle elementari.
Anarchia è auto governo, per governarti devi avere coscienza di chi sei, conoscerti.
"Anarchia", era scritto sul tempio di Delfi.
Grazie per la compagnia, sempre un piacere leggerti, soprattutto davanti al caffè del mattino, 'sta giornata non può che andar bene
Sottoscrivo, tranne che per un breve appunto. Quella tra gli anni '20 e tutti gli anni '40 era una societa' militare, fondata sui reduci del primo grande massacro europeo, aumentata dalle avventure prima coloniali e poi direttamente belliche europee, fortificata da parole d'ordine, gesture, mentalita', comportamenti pubblici che oggi ci paiono quasi ridicoli ma che erano la ripetizione, la quintessenza delle modalita' di comando che milioni di italiani avevano sperimentato nelle trincee.
Era una societa' limitata, contadina, chiusa ancor prima che nell'autarchia nelle mentalita' dogmatiche, con una struttura sociale desunta dall'aristocrazia terriera dei secoli andati, con una immensa ignoranza ed una immensa poverta', ampiamente indotta dall'atteggiamento predatorio dei Savoia, inutile razza dannata: ma anche con una immensa dignita' ed una immensa religiosita' 'naturale'.
Oggi nel post-periodo, stiamo ritornando a questo modulo sempiterno, replicando, fatte le debite modifiche, le 'chiusure' passate con gli slogan attuali e le loro parole d'ordine aberranti, con una militarizzazione vieppiu' importante dello spazio pubblico e dunque delle stesse modalita' 'rappresentative' ed 'organizzative' della democrazia ?
Questa e' la domanda da porsi oggi.
Personalmente credo proprio di si', ma non perche' vi sia il ritorno del 'fascismo' ma quello della militarizzazione della societa', la sua ossatura 'dirigistica' in chiave bellica, che pochi hanno notato come essenziale al Ventennio, come caratteristica fondamentale del fascismo storico e come base di tutti quanti i provvedimenti che vennero presi in economia come altrove, finaco nelle leggi razziali ma sopratutto nel tenore complessivo del 'discorso' politico.
A mio avviso stiamo andando esattamente in questa direzione: e la mafia, da antica nemica, e' tassello importante di questa pianificazione sociale ed economica.
Dopo una giornata emotivamente difficile mi rasserena leggere questa vostra discussione, dove ognuno prima di scrivere pulisce pensieri e parole dai pregiudizi nel proprio fiume mentale. Oriundo secondo me colpisce nel segno: la gente reduce dalla IWW subì uno sradicamento, uno sconvolgimento di livello antropologico ch deve ancora essere compreso, solo dopo quell' evento è stato possibile lo svolgimento del secolo più lungo della storia nei modi che sono accaduti, per giungere a una guerra ancora più estraniante per gli animi umani dopo la nascita del fascismo e il nazionalsocialismo ( ignoro la storia del Giappone e dell'Asia...) e gli altri sistemi monarchici e "democratici" occidentali. Basterebbe leggere la prima opera (ampiamente autobiografica) del grande Jack London "La strada" per capire come stavano messi negli Usa, tra sottoproletariato, fame, illegalità, pregiudizio religioso e piccolo borghese, polizia assassina e carcere per tutti. Epica è la diaspora di migliaia di senza tetto su treni pagati dai vari sindaci per farli proseguire e non sostare, finita in mille rivoli con canoe e barche di fortuna. Grazie e buona serata.
Il sistema-Italia dipende dall'occupante americano, per cui la morte di Borsellino, come quella di Falcone, non è stata decretata dalla mafia, ma dal deep state americano (o come minimo autorizzata), ed eseguita dallo stato profondo (= sistema criminale integrato) locale, probabilmente dai servizi segreti.
Concordo al cento per cento specialmente sul fatto che il deep state americano non è altro che una diversa forma di mafia. Ma sempre mafia è!!!
Senza alcun dubbio, il mondo attuale e la narrativa che lo sostiene sono figli del periodo 1914-45. E quel periodo non è esistito "sua sponte", è stato fatto accadere dai poteri che concretamente determinano la direzione della Storia. Ad esempio, la distruzione dell'Europa, dei suoi popoli e delle sue tradizioni, che oggi avviene nel modo più spudorato e alla luce del sole, non sarebbe stata possibile né concepibile senza la narrativa sul "nazismo".
Non a caso, nella terminologia dei caz(z)ari, il "nazismo" è il Male Assoluto, non già politico ma metafisico e teologico, da esorcizzare costantemente affinché non possa ritornare, e di cui accusare chiunque si azzardi a ostacolare i "lavori in corso", letteralmente esiliandolo dalla società civile mediante una scomunica di tipo religioso. In realtà, il "nazismo" è una specie di eggregora, una forma-pensiero che si nutre delle emozioni dell'umanità, creata dai Padroni del Discorso a fini che ben potremmo definire magici. Ossia, tale forma pensiero che ancora oggi ossessiona la psiche di molti non ha nulla a che vedere con il fenomeno storico chiamato nazionalsocialismo (indipendentemente dal giudizio, anche radicalmemente negativo, che si possa avere dello stesso). E un discorso analogo si potrebbe fare anche sul fascismo nonché, fino a un certo punto, sul comunismo.
(Fra l'altro, il fatto che il comunismo in Europa non sia oggetto di ossessive scomuniche, pur negando esso il sistema capitalistico in quanto tale, a differenza del nazi-fascismo che, secondo una certa vulgata, sarebbe stato il braccio armato del capitalismo stesso, è a mio parere un fatto assai significativo).
Mi sembra dunque che siamo d'accordo su questa premessa: il mondo attuale è il prodotto voluto del periodo 1914-45, e tanto la Rivoluzione d'Ottobre, la crisi del 1929, l'avvento del fascismo e del nazionalsocialismo sono creati e resi possibili appunto tale scopo. Su altre tue ipotesi non riesco francamente a seguirti, ma mi sembra che tutto sommato, sull'essenziale siamo abbastanza d'accordo.
Rimane la seguente questione: fino a che punto tutto si svolse secondo un copione indubbiamente previsto? La "creatura" non sfuggì in qualche modo di mano agli stregoni, come spesso succede a coloro che praticano certi riti ed evocano certe forze? Personalmente, ritengo che le entità chiamate "Italia Fascista" e "Terzo Reich" a un certo punto assunsero vita e volontà propria, e che il conflitto stesso avrebbe potuto avere un esito diverso: non posso dimostrarlo, e a questo punto non fa molta differenza, perciò non mi metto di sicuro a litigare per così poco 😉.
Credo che in entrambe le "entità" esistettero persone reali che credevano in quello che facevano ed affrontarono altre persone reali con obiettivi opposti; pur riconoscendo in quegli esperimenti totalitari molte ombre che un tempo non percepivo, penso che la loro causa fosse meno sbagliata, o meno falsa, di quella degli avversari. Ma è solo una mia opinione, che a questo punto lascia il tempo che trova. Ritengo però importante smontare la narrativa dell'"antifascismo", in ogni occasione possibile, non tanto per difendere il fascismo, ma per smascherare i caz(z)ari che ci campano sopra a spese nostre.
"Anarchia", era scritto sul tempio di Delfi.
Appunto per questo ritengo che essa sia purtroppo impraticabile, ed esistano le gerarchie sociali: non conosciamo noi stessi.
Un abbraccio.
@Teopratico:
Oriundo secondo me colpisce nel segno: la gente reduce dalla IWW subì uno sradicamento, uno sconvolgimento di livello antropologico ch deve ancora essere compreso,
Esatto! Avete colto entrambi nel segno.
Agli inizi del XX secolo la vita in Europa era di gran lunga più dura di oggi, esistevano enormi disparità sociali e per la maggioranza si trattava solo di sopravvivere con grande sforzo, eppure esisteva un ottimismo diffuso, un'ingenua fiducia nel progresso, nella scienza, nelle riforme graduali, nella ragione, in definitiva nell'umanità.
Nel 1914 quell'umanità fiduciosa venne gettata nel tritacarne delle trincee, e i sopravvissuti non tornarono mai più ad essere gli stessi. Fu proprio la Prima Guerra Mondiale, il primo conflitto meccanizzato, a costituire il trauma originario che rese possibili tutti gli eventi successivi: la violenza politica, l'odio, il disprezzo per la vita umana (propria e altrui), l'insensibilità per cui uccisioni di massa diventavano eventi "normali" o addirittura "necessari".
Filosofastri e moralisti da quattro soldi giudicano oggi quegli uomini e quegli eventi come se fossero apparsi dal nulla, facendo irruzione davanti al loro divano. Non riescono a situarli nel loro contesto, al di fuori del quale risultano semplicemente incomprensibili. Il giudizio, perdipiù disonesto e fazioso, non ci permette di comprendere quell'epoca, nemmeno lontanamente, e in fondo è proprio quello che si vuole.
Eppure la lezione ricevuta di recente avrebbe dovuto aprirci gli occhi: se è bastata una "pandemia" televisiva e qualche settimana di reclusione in casa, con tutte le comodità, a rendere psicotici molti di noi, figuriamoci cosa accadrebbe se ci trovassimo ad affrontare delle avversità reali, come i nostri nonni e bisnonni, con la fame, il freddo, i pidocchi, e cadaveri da tutte le parti... Diventeremmo come i peggiori personaggi di The Walking Dead.
@BronuWald, su certi punti non riesci a seguirmi perché non riesco a seguirmi neppure io, cerco di esprimere quelle che potrei definire "sensazioni", mi è difficile farlo con chiarezza proprio perché non le ho ben chiare neanche io.
Usiamo la metafora del recinto e del gregge.
Il mondo è gestito come fosse un gregge, noi siamo nel recinto, materiale o mentale che sia.
I conflitti che vediamo, che ci vengono proposti, dalle guerre ai diversi modelli di gestione, rappresentano i cani da pastore, quelli che girano intorno al gregge per tenerlo compatto, nemmeno c'è bisogno della recinzione, sufficienti i cani.
Questa è la mia sensazione.
Quindi ogni volta che vedo un conflitto, proposto da un uomo di Stato, è come se sentissi abbaiare, una forza che mi vuole tenere nei ranghi, allo scuro di ciò che sta fuori.
Dato che non mi sento animale da recinto, perché avverto in me una smisurata attrazione per il bosco, tendo a diffidare in maniera totale dei cani da pastore.
Tutto ciò con la premessa implicita che nel recinto entrano solo animali docili o cani da pastore, non c'è posto per altre figure.
Ripeto, queste le mie sensazioni.
Se sono qui a scrivere è sia per condividerle che, soprattutto, per cercare di renderle più chiare.
Un pochetto funziona.
Tanti cervelli sono meglio di un solo cervello;-))
La mafia fu effettivamente e incontestabilmente debellata dal fascismo a suon di arresti di massa, ed è tornata con la cd "liberazione". Dal mio punto di vista la mafia e' un fenomeno prima antropologico culturale e dopo criminale che si incista nel sistema, ma non e' il sistema. Ci sono poi aspetti storici della mafia siciliana da non sottovalutare. Nei primi decenni post "liberazione" comandavano le famiglie italoamericane, direttamente dagli USA. Poi pian pianino le famiglie siciliane si sono rese autonome, fino a controllare gran parte del traffico di droga mondiale, piu' o meno nei primi anni 70. Nessuno mi toglierà mai dalla testa che la mafia in quegli anni abbia contribuito attivamente alla strategia della tensione, per tenere bene occupato lo Stato italiano dietro i terroristi, specie prima che le BR divenissero protagoniste. Ma nessuno indaga su tale pista, sembra che l'unico interesse sia addebitare le bombe, da piazza fontana, italicus, bologna etc, ai fascisti di turno.
In ogni caso la mafia siciliana ha da tempo perso il controllo del traffico di droga europeo e mondiale. Anche l'importanza di Matteo Messina Denaro e' stata dal mio punto di vista iperdilatata. Sembra, alla fine, che i suoi profitti siano essenzialmente derivati dalla vendita in Svizzera e negli USA di valanghe di reperti romani e greci nella famosa area di Agrigento. Il centro del traffico di droga si e' spostato in Olanda e in Belgio, grazie al mix tra liberalizzazione e scarsissimi controlli portuali, ed il ruolo maggiore e' attualmente in mano a gangs marocchine e albanesi. Resta sicuramente molto attiva la ndrangheta, che come la mafia siciiana prima di essere un fenomeno criminale e' un fenomeno antropoogico-culturale, e pazienza se non piace.