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elezioni siciliane


paolodegregorio
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- elezioni siciliane -
di Paolo De Gregorio, 7 novembre 2017

Sarebbe opportuno approfittare dell’attenzione e degli spazi comunicativi attivati dalle elezioni in Sicilia e a Ostia per mettere in evidenza il più macroscopico difetto del meccanismo elettorale, che è quello di ammettere le coalizioni fra partiti, anche con liste civiche, fenomeno che certamente allontana la partecipazione al voto (46% in Sicilia, 36% a Ostia), di un elettorato deprivato dalla possibilità di votare un programma unico, visto che le differenze tra i partiti coalizzati esistono e sono pronte ad esplodere in qualsiasi momento, come dimostrano i fatti più eclatanti degli ultimi anni, con l’abbandono di Fini alleato di Berlusconi e la fine del governo Prodi bruciato dall’alleato Bertinotti.
Tutte le coalizioni generano instabilità, ingovernabilità e si traducono immediatamente in lotte al coltello per la spartizione dei posti di potere da utilizzare a favore della propria organizzazione e mai nell’interesse generale della cittadinanza.
Malgrado ciò sia un fatto conclamato, evidente, storicizzato, e permetta a orde di politicanti, capibastone, mafie, di inserirsi nel gioco politico con compravendita di pacchetti di voti, trattative sottobanco, con liste civiche che dopo le elezioni passano all’incasso, nessuno nelle massime istituzioni del nostro paese suggerisce di chiudere con questo sistema e semplicemente vietare le coalizioni in tutte le consultazioni elettorali e dare il potere al partito che proporzionalmente ha ricevuto più voti.
Nel caso delle elezioni siciliane del 5 novembre il potere doveva essere affidato al M5S, l’unico a presentarsi da solo che ha ottenuto il 26,6% dei voti, seguito da Forza Italia il 16,4 e dal Pd il 13%.
Tutti i vecchi partiti sono responsabili di questa situazione, hanno complicato le cose semplici, hanno allontanato gli elettori dalla partecipazione al voto, hanno prodotto con la loro arroganza ed ignoranza le ultime due leggi elettorali incostituzionali sentenziate dalla Suprema Corte. Ora con il Rosatellum, ultima porcata di legge elettorale, incomprensibile ai più, approvata senza discussione parlamentare, già denunciata per incostituzionalità (e visti i precedenti è molto probabile), si è fatto di tutto a destra e sinistra, per mettere in minoranza il movimento 5 stelle, che probabilmente diventerà il primo partito e non governerà per colpa dell’esistenza di queste maledette coalizioni.
Se i cittadini avessero a disposizione l’istituto del Referendum propositivo, diventerebbero legislatori e sono sicuro che produrrebbero, meglio dei politici di professione, una legge elettorale senza coalizioni con il primo partito che governa con il premio di maggioranza.
Paolo De Gregorio


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