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GLI STATI UNITI ALLA CONQUISTA DELL' AMAZZONIA


mystes
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John Kerry incontra il Ministro dell'Ambiente brasiliano

 

Dopo il recente viaggio di Lula negli Stati Uniti, le trattative per la cessione agli Stati Uniti della sovranità sull’Amazzonia fanno passi da gigante. È il prezzo che il Brasile dovrà pagare all’America per garantirsi l’appoggio incondizionato alla permanenza di Lula e della sinistra al potere.

L'inviato speciale degli Stati Uniti per il clima, John Kerry, nel recente incontro col ministro dell'Ambiente brasiliano ha affermato che l'Amazzonia è un tesoro straordinario che appartiene a tutti.

La sua visita in Brasile questa settimana e l'affinità del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva  con l'agenda climatica internazionale hanno suscitato fondati timori in Brasile in relazione alla sovranità sull´Amazzonia.

L'opposizione teme che il governo Lula stia articolando un appoggio internazionale per negare al Brasile la possibilità di sviluppare l'Amazzonia in modo sostenibile.

"L'Amazzonia, questo straordinario tesoro che appartiene a tutti, è un banco di prova per tutta la nostra umanità", ha dichiarato John Kerry confermando cosí il sospetto, diffuso in Brasile, che gli Stati Uniti leghino l'Amazzonia al cambiamento climatico globale

Kerry ha anche detto che se l'Amazzonia non sarà protetta, "non saremo in grado di mantenere l´attuale temperatura mondiale".

I critici di questa posizione americana sostengono che le emissioni di carbonio delle grandi potenze attraverso i combustibili fossili pesano molto di più nel deterioramento della temperatura globale rispetto al carbonio rilasciato nei roghi della foresta brasiliana.

Quel che si percepisce e si teme, dopo l’elezione di Lula in Brasile, è una serie di offensive in ambito politico, legale e finanziario - da parte di Paesi come gli Stati Uniti e la Francia - per cercare presumibilmente di fermare lo sviluppo controllato in Amazzonia. L'argomento sarebbe la presunta conservazione dell'ambiente.

Una delle azioni criticate è la donazione di risorse americane ed europee alle organizzazioni non governative nell'area della conservazione ambientale, attraverso il Fondo Amazzonia. Il governo dell'ex presidente Jair Bolsonaro aveva posto il veto su queste azioni sostenendo che le donazioni dovrebbero essere gestite dal governo brasiliano e non da ONG internazionali senza alcun controllo.

Il vicepresidente di Lula, Geraldo Alckmin (Opus Dei), afferma che il Fondo Amazzonico è un modo per preservare l'ambiente e combattere il cambiamento climatico. Secondo lui, la diffidenza nei confronti delle ONG non è giustificata, poiché il fondo è sottoposto a processi di revisione contabile nazionali e internazionali. (?)

I segnali di Kerry sulla disponibilità degli Stati Uniti a donare risorse per la conservazione dell'ambiente hanno acceso il segnale d'allarme in Brasile sull'allineamento tra le agende ambientali di Lula e del presidente statunitense, Joe Biden.

Kerry non ha rivelato quanto sarà donato. Ha detto che il suo partito sta cercando di approvare un bilancio di 4,5 miliardi di dollari alla Camera e di 9 miliardi al Senato. Ma ha detto che la "lotta" per l'approvazione sarà dura al Congresso degli Stati Uniti. Non ha inoltre chiarito se queste risorse saranno destinate totalmente o parzialmente al Fondo per l'Amazzonia. Ha lasciato intendere che il sostegno finanziario al Brasile proviene in parte da questa somma, dall'acquisto di crediti di carbonio e dai prestiti delle banche di sviluppo."

In Brasile inoltre non si esclude che la storiella ambientalista è fatta apposta per frenare il progresso economico della regione. "Il costo brasiliano [del trasporto dei prodotti] per via fluviale é molto più basso e finisce per aprire un canale per lo sviluppo e il progresso della regione. In ogni esportazione verso gli Stati Uniti attraverso il porto di Barbacena [nel Nord del Brasile] guadagniamo cinque o sei giorni di navigazione. E logicamente è molto più facile fermare tutto questo con la teoria ambientalista", ha dichiarato un senatore brasiliano.

Un’altra deputata federale rafforza le preoccupazioni gettando sospetti sul salvataggio delle risorse per il Fondo amazzonico. "La riattivazione senza guida [del fondo] non corrisponde a ciò che ci si aspetta dalla politica pubblica. Stiamo aprendo uno spazio a favore di altri Paesi che manifestano spudoratamente i loro interessi nella nostra sovranità", ha detto.

Un esponente della comunità indigena del Congresso brasiliano chiede di promuovere un dibattito sul Fondo Amazzonico con la società, per non servire "interessi internazionali". "Coloro che finanzieranno il fondo vorranno determinare il futuro di un popolo che già soffre di isolamento e segregazione. Gli interessi internazionali sono stati al di sopra della dignità dei popoli del nord, siano essi indigeni, brasiliani, uomini e donne della foresta, fluviali o urbani", afferma.

Il Fondo Amazzonia è stato interrotto durante l'amministrazione dell'ex presidente Jair Bolsonaro (PL) dopo che Norvegia e Germania, i principali donatori, avevano rifiutato di modificare il modello di gestione delle risorse. Il governo di allora ha difeso la partecipazione e la gestione diretta delle risorse, nonché l'assegnazione dei fondi alle politiche pubbliche sviluppate all'epoca.

Sotto il governo Lula, la gestione è stata affidata a una Banca con interessi internazionali.

E´ lecito sospettare che l'offerta statunitense di contributi al fondo sia destinata solo alle ONG che non hanno una supervisione sicura e affidabile. "Le ONG presentano i loro progetti, li approvano e basta. Inventano progetti che non sostengono nulla, nemmeno una mezza dozzina di famiglie”. "Invece di discutere dei danni ambientali che i governi maggiormente industrializzati causano al pianeta con i loro combustibili fossili, vogliono occuparsi solo della deforestazione in Amazzonia per sviare l'attenzione. Il Brasile non può accettare questi falsi, deve evidenziare e mettere in discussione i loro problemi e, soprattutto, far pagare le risorse a cui abbiamo già diritto per tutto quello che facciamo e abbiamo fatto", ha commentato l’ex Ministro dell’Ambiente.

E ha afforzato la critica secondo cui la retorica ambientalista sta ritardando il dibattito sullo sviluppo sostenibile in Amazzonia.

Una deputata appartenente all’etnia indigena della Foresta Amazzonica ha concluso dicendo. "Non ci puó essere politica pubblica che non tenga conto delle esigenze degli abitanti della foresta".

 

Sullo stesso argomento vedi anche: https://forum.comedonchisciotte.org/notizie/amazzonia-in-vendita-al-migliore-offerente/

 

Questa argomento è stata modificata 2 anni fa da mystes

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