I nostri sonnambuli si sono svegliati bruscamente con la testa nel vaso di pandora di una guerra voluta da Trump contro l’Iran e i piedi insabbiati nel conflitto libico sotto casa. Noi da inguaribili catenacciari vorremmo venirne fuori con un pareggio: ma è un’illusione.
In Iraq dove abbiamo oltre 900 soldati e non sappiamo bene cosa farne ha già deciso Trump che vuole un maggiore impegno della Nato: figuriamoci se non ci accodiamo. In poche parole Trump vuole sostituire le truppe americane con quelle europee e atlantiche, mantenere quindi la presenza in Iraq, ridurre il rischio di perdite umane per gli Usa e trasferirlo agli alleati occidentali in modo da potere condurre a mano libera il prossimo capitolo della guerra missilistica e dei droni contro Teheran.
Altro che pareggio, come può sembrare dopo la raffica di missili iraniani sulle basi Usa in Iraq: il presidente americano intende in futuro proseguire il conflitto e usarci a terra come carne da cannone. Che poi ieri nella vendetta iraniana per il “martire” Qassem Soleimani non ci siano state, secondo Trump, perdite americane appare tutto da verificare: se fosse vero questo sarebbe il raid più “telefonato” della storia recente.