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Le clamorose difficoltà del fascismo ad arginare la nonviolenza. Da Capitini a Extinction Rebellion.


marcopa
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https://elementidinonviolenza.blogspot.com/2025/01/le-clamorose-difficolta-del-fascismo-ad.html

 

Spero che non sparisca subito dalle cronache il caso del blocco della Leonardo di Brescia da parte di Extinction Rebellion, Ultima Generazione, e Palestina Libera.

In questi giorni i giornali ne parlano, poco, per le perquisizioni umilianti a cui sono state obbligate alcune attiviste di Extinction Rebellion.

Questa gaffe o stupidaggine, compiuta dalla Questura di Brescia non deve essere insabbiata nell' indifferenza perchè potrebbe servire a mettere in evidenza, almeno davanti a una nicchia dell' opinione pubblica, quello che è l' atteggiamento abituale della Polizia verso il dissenso politico.

L' articolo più esplicitamente critico sulla vicenda l' ho trovato su Il Foglio ed è stato scritto da Adriano Sofri.

Lo potete leggere integralmente al link di seguito

https://www.ilfoglio.it/piccola-posta/2025/01/16/news/la-repressione-della-nonviolenza-agisce-come-pedagogia-della-violenza-7332503/

Sofri scrive tra l' altro:

“...Poi, di fronte all’innegabilità, la polizia ammette, e sostiene che la procedura è avvenuta nel rispetto delle regole e della dignità delle persone. Le regole autorizzerebbero a verificare se i corpi delle manifestanti occultino dei corpi di reato, atti a nuocere all’incolumità della polizia, o a confermare il reato di cui sono accusati. I piegamenti servono a far fuoruscire dagli orifizi, nel caso di donne, armi o altri congegni (un barattolo di vernice nel culo? ovoli di eroina?). Il solo fatto che all’indomani giornali e altre sedi ospitino opinioni e discussioni sulla questione è un oltraggio al pudore dell’intelligenza. Aggiungo il dettaglio più rilevante. Chiunque capisce che nel denudamento e nella ginnastica anale imposta alle fermate c’è un intento, più o meno sadico, voluttuoso e pedagogico, di umiliarle, di abbassarne con la biancheria lo spirito, di fare dei loro corpi esattamente corpi di reato. Attività che non deve far dimenticare l’umiliazione e la perdita disgustosa di dignità inflitta a se stesse dalle poliziotte autrici della procedura. Che sia Bolzaneto o Brescia, la vergogna è su loro.....  “

Ma il governo Meloni con i suoi provvedimenti era già riuscito a far pubblicare al Corriere della Sera – Cronaca di Roma una pagina come questa:

 

 

Era domenica 15 dicembre dopo la manifestazione nazionale della rete A Pieno Regime contro il DDL Sicurezza.

Qualcuno ha già chiamato il DDL 1160, il cosiddetto Disegno di legge “Sicurezza “, come la legge anti Gandhi.

Verranno infatti inasprite le pene per illegalità nonviolente, che non fanno del male a nessuno e non distruggono niente, compiute per finalità politiche, non per arricchirsi o trarre vantaggi perdonali.

 

Ma non è questa la prima fase storica italiana dove si contrappongo fascismo e nonviolenza.

Aldo Capitini è conosciuto dai più come l' ideatore e l' organizzatore della prima Marcia per la pace Perugia Assisi, nel 1962. Ma ha fatto nella sua vita, è morto nel 1968, molte altre cose interessanti e in Italia il suo lavoro  è molto sottovalutato 

Comunque  il suo ruolo più centrale nella società italiana l' ha avuto durante il fascismo.

Perse il lavoro alla Normale di Pisa per un provvedimento che ora chiameremo “ad personam”,

Giovanni Gentile, rettore dell' Università, dopo due anni di lavoro lo obbligò a prendere la tessera del Partito Fascista per continuare a rimanere nell' ateneo pisano, dove ricopriva un ruolo amministrativo, segretario, e non ancora docente come avrebbe fatto nel dopo guerra. Naturalmente non accettò e fu cacciato.

L' espulsione andò così:

Capitini era amico di uno studente di Filosofia della Normale, Claudio Baglietto, che aveva avuto una borsa di studio per frequentare . Ma all' arrivo della chiamata di leva Baglietto rifiutò di rientrare in Italia e rimase all' estero. Gentile allora chiese a Capitini cosa pensasse del comportamento dello studente e alla risposta “Ha fatto bene ! “,  in sostanza lo costrinse a lasciare l' Università sapendo benissimo che non avrebbe mai preso la tessera del Partito Fascista.

Capitini in seguito

dal 1933 al 25 luglio 1943, giorno in cui il filosofo perugino uscì dal carcere dove era detenuto per la seconda volta per l' attività antifascista, 

fece una grande opera di proselitismo tra i giovani intellettuali avvicinandoli all' antifascismo militante.

Tra le altre cose insieme al filosofo Guido Calogero organizzò il movimento liberalsocialista che mise insieme molti giovani poi divenuti conosciuti politici o intellettuali. Tra questi Norberto Bobbio, Ragghianti, Trombadori, Romano Luperini, Renato Guttuso.

Non partecipò Capitini alla resistenza armata e non si iscrisse ai partiti politici quando questi tornarono legali. Rimase isolato anche se conosciuto e stimato da molti personaggi importanti. Per fare un nome il suo primo libro di argomento politico “ Elementi di un esperienza religiosa “ fu fatto pubblicare da Benedetto Croce a cui aveva consegnato alcuni manoscritti.

Nel suo impegno antifascista Capitini criticò la Chiesa Cattolica per non essersi opposta al fascismo, sostenendo che il regime mai avrebbe retto in Italia ad una opposizione della Santa Sede. Questa presa di posizione la spiegò come suggerita dalla conoscenza, già negli anni '30, della attività nonviolenta di Gandhi e del suo insegnamento alla non collaborazione come forte strumento di pressione politica..

Chissà se qualcuno lo ricorderà quando a ottobre 2025 si svolgerà la marcia Perugia Assisi speciale per il Giubileo, già preannunciata dagli organizzatori come la più grande di sempre come numero di partecipanti.

 

Chiudo qui la segnalazione della poca comprensione degli ambienti italiani fascisti dell' attività politica nonviolenta. Non sanno prenderne le misure e vanno in difficoltà.

Vedrete che ne riparleremo.

 

Marco Palombo

https://elementidinonviolenza.blogspot.com/2025/01/le-clamorose-difficolta-del-fascismo-ad.html

 

 

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BrunoWald
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Pensavo che questo sito fosse frequentato da persone dotate del minimo sindacale, in quanto a buon senso e onestà intellettuale, e dunque in grado di capire senza particolare sforzo che la Meloni e il suo governo, con il fascismo, non c'entrano una beata fava.

Evidentemente peccavo di ottimismo.

E dire che clamorose difficoltà ad arginare la nonviolenza le avete avute anche voi quand'eravate al governo con Draghi e Speranza: vedi gli idranti e i lacrimogeni contro i portuali di Trieste, i cittadini braccati nelle spiagge, l'espulsione dalla società di chi non era munito di Green Kass, e così via...

O credete che ce ne siamo dimenticati?

PS: Sofri è uno dei più squallidi figuri di un panorama politico che, in quanto a squallore, non s'è mai fatto mancare nulla.

Questo post è stato modificato 4 settimane fa da BrunoWald

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marcopa
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Hai ragione, ho votato il governo Prodi nel 2006,

dopo il famoso voto di Turigliatto e Rossi contro il decreto missioni, nel 2007 se non sbaglio, voto di astensione (sic!))che causò una crisi di governo ho frequentato chi si opponeva alla guerra sempre,

e talvolta mi sono trovato quasi solo, fino al punto, come in queste settimane, di prendermi delle pause dall' attivismo in strada contro le guerre.

 

Ho scritto però in questo post cose vere,

 

il governo Meloni è contento quando gli antagonisti tirano agli agenti le bombe carta, va in difficoltà contro la nonviolenza.

La strada dell' approvazione del Decreto sicurezza non è ancora finita, vedremo come andrà a finire,

 

 


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marcopa
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Quanto al rapporto governo Meloni - fascismo

 

ognuno la pensa come vuole,

e a Grosseto hanno intitolato una strada ad Almirante che firmò nella zona ordinanze della Repubblica di Salò, penso, o del governo Mussolini prima del 25 luglio 1943.


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sarah
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Alcuni fatti ci danno una visione estremamente riduttiva: gli omaggi ad Almirante e altri riferimenti pittoreschi non significano nulla, né per una parte politica né per l'altra. Può darsi che riflettano le convinzioni personali di qualche amministratore, ma niente di più. È fumo negli occhi, per animare coloro che credono davvero che questo governo rifletta un sentimento nazionalista, basato sul riscatto italiano e quant'altro sentiamo dire in pubblico. La realtà politica è ben diversa. Nell'ufficialità, poi, li vede ligi nei compiti loro assegnati da altri: is.reale si deve difendere, guai a parlare di genocidio, la guerra serve per la pace, ecc. Il ministro crosetto ha appena dichiarato di volersi impegnare di più nel sostenere militarmente l'ucraina. E poi la svendita degli asset nazionali, il conformarsi alle agende europee persino nel codice della strada a firma leghista. Possiamo parlare di fascismo? E la non violenza, apparentemente dall'altra parte? Chi si riunisce ad esempio sotto il nome di extinction rebellion mi pare ben allineato alla narrazione green che al momento sta mietendo posti di lavoro nell'industria a vari livelli. E già che ci siamo mettiamoci dentro anche tutta la sequela di false battaglie per i diritti civili, tanto care alle fanciulle di famiglia ricca che fanno parlare di sé. Battaglie che per noi che viviamo di stipendio (io almeno) significano solo sacrifici e una libertà personale sempre più ridotta. Io non valuterei le posizioni politiche con questi criteri e, tolte le varie strumentalizzazioni, appare una realtà desolante. Un unico orizzonte politico che su certi temi - peraltro di primaria importanza - non ammette eccezioni. Ha ragione @BrunoWald, non dimentichiamo i fatti più recenti: siamo reduci da una stagione terribile in cui, in nome di un inganno ormai praticamente svelato, è stato fatto strame dei diritti più fondamentali. E non importa se siamo negli anni venti del duemila, se le vecchie battaglie sono ormai lontane perché se ne sono presentate di nuove e quasi nessuno ha battuto ciglio. Tutto bene così...


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BrunoWald
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@marcopa

È vero, ognuno è libero di pensare quello che gli pare. Ma i concetti hanno un significato specifico, che non possiamo distorcere a nostro piacimento: altrimenti scadiamo nel ridicolo e nella demagogia, come Berlusconi che lanciava allarmi contro il comunismo negli anni '90-Duemila... Dare del fascista a gente come Meloni e Larussa è altrettanto ridicolo e mistificatorio.

Sia voi che Berlusconi avete i vostri bravi secondi fini, naturalmente. Lui non poteva dire la verità, ossia, che il capitale finanziario apolide intendeva servirsi dei cascami del marxismo italiano - ex-PCI e sinistra DC, più i soliti "laici" - per portare a termine il saccheggio dell'industria e della ricchezza nazionale, e che lui fingeva di prendersela con gli esecutori per ritagliarsi un migliore spazio di manovra nelle trattative con i mandanti, dai quali dipendeva anche la continuità del suo impero personale. Mentre le "sinistre", convertitesi in manovalanza del suddetto capitale, utilizzano la manfrina sul fascismo come mera rendita elettorale, oltre che per contrastare chiunque difenda i nostri interessi nazionali, o semplicemente il buon senso contro le variegate allucinazioni del politicamente corretto.

È vero che tra i vari fascismi ci furono differenze anche notevoli, ma il nucleo fondamentale è ben riconoscibile: primato della politica sull'economia, dello stato sulle classi sociali, della nazione sull'internazionalismo, della prassi sulla teoria, della volontà e dell'azione sulle chiacchiere e i compromessi. Il tutto nell'ambito di una concezione gerarchica fondata sui meriti individuali concreti anziché sui vuoti rituali della retorica egualitaristica. Gerarchia che si riflette nell'organizzazione di un forte partito militarizzato, concepito come l'avanguardia della comunità nazionale (nel leninismo, invece, avanguardia del proletariato...) e che, al pari del nemico comunista, considera la violenza come uno strumento legittimo di lotta politica.

Questa, per sommi capi, l'essenza del fascismo: se mi trovi qualcosa di simile nel partitucolo opportunista e collaborazionista della Meloni, massonico fin dal nome, sei davvero bravo!

***

Poi, ti lamentavi della commemorazione di Almirante...

In Italia si intitolano strade e piazze a ogni sorta di gaglioffo e traditore della Patria, come Ugo La Malfa, che esortava gli americani a bombardare le nostre città, o come Togliatti, che alla corte di Stalin si vantava di essere, in quanto cittadino sovietico, superiore a qualsiasi "mandolinista italiano", e che definì "banditi giuliani" i nostri connazionali massacrati da Tito; non vedo dunque quale sia il problema nell'intitolare la via ad un uomo che è stato parte della nostra storia e, se non altro, ha dimostrato per tutta la vita di essere coerente con i suoi principi. 

Inoltre, Almirante è stato una figura istituzionale di spicco: segretario di un partito presente in Parlamento, che vostro malgrado rappresentava milioni di italiani, egli stesso deputato della Repubblica per dieci legislature. Chi siete voi, "democratici" faziosi fino al midollo, per arrogarvi il diritto di stabilire chi è degno o non è degno di appartenere alla memoria nazionale?

Nel mio piccolo, a differenza di Almirante, non riconosco le vostre istituzioni e mi considero un cittadino in esilio della Repubblica Sociale Italiana (non "di Salò", era parecchio più grande di quel comune...), stato pienamente legittimo, costituito da Italiani sul suolo nazionale dopo il tradimento e il collasso della monarchia, e nelle cui Forze Armate seicentomila combattenti difesero il nostro territorio dall'invasore americano, che invece Giorgia e i suoi sodali, ma anche Elly e tutta la banda dei farsanti, servono con entusiasmo.

Perciò, se ci tieni tanto alle etichette, dà pure del fascista a me che non mi offendo affatto: ma nel caso del governo attuale, sarebbe un onore che non meritano per niente.

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