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Mario Giordano: “Silenzio sulle balle del Corriere. Eppure hanno fatto male...


Simulacres
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La balla può aver danneggiato l’Italia. Però la stampa silenzia lo scandalo. Le denunce del corrispondente cadono nel vuoto dei media. Si sveglia solo il M5s

Nemmeno un rigo. Su nessun giornale. Ma proprio nessuno. Appena qualche lontana eco sui social, ma proprio lontana. E nient’altro. Nessuna ripresa dai siti Internet ufficiali, nessuna dichiarazione politica – a parte una breve nota del Movimento 5 stelle – nessuna polemica. Niente di niente. Come se non fosse una notizia. Come se le accuse al principale quotidiano italiano di manipolare le informazioni da Bruxelles, con effetti devastanti sull’economia italiana e sulle tasche dei risparmiatori, fossero meno importanti di un incidente stradale a Quarto Oggiaro o del ritorno del giubbotto dei paninari anni Ottanta, argomento quest’ultimo che ieri si è guadagnato, lui sì, delle robuste mezze pagine sui nostri quotidiani. Nostalgia canaglia, verrebbe da dire. Ma forse non è canaglia solo la nostalgia.

La Verità, come sapete, ieri riportava con evidenza la notizia dell’incredibile scandalo di via Solferino. Era un’esclusiva a nostra insaputa. Ce l’avevamo solo noi. Lo vorremmo dire con orgoglio. E invece lo diciamo con un po’ di di magone, perché amiamo ancora questo mestiere, nonostante i Federico Fubini e i furbini, e dunque alla fine ci dispiace sempre un po’ quando vediamo le cose importanti che finiscono sotto il tappeto per oscuri motivi. Voi direte: ma quali oscuri motivi? La notizia non sarà semplicemente sfuggita? Magari un po’ di disattenzione post natalizia? I postumi del panettone e del cotechino con le lenticchie? Forse troppi brindisi sotto l’albero? Sarà. Però vi devo confessare una cosa: l’altro pomeriggio era impressionante il tam tam dei colleghi. Non si parlava d’altro. Non c’era teefonata, sms, chat che non cominciasse con «Hai letto Ivo Caizzi?». E in effetti, l’abbiamo letto tutti noi giornalisti. Ma i lettori no. Solo quelli della Verità. Agli altri nessuno ha ritenuto di dover comunicare il fatto. Tu chiamale, se vuoi, rimozioni.
Quel che è successo voi (e solo voi) lo sapete benissimo. Ivo Caizzi, il corrispondente da Bruxelles del Corriere della Sera, ha accusato pubblicamente il suo giornale di spacciare notizie false per verità rivelate, di farlo in prima pagina, con grande evidenza, pur avendo le notizie vere (che però – a suo dire – sono state nascoste). E su che cosa avrebbe mentito il Corriere? Sulla posizione Ue relativa alla manovra economica italiana, cioè sul tema più delicato e sensibile degli ultimi mesi. E come lo ha fatto? Accreditando la versione del vicedirettore Federico Fubini che dava per certa l’apertura della procedura d’infrazione e nascondendo le voci ufficiali che invece confermavano l’esistenza di una trattativa (che invece c’era, eccome se c’era, come si è visto). E perché lo faceva? Difficile dirlo. Magari è stato solo un abbaglio. Ma quell’abbaglio, spiega Caizzi, potrebbe «aver influito sui mercati finanziari, favorendo di fatto megaspeculatori che in quei giorni scommettevano capitali ingenti sulla destabilizzazione dell’Italia».

È evidente dunque che ciò di cui stiamo parlando non è una questione che riguarda soltanto Il Corriere della Sera. E nemmeno una questione che riguarda soltanto i giornalisti. Qui non c’è in ballo solo la «polemica in via Solferino», come cercava di liquidare sommariamente ieri qualcuno. Né una disputa di posizioni politiche tra il corrispondente di Bruxelles e il direttore del quotidiano, come twittava qualche collega, accusando Ivo Caizzi di essere troppo «maturo» per parlare (pensate un po’, che colpa grave). No: qui c’è in ballo la correttezza dell’informazione, messa in discussione, sia chiaro non dai nemici del Corriere, ma dai suoi stessi giornalisti. E c’è in ballo la stabilità dell’Italia che da quelle false notizie ha rischiato di essere mandata gambe all’aria. Comei nostri risparmi.

Dove sono quelli che fino a ieri si indignavano per il pericolo dello spread? Dove sono quelli che si preoccupavano per i tassi sui mutui e i costi dell’instabilità? Dove sono quelli che lamentavano i rischi del conflitto con l’Europa? Quella tensione, è il sospetto, è stata creata ad arte. Infatti, mentre la Commissione europea confermava ufficialmente al corrispondente da Bruxelles che la strada scelta era quella della trattativa, smentendo l’apertura della procedura di infrazione, nelle sue ampie paginate il vicedirettore Fu(r)bini sosteneva, al contrario, che «non c’era stato nessun passo verso un compromesso fra la Commissione europea e l’Italia, né alcun vero negoziato». E accreditava con sicurezza la bocciatura della manovra e l’apertura della procedura d’infrazione. Nel migliore dei casi, visto come è andata a finire, un errore così clamoroso da doversi andare a nascondere per i prossimi mesi. Altro che presenza fissa nei salotti tv.

Ma qui, come dicevamo, c’è di più che un errore giornalistico (per quanto spaventoso). Quelle fake news, propagate da un giornalista che per altro fa parte della task force europea contro le fake news, oltre che del board di Open society foundation di George Soros, potrebbero infatti aver favorito gli speculatori, come sospetta lo stesso corrispondente del Corriere della Sera. Cioè potrebbero aver favorito coloro che scommettevano sull’impennata dello spread e sul crollo della Borsa. Cioè potrebbero aver favorito i nemici dell’Italia. Il principale quotidiano italiano ha diffuso, attraverso il suo vicedirettore principe, fake news che favorivano i nemici dell’Italia? Voi capite che è una questione troppo delicata per lasciarla nel cassetto. Per il bene del Paese, ancor prima che per il bene dell’informazione e del medesimo Corriere della Sera, le nubi vanno spazzate via. Per questo dovremmo occuparcene tutti. Non solo noi, ma anche gli altri giornali. Anche l’Ordine (se c’è ancora). Anche i parlamentari. E forse persino qualche Procura.

(di Mario Giordano – La Verità 09.01.2019) https://www.laverita.info/


Citazione
comedonchisciotte
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Cari colleghi del Cdr del Corriere
p.c. alla Redazione e alla Direzione

Nella solita massima trasparenza interna, chiedo al Comitato di redazione – in base al suo dovere di tutela dell’attendibilità e dell’indipendenza del Corriere e dei suoi giornalisti – di verificare e valutare il comportamento del direttore Luciano Fontana nella copertura della trattativa tra Unione europea e Italia sulla manovra di bilancio 2019, in relazione a quanto documentalmente provato con 5 allegati.

Inizio dall’1 novembre scorso, quando Fontana apriva il giornale titolando in prima pagina su una “procedura d’infrazione” Ue contro l’Italia (foto 1) inesistente, oltre che tecnicamente impossibile, in quella data. In trenta anni non ricordo un’altra “notizia che non c’è” simile in quella collocazione sul Corriere. Anche perché Fontana potrebbe aver dato il massimo risalto possibile a quello “scoop” pur sapendo che non si era mai arrivati nemmeno alla fase iniziale della proposta tecnica dei commissari Ue. Aggiungeva, infatti, in piccolo in prima: “a meno di cambiamenti di rotta sostanziali”. In pratica si strilla nel titolo “L’ITALIA PERDERA’” e si infila tra le righe “se non vince o pareggia”. In questo modo si potrebbero fare “scoop” simili in serie: “IL PREMIER CADRA’, se non resterà in sella”, “L’IMPUTATO SARA’ CONDANNATO, se non verrà assolto”, “QUEL PRETE SARA’ BEATIFICATO, se non è un pedofilo”, “TIZIO MORIRA’, se non vivrà”.

Per fortuna al Corriere il direttore può sottovalutare e dare poco spazio a notizie certe, ma non eliminarle. Così:

1) Il 4 novembre il Corriere rivelava (foto 2) che i governi più influenti avevano incaricato di mediare un compromesso con l’Italia – sulla manovra – il presidente dell’Eurogruppo Centeno, che guida l’organo politico che di fatto decide sull’eventuale procedura d’infrazione.

2) Il 6 novembre il Corriere riportava (foto 3) – nel mini-spazio concesso dal direttore per un argomento di tale rilevanza e complessità – la conferma ufficiale di Centeno, a nome dei 19 ministri finanziari dell’Eurogruppo, sulla scelta del dialogo e del compromesso con l’Italia. E la smentita delle anticipazioni sulla procedura contro l’Italia da parte della Commissione Ue, che tramite Moscovici le bollava come “fake news” e indicava come prioritaria la linea del “dialogo, dialogo, dialogo” con Roma.

3) Il 7 novembre il Corriere, sempre in uno spazio breve (allegato 4), informava sui 28 ministri finanziari dell’Ecofin, che devono ratificare le decisioni dell’Eurogruppo, e che – tramite il presidente Loger – confermavano la trattativa e l’aspettativa di sviluppi positivi con l’Italia.

Ma Fontana, lo stesso 7 novembre, faceva pubblicare – con risalto e ampio spazio – un retroscena che iniziava con una incredibile smentita del pezzo della pagina precedente e degli altri due del Corriere già usciti sulla trattativa in corso perché le notizie non sarebbero esistite nell’Eurogruppo e nell’Ecofin (nonostante le conferme dei due presidenti).

Lo so, sembra incredibile. Ma leggete la foto 5: “Gli incontri dei ministri finanziari di questi giorni a Bruxelles hanno prodotto il risultato previsto e non ciò che, al contrario, NON E’ MAI NEPPURE STATO IN DISCUSSIONE. Non c’è stato nessun passo verso un compromesso fra la Commissione europea e l’Italia, né alcun vero negoziato. Al contrario, dall’Eurogruppo e dall’Ecofin è emerso solamente il sostegno di 18 Paesi dell’area euro e di tutti gli altri esterni alla moneta unica per la posizione della Commissione contro il bilancio del governo di Giuseppe Conte”.

Vi risparmio (pronto a integrare, se servisse) quanto poi successo con altre notizie sui positivi sviluppi della trattativa Ue-Italia, fino al Corriere di Fontana unico – tra i maggiori quotidiani – a non mettere in pagina un pezzo da Bruxelles quando la Commissione Ue ha ufficializzato l’esito positivo nella trattativa con l’Italia sulla manovra.

Quello che conta è che il Cdr – nell’interesse del Corriere, dei suoi giornalisti e dei suoi lettori – chiarisca:
a) Se il comportamento del direttore Fontana sia stato corretto.
b) Se si può aprire la prima pagina del Corriere con “una notizia che non c’è” del genere.
c) Se il direttore non debba limitarsi a imporre la sua linea attraverso editoriali, opinioni e commenti.
d) Se il direttore ritiene che le “notizie” con annuncio della procedura e smentita della trattativa UE-Italia possano aver influito – magari anche marginalmente e inconsapevolmente – sui mercati finanziari: favorendo di fatto mega-speculatori, che in quei giorni scommettevano capitali ingenti sulla destabilizzazione dell’Italia (e sui conseguenti crolli in Borsa e aumenti degli spread sui titoli di Stato italiani).
e) Se l’attendibilità del Corriere non vada difesa meglio, almeno per ridurre le perdite di copie (con la direzione Fontana siamo già a circa – 120 mila, secondo i dati Ads sulla diffusione totale).
f) Se possiamo augurarci che, dal 2019, il Corriere possa tornare a fare la sua tradizionale “informazione indipendente di qualità” garantendo sempre la massima attendibilità delle notizie: dalla prima all’ultima pagina.

Ivo Caizzi
31 dicembre 2018

P.s. Cari colleghi del CdR, al Corriere sappiamo che nell’informazione è fondamentale – oltre all’attendibilità – anche la completezza. Pertanto integro le precedenti informazioni segnalandovi – senza aggiungere alcun commento – che il direttore Fontana, oggi, nel suo fondo in prima, ha sostenuto su UE & manovra: “Con l’Europa si è trovato quel compromesso ragionevole che questo giornale ha sempre auspicato”.

( https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/08/corriere-della-sera-il-corrispondente-accusa-il-direttore-notizia-inesistente-in-prima-su-procedura-infrazione-ue-italia/4881912/ )


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mingo
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Che schifosi che cialtroni!!! Ed è poco si potrebbe dire peggio


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