A Paris, la jeunesse dénonce dans la rue «le coup de force de Macron» après la nomination de Barnier
A l’appel d’organisations de jeunesse et de La France insoumise, des dizaines de milliers de personnes ont défilé pour dénoncer la nomination de Michel Barnier comme Premier ministre.
Avant même d’arriver place de la Bastille, Ethan et Alice, 17 ans, emmitouflés dans leurs sweats à capuche, chantonnent le fameux «même si Macron ne le veut pas nous, on est là». Ils n’ont encore jamais pu voter, mais peu importe. «Je m’intéresse beaucoup à la politique, malgré mon jeune âge. Macron veut faire un coup de force», explique Ethan. Alice avait hésité à venir aujourd’hui, mais elle a été convaincue par la nomination à Matignon de Michel Barnier, issu de LR et défenseur, durant la primaire de son parti en 2021, de positions dures sur l’immigration et sur le social. Pas le temps de discuter davantage, arrivé à Bastille, le duo file vers le McDo devant lequel ils doivent retrouver des amis. Il est 13h30 et la pluie menace le défilé organisé par la France insoumise et des organisations de la jeunesse contre le «coup de force de Macron», ce samedi 7 septembre. Tout au long de la journée, 160 000 personnes défileront à Paris et 300 000 dans la France entière, selon les insoumis, la préfecture de Paris ne dénombrant quant à elle que 26 000 personnes dans la capitale.
Et la jeunesse est à l’honneur. «C’était un appel clair de l’Union syndicale lycéenne», lancé dès le 27 août face au refus d’Emmanuel Macron de nommer un Premier ministre issu du Nouveau Front populaire (NFP), rappelle Manès Nadel, président de l’Union syndicale lycéenne. La mobilisation a pris une tout autre ampleur après la désignation de Michel Barnier par Emmanuel Macron, à l’issue d’interminables tergiversations. «Le Premier ministre a été nommé contre le vote populaire. Il n’est ni en adéquation avec l’Assemblée nationale, ni avec ceux qui se sont mobilisés contre le Rassemblement national et la politique d’Emmanuel Macron», affirme Manès Nadel. «Le Premier ministre a été choisi par Emmanuel Macron pour faire le pire», alerte de son côté la députée insoumise Aurélie Trouvé, choisie pour prendre la parole face aux journalistes, en ce début de manifestation. L’élue dénonce une «alliance entre le RN, la droite et les macronistes» et rappelle que 81 députés ont signé une proposition de destitution du président de la République. Au milieu de l’agitation qui gagne la rue du Faubourg Saint-Antoine, l’actrice Liliane Rovère («Dix pour cent») est venue manifester «pour la même raison que les autres» : la nomination d’un Premier ministre issu du NFP et «contre la politique d’Emmanuel Macron, en général, depuis sept ans». Que pense-t-elle de la procédure de destitution ? «Si on y arrive, oui», répond-elle le sourire en coin. Puis l’air plus grave : «Ce serait pas mal, parce qu’il ne s’en ira pas tout seul.»
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Le Pen già in difficoltà....
che divertimento ci aspetta...
"il naufragio del governo Barnier, o vincerà l' equilibrismo di le Pen che appoggerà convincendo i suoi elettorali di fare opposizione al governo di Macron ?
se non vuole il governo basta votare la sfiducia
Riguardo all'articolo linkato, già il fatto di definire Marine Le Pen "di estrema destra" è indice di una malafede, oppure (a scelta) di una imbecillità politica sconfinate. In mancanza di un nemico serio, i compagni sono costretti a inventarsene ogni volta qualcuno alla meno peggio, demonizzando questa signora di dubbia coerenza, che ha liquidato il padre proprio perché a differenza di lei aveva dei principi, e che al massimo si potrebbe descrivere come una conservatrice moderata.
Quelli del Front Populaire, poi, hanno veramente la faccia come il culo per denunciare una presunta alleanza tra Macron e Le Pen, dopo che loro stessi si sono appena sfacciatamente accordati con l'omino dei Rothschild per scambiarsi i collegi elettorali al fine di impedire la libera espressione della volontà popolare, che avrebbe dato la maggioranza al RN - e non certo per convinzione, ma per esasperazione verso le politiche globaliste, liberiste e immigrazioniste che stanno distruggendo la Francia, come sempre con l'attiva ma subdola complicità della sinistra.
La politica sarà pure sporca, sarà pure cinica e pragmatica, ma un minimo di pudore, un minimo di onestà intellettuale e di decenza personale non farebbe poi male al sig. Melenchon e ai suoi sodali e alleati: a meno che conoscano così bene la dabbenaggine e la stolida faziosità del loro bacino elettorale, da essere certi di potersi permettere questo ed altro.
Del resto, il buon Giovannino Guareschi li conosceva bene già ai suoi tempi: Contrordine Compagni! 🤣
PS: visto quanto sopra, chiamarlo "governo Barrier-Le Pen" è veramente qualcosa di inqualificabile, non ho parole...
2 obiezioni a quanto ha scritto BrunoWald
1) il governo Barnier inizierà a governare solo perchè la le Pen non voterà la sfiducia allo stesso governo,
se le Pen votasse la sfiducia, il governo Barnier non inizierebbe nemmeno
ma le Pen ha detto, Corriere della sera di oggi,
" non sarebbe ragionevole votare una censura subito dopo il suo discorso inaugurale"
Faccio presente che in Francia non esiste il voto di fiducia al governo, può governare anche un governo che non ha la maggioranza,
però si può votare una "censura", così è definita in questo articolo, cioè una sfiducia,
se Le Pen non voterà la sfiducia che NFP presenterà, nella sostanza permette la nascita di questo governo,
2) il NFP si è accordato col partito di Macron pe ritirare molti candidati nel secondo turno,
riuscendo in questo modo a sconfiggere IL FN.
Ma ha sempre detto che il suo programma di governo non si toccava, se NFP avesse governato avrebbe provato ad attuare il suo programma elettorale,
che è assai poco gradito ai padroni e grande finanza e Unione Europea.
la Le Pen invece evidentemente sui temi economici è più in sintonia con i macronisti, i padroni e l' Unione Europea.
Vedremo cosa ci riserveranno le prossime settimane,
ma il problema del governo Barnier Le Pen è VOSTRO,
al momento l' accordo c'è stato,
altrimenti il governo non sarebbe nato, e invece sembra proprio che nascerà.
Marcopa
Le ultime dalla Francia
Fonte Liberation.fr
" IL Primo Ministro è consapevole di trovarsi in un seggiolino eiettabile.
L'inquilino di Matignon ha continuato questo lunedì le sue consultazioni per formare un governo ricevendo i rappresentanti del gruppo Liot.
Questi funzionari eletti hanno evidenziato le loro priorità su “decentralizzazione, territori, potere d’acquisto, salute e sicurezza”.
In cambio, Michel Barnier ha espresso la volontà di “cambiare politica” e “metodo”, con “più lavoro e meno comunicazione”,
secondo i deputati Stéphane Lenormand e Christophe Naegelen.
Quest'ultimo ha anche riferito che il primo ministro ha ammesso di essere a Matignon
“con un contratto a tempo determinato e che la durata forse sarebbe breve” se non trovasse una maggioranza che lo sostenga. "
ma il problema del governo Barnier Le Pen è VOSTRO,
🤣🤣 Non farmi ridere, che ho le labbra screpolate! (Walter Matthau dixit...)
Anzitutto, "vostro" di chi? Con chi mi metti nello stesso sacco? Non mi piace la Le Pen, non lucido le scarpe ai sionisti come fa lei, non sono di "centro-destra" e nel mio piccolo mi colloco in opposizione radicale e senza compromessi con tutto l'esistente: di destra, di sinistra o di centro che sia... Non amo le etichette, ma se proprio vuoi appiccicarmene una, che almeno non sia la fiammella del gas del RN o quella di Giorgia e Ignazio: il Fascio Repubblicano invece lo porterei con orgoglio.
Il NFP si è accordato con Macron - ossia con l'elite finanziaria predatrice e antiumana cui la sinistra si oppone a parole, ma sul cui carro sale sempre quando si tratta di "battere le destre", ossia quegli ambigui movimenti né carne né pesce, le cui fortune elettorali si devono quasi esclusivamente all'esasperazione popolare per le disastrose politiche liberiste e progressiste imposte dal sistema. Vale a dire, si alleano ai padroni per bloccare la protesta popolare - giusta o sbagliata che sia - la rabbia impotente di quel popolo che sostengono di rappresentare, ma che hanno tradito mille volte e che continueranno a tradire. Principalmente per opportunismo, ma anche perché la demenziale ideologia sinistro-progressista prevale sempre sul buon senso e la responsabilità sociale.
Ergo - per logica elementare - questa situazione l'avete provocata voi: e la Le Pen, che ha tutta la mia disistima, fa benissimo a fottere il sig. Melenchon e frustrare le sue speranze di passare all'incasso, ricambiandogli pari pari la cortesia. Li hanno usati e gettati via, poveri compagni? Succede, quando ci si presta a certi squallidi giochetti. La prossima volta ci pensino prima, e magari tornino a praticare un pò di sana autocritica, come ai tempi di Stalin, anziché approfittare di ogni opportunità per fare demagogia da quattro soldi.
PS: mi sento nell'obbligazione di riconoscere che tutta questa nostra discussione è surreale, caro Marco.
Sei un uomo maturo anche tu, ormai avresti dovuto accorgerti che è tutto un teatro: destra e sinistra, Le Pen e Melenchon, jus soli e blocchi navali, è tutta una presa per il culo nella quale caschiamo quasi sempre. Sono tutti d'accordo, alcuni sono più potenti e decidono il menù mentre gli altri litigano per le briciole, ma alla fine si ritrovano comunque a tavola, a brindare alla faccia nostra.
Se non partiamo da questa consapevolezza e ci mettiamo a bisticciare sulle giravolte insignificanti della cosiddetta "politica", risultiamo francamente patetici.
E' un bel problema per tutti (i francesi in questo caso). Mi chiedo quale dimostrazione serva ancora per comprendere lo stallo in cui si trova il sistema elettorale rappresentativo. Quali che siano le istanze dell'uno o dell'altro schieramento - che personalmente fatico parecchio a definire di destra o di sinistra, figuriamoci "estreme" - è evidente che non vi è possibilità alcuna di tradurle in politiche concrete. Allo stato delle cose, per lo meno. Lo scontro è un'opera teatrale limitata alla finzione e alla simulazione con facili slogan, "marchi di fabbrica" che dovrebbero farci distinguere tra un personaggio e l'altro, tra un partito e l'altro. Non ci siamo dimenticati di dra.ghi, vero? L'uomo della finanza applaudito e invocato da destra come da sinistra. L'uomo di prestigio a cui rivolgere le nostre preghiere di italiani disgraziati... E pazienza se poi "qualcosa" non ci fosse piaciuto, come si dice, è vietato parlare al conducente. Vi ricordate sal vini? Tolta la felpa della polizia e cambiati gli occhiali, al diavolo il blocco navale e quant'altro, si è accucciato in un angolino della comoda " larga maggioranza parlamentare" a sostenere quanto vi fosse di più avverso ai suoi orientamenti. Era sui social, lui, a bere un caffè in tarda mattinata vicino ai palazzi del potere dopo che "anche lui si era fatto il suo waccino". D'altronde, chi non lo avesse fatto, sarebbe morto. Quando si dice il potere di persuasione. E non sono nemmeno parse necessarie due parole di spiegazione, così, per giustificare il passaggio di forza italia e della lega stessa dal draghismo alla coalizione di eroica e ferrea opposizione della meloni. Ma per cortesia. A questo punto, può la sinistra considerarsi moralmente salva rispetto alle acrobazie politiche di cui prima? A detta loro sì, poiché vedono (o pretendono di farci vedere) coerenza tra l'europeismo di dra.ghi e l'opposizione all'attuale governo fascista. E rieccoci agli slogan, ai marchi di fabbrica: parlando di cose serie, per esempio di economia e lavoro, faccio uno dei tanti esempi concreti e di stretta attualità. Un numero dell'ordine di decine di migliaia di precari della scuola tra cui alcuni miei sfortunati colleghi, vincitori di concorso pubblico, non è stato ad oggi assunto stabilmente per far posto a futuri arruolamenti che dovranno aver luogo (in un futuro imprecisato) con procedure finanziate dal pnrr. Costoro continuano a lavorare per mille e qualcosa euro al mese - pagati in ritardo - e per un massimo di nove o dieci mesi l'anno. In modo beffardo, l'attuale ministro sostiene di non avere sufficiente autorità per intervenire su decisioni prese da una "cabina di regia" - di gestione dei fondi - ancora nominata dal governo dra.ghi e dai poteri evidentemente illimitati. Stanno al gioco. Punto. E' ancora vietato parlare al conducente. Qualsiasi governo di sinistra avrebbe agito allo stesso modo in coerenza, appunto, con lo spirito che già li portò a sostenere "l'unità nazionale" in modo corale. So che qualcuno storcerà il naso, pare di fare sempre gli stessi commenti eppure sembra che la dinamica non sia ancora chiara, nemmeno in Francia.
Ennesima dimostrazione che votare non serve a nulla perche chi comanda decide, non chi vota.
Che poi i francesi siano ridicoli lo si sa da diversi anni, fanno comunella per "fermare la deriva delle destre" poi passano 8 anni a manifestare contro Macron, poi vanno a votare e lo rieleggono per "evitare la destra al potere" e questo si e' trasformato in ducetto che fa il contrario di quello che il popolo col voto ha indicato.
Pero' mi raccomando, il pericolo e' la destra.