150 manifestazioni in tutta la Francia per protestare contro Macron che ha dato l' incarico di formare il nuovo governo a Barnier, ex commissario UE. gradito ai potentati economici e all' Unione Europea, che sono in sostanza la stessa cosa.
Saranno presenti France insoumise, PCF, Verdi, Attac, e altro associazionismo soprattutto giovanile.
la questione governo francese riguarda tutti gli europei, perchè è stata negata alla sinistra, vincitrice delle elezioni ma senza maggioranza assoluta, la possibilità di formare un governo, cosa che invece finora era sempre avvenuta in Francia, anche all' ultime elezioni vinte da Macron ma senza maggioranza assoluta.
Tutto questo per evitare un governo francese non allineato con le politiche economiche dell' Unione.
Quello che avviene in Francia può succedere ed è successo in altri paesi della UE,
per questo bisogna opporsi anche in Italia e tutta l' Europa.
Marcopa
Ma se invece avesse vinto la Le Pen - e avrebbe vinto senz'altro, senza la complicità con Macron degli Insoumise che ora protestano - lo schieramento di sinistra si sarebbe mobilitato in massa per paralizzare il paese, ricattare i francesi e strillare ai quattro venti contro la minaccia fascista, in barba alle maggioranze e al rispetto per la volontà popolare, per cui la loro credibilità democratica è prossima allo zero.
Hanno preferito allearsi con l'inquilino dell'Eliseo, impiegato di Casa Rothschild, mettendo in atto sporchi giochini nei collegi elettorali pur di impedire il successo del RN? Si godano adesso in dignitoso silenzio il risultato! Immagino che riceverlo in quel posto dev'essere doloroso, ma dopotutto le preferenze sessuali di Macron erano già note, e se i cari compagni credevano di poter giocare al tavolo dei burattinai senza fare la figura dei burattini, non incolpino gli altri della propria insipienza.
Come insegna la saggezza popolare: chi è colpa del suo mal pianga se stesso!
Vorrei invece fornire un'altra chiave interpretativa. La sinistra, grazie al maggioritario ha vinto pur totalizzando 2/3 dei voti andati alla dx.
Le urne hanno insomma dato un responso chiaro. La destra ha vinto nominalmente, la sinistra grazie alla solita truffa elettorale.
Dunque un governo non può che essere coerente con il complesso della volontà generale e dunque, allo stato dei fatti, non può che essere 'centrista' ma di destra, dato che nessuno dei partiti ha raggiunto la maggioranza assoluta e la sx è complessivamente minoritaria nel Paese.
I dati sono questi: 182 la sx, Macron 168, la dx 143 nonostante avesse vinto nel primo turno ( aspetto che genera qualche motivata perplessità...).
Complessivamente l'elettorato ha espresso un netta volontà 'conservatrice' e non certo 'rivoluzionaria'.
Macron si è attenuto a questo dato complessivo, mentre se avesse privilegiato la sinistra, che nominalmente ha vinto nel ballottaggio, avrebbe dato luogo ad un esecutivo carente di 'rappresentatività' nel seno stesso dell 'Assemblea Generale.
Perchè ?
Perchè sarebbe stato un esecutivo minoritario potenzialmente divisivo sul complesso della 'Nazione, fatto questo estremamente importante in Francia, in cui i 'valori repubblicani' unitivi della Francia intera sono sempre stati le parole d'ordine dominanti: ben vigenti oltre ogni questione elettorale.
Michel Barnier, uomo d'apparato ipereuropeista, dunque persona gradita ai poteri veri che reggono l'apparato amministrativo e burocratico del paese, è stato incaricato di rappresentarli: qui avete una breve biografia nella quale si può vedere come sia uomo 'cerniera' politica presente in campagini governative di differente orientamento partitico ( https://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Barnier ).
La scelta di Macron va dunque proprio in ossequio a tali 'valori', da sempre incarnati in persone lige alla onnipresente massoneria d' Oltralpe, a cui - è bene dirlo chiaramente - molti dei nostri politici anche 'apicali' sono sempre stati consoni, a partire dai loro continui sermoni ...
E' tutto logico ed è tutto massonico dalla A alla Z.
In Francia come in Italia.
In un primo momento il post non aveva suscitato interesse,
e l' avevo scritto , con un titolo lunghissimo, cio+ sbagliato, solo perchè la notizia era al momento oscurata sui media italiani, il Fatto ieri non scriveva niente,
ma il tema è cruciale e riguarda tutta l' Europa
e rompe gli schemi interpretrativi prevalenti,
quelli degli europeisti contro i sovrnisti.
quelli dei sovranisti contro l' Europa
e quelli dellla sinistra europeista e quindi neoliberista,
mi viene a mente l' ultimo articolo che scrissi per Sibialiria,
al tempo della crisi ucraina del 2014
"Il paraddosso dell' Ucraina, fascisti e sovranisti ucraini per l' Unione europea"
non sono le parole esatte, cito a memoria,
dieci anni dopo ci è chiuso il cerchio
Fascisti, sovranisti, Unione europea,liberal, liberisti,
insieme
la saldatura tra neoliberismo, fascismo, razzismo,
ora il problema è vostro,
non è della sinistra radicale , almeno questa volta !!!!!!!
e vedrete quanti fiumi di inchiostro..ora .....solo metaforicamente, si sprecheranno per la nuova situazione che non è solo francese ma europea e forse di tutto l' occidente,
Forse non si è capita una cosa essenziale.
I 'poteri forti' non vogliono la riedizione di un Fronte Popolare nè in Francia nè in Italia nè altrove. Perchè ? Perchè dividerebbe la Nazione sino al punto di fragilizzarne le fondamenta stesse che, contraddittoriamente, devono 'tenere' fino al momento in cui il 'contenitore-Europa' sarà capace di accoglierle e di rinnovarle.
Quest' idea molto 'romantica' è l' ultima spiaggia su cui occorre confrontarsi ed il discorso ultimo di Mattarella va in questa direzione: rinnovarsi per non perire...detto però a proposito di una istituzione politica che ha già un piede nella fossa.
Dunque non contano i risultati elettorali. Non contano le infinite diatribe politiche di dx contro la sx e viceversa. Non conta alcun 'sovranismo' o 'contro-sovranismo'.
Razzismo, sovranismo, liberismo, nazionalismo, comunismo: sono tutte bandiere-slogans inutili da sventolare su di un elettorato maturo al punto tale da non dar nessun significato 'ultimo' a tali prese di posizioni politiche oramai consunte perchè incapaci di risolvere i problemi da esse stesse creati.
Semplicemente le proposte ultimative in campo politico non interessano più: a nessuno interessa davvero la saldatura tra neoliberismo, fascismo, razzismo come dici tu. Sono parole prive di spessore reale.
Si guarda invece quanto possa risultare utile a mantenere livelli economici di benessere diffuso o quantomeno a non sprofondare ulteriormente nella palude assai nota sin dagli anni '30 di bassa occupazione, salari infimi, economia asfittica e finanza traballante.
Perchè e questa conseguenza è anch'essa assai nota, nessuno vuole la guerra come rimedio ad una situazione creata ad arte proprio per questo.
Nessuno. Draghi è fuori dalla realtà di questa nostra epoca. E' un economista che recita un copione accettato forse tra i suoi pari: un esercizio di scuola che serve a consolidare parole d'ordine 'atlantiste' alla Bocconi ma nulla di più.
Questo non significa che non possa avvenire il dramma collettivo di esser di nuovo chiamati a versare il nostro sangue per idee fatte apposta proprio per questo, per sanare errori ed orrori altrui: semplicemente dovrà avvenire contro le opinioni pubbliche al completo e non più col loro favore, come negli anni prebellici del passato e non potrà avvenire di certo, ad esempio, col richiamo a rivoluzioni talmente lontane nel tempo da essere incomprensibili.
La caduta complessiva di interesse per la politica è stata benefica perchè ha portato il realismo sulle scelte concrete e sulla base di queste, nessun esecutivo, nessuna struttura statuale oggi in Europa gode più dell'assegno di bianco rilasciato da popoli assuefatti o meglio esaltati ad arte per combattere guerre che si sanno inutili e fonti di immani sciagure.
Nessun esecutivo è insomma talmente forte da poter scatenare l 'apocalisse.
Dunque, essendo questa la scelta dirimente oggi, nessun esecutivo può godere di sufficiente stabilità nel momento in cui l' inizio di tale guerra c'è già.
Nè a destra nè a sinistra. E' il paradosso principe della nostra epoca. Il cavallo si rifiuta di continuare sulla strada del patibolo.
Non esistono esecutivi capaci di mobilitare coscienze che hanno già scelto e che hanno giudicato folle la direzione complessiva dell' europa di oggi, degli esecutivi a libro paga NATO, del populismo mentecatto e divisivo, dell'esaltazione di sinistra verso la guerra civile e la morte dei 'ricchi'...quando oramai dobbiamo difendere il benessere che abbiamo tutti e non distruggerlo a favore di una eterodirezione ad esempio dell' immigrazione fatta con intenti distruttivi della nostra società.
Paradossalmente, proprio il 'successo' di questo sistema economico, che è stato copiato da tutti gli stati nel mondo, rende desueta negli animi la guerra o la 'rivoluzione' come rimedio per uscire dalle contraddizioni del sistema, che non si regge di certo su parole d'ordine ma invece sulle conquiste della tecnica...giusto o sbagliato che sia.
Sarà la tecnica alla fine a decretare la scomparsa del capitalismo....? Perchè la fine della politica come discorso 'ultimo' c'è già.
Mah... Bisognerebbe intanto verificare la validità dell'assunto secondo cui un governo di sinistra sarebbe disallineato rispetto alle politiche economiche dell'ue. Non è facile imbastire una premessa ma sembra che queste (politiche economiche) si orientino oggi grosso modo verso un'apparente gestione assistenzialista - a salvaguardia dell'ordine pubblico - e attuata con una mano, mentre con l'altra si accarezzano gli interessi speculativi di un'economia mercatista e smaterializzata. Il tutto con la vaga promessa di una riconversione dell'industria pesante europea in senso bellico. Altro che auto green... Un eventuale governo di sinistra saprebbe dipanare questa matassa, salvaguardando al contempo il sostegno dei "manifestanti" e quello dei burocrati ue? Io credo di no, come anche non sono mancati esempi (anche italiani) di governi progressisti assolutamente graditi ai piani alti. Cosa accade allora? Beh, accade che la profonda crisi politica che allontana gli elettori dalle urne e dai partiti con un atteggiamento che, in ultima analisi, è corretto definire realista al momento offre ancora un valido aiuto ai poteri dell'ue che possono così contare su esecutivi dalle tinte incerte, talora tecnici, talora di cd unità nazionale e svincolati da un rapporto diretto, anche apparente, con gli elettori. In sostanza più liberi di fare ciò che "conviene fare". Accade anche che quando le elezioni restituiscono sempre più spesso (si veda il caso di afd in Germania) risultati "divergenti", le opzioni sul tavolo restano sempre e solo due: annientamento (magari per via giudiziaria) o cooptazione. Di che si lamentano dunque i vari populisti, sovranisti e/o militanti di sinistra dei miei stivali? È chiaro che la gestione si fa difficile, sia sul piano dei partiti che su quello dei rapporti tra i partiti stessi e i grandi interessi corporativi e di lobby. Per usare parole leggere... Così leggo io la situazione attuale in Francia, quasi sovrapponibile ad altri paesi. Saranno anche tutti in attesa degli sviluppi americani, in attesa di capire se la "presidenta" in pectore strenua paladina di ogni tipo di diritti - e che parla dal pulpito di una nazione che ancora applica la pena di morte mediante tortura- continuerà il pericoloso flirt con l'amico zel. ensky. In attesa di capire come e dove indirizzare i pochi denari che si sono ricavati dalle care transizioni green, dalle politiche inclusive, ecc. Denaro sottratto dalle nostre tasche, scusate l'espressione "populista".
Oppure, avverrà il ripiegamento sull' UE in attesa di una sua veste giuridica definitiva: quella di oggi è solo a metà strada fra accordi internazionali tra stati 'sovrani' - ancora per poco e comunque intenti ancora a nascondersi dietro questa foglia di fico che li rende ancora formalmente esenti da ogni critica 'populista' - e vera e propria unione di stati formalizzata da una costituzione espressa, con diritti ed obblighi precisi di cittadini consapevoli e 'sovrani'. Una 'metabasis eis allo genos' che sia davvero un passo oltre cento anni di massacri e di odi reciproci, che stanno paurosamente venendo a galla anche all' interno deglli stati stessi. In questo la Eu è chiaramente un progetto politico fallito.
Quale potrebbe ottimisticamente essere questa veste, che lietamente viene immaginata da certuni 'visionari' tra una messa cantata ed una riunione massonica a porte chiuse, naturalmente oggi a uso e consumo di idee verticistiche ?
Quando si sono svolte le elezioni-referendum sui Trattati, i popoli hanno respinto l'architettura generale imposta da questi.
Troppo 'discesa dall'alto', troppo elitista nel metodo selettivo dei decisori ultimi, troppo burocratica nell'elefantiasi di norme incompresibili, troppo opaca nelle decisioni 'in camera segreta' e nelle attribuzioni dei poteri 'veri'...troppo 'francese', in effetti. Oppure troppo massonica. Come preferite. I due termini sono attualmente intercambiabili e Barnier, ex commissario alla Brexit, con la sua cieca ostilità verso gli 'anglo' ne è l'esempio vivente.
Non si era rassegnato ai suoi tempi all' exit, non capisce nulla oggi delle spinte che esistono nell'elettorato e che vogliono semplicemente maggiore 'democraticità': alla vecchia maniera, per i cittadini e non privilegi per gli 'eletti'.
Se si vuole davvero un 'reinizio' della 'politica forte' occorre ripartire da questa realtà passata: fare referendum su tutta l' impalcatura giuridica Eu, sfrondando dove è necessario, aumentando dove è indispensabile, chiedendo continuamente il parere dei cittadini, oggi semplici vassalli di un potere dai contorni politici e giuridici indefiniti ( cosa estremamente grave...). In effetti non si sa sin dove la Eu possa spingersi.
Di qui non si scappa. Senza la linfa vitale del 'consensus' collettivo l' Eu come ogni altra realtà politica è morta. Con o senza Trump, se sopravvive ad altri attentati, con o senza la Kamalla, se sopravvive alle sue continue risate indice di una invitta stupidità, con o senza l'esistenza formale dell' Eu cui, è bene notarlo, certi paesi oramai vogliono distaccarsene: tipo la Germania, a caso fondamentale nella struttura economica attuale ( altro errore esiziale ).
Se posso dirla tutta, l' exit inglese ha compromesso in modo irreversibile il progetto europeo nel suo complesso. Ma era inevitabile: stati come l' Italia, formalmente sovrani ma in realtà sotto tutela anglo post II GM, non avrebbero potuto di sicuro recuperare formalmente la propria sovranità, per graziosamente perderla subito dopo con la Ue. Idem la Germania. Ed altri ancora, tutto l' Est Europa in particolare: i poteri anglosassoni non l'avrebbero mai accettato. Ed infatti così è stato.
Nei rapporti internazionali vige ancora lo jus belli con la predazione dei nemici vinti. Uscire da questa mentalità da cannibali è oggi forse impossibile ma di sicuro è necessario se si vuole davvero mettere mano ad un nuovo regolamento internazionale in cui l' Europa al suo completo abbia qualcosa da dire di nuovo e non solo crogiolarsi sul suo passato fatto di orrori senza fine. La sintesi richiede la negazione della tesi e dell'antitesi: ed anche qualcosa d'altro...