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Rigassificatore Piombino- La grande truffa sui tempi. Dovrebbe coprire una falla nel 2023, ma darà un mare di gas per decenni.


marcopa
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Articolo di Carlo di Foggia sul fattoquotidiano cartaceo, sul web è leggibile dai soli abbonati.

Ne ho riportato alcuni dati.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/09/03/cingolani-e-il-bluff-dei-rigassificatori-le-date-non-tornano/6789953/

 

 

Cingolani: se il rigassificatore di Piombino non verrà realizzato "rischio concreto di andare in emergenza a marzo 2023",

questo sarebbe stato detto al CDM giovedì scorso, ed era stato già scritto nella bozza presentata a luglio.

La normale Valutazione di impatto ambientale non ci sarà, ci sarà una conferenza dei servizi dal 19 settembre al 29 ottobre dove saranno coinvolti 30 enti.

I lavori a Piombino dovrebbero terminare poi ad aprile 2023, e saranno costruiti 9 kilometri di gasdotto. mentre la Golar Tundra, acquistata da Snam con soldi pubblici, arriverebbe a febbraio 2023.

Ma a luglio la già bozza citata scriveva che è di fondamentale importanza che il primo rigasssificatore entri in funzione entro gennaio 2023, e il secondo entro la fine del 2023.

La seconda nave rigassificatrice invece dovrebbe entrare in funzione nel terzo trimestre del 2024 e non entro il 2023.

Questi sono i tempi probabili che metà parlamento ignora all' interno dei suoi proclami.

Carlo di Foggia conclude il suo articolo così:

..."Sembra si stia preparando il capro espiatorio se si dovesse arrivare al disastro"

Sul web del fatto invece intervista a Leonardi (Ecco) al link

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/09/03/caro-energia-leonardi-ecco-i-rigassificatori-scommessa-con-rischi-a-carico-dei-cittadini/6785654/

Riporto di seguito lo stralcio sui rigassificatori: il concetto che ne ho tratto è che

" per evitare un problema immediato si fa una scelta costosa e inquinante che dura almeno 20 anni"

 

Marcopa

L’Italia ora vuole rafforzare la sua dotazione di impianti di rigassificazione per accogliere le navi che trasportano Gnl, gas in forma liquida. Solo negli ultimi mesi Snam ha acquistato tre rigassificatori galleggianti, la ritiene una strategia giusta?


Questo dipenderà da come si evolveranno le cose, con quali tempistiche si tornerà verso condizioni normali. Con le scelte che facciamo oggi poniamo le basi perché una volta superata l’emergenza i prezzi tornino su valori giusti. La Germania gli impianti li ha noleggiati, noi li abbiamo comprati. Possiamo anche fare la scommessa di diventare una sorta di hub del gas per la Germania, quello che è certo è che i rischi sono tutti a carico dei consumatori e non degli azionisti delle società visto che i nuovi impianti sono garantiti da risorse pubbliche. Sono compatibili le nuove infrastrutture con lo sviluppo dei mercati energetici? Al 2030 il 70-80% del mercato elettrico dovrà essere fornito da fonti rinnovabili, oggi il 30% della domanda gas è usata nel termoelettrico. Un eccesso di infrastrutture gas dettato dall’emergenza e non coordinato con gli obiettivi sul clima prolungherà la crisi energetica una volta che le condizioni di approvvigionamento gas torneranno normali. Questo crea inevitabili problemi anche per le politiche di sviluppo delle rinnovabili, in forma di un raddoppio degli investimenti. Per farla semplice, perché fare un nuovo parco eolico se non ho ancora ripagato il rigassificatore e i prezzi gas sono scesi? Ma se faccio così non rispetto gli obbiettivi clima che offrono al contempo gli strumenti per emanciparsi dalle fossili e uscire dalla volatilità e dai rischi a questi connessi.

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Citazione
marcopa
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A Ravenna Legambiente sottolinea la contraddizione da me indicata nel titolo del post sul rigassificatore di Piombino.

Marcopa

https://www.ravennaedintorni.it/economia/2022/09/03/legambiente-rigassificatore-resti-al-massimo-3-anni-non-25-chiede-snam/?fbclid=IwAR2S3JqnMTBhslBZL0C_vdP8ekpyvlCTlpuNojLCmBgZTqqnRNOXhgEeP28

 

Legambiente: «Il rigassificatore resti al massimo 3 anni e non 25 come chiede Snam»

L’associazione ambientalista presenta le sue osservazioni sul progetto per l’impianto al largo della costa di Punta Marina: «Mancano inventario delle emissioni e analisi dell’impatto ambientale»

BW Singapore Bird View 2 1Manca un inventario delle emissioni in atmosfera, mancano le analisi dell’impatto ambientale, la richiesta di 25 anni di concessione è in contrasto con l’obiettivo europeo della neutralità climatica: sono le principali critiche che Legambiente muove contro il progetto Snam per un impianto di rigassificazione (Fsru, Floating Storage and Regasification Unit) da collocare a 8,5 km dalla costa ravennate di fronte a Punta Marina per entrare in funzione da settembre 2024. In sintesi si tratta di una nave che verrà ormeggiata a una piattaforma e che riceverà carichi via mare di Gnl (gas naturale liquefatto) per trasformalo in forma gassosa e immetterlo nella rete di distribuzione tramite un metanodotti di 42 km.

Legambiente lamenta la carenza di analisi approfondite sull’impatto ambientale della struttura, a partire dagli impatti diretti: «Si tratta di impatti chimici, per il rilascio di ipoclorito di sodio, e fisici, per le migliaia di metri cubi di acqua che verranno immesse in mare con differenze di temperatura dell’ordine dei 7°C. Carente dalla presentazione dell’impianto anche una valutazione dell’impatto sulla fauna dell’inquinamento acustico».

No Rigassificatori RavennaTra la documentazione presentata da Snam spicca la mancanza di un inventario dettagliato delle emissioni dell’impianto: «È cruciale tracciare tutte le fuoriuscite e i rischi di perdite di metano, dal momento che questo gas, come la scienza ha recentemente sottolineato, è molto più climalterante di quanto si sospettava fino a qualche anno fa e la filiera della distribuzione del metano a livello globale presenta elevati quantitativi che vengono dispersi in atmosfera, aggravando il riscaldamento globale e sottraendo un’importante risorsa energetica alla disponibilità di cittadini e imprese».

Secondo l’associazione ambientalista è incoerente la motivazione stessa per la necessità dell’impianto: «Viene proposto come panacea all’attuale emergenza gas e per scongiurare il freddo nelle case nel prossimo inverno, ma non si tiene in conto che il rigassificatore non entrerà in funziona prima di settembre 2024». Snam chiede un’autorizzazione per 25 anni: «Di fronte a un quadro normativo europeo che punta alla neutralità climatica al 2050, e ad un impegno regionale con il Patto per il Lavoro e il Clima che punta al 100% di consumi da fonti rinnovabili al 2035, come si pretenderà di raggiungere la piena decarbonizzazione al 2050 con una concessione che scade nel 2047?» Legambiente ha quindi chiesto che, qualora venisse autorizzato, l’impianto non debba permanere oltre un periodo di massimo tre anni «al termine del quale sarà fondamentale aver raggiunto una quota equivalente di produzione di energia da fonti rinnovabili».

Per snellire l’iter autorizzativo il progetto potrebbe essere escluso dalla valutazione di impatto ambientale: «Non è accettabile. Si tratterà infatti di un impianto rischioso e inquinante, da esaminare quindi molto più attentamente di altre tipologie. Lo stesso trattamento di snellimento autorizzativo non viene riservato infatti nella stessa misura agli impianti di produzione di energia rinnovabili».

Legambiente Emilia-Romagna aderisce alla marcia per il clima “Contro i Rigassificatori”, che si terrà a Ravenna l’11 settembre.

 

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